José Miguel Nuñez, NATO DA DONNA. Maria, la Madre di Gesù, Elledici 1998
Arrivati quasi alla fine della nostra riflessione, ci sembrava importante concludere insistendo su uno degli elementi della tradizione ecclesiale relativo alla figura di Maria che - pur non essendo stato definito dogmaticamente - è fortemente presente nella spiritualità del popolo credente. Si tratta della funzione materna svolta dalla Vergine di Nazaret nei confronti della comunità cristiana.
Paolo VI, nel 1964, proclamò la Madre di Dio «Madre della Chiesa». Nonostante tale titolo non fosse nuovo, la commissione conciliare su questo tema non poté evitare di navigare in un mare di polemiche e tensioni che suggerirono, alla fine, di rimandare qualsiasi tentativo di definizione dogmatica.
Ma a noi interessa soprattutto l'idea teologica che sottostà a tale definizione. Dopo il percorso che abbiamo fatto attraverso i principali dati mariologici della fede della Chiesa, non ti risulterà difficile comprendere come la maternità di Maria non si può limitare al concepimento e alla nascita del «Figlio dell'Altissimo». Nel contesto della storia della salvezza che abbiamo voluto costantemente sottolineare nel corso della riflessione, la collaborazione materna al progetto di Dio oltrepassa i limiti della pura e semplice vicenda della vita di Maria di Nazaret.
Seguace di Gesù per le strade di Galilea, fedele fino alla fine, presente nella prima ora della Chiesa nascente, Maria ha contribuito alla nascita della prima comunità cristiana. Associata al mistero della salvezza di Cristo, colonna del nuovo popolo di Dio, è diventata anche madre della nuova umanità riconciliata nell'amore.
MARIA, MADRE DEI CREDENTI
Abbiamo evidenziato la tipologia di Maria come Figlia di Sion, come personalizzazione del resto di Israele. Ebbene, è proprio questa tipologia che ci può aiutare adesso a capire meglio cosa significa la maternità di Maria nei confronti della comunità cristiana.
Nelle correnti messianiche che si incontrano in tutto l'Antico Testamento, il popolo fedele alla promessa rafforza la speranza nel Messia che deve arrivare. In Maria, Figlia di Sion, è la stessa comunità messianica - il popolo fedele - che dà alla luce il Messia secondo quanto avevano annunciato i profeti dall'antichità. Orbene, Gesù morto sulla croce, risuscitato dalla forza di Dio, genera il nuovo popolo in cui Maria, ferma ai piedi della croce e colonna forte della prima Chiesa, viene affidata ai discepoli come madre.
Così Maria collabora all'opera della salvezza non soltanto in virtù della maternità biologica o dei suoi atti personali, ma con la sua rappresentatività e il suo ruolo di madre di tutti i credenti. Maria, che riproduce in se stessa la figura di Israele, il popolo eletto, e che condivide il parto doloroso della comunità messianica che accoglie il Figlio di Dio è - allo stesso tempo - redenta da Cristo e in Cristo, Madre della comunità dei credenti.
Se, riferita a Cristo, la maternità di Maria ha un senso fisico e storico; in rapporto con la Chiesa sarà più opportuno parlare di «maternità spirituale», nella funzione di colei che ha collaborato pienamente al compito di redenzione del Figlio, con la sua disponibilità assoluta al progetto di Dio, con la sua sequela fedele fino alla croce e con la sua presenza incoraggiante nella comunità pasquale. Madre dunque, dirà il Concilio Vaticano II, «nell'ordine della grazia» (LG 61).
Partecipe della vita e della missione di suo Figlio, Maria continua a esercitare la sua funzione materna negli accadimenti storici della comunità credente che si sforza di «generare» Cristo nel mondo e di farlo crescere nel cuore degli uomini di tutti i tempi. Come Maria, la Chiesa è Madre, e nel cammino dei suoi figli verso la pienezza di Dio la Madre di Gesù ci accompagna e incoraggia - credente tra i credenti - sostenendo la nostra fedeltà nella sequela di suo Figlio.
MEDIATRICE NELL'UNICA MEDIAZIONE DEL FIGLIO
La messa a fuoco che abbiamo voluto dare fin dal principio alle nostre riflessioni ha come asse centrale la stretta relazione tra Maria e i misteri di Cristo e della Chiesa. Alla luce di entrambi gli eventi - quello cristologico e quello ecclesiale - si chiarisce adeguatamente la figura della Vergine Madre nel progetto salvifico di Dio. In queste righe conclusive vogliamo evidenziare il cristocentrismo della nostra fede. Cristo, ieri, oggi e sempre, Verbo di Dio incarnato è l'unico Redentore, l'unico, definitivo e assoluto mediatore tra Dio e gli uomini, la Parola definitiva del Padre pronunciata nella storia degli uomini, Via, Verità e Vita, Pienezza dei Tempi. Allora, come intendere la «mediazione» di Maria? È corretto parlare in questi termini? Queste domande rendono necessari - quanto meno - alcuni chiarimenti.
Nella riflessione messianico-sapienziale del Nuovo Testamento, l'incarnazione del Verbo di Dio suppone un salto qualitativo - come già abbiamo avuto modo di riflettere - dalle mediazioni storiche messe in rilievo nelle tradizioni dell'Antico Testamento a un nuovo tipo di mediazione: è Dio stesso che diventa uno di noi restituendo agli uomini la dignità di suoi figli - figli nel Figlio - e diffondendo nel suo cuore il dono dello Spirito. Come ben sappiamo, la storia degli uomini è già, sin dalla creazione, storia della salvezza; salvezza che raggiungerà la pienezza in Cristo morto e risorto, uomo nuovo e futuro di Dio per tutti gli uomini.
E così, nel contesto della mediazione di Cristo, nessuna creatura può essere equiparata al Verbo di Dio incarnato. Comprendiamo che, in questo senso, si dovrebbero evitare come poco precisi termini quali «corredentrice» applicati con troppa leggerezza alla figura di Maria o esagerazioni nell'attribuire privilegi che collocano la Madre di Gesù in un posto che non le spetta nella storia della salvezza.
Si è parlato, certamente, della funzione materna di Maria; questa «mediazione» bisognerebbe vederla unicamente come cooperazione umana al progetto di Dio promossa da Cristo e - in ogni caso - dipendente da lui. Dal suo «sì» nell'annunciazione, la Vergine trasformata dalla grazia per svolgere la missione di essere Madre del Redentore è strumento libero e responsabile nelle mani di Dio cooperando - in modo eminente, ci ricorda il Concilio - all'opera di salvezza di Cristo.
Madre e «socia» del Redentore, Maria di Nazaret ha contribuito in modo decisivo, con la sua risposta incondizionata a Dio e la sua adesione al Figlio, alla liberazione degli uomini e continua a esercitare la sua funzione materna nella Chiesa pellegrina nel corso dei secoli, aiutando gli uomini a realizzarsi interamente come figli di Dio.
* * *
«Fate quello che vi dirà». Con lo sguardo verso la Madre del Signore, noi cristiani vogliamo continuare a camminare seguendo le orme di Cristo, imparando a contemplare in lei il nostro stesso profilo credente e l'orizzonte di pienezza verso il quale si muovono i nostri passi. In Maria, Dio ha sconfitto i potenti e ha preso le parti dei semplici; ha scelto i deboli del mondo per confondere i forti. In lei, umile serva, Dio stesso si è fatto carne in Cristo, scandalo per i pagani e salvezza per coloro che credono in lui.
«Fate quello che vi dirà»: contemplare la figura familiare della Vergine Madre - credente fedele e donna modellata su Cristo - è un invito a camminare nell'autenticità della fede, fedeli alla proposta di Dio e impegnati nei confronti dell'umanità nell'annuncio credibile di Gesù Cristo Risorto, Signore della storia. A lui la gloria nei secoli dei secoli.