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    Dicastero per la Pastorale Giovanile

    La Pastorale Giovanile

    Salesiana

    Quadro di riferimento fondamentale

    II edizione 2000

     

    PARTE I

    ELEMENTI FONDAMENTALI

     

    Capitolo 1

    LA PASTORALE GIOVANILE SALESIANA

     

    In questo primo capitolo si presentano le caratteristiche fondamentali della Pastorale Giovanile Salesiana, inquadrandola nell’insieme della missione e spiritualità salesiana. La chiamata di Dio a Don Bosco, per una missione di salvezza della gioventù, specialmente dei più poveri, convoca molte persone e gruppi ad una convergenza spirituale e ad una condivisione educativa e pastorale, il Sistema Preventivo di Don Bosco. Questa è la fonte e l’ispirazione di una forma concreta e originale di vivere e attuare la missione salesiana che chiamiamo la Pastorale Giovanile Salesiana.

    1 DON BOSCO E LA MISSIONE SALESIANA: PUNTO DI RIFERIMENTO STORICO-CARISMATICO

    Don Bosco, sotto l'ispirazione dello Spirito Santo, ebbe una acuta coscienza di esser chiamato da Dio ad una missione singolare in favore dei giovani poveri. Segni dall’alto, attitudini naturali, consigli di persone prudenti, discernimento personale, circostanze che si susseguivano provvidenzialmente, lo convinsero che Dio lo arricchiva con doni singolari e gli chiedeva una dedizione totale ai giovani: “Ho promesso a Dio che fin l’ultimo mio respiro sarebbe stato per i miei poveri giovani” (Cost.1).
    Questa missione a cui il Signore ha chiamato Don Bosco ebbe nei giovani, specialmente i più poveri, il suo tratto caratterizzante (Cost. 26). Senza di essi Don Bosco sarebbe irriconoscibile: “Io per voi studio, per voi lavoro, per voi sono disposto anche a dare la vita” (Cost.14).
    Ma insieme al campo Don Bosco intravide la finalità originale della sua missione: rivelare ai giovani poveri l’amore di Dio. Intuì pure i principi ispiratori di uno stile pastorale adeguato a questa finalità: quello del buon pastore.
    Don Bosco offrì tutta la sua vita per i giovani in un progetto di vita fortemente unitario: la sua vita sacerdotale e la sua azione educativa, le sue molteplici relazioni e la sua profonda interiorità, tutto era orientato al servizio dei giovani; “ non diede passo, non pronunciò parola, non mise mano ad impresa alcuna che non avesse di mira la gioventù” ( Cost. 21).
    Dio non smette di chiamare molti altri credenti per continuare la missione di Don Bosco per i giovani. Tra loro i salesiani religiosi (SDB) sono da Lui consacrati, radunati e inviati ad essere nella Chiesa segni e portatori dell’amore di Dio ai giovani, specialmente i più poveri.
    Insieme con loro condividono la missione di Don Bosco, secondo la loro specifiche vocazioni e stile di vita, altri gruppi della Famiglia Salesiana e un vasto movimento di persone e di gruppi, uomini e donne, appartenenti alle più diverse condizioni di vita che costituiscono il Movimento Salesiano.
    La missione salesiana, partendo da Don Bosco e dalla sua esperienza a Valdocco, si estende all’infinito e convoca molte persone e gruppi ad una convergenza spirituale e ad una condivisione nella missione educativa e pastorale per la promozione integrale dei giovani, specialmente i più poveri.

    2 IL SISTEMA PREVENTIVO DI DON BOSCO: FONTE E ISPIRAZIONE

    La missione e il progetto di vita di Don Bosco condivisi dalla Famiglia Salesiana si esprimono in uno stile di vita e di azione, lo spirito salesiano, centrati nella carità pastorale e caratterizzati dal dinamismo giovanile che si manifesta così forte in Don Bosco e alle origini della nostra Famiglia (Cf. Cost.10).
    Questo spirito salesiano s’incarnava e si manifestava nella esperienza spirituale ed educativa di Don Bosco nel primo Oratorio di Valdocco, che egli chiamò Sistema Preventivo. Questo appartiene alla essenza stessa della nostra missione; è la nostra forma di esprimere la carità pastorale; può considerarsi quasi la sintesi di quanto Don Bosco ha voluto essere, il nucleo del programma e del progetto pedagogico e pastorale da lui attuato e affidato in particolare alla Famiglia Salesiana.
    Appare come una ricca sintesi di:

    2.1 Un'esperienza spirituale

    Il Sistema Preventivo trova la sua sorgente e il suo centro nella esperienza della carità di Dio che previene ogni creatura con la sua Provvidenza, l’accompagna con la sua presenza e la salva donando la vita (Cost. 20).
    Questa esperienza ci dispone ad accogliere Dio nei giovani, convinti che in loro Dio ci offre la grazia dell’incontro con Lui, e ci chiama a servirlo in loro, riconoscendone la dignità, rinnovando la fiducia nelle loro risorse di bene ed educandoli alla pienezza della vita ( Cf. CG23, 95).
    Questa carità pastorale crea un rapporto educativo adeguato all’adolescente e al giovane povero, frutto della convinzione che ogni vita, anche la più povera, complessa e precaria, porta in sé, per la presenza misteriosa dello Spirito, la forza del riscatto e il seme della felicità ( Cf. CG23, 92).

    2.2 Una proposta di evangelizzazione giovanile

    Questa proposta originale di evangelizzazione giovanile parte dall’incontro con i giovani là dove si trovano, valorizzando il patrimonio naturale e soprannaturale che ogni giovane ha in sé, in un ambiente educativo che si desidera carico di vita e ricco di proposte; si attua attraverso un cammino educativo che privilegia gli ultimi e i più poveri; promuove lo sviluppo delle risorse positive che hanno, e propone una forma peculiare di vita cristiana e di santità giovanile (Cf. CG23, 97-115).
    Questo progetto originale di vita cristiana si organizza attorno ad alcune esperienze di fede, scelte di valori e atteggiamenti evangelici che costituiscono la Spiritualità Giovanile Salesiana (SGS), come uno stile di santità educativa che propone a ogni giovane di crescere in Cristo, uomo perfetto, sviluppando i suoi dinamismi interiori verso la maturità di fede (Cf. CG23, 158-180).

    2.3 Una metodologia pedagogica

    Il Sistema Preventivo è anche una metodologia pedagogica caratterizzata da:
    • volontà di stare tra i giovani condividendo la loro vita, guardando con simpatia il loro mondo, attenti alle loro vere esigenze e valori;
    • accoglienza incondizionata che si fa forza promozionale e capacità instancabile di dialogo;
    • criterio preventivo che crede nella forza del bene presente in ogni giovane, anche il più bisognoso, e cerca di svilupparla mediante esperienze positive di bene;
    • centralità della ragione, fatta ragionevolezza delle richieste e delle norme, flessibilità e persuasione nelle proposte; centralità della religione, intesa come sviluppo del senso di Dio insito in ogni persona e sforzo di evangelizzazione cristiana; centralità della amorevolezza, che si esprime come un amore educativo che fa crescere e crea corrispondenza;
    • ambiente positivo intessuto di relazioni personali, vivificato dalla presenza amorosa e solidale, animatrice e propositiva degli educatori e del protagonismo degli stessi giovani.

    3. LA SPIRITUALITÀ ALLA RADICE DELLA PASTORALE GIOVANILE SALESIANA

    Il segreto dell'esito di Don Bosco educatore è la sua intensa carità pastorale, ossia quella energia interiore, che unisce inseparabilmente in lui l'amore di Dio e l'amore del prossimo, di modo che riesce a stabilire una sintesi tra attività evangelizzatrice e attività educativa.
    La spiritualità salesiana, espressione concreta di questa carità pastorale, costituisce dunque un elemento fondamentale della azione pastorale salesiana, è la sua fonte di vitalità evangelica, il suo principio di ispirazione e di identità, il suo criterio di orientamento.
    Si tratta di:
    - una spiritualità adeguata ai giovani, specialmente dei più poveri, che sa scoprire l'azione dello Spirito nel loro cuore e collaborare al suo sviluppo (Cf. CG23,159; CG24,89);
    - una spiritualità del quotidiano, che propone la vita di ogni giorno come luogo di incontro con Dio (Cf. CG23,162-164; CG24,97);
    - una spiritualità pasquale della gioia nell'operosità, che sviluppa un atteggiamento positivo di speranza nelle risorse naturali e soprannaturali delle persone e presenta la vita cristiana come un cammino di beatitudine (Cf. CG23,165-166);
    - una spiritualità dell'amicizia e relazione personale con il Signore Gesù, conosciuto e frequentato nella preghiera, nell'Eucaristia e nella Parola (Cf. CG23, 167-168);
    - una spiritualità di comunione ecclesiale vissuta nei gruppi e soprattutto nella comunità educativa, che unisce giovani ed educatori in un ambiente di famiglia attorno ad un progetto di educazione integrale dei giovani (Cf. CG23,169-170; CG24,91-93);
    - una spiritualità del servizio responsabile, che suscita nei giovani ed adulti un rinnovato impegno apostolico per la trasformazione cristiana del proprio ambiente fino all'impegno vocazionale (Cf. CG23, 178-180; CG24, 96).
    - una spiritualità mariana, che si affida con semplicità e fiducia al materno aiuto della Madonna (Cf. CG23,177).
    Questa spiritualità aiuta a discernere e ad affrontare le sfide dell'azione pastorale, garantisce l'energia necessaria per camminare verso la meta, è sorgente di entusiasmo, profondità e forza evangelizzatrice, crea unità tra tutti quelli che condividono e collaborano nella missione (Cf. CG24,87-88).

    4. LA PASTORALE GIOVANILE SALESIANA, REALIZZAZIONE DELLA MISSIONE

    La pastorale è l'azione della comunità ecclesiale che rende presente Gesù Cristo e la sua realtà di salvezza in un gruppo umano che vive in un tempo e in uno spazio determinato. Ha dunque due riferimenti essenziali: Gesù Cristo vivo e presente nella Chiesa, e il gruppo umano concreto con la sua realtà sociale e culturale.
    La Pastorale Giovanile Salesiana s'inserisce in quest'azione ecclesiale per arricchirla con il dono del carisma salesiano e per incarnarla nel mondo giovanile. In questo modo è la nostra forma di vivere e attuare la missione salesiana secondo la Spiritualità e il Sistema Preventivo di Don Bosco, al servizio della missione evangelizzatrice della Chiesa.
    Ecco alcuni elementi specifici che la qualificano.

    4.1 Una scelta determinante: i giovani , soprattutto i più poveri

    Don Bosco orienta la sua opera decisamente verso la gioventù; e in essa sceglie consapevolmente i giovani più poveri, in pericolo e ai margini della Chiesa.
    Adopera l’atteggiamento evangelico di andare verso i lontani, facendo della strada, delle piazze, dei posti di lavoro, del prato-cortile i luoghi di incontro e di primo annuncio; accoglie i giovani senza preclusioni e pregiudizi, riconoscendo e valorizzando quanto essi portano dentro; cammina insieme ad essi, adeguandosi al loro passo.
    Costruisce il suo progetto in modo adeguato ai giovani, soprattutto i più deboli e in pericolo, per aiutarli a cogliere la ricchezza della vita e i suoi valori, attrezzarli a vivere in questo mondo e renderli più consapevoli del loro destino eterno. (Cost. 26).
    Questa opzione preferenziale per i giovani, soprattutto i più poveri, spinge a rivolgere l'attenzione anche agli ambienti popolari in cui questi giovani vivono; dedichiamo la nostra attenzione ai laici responsabili dell’evangelizzazione dell’ambiente, e alla famiglia nella quale le diverse generazioni si incontrano e si costruiscono ( Cf. Cost. 29).
    La pastorale salesiana è giovanile non solo per i destinatari prioritari, ma anche per una sua propria qualità giovanile (per stile ed ottica) che, partendo della “carità pastorale, caratterizzata da quel dinamismo giovanile che si rivelava così forte nel nostro Fondatore e alle origini della nostra Società...” (Cost. 10), si esplicita nel dono della predilezione per i giovani, vissuta in ogni campo pastorale (Cost.14).
    Questa scelta di campo ci dà una forma specifica di guardare la realtà e di reagire ad essa, per capirla dal punto di vista dei giovani; siamo dunque:
    • sensibili agli aspetti che favoriscono la loro educazione ed evangelizzazione o, al contrario, che comportano rischi;
    • attenti agli aspetti positivi, ai nuovi valori e possibilità di ripresa;
    • con un atteggiamento di ascolto, di simpatia e di dialogo con loro.

    Così nell’analisi della realtà siamo attenti a:
    • le diverse situazioni di povertà e di esclusione sociale che compromettono gravemente la loro educazione;
    • le istituzioni educative e il rapporto che stabiliscono con i giovani: la situazione della famiglia e la sua capacità educativa, il sistema educativo e la qualità e integrità della formazione che offre, i mezzi di comunicazione sociale e il tipo di mentalità e cultura che favoriscono, ecc...
    • gli aspetti sociali che più influiscono sulla situazione giovanile, come le possibilità e qualità di lavoro offerte ai giovani, le opportunità di riempire il tempo libero, la realtà associativa, ecc...
    • il fenomeno religioso nell’ambiente, la presenza e azione della Chiesa, le sue offerte ai giovani e la forma in cui i giovani si situano di fronte ad essa; la presenza delle varie religioni e altre forme di religiosità;
    • la realtà culturale del popolo con il suo insieme di valori e limiti, esperienze, linguaggi e simboli che formano la sua mentalità e sensibilità;
    • le principali caratteristiche della condizione giovanile e le urgenze che da esse emergono.

    4.2 Un compito: educare evangelizzando ed evangelizzare educando

    La preoccupazione pastorale di Don Bosco si situa all’interno del processo di umanizzazione che cerca la crescita integrale della persona dei giovani e la costruzione di una società più umana e più giusta; “educhiamo ed evangelizziamo secondo un progetto di promozione integrale dell’uomo, orientato a Cristo, uomo perfetto. Fedeli alle intenzioni del nostro fondatore, miriamo a formare ‘onesti cittadini e buoni cristiani’” (Cost. 31).
    La Pastorale Giovanile Salesiana sottolinea il profondo rapporto dell’azione educativa con l’azione evangelizzatrice; la meta che propone al giovane è quella di costruire la propria personalità avendo Cristo come riferimento fondamentale; riferimento che, facendosi progressivamente esplicito e interiorizzato, lo aiuterà a vedere la storia come Cristo, a giudicare la vita come Lui, a scegliere e ad amare come Lui, a sperare come insegna Lui, a vivere in Lui la comunione con il Padre e lo Spirito Santo (Cf. CG23,112-115).
    Questa scelta si fonda sull'esperienza di fede dell'incarnazione di Cristo: la vita umana, anche sotto apparenze povere e meschine, è il luogo dove Dio si fa presente ed è chiamata a svilupparsi fino alla comunione piena con Dio.

    Questo comporta alcune opzioni precise:

    • L'integralità della proposta:
    . orientare positivamente tutto il processo educativo dei giovani verso l'apertura a Dio e la configurazione a Cristo, l’uomo perfetto;
    . arricchire con i valori evangelici e i dinamismi cristiani i processi di maturazione della libertà e della responsabilità, la formazione della coscienza e dei criteri di valutazione e di giudizio, lo sviluppo della dimensione sociale della persona con un atteggiamento di servizio.

    • La centralità dell'educazione e della mediazione culturale:
    . proporre il Vangelo con realismo educativo e pedagogico, attenti ai valori umani e culturali dell'ambiente, ai dinamismi che creano nei giovani le condizioni per una risposta libera, ai processi metodologici…;
    . promuovere la crescita di una fede operativa, caratterizzata dalla dimensione sociale della carità per l’avvento di una cultura della solidarietà.
    . impegnarsi nel dialogo con i diversi universi culturali che vivono i giovani, approfondendo e sviluppando i valori determinanti, i criteri di giudizio, i modelli di vita secondo il Vangelo.

    • L'unità della dinamica interna della proposta pastorale salesiana:
    . articolare la proposta salesiana di educazione cristiana come un processo unitario:
    Il punto di partenza è l’incontro con i giovani nel punto in cui si trovano, in attento ascolto delle loro domande e aspirazioni, valorizzando il patrimonio che ogni giovane ha in sé, offrendo loro un ambiente educativo carico di vita e ricco di proposte.

    In questo ambiente, la proposta pastorale salesiana:
    • stimola e accompagna a sviluppare tutte le loro risorse umane e a far emergere le aspirazioni profonde fino ad anelare al Trascendente (dimensione educativo-culturale),
    • orienta verso l’incontro con Gesù Cristo, l’uomo perfetto (dimensione dell'evangelizzazione e catechesi),
    • matura in loro una responsabile appartenenza sociale ed ecclesiale (dimensione dell'esperienza associativa),
    • verso la scoperta della propria vocazione nell’impegno di trasformazione del mondo (dimensione vocazionale) secondo il progetto di Dio. (Cf. Cost. 32-37; CG23, 116-157).
    Le quattro dimensioni che presenteremo nel capitolo secondo sono l'espressione di questi quattro grandi aspetti del processo della Pastorale Giovanile Salesiana.

    4.3 Una esperienza comunitaria

    L’esperienza comunitaria caratterizza il nostro lavoro apostolico e il nostro stile educativo, in cui:
    • la comunità è il soggetto della missione pastorale (Cost. 44);
    • avviamo i giovani verso una esperienza di Chiesa con la partecipazione ad una comunità (Cost. 35);
    • lo spirito di famiglia, i rapporti personali, la mutua confidenza tra educatori e giovani e la promozione della vita di gruppo e del protagonismo giovanile, sono una caratteristica del nostro stile educativo ed evangelizzatore (Cost. 16, 35);
    Questa comunità, soggetto della missione pastorale salesiana, è una comunità articolata, che partendo dalla comunità salesiana si apre a realtà più ampie, a modo di cerchi concentrici nei quali i giovani sono sempre al centro (Cost. 5):
    • la comunità salesiana, che realizza la missione salesiana attraverso la sua vita religiosa.
    • la Famiglia Salesiana, l’insieme di gruppi istituiti nella Chiesa che sentono e realizzano la vocazione salesiana, condividono lo spirito e la spiritualità salesiana e sono corresponsabili della missione salesiana, con l'apporto di ogni gruppo della sua propria caratteristica e ricchezza vocazionale.
    • molti altri laici, che condividono lo spirito e la missione di Don Bosco e collaborano a diverso livello nelle responsabilità educative e pastorali.
    • il movimento salesiano, l’insieme di persone che con un atteggiamento di simpatia per la figura di Don Bosco, il suo spirito e la sua missione, intendono collaborare a vario titolo ad iniziative di bene, condividendo così la missione salesiana.
    La missione salesiana, dunque, non si identifica né si riduce alla comunità salesiana e all’opera salesiana; questa tuttavia è necessaria come luogo di convocazione e di formazione del vasto movimento che lavora per la gioventù, dentro e fuori delle strutture salesiane, nella Chiesa e nelle istituzioni della società civile (CG24, 4). Questa comunione e condivisione nello spirito e nella missione di Don Bosco tra salesiani e laici si manifesta e si esprime in modo particolarmente intenso e visibile nella Comunità Educativa Pastorale (CEP), la quale "coinvolge, in clima di famiglia, giovani e adulti, genitori ed educatori, fino a poter diventare un’esperienza di Chiesa" (Cost. 47; cfr. Reg. 5).

    4.4 Uno stile specifico: l’animazione

    La Pastorale Giovanile Salesiana nella via dell’educazione privilegia lo stile dell'animazione per condurre la persona all'ascolto - accoglienza del Vangelo.
    Questo stile dell'animazione consiste nel:
    • privilegiare nelle persone i processi di personalizzazione e di crescita della coscienza, le motivazioni che guidano le loro opzioni, la loro capacità critica e il loro coinvolgimento attivo, per renderle responsabili e protagoniste dei propri processi educativi e pastorali;
    • creare comunione attorno ai valori, criteri, obiettivi e processi della Pastorale Giovanile Salesiana, approfondendo l'identità vocazionale degli educatori, favorendo una mentalità pastorale salesiana, rafforzando la comunicazione e la condivisione tra tutti, promuovendo la corresponsabilità;
    • favorire la collaborazione, la complementarità e il coordinamento di tutti attorno ad un progetto condiviso
    Quest'originale stile educativo si fonda su alcune convinzioni fondamentali che sono allo stesso tempo scelte operative precise:
    • la fiducia nella persona e nelle sue forze di bene; per questo la persona deve essere protagonista e committente principale di tutti i processi che la riguardano;
    • la forza liberante dell’amore educativo; i giovani per sviluppare le energie che si portano dentro hanno bisogno del contatto con educatori che nutrono una profonda amorevolezza educativa; per questo l’animazione esige la valorizzazione della relazione interpersonale segnata dalla fiducia, dalla condivisione e dall’accoglienza reciproca insieme con il coraggio di fare proposte;
    • l’apertura a tutti i giovani e ad ogni giovane, non abbassando le attese educative, ma offrendo ad ognuno ciò di cui ha bisogno qui e ora; questo implica l’accogliere il giovane nel punto in cui si trovano la sua libertà e la sua maturazione, il risvegliare gradualmente le sue potenzialità e aprire la sua vita a nuove prospettive attraverso diversi percorsi educativi e religiosi;
    • la presenza attiva degli educatori tra i giovani, istituendo con loro un rapporto personale allo stesso tempo propositivo e liberante, e la creazione di un ambiente umano di qualità con una pluralità di proposte educative significative secondo i bisogni dei giovani.

    4.5 Una pastorale organica: unità nella diversità

    Le diverse attività e interventi nella PG sono attuate con una pastorale organica e con una stessa ed unica finalità: la promozione integrale dei giovani e del loro mondo. Per questo si deve superare una pastorale settoriale di molte attività. Questo obiettivo si raggiunge con la comunione operativa attorno alle grandi finalità, criteri di azione e scelte preferenziali di tutti gli aspetti che intervengono nell’azione pastorale, per creare un collegamento ed una interrelazione tra loro.
    Tale convergenza è richiesta: dal soggetto - il giovane -, al quale si dirigono le diverse proposte; dalla comunità educativa pastorale, che deve condividere le finalità e le linee operative; e dalla necessaria complementarità dei diversi interventi, esperienze e modelli pastorali.
    Questa organicità della PG Salesiana si realizza attraverso:
    • Il Progetto Educativo Pastorale Salesiano (PEPS), che a diversi livelli definisce i criteri, gli obiettivi e i processi che orientano e promuovono la convergenza e la comunione operativa, nella comunità educativa pastorale, delle molteplici attività, interventi e persone.
    • Una organizzazione dell’animazione e del governo pastorale dell'ispettoria e delle comunità che garantisca la comunicazione e il coordinamento di tutti gli aspetti della vita ( la formazione, l'economia, la Famiglia Salesiana…) attorno agli obiettivi educativi e di evangelizzazione dei giovani (Cfr. CG 23, 240-242).

    4.6 Una presenza significativa nella Chiesa e nel mondo

    L’ampia comunità soggetto della pastorale vive e agisce nella Chiesa e nel mondo, come una presenza significativa.
    • Come una cellula della comunità ecclesiale
    - da essa riceve la vita e la missione,
    - collabora a farla presente e viva tra i giovani,
    - la arricchisce con il suo dono della Spiritualità Giovanile Salesiana, il Sistema Educativo di Don Bosco e la vitalità della Famiglia Salesiana e del Movimento Giovanile Salesiano.
    Per questo la Comunità Educativo-Pastorale coltiva una rinnovata coscienza ecclesiale (Cost.13) e s’inserisce adeguatamente nella Pastorale della Chiesa locale, assumendone con convinzione i criteri, partecipando agli organismi che la animano, curando i legami con le varie realtà educative in essa presenti.

    • Come presenza significativa della azione salvifica di Dio nella comunità umana socialmente e politicamente organizzata
    - partecipa “all’impegno della Chiesa per la giustizia e per la pace” (Cost. 33),
    - favorisce la trasformazione delle situazioni contrarie ai valori del Vangelo (Cost.7, 33).
    Per questo la Comunità Educativo-Pastorale:
    - si rende presente nei contesti umani in cui vivono i giovani, in particolare gli emarginati o gli esclusi (presenza salesiana nel civile), con una attenzione particolare agli elementi che influiscono di più sulla loro educazione ed evangelizzazione, discernendo in essi i segni della presenza salvifica di Dio;
    - partecipa decisamente al dibattito culturale e ai processi educativi attraverso le diverse forme dell’associazionismo, del volontariato e della cooperazione sociale, apportando una proposta educativa originale verso la creazione di una mentalità e di una coscienza sociale e civile solidale e cristiana, e per l’evangelizzazione della cultura;
    - rende significativa la presenza salesiana che, con una propria identità educativa e pastorale, diventa un centro di accoglienza e aggregazione, un segno di comunione e di partecipazione, e una proposta di trasformazione dell’ambiente ( Cf. CG23, 225-229; CG24, 173-174).

    • Come presenza della Chiesa in contesti plurireligiosi e pluriculturali
    La PG Salesiana si realizza anche in contesti di pluralismo culturale e religioso, con una notevole presenza di laici di diverse culture e credenze che partecipano alla nostra missione.
    Per questo deve essere sempre aperta al dialogo e alla collaborazione con le diverse tradizioni religiose, promuovendo con loro lo sviluppo integrale della persona e la sua apertura alla trascendenza.
    Il Sistema Preventivo è il criterio di base per questa collaborazione:
    “con coloro che non accettano Dio possiamo fare un cammino insieme basandoci sui valori umani e laicali presenti nel Sistema Preventivo; con coloro che accettano Dio o il Trascendente possiamo procedere oltre, fino a favorire l’accoglienza dei valori religiosi; con quelli, infine, che condividono con noi la fede in Cristo ma non nella Chiesa, possiamo camminare ancora di più nella strada del Vangelo” (CG 24, 185).
    Per questo è importante che nella CEP i cristiani vivano la fedeltà alla loro vocazione e alla missione evangelizzatrice della Chiesa secondo il carisma salesiano (cfr. CG 24, 183-185).

     

    Suggerimenti bibliografici per l'approfondimento

    - ISTITUTO DI TEOLOGIA PASTORALE - UPS, Dizionario di Pastorale Giovanile, LDC, Leumann (Torino), 1989.
    Tale Dizionario offre una ricca serie di voci tematiche, tra cui si suggerisce:
    POLLO M., (ed.), Animazione, o.c., pp.54-64. TONELLI R., Pastorale giovanile, o.c., pp. 668-679.
    TONELLI R. (ed.), Spiritualità giovanile, o.c., pp.909-919.
    - TONELLI R., Il modello di Pastorale Giovanile, in DICASTERO PER LA PASTORALE GIOVANILE, Il cammino e la prospettiva 2000 (o.c.), pp.107-121.
    - VECCHI J., Pastorale, Educazione, Pedagogia nella prassi salesiana, in DICASTERO PER LA PASTORALE GIOVANILE, Il cammino e la prospettiva 2000. Documenti PG 13, Roma 1991, pp.7-38.
    - VECCHI J., Pastorale giovanile una sfida per la comunità ecclesiale, LDC Leumann, (Torino) 1992.
    In particolare, si suggerisce:

    Parte Prima: La Chiesa di fronte alla Pastorale Giovanile: quale pastorale?, cap. 3: Pastorale, Punti Fermi e Prospettive, o.c., pp. 38-56.
    Parte Seconda: Un'esperienza originale ed emblematica di Pastorale Giovanile a servizio della Chiesa, o.c., pp.59-118.
    - VECCHI J. - PRELLEZO J.M. (a cura di), Prassi educativa pastorale e scienze dell’educazione (1988).
    In particolare, si suggerisce:

    Parte Seconda:
    Cap. 1: VECCHI J. (ed.), Pastorale, Educazione, Pedagogia nella prassi salesiana, o.c., pp.123-150.
    Cap. 2: GROPPO G.(ed), Educazione e Pastorale: rapporti - tensioni - distanze - convergenze, o.c., pp.151-195.
    Cap. 3: ALBERICH E. (ed.), Evangelizzazkione - Catechesi - Pastorale - Educazione: per un chiarimento dei termini e dei loro reciproci rapporti, o.c., pp.197-208.
    Cap. 4: TONELLI R. (ed.), Pastorale Giovanile - Educazione - Animazione, o.c., pp. 209-223.

    Il testo che segue raccoglie in forma di dizionario le voci principali della PG Salesiana:
    - VECCHI J.- PRELLEZO J.M. (a cura di), Progetto educativo pastorale. Elementi modulari, LAS, Roma 1984.

    Approfondimenti per temi

    Animazione
    - TONELLI R., Pastorale Giovanile e animazione. Una collaborazione per la vita e la speranza. LDC, Leumann (Torino) 1986.

    - DICASTERO PER LA PASTORALE GIOVANILE E CENTRO INTERNAZIONALE DI PG - FMA, L'animatore salesiano nel gruppo giovanile. Una proposta salesiana. Documento PG 12. LDC, Leumann (Torino) 1988.

    Educazione ed Evangelizzazione
    Per approfondire il processo di educazione e di evangelizzazione oggi, può essere utile il testo seguente:
    - TONELLI R., Per raccogliere la sfida della nuova situazione giovanile e culturale: criteri e prospettive d'intervento, in DPGS, L'Europa interpella il carisma salesiano. L'esperienza religiosa in una situazione pluriculturale. Atti Convegno Europeo in Polonia , Roma 1994, pp.55-84.

    Sistema Preventivo
    - BRAIDO P., L'esperienza pedagogica di Don Bosco, LAS, Roma 1988.
    - BRAIDO P., Don Bosco educatore. Scritti e testimonianze, LAS, Roma 1997.
    - BRAIDO P., Prevenire non reprimere. Il Sistema educativo di Don Bosco. LAS, Roma 1999.
    - DICASTERO PER LA FAMIGLIA SALESIANA, Il Sistema preventivo verso il Terzo Millennio. Atti della XVIII Settimana di Spiritualità della Famiglia Salesiana. A cura di A. MARTINELLI - G. CHERUBIN, Ed. SDB, Roma 1995.

    Spiritualità Giovanile Salesiana
    - DICASTERO PER LA PASTORALE GIOVANILE SALESIANA, La proposta associativa salesiana. Sintesi d'una esperienza in cammino. Documenti PG 9. Roma 1985
    - DICASTERI PER LA PASTORALE GIOVANILE FMA - SDB. Spiritualità Giovanile Salesiana. Un dono dello Spirito alla Famiglia Salesiana per la vita e la speranza di tutti. Roma. 1996
    - VAN LOOY L., La Spiritualità Giovanile Salesiana, in Il modello di Pastorale Giovanile, in DICASTERO PER LA PASTORALE GIOVANILE - SDB, Il cammino e la prospettiva 2000 (o.c.), pp.149-164.

    Questo progetto originale di vita cristiana si organizza attorno ad alcune esperienze di fede, scelte di valori e atteggiamenti evangelici che costituiscono la Spiritualità Giovanile Salesiana (SGS), come uno stile di santità educativa che propone a ogni giovane di crescere in Cristo, uomo perfetto, sviluppando i suoi dinamismi interiori verso la maturità di fede (Cf. CG23, 158-180).
     
    2.3 Una metodologia pedagogica
     
    Il Sistema Preventivo è anche una metodologia pedagogica caratterizzata da:
    • volontà di stare tra i giovani condividendo la loro vita, guardando con simpatia il loro mondo, attenti alle loro vere esigenze e valori;
    • accoglienza incondizionata che si fa forza promozionale e capacità instancabile di dialogo;
    • criterio preventivo che crede nella forza del bene presente in ogni giovane, anche il più bisognoso, e cerca di svilupparla mediante esperienze positive di bene;
    • centralità della ragione, fatta ragionevolezza delle richieste e delle norme, flessibilità e persuasione nelle proposte; centralità della religione, intesa come sviluppo del senso di Dio insito in ogni persona e sforzo di evangelizzazione cristiana; centralità della amorevolezza, che si esprime come un amore educativo che fa crescere e crea corrispondenza; 
    • ambiente positivo intessuto di relazioni personali, vivificato dalla presenza amorosa e solidale, animatrice e propositiva degli educatori e del protagonismo degli stessi giovani.
     
    3. LA SPIRITUALITÀ ALLA RADICE DELLA PASTORALE GIOVANILE SALESIANA
     
    Il segreto dell'esito di Don Bosco educatore è la sua intensa carità pastorale, ossia quella energia interiore, che unisce inseparabilmente in lui l'amore di Dio e l'amore del prossimo, di modo che riesce a stabilire una sintesi tra attività evangelizzatrice e attività educativa. 
    La spiritualità salesiana, espressione concreta di questa carità pastorale, costituisce dunque un elemento fondamentale della azione pastorale salesiana, è la sua fonte di vitalità evangelica, il suo principio di ispirazione e di identità, il suo criterio di orientamento.
    Si tratta di: 
    - una spiritualità adeguata ai giovani, specialmente dei più poveri, che sa scoprire l'azione dello Spirito nel loro cuore e collaborare al suo sviluppo (Cf. CG23,159; CG24,89);
    - una spiritualità del quotidiano, che propone la vita di ogni giorno come luogo di incontro con Dio (Cf. CG23,162-164; CG24,97);
    - una spiritualità pasquale della gioia nell'operosità, che sviluppa un atteggiamento positivo di speranza nelle risorse naturali e soprannaturali delle persone e presenta la vita cristiana come un cammino di beatitudine (Cf. CG23,165-166);
    - una spiritualità dell'amicizia e relazione personale con il Signore Gesù, conosciuto e frequentato nella preghiera, nell'Eucaristia e nella Parola (Cf. CG23, 167-168);
    - una spiritualità di comunione ecclesiale vissuta nei gruppi e soprattutto nella comunità educativa, che unisce giovani ed educatori in un ambiente di famiglia attorno ad un progetto di educazione integrale dei giovani (Cf. CG23,169-170; CG24,91-93);
    - una spiritualità del servizio responsabile, che suscita nei giovani ed adulti un rinnovato impegno apostolico per la trasformazione cristiana del proprio ambiente fino all'impegno vocazionale (Cf. CG23, 178-180; CG24, 96). 
    - una spiritualità mariana, che si affida con semplicità e fiducia al materno aiuto della Madonna (Cf. CG23,177).
    Questa spiritualità aiuta a discernere e ad affrontare le sfide dell'azione pastorale, garantisce l'energia necessaria per camminare verso la meta, è sorgente di entusiasmo, profondità e forza evangelizzatrice, crea unità tra tutti quelli che condividono e collaborano nella missione (Cf. CG24,87-88).
     
    4. LA PASTORALE GIOVANILE SALESIANA, REALIZZAZIONE DELLA MISSIONE
     
    La pastorale è l'azione della comunità ecclesiale che rende presente Gesù Cristo e la sua realtà di salvezza in un gruppo umano che vive in un tempo e in uno spazio determinato. Ha dunque due riferimenti essenziali: Gesù Cristo vivo e presente nella Chiesa, e il gruppo umano concreto con la sua realtà sociale e culturale. 
    La Pastorale Giovanile Salesiana s'inserisce in quest'azione ecclesiale per arricchirla con il dono del carisma salesiano e per incarnarla nel mondo giovanile. In questo modo è la nostra forma di vivere e attuare la missione salesiana secondo la Spiritualità e il Sistema Preventivo di Don Bosco, al servizio della missione evangelizzatrice della Chiesa. 
    Ecco alcuni elementi specifici che la qualificano.
     
    4.1 Una scelta determinante: i giovani , soprattutto i più poveri
     
    Don Bosco orienta la sua opera decisamente verso la gioventù; e in essa sceglie consapevolmente i giovani più poveri, in pericolo e ai margini della Chiesa. 
    Adopera l’atteggiamento evangelico di andare verso i lontani, facendo della strada, delle piazze, dei posti di lavoro, del prato-cortile i luoghi di incontro e di primo annuncio; accoglie i giovani senza preclusioni e pregiudizi, riconoscendo e valorizzando quanto essi portano dentro; cammina insieme ad essi, adeguandosi al loro passo.
    Costruisce il suo progetto in modo adeguato ai giovani, soprattutto i più deboli e in pericolo, per aiutarli a cogliere la ricchezza della vita e i suoi valori, attrezzarli a vivere in questo mondo e renderli  più consapevoli del loro destino eterno. (Cost. 26).
    Questa opzione preferenziale per i giovani, soprattutto i più poveri, spinge a rivolgere l'attenzione anche agli ambienti popolari in cui questi giovani vivono; dedichiamo la nostra attenzione ai laici responsabili dell’evangelizzazione dell’ambiente, e alla famiglia nella quale le diverse generazioni si incontrano e si costruiscono ( Cf. Cost. 29).
    La pastorale salesiana è giovanile non solo per i destinatari prioritari, ma anche per una sua propria qualità giovanile (per stile ed ottica) che, partendo della “carità pastorale, caratterizzata da quel dinamismo giovanile che si rivelava così forte nel nostro Fondatore e alle origini della nostra Società...” (Cost. 10), si esplicita nel dono della predilezione per i giovani, vissuta in ogni campo pastorale (Cost.14).
    Questa scelta di campo ci dà una forma specifica di guardare la realtà e di reagire ad essa, per capirla dal punto di vista dei giovani; siamo dunque:  
    • sensibili agli aspetti che favoriscono la loro educazione ed evangelizzazione o, al contrario, che comportano rischi; 
    • attenti agli aspetti positivi, ai nuovi valori e possibilità di ripresa; 
    • con un atteggiamento di ascolto, di simpatia e di dialogo con loro. 
     
    Così nell’analisi della realtà siamo attenti a:
    • le diverse situazioni di povertà e di esclusione sociale che compromettono gravemente la loro educazione;
    • le istituzioni educative e il rapporto che stabiliscono con i giovani: la situazione della famiglia e la sua capacità educativa, il sistema educativo e la qualità e integrità della formazione che offre, i mezzi di comunicazione sociale e il tipo di mentalità e cultura  che favoriscono, ecc...
    • gli aspetti sociali che più influiscono sulla situazione giovanile, come le possibilità e qualità di lavoro offerte ai giovani,  le opportunità di riempire il tempo libero, la realtà associativa, ecc...
    • il fenomeno religioso nell’ambiente, la presenza e azione della Chiesa, le sue offerte ai giovani e la forma in cui i giovani si situano di fronte ad essa; la presenza delle varie religioni e altre forme di religiosità;
    • la realtà culturale del popolo con il suo insieme di valori e limiti, esperienze, linguaggi e simboli che formano la sua mentalità e sensibilità;
    • le principali caratteristiche della condizione giovanile e le urgenze che da esse emergono.
     
    4.2 Un compito: educare evangelizzando ed evangelizzare educando
     
    La preoccupazione pastorale di Don Bosco si situa all’interno del processo di umanizzazione che cerca la crescita integrale della persona dei giovani e la costruzione di una società più umana e più giusta; “educhiamo ed evangelizziamo secondo un progetto di promozione integrale dell’uomo, orientato a Cristo, uomo perfetto. Fedeli alle intenzioni del nostro fondatore, miriamo a formare ‘onesti cittadini e buoni cristiani’” (Cost. 31).
    La Pastorale Giovanile Salesiana sottolinea il profondo rapporto dell’azione educativa con l’azione evangelizzatrice; la meta che propone al giovane è quella di costruire la propria personalità avendo Cristo come riferimento fondamentale; riferimento che, facendosi progressivamente esplicito e interiorizzato, lo aiuterà a vedere la storia come Cristo, a giudicare la vita come Lui, a scegliere e ad amare come Lui, a sperare come insegna Lui, a vivere in Lui la comunione con il Padre e lo Spirito Santo (Cf. CG23,112-115).
    Questa scelta si fonda sull'esperienza di fede dell'incarnazione di Cristo: la vita umana, anche sotto apparenze povere e meschine, è il luogo dove Dio si fa presente ed è chiamata a svilupparsi fino alla comunione piena con Dio. 
     
    Questo comporta alcune opzioni precise:
     
    • L'integralità della proposta:
    . orientare positivamente tutto il processo educativo dei giovani verso l'apertura a Dio e la configurazione a Cristo, l’uomo perfetto;
    . arricchire con i valori evangelici e i dinamismi cristiani i processi di maturazione della libertà e della responsabilità, la formazione della coscienza e dei criteri di valutazione e di giudizio, lo sviluppo della dimensione sociale della persona con un atteggiamento di servizio.
     
    • La centralità dell'educazione e della mediazione culturale:
    . proporre il Vangelo con realismo educativo e pedagogico, attenti ai valori umani e culturali dell'ambiente, ai dinamismi che creano nei giovani le condizioni per una risposta libera, ai processi metodologici…; 
    . promuovere la crescita di una fede operativa, caratterizzata dalla dimensione sociale della carità per l’avvento di una cultura della solidarietà.
    . impegnarsi nel dialogo con i diversi universi culturali che vivono i giovani, approfondendo e sviluppando i valori determinanti, i criteri di giudizio, i modelli di vita secondo il Vangelo.
     
    • L'unità della dinamica interna della proposta pastorale salesiana:
    . articolare la proposta salesiana di educazione cristiana come un processo unitario: 
    Il punto di partenza è l’incontro con i giovani nel punto in cui  si trovano, in attento ascolto delle loro domande e aspirazioni, valorizzando il patrimonio che ogni giovane ha in sé, offrendo loro un ambiente educativo carico di vita e ricco di proposte. 
     
    In questo ambiente, la proposta pastorale salesiana:
    • stimola e accompagna a sviluppare tutte le loro risorse umane e a far emergere le aspirazioni profonde fino ad anelare al Trascendente (dimensione educativo-culturale),
    • orienta verso l’incontro con Gesù Cristo, l’uomo perfetto (dimensione dell'evangelizzazione e catechesi),
    • matura in loro una responsabile appartenenza sociale ed ecclesiale (dimensione dell'esperienza associativa),
    • verso la scoperta della propria vocazione nell’impegno di trasformazione del mondo (dimensione vocazionale) secondo il progetto di Dio. (Cf. Cost. 32-37; CG23, 116-157).
    Le quattro dimensioni che presenteremo nel capitolo secondo sono l'espressione di questi quattro grandi aspetti del processo della Pastorale Giovanile Salesiana.
     
     
    4.3 Una esperienza comunitaria
     
    L’esperienza comunitaria caratterizza il nostro lavoro apostolico e il nostro stile educativo, in cui:
    • la comunità è il soggetto della missione pastorale (Cost. 44);
    • avviamo i giovani verso una esperienza di Chiesa con la partecipazione ad una comunità (Cost. 35);
    • lo spirito di famiglia, i rapporti personali, la mutua confidenza tra educatori e giovani e la promozione della vita di gruppo e del protagonismo giovanile, sono una caratteristica del nostro stile educativo ed evangelizzatore (Cost. 16, 35);
    Questa comunità, soggetto della missione pastorale salesiana, è una comunità articolata, che partendo dalla comunità salesiana si apre a realtà più ampie, a modo di cerchi concentrici nei quali i giovani sono sempre al centro (Cost. 5):
    • la comunità salesiana, che realizza la missione salesiana attraverso la sua vita religiosa. 
    • la Famiglia Salesiana, l’insieme di gruppi istituiti nella Chiesa che sentono e realizzano la vocazione salesiana, condividono lo spirito e la spiritualità salesiana e sono corresponsabili della missione salesiana,  con l'apporto  di ogni gruppo della sua propria caratteristica e ricchezza vocazionale. 
    • molti altri laici, che condividono lo spirito e la missione di Don Bosco e collaborano a diverso livello nelle responsabilità educative e pastorali.
    • il movimento salesiano, l’insieme di persone che con un atteggiamento di simpatia per la figura di Don Bosco, il suo spirito e la sua missione, intendono collaborare a vario titolo ad iniziative di bene, condividendo così la missione salesiana. 
    La missione salesiana, dunque, non si identifica né si riduce alla comunità salesiana e all’opera salesiana; questa tuttavia è necessaria come luogo di convocazione e di formazione del vasto movimento che lavora per la gioventù, dentro e fuori delle strutture salesiane, nella Chiesa e nelle istituzioni della società civile (CG24, 4). Questa comunione e condivisione nello spirito e nella missione di Don Bosco tra salesiani e laici si manifesta e si esprime in modo particolarmente intenso e visibile nella Comunità Educativa Pastorale (CEP), la quale "coinvolge, in clima di famiglia, giovani e adulti, genitori ed educatori, fino a poter diventare un’esperienza di Chiesa" (Cost. 47; cfr. Reg. 5).
     
    4.4 Uno stile specifico: l’animazione
     
    La Pastorale Giovanile Salesiana nella via dell’educazione privilegia lo stile dell'animazione per condurre la persona all'ascolto - accoglienza del Vangelo. 
    Questo stile dell'animazione consiste nel:
    • privilegiare nelle persone i processi di personalizzazione e di crescita della coscienza, le motivazioni che guidano le loro opzioni, la loro capacità critica e il loro coinvolgimento attivo, per renderle responsabili e protagoniste dei propri processi educativi e pastorali;
    • creare comunione attorno ai valori, criteri, obiettivi e processi della Pastorale Giovanile Salesiana, approfondendo l'identità vocazionale degli educatori, favorendo una mentalità pastorale salesiana, rafforzando la comunicazione e la condivisione tra tutti, promuovendo la corresponsabilità;
    • favorire la collaborazione, la complementarità e il coordinamento di tutti attorno ad un progetto condiviso
    Quest'originale stile educativo si fonda su alcune convinzioni fondamentali che sono allo stesso tempo scelte operative precise: 
    • la fiducia nella persona e nelle sue forze di bene; per questo la persona deve essere protagonista e committente principale di tutti i processi che la riguardano;
    • la forza liberante dell’amore educativo; i giovani per sviluppare le energie che si portano dentro hanno bisogno del contatto con educatori che nutrono una profonda amorevolezza educativa; per questo l’animazione esige la valorizzazione della relazione interpersonale segnata dalla fiducia, dalla condivisione e dall’accoglienza reciproca insieme con il coraggio di fare proposte;
    • l’apertura a tutti i giovani e ad ogni giovane, non abbassando le attese educative, ma offrendo ad ognuno ciò di cui ha bisogno qui e ora; questo implica l’accogliere il giovane nel punto in cui si trovano la sua libertà e la sua maturazione, il risvegliare gradualmente le sue potenzialità e aprire la sua vita a nuove prospettive attraverso diversi percorsi educativi e religiosi;
    • la presenza attiva degli educatori tra i giovani, istituendo con loro un rapporto personale allo stesso tempo propositivo e liberante, e la creazione di un ambiente umano di qualità con una pluralità di proposte educative significative secondo i bisogni dei giovani. 
     
    4.5 Una pastorale organica: unità nella diversità
     
    Le diverse attività e interventi  nella PG sono attuate con una pastorale organica e con  una stessa ed unica finalità: la promozione integrale dei giovani e del loro mondo. Per questo si deve superare una pastorale settoriale di molte attività. Questo obiettivo si raggiunge con la comunione operativa attorno alle grandi finalità, criteri di azione e scelte preferenziali di tutti gli aspetti che intervengono nell’azione pastorale, per creare un collegamento ed una interrelazione tra loro.
    Tale convergenza è richiesta: dal soggetto - il giovane -, al quale si dirigono le diverse proposte; dalla comunità educativa pastorale, che deve condividere le finalità e le linee operative; e dalla necessaria complementarità dei diversi interventi, esperienze  e modelli pastorali. 
    Questa organicità della PG Salesiana si realizza attraverso:
    • Il Progetto Educativo Pastorale Salesiano (PEPS), che a diversi livelli definisce i criteri, gli obiettivi e i processi che orientano e promuovono la convergenza e la comunione operativa, nella comunità educativa pastorale, delle molteplici attività, interventi e persone.
    • Una organizzazione dell’animazione e del governo pastorale dell'ispettoria e delle comunità che garantisca la comunicazione e il coordinamento di tutti gli aspetti della vita ( la formazione, l'economia, la Famiglia Salesiana…) attorno agli obiettivi educativi e di evangelizzazione dei giovani (Cfr. CG 23, 240-242).
     
    4.6 Una presenza significativa nella Chiesa e nel mondo
     
    L’ampia comunità soggetto della pastorale vive e agisce nella Chiesa e nel mondo, come una presenza significativa.
    • Come una cellula della comunità ecclesiale
    - da essa riceve la vita e la missione,
    - collabora a farla presente e viva tra i giovani,
    - la arricchisce con il suo dono della Spiritualità Giovanile Salesiana, il Sistema Educativo di Don Bosco e la vitalità della Famiglia Salesiana e del Movimento Giovanile Salesiano.
    Per questo la Comunità Educativo-Pastorale coltiva una rinnovata coscienza ecclesiale (Cost.13) e s’inserisce adeguatamente nella Pastorale della Chiesa locale, assumendone con convinzione i criteri, partecipando agli organismi che la animano, curando i legami con le varie realtà educative in essa presenti.
     
    • Come presenza significativa della azione salvifica di Dio nella comunità umana socialmente e politicamente organizzata
    - partecipa “all’impegno della Chiesa per la giustizia e per la pace” (Cost. 33), 
    - favorisce la trasformazione delle situazioni contrarie ai valori del Vangelo (Cost.7, 33). 
    Per questo la Comunità Educativo-Pastorale: 
    - si rende presente nei contesti umani in cui vivono i giovani, in particolare gli emarginati o  gli esclusi (presenza salesiana nel civile), con una attenzione particolare agli elementi che influiscono di più sulla loro educazione ed evangelizzazione, discernendo in essi i segni della presenza salvifica di Dio;
    - partecipa decisamente al dibattito culturale e ai processi educativi attraverso le diverse forme dell’associazionismo, del volontariato e della cooperazione sociale, apportando una proposta educativa  originale verso la creazione di una mentalità e di una coscienza sociale e civile solidale e cristiana, e  per l’evangelizzazione della cultura;
    - rende significativa la presenza salesiana che, con una propria identità educativa e pastorale, diventa un centro di accoglienza e aggregazione, un segno di comunione e di partecipazione, e una proposta di  trasformazione dell’ambiente ( Cf. CG23, 225-229;  CG24, 173-174).
     
    • Come presenza della Chiesa in contesti plurireligiosi e pluriculturali
    La PG Salesiana si realizza anche in contesti di pluralismo culturale e religioso, con una notevole presenza di laici di diverse culture e credenze che partecipano alla nostra missione.
    Per questo deve essere sempre aperta al dialogo e alla collaborazione con le diverse tradizioni religiose, promuovendo con loro lo sviluppo integrale della persona e la sua apertura alla trascendenza.
    Il Sistema Preventivo è il criterio di base per questa collaborazione: 
    “con coloro che non accettano Dio possiamo fare un cammino insieme basandoci sui valori umani e laicali presenti nel Sistema Preventivo; con coloro che accettano Dio o il Trascendente possiamo procedere oltre, fino a favorire l’accoglienza dei valori religiosi; con quelli, infine, che condividono con noi la fede in Cristo ma non nella Chiesa, possiamo camminare ancora di più nella strada del Vangelo” (CG 24, 185).
    Per questo è importante che nella CEP i cristiani vivano la fedeltà alla loro vocazione e alla missione evangelizzatrice della Chiesa secondo il carisma salesiano (cfr. CG 24, 183-185).
     
    Suggerimenti bibliografici per l'approfondimento
     
    - ISTITUTO DI TEOLOGIA PASTORALE - UPS, Dizionario di Pastorale Giovanile, LDC, Leumann (Torino), 1989. 
    Tale Dizionario offre una ricca serie di voci tematiche, tra cui si suggerisce:
    POLLO M., (ed.), Animazione, o.c., pp.54-64. TONELLI R., Pastorale giovanile, o.c., pp. 668-679.
    TONELLI R. (ed.), Spiritualità giovanile, o.c., pp.909-919.
    - TONELLI R., Il modello di Pastorale Giovanile, in DICASTERO PER LA PASTORALE GIOVANILE, Il cammino e la prospettiva 2000 (o.c.), pp.107-121.
    - VECCHI J., Pastorale, Educazione, Pedagogia nella prassi salesiana, in DICASTERO PER LA PASTORALE GIOVANILE, Il cammino e la prospettiva 2000. Documenti PG 13, Roma 1991, pp.7-38.
    - VECCHI J., Pastorale giovanile una sfida per la comunità ecclesiale, LDC Leumann, (Torino) 1992. 
    In particolare, si suggerisce:
     
    Parte Prima: La Chiesa di fronte alla Pastorale Giovanile: quale pastorale?, cap. 3: Pastorale, Punti Fermi e Prospettive, o.c., pp. 38-56.
    Parte Seconda: Un'esperienza originale ed emblematica di Pastorale Giovanile a servizio della Chiesa, o.c., pp.59-118.
    -VECCHI J. - PRELLEZO  J.M.  (a cura di), Prassi educativa pastorale e scienze dell’educazione (1988).
    In particolare, si suggerisce:
     
    Parte Seconda: 
    Cap. 1: VECCHI J. (ed.), Pastorale, Educazione, Pedagogia nella prassi salesiana, o.c., pp.123-150.
    Cap. 2: GROPPO G.(ed), Educazione e Pastorale: rapporti - tensioni - distanze - convergenze, o.c., pp.151-195.
    Cap. 3: ALBERICH E. (ed.), Evangelizzazkione - Catechesi - Pastorale - Educazione: per un chiarimento dei termini e dei loro reciproci rapporti, o.c., pp.197-208.
    Cap. 4: TONELLI R. (ed.), Pastorale Giovanile - Educazione - Animazione, o.c., pp. 209-223.
     
    Il testo che segue raccoglie in forma di dizionario le voci principali della PG Salesiana:
    - VECCHI J.- PRELLEZO  J.M. (a cura di),  Progetto educativo pastorale. Elementi modulari, LAS, Roma 1984. 
     
    Approfondimenti per temi: 
     
    -Animazione
     
    - TONELLI R., Pastorale Giovanile e animazione. Una collaborazione per la vita e la speranza. LDC, Leumann (Torino) 1986.
    - DICASTERO PER LA PASTORALE GIOVANILE E CENTRO INTERNAZIONALE DI PG - FMA, L'animatore salesiano nel gruppo giovanile. Una proposta salesiana. Documento PG 12. LDC, Leumann (Torino) 1988.
     
    - Educazione ed Evangelizzazione
    Per approfondire il processo di educazione e di evangelizzazione oggi, può essere utile il testo seguente:
    - TONELLI R., Per raccogliere la sfida della nuova situazione giovanile e culturale: criteri e prospettive d'intervento, in DPGS, L'Europa interpella il carisma salesiano. L'esperienza religiosa in una situazione pluriculturale. Atti Convegno Europeo in Polonia , Roma 1994, pp.55-84.
     
    -Sistema Preventivo
    - BRAIDO P., L'esperienza pedagogica di Don Bosco, LAS, Roma 1988. 
    - BRAIDO P., Don Bosco educatore. Scritti e testimonianze, LAS, Roma 1997.
    - BRAIDO P., Prevenire non reprimere. Il Sistema educativo di Don Bosco. LAS, Roma 1999. 
    - DICASTERO PER LA FAMIGLIA SALESIANA, Il Sistema preventivo verso il Terzo Millennio. Atti della XVIII Settimana di Spiritualità della Famiglia Salesiana. A cura di A. MARTINELLI -  G. CHERUBIN, Ed. SDB, Roma 1995.
     
    - Spiritualità Giovanile Salesiana
    - DICASTERO PER LA PASTORALE GIOVANILE SALESIANA, La proposta associativa salesiana. Sintesi d'una esperienza in cammino. Documenti PG 9. Roma 1985
    - DICASTERI PER LA PASTORALE GIOVANILE FMA - SDB. Spiritualità Giovanile Salesiana. Un dono dello Spirito alla Famiglia Salesiana per la vita e la speranza di tutti. Roma. 1996
    - VAN LOOY L., La Spiritualità Giovanile Salesiana, in Il modello di Pastorale Giovanile, in DICASTERO PER LA PASTORALE GIOVANILE - SDB, Il cammino e la prospettiva 2000 (o.c.), pp.149-164.
     

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    A cura del MGS


     

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