Le viscere della città
María Zambrano
Ai tempi di Giordano Bruno, nel Rinascimento, il mondo si presentò alla vista come unità e manifestazione di un animale, di un'anima che ha corpo, di un corpo che sostiene l'anima. Ma corpo e anima sono uniti e a volte in dissenso. Perché? Perché hanno i visceri, le viscere. Le viscere di una città possono essere offese dall'uomo che non sente il mondo come un animale vivente e che, calpestando la Terra, crede di poter posare il piede ovunque, senza sapere che, percorrendola, potrebbe farla tremare e sprofondare.
Abbiamo ben presenti le immagini terrificanti di questa situazione. Forse la città non ne può più del fatto che le sue viscere, certe viscere, siano calpestate, travolte. Il caso di Venezia lo mostra molto chiaramente. Le fondamenta dei palazzi veneziani, fatti a incastro, nati dall'acqua come fiori, manifestano da molto tempo il loro dolore, l'incapacità di continuare a sopportare quella vibrazione viscerale. In altre città, come Città del Messico, si sa già che il sottosuolo è acqueo; e l'acqua può sopportare tutto, ma non indefinitamente.
L'acqua può dissolvere e riassorbire tutto, può rigenerarsi, può essere sporca o pura, può purificarsi come e più del fuoco, che, quando si riaccende, è sempre lo stesso fuoco; ma quando l'acqua si purifica non è più la stessa acqua, c'è stata una sorta di azione invisibile, proveniente direttamente dalla fondazione del mondo che, a quanto ci dicono, nacque dallo spirito che aleggiava sulle Acque. E oggi non si concede neanche un secondo alle acque, visibili o invisibili, del mare come dei fiumi, perché lo spirito che le anima, che le vivifica, che le rende acque viventi e non elemento meramente minaccioso, diffonda la propria armonia.
Gli elementi, di questi tempi, devono essere molto crucciati con la Terra di cui architettonicamente sono parte. La Terra, il pianeta, è un'architettura di elementi, ma anche l'uomo lo è. L'uomo è composto di elementi e di qualcos'altro che li presiede, che li unifica, che li dirige come una musica che non può essere continuamente rotta, che non può essere costantemente interrotta, scossa, trasformata in una musica diversa.
L'armonia del cosmo e il pulsare delle stelle sono cose certe, ma sono certe se non si svincolano dall'armonia universale. Alcune parti del cosmo debbono avere a che fare in modo diretto e altresì invisibile con certe rotture, anomalie e malattie, anche sociali e politiche, che potrebbero essere reazioni all'armonia rotta, alla quale non consentiamo di ricrearsi neanche per un istante. Manca tempo. All'uomo manca il tempo. L'uomo che è figlio di un furto, sta abusando, almeno in Occidente, del furto che gli si lascia commettere nei confronti dell'armonia, della concordia dei quattro elementi e dell'altro che li dirige, che li racchiude, che li limita e li vivifica.