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     In dialogo

    con il Signore

    nella vita quotidiana

    Quinta parte e Bibliografia

     

    Giovanni Battista Bosco, Crescere come animatori della fede. Una spiritualità per educatori di ragazzi e adolescenti, Elledici 1994

     

     

    PARTE QUINTA
    IN DIALOGO CON IL SIGNORE NELLA VITA QUOTIDIANA

    Il tipo di spiritualità presentato non può sussistere senza la preghiera, espressione manifesta della comunione con il Signore.
    Nella storia si sono conosciute diverse definizioni di preghiera. Ma in sostanza si possono racchiudere in due: la preghiera è un «parlare con Dio» (Sant'Agostino) o ancora è «l'elevazione della mente a Dio» (Clemente Alessandrino). L'una sottolinea maggiormente il Dio trascendente e l'altra privilegia il Dio vicino. In radice si può comunque ben dire che la preghiera è «dialogo tra Dio e l'uomo» nella trama della vita quotidiana.
    Per pregare non c'è da evadere dalla realtà, bensì da penetrarla sino in profondità. La fede cristiana ci conduce a una preghiera come a uno sguardo che si addentra nelle realtà e negli eventi, e vi scopre le meraviglie di Dio. Da questa convergenza sgorga nell'uomo la preghiera, quale dialogo di risposta a Dio che gli vuole bene come Creatore e lo interpella come Colui che salva.
    In Cristo si comprende chi è veramente Dio e si riconosce il suo agire nella storia: in°Lui l'uomo sa dell'iniziativa del Padre a stabilire un patto d'amicizia, un'alleanza da vivere in dialogo con lo Spirito.

    1. La vita come preghiera e la preghiera come vita

    Il tipo di spiritualità che fa l'esperienza di Dio nell'impegno apostolico affonda le sue radici nella Bibbia.
    Il tratto che meglio configura il Dio biblico è la volontà di dialogo con l'uomo, il suo manifestarsi attraverso la parola: Egli, a differenza degli dèi che hanno bocca e non parlano, fa sentire la sua voce. La Parola è la sua manifestazione trasparente (teofania), la parola di Dio è la sua faccia. Cristo è il suo Verbo, la Parola per eccellenza.
    Ma Dio non solo rivela se stesso, ci parla attraverso il suo agire, attraverso la vita e la storia. Tutta la creazione è Dio che parla, l'intera storia del popolo d'Israele è Dio che parla. E l'uomo nato da questa intimità, interlocutore di una storia disegnata per l'umanità, risponde all'appello nella familiarità con Lui, nel dialogo orante. In questo modo la sua vita concreta diventa per ogni uomo parola del suo Dio, appello al colloquio con Lui. La preghiera sta nell'assumere il proprio essere creatura per rivolgersi al Creatore, nell'assumere l'appello alla vita sanata e salva per aver parte alla vita di Dio.
    Ma per pregare non è sufficiente parlare con Dio in tutta la vita: la vera sintonia esiste là dove si vive la propria esistenza come parola detta a Dio. È il vivere in sua presenza quanto diciamo, che rende la vita preghiera. Per questo è dialogo: si ascolta la voce di Dio, che manifesta il suo progetto e si risponde nella preghiera accogliendo suo disegno su di noi.
    La vocazione e la missione di ciascuno di noi diventano così piattaforma di dialogo con Lui. Egli chiama a una missione e noi rispondiamo aderendo al progetto di vita. Non sono parole pronunciate queste, bensì parole pregate: è vita che prega, è missione che prega, è impegno apostolico che prega. Il riconoscere l'agire di Dio nella nostra azione apostolica ci mette in profonda sintonia con Lui, ci pone in confronto continuo con il suo progetto e il suo interesse per l'uomo. La migliore preghiera è appunto quella della disponibilità alla missione cui si viene chiamati.
    Per incontrarsi con Dio non è dunque necessario distaccarsi da quanto stiamo vivendo: la missione apostolica è motivo, ragione e tema della preghiera dell'educatore e dell'apostolo.
    Ma se non c'è vita di preghiera senza vita apostolica, altrettanto non esiste vita apostolica senza vita di preghiera, di comunione con Dio. Per questo resta indispensabile raccogliersi in Dio per calibrare la vita apostolica, per verificare le nostre intenzioni, per confrontare i progetti. Anche i momenti più contemplativi posseggono come orizzonte la missione: lo sforzo infatti di fissare in Dio lo sguardo e il cuore, diventa il gesto più pieno dello spirito (Paolo VI), l'atto che riassume il dialogo in un momento privilegiato di unione.
    Il momento esplicito della preghiera diviene così il respiro dell'anima, si fa appuntamento familiare per mettere a fuoco le intenzioni e i progetti, è raccoglimento nel silenzio per gustare la paternità di Dio che guarda con benevolenza i suoi figli, dà voce al rendimento di grazie e di lode per le meraviglie da Lui compiute a favore dell'umanità. Non per nulla la massima preghiera è quella di Gesù e la liturgia della Chiesa rimane la fonte e il culmine di tutta la vita cristiana (SC 10).

    2. La vita di preghiera del «da mihi animas»

    La preghiera del «da mihi animas» porta a un'unione con Dio che si traduce immancabilmente in operosa vita apostolica. L'atteggiamento interiore va oltre il dialogo e si fa amore che unisce: la risposta orante non è più parola o sentimento, ma uno scambio di vita. La vita si nutre di Dio e la preghiera sfocia nella carità. L'unione con Dio non si misura solo sulla preghiera o semplicemente con una qualsiasi operosità, bensì si codifica in una vita di fede e in un'azione di carità: cura più che le parole o le attività, le intenzioni dell'agire.
    San Francesco di Sales commenta tre tipi di estasi: una riguarda l'intelletto, una seconda il sentimento e la terza l'azione.
    L'estasi dell'intelletto, nell'incontro con una verità illuminante, nutre la contemplazione della mente. E pure l'estasi dell'affetto può risvegliare il fervore del cuore. Ambedue tuttavia sono ordinate a operare la testimonianza di vita nell'azione. A nulla valgono il rapimento del sentimento o l'elevazione della mente in Dio, se queste non si traducono in impegno per il Regno, in operosità salvifica per gli uomini. E se in forza del sentimento amiamo Dio, è in forza dell'azione che lo serviamo e seguiamo i suoi comandamenti.
    La vera mèta della preghiera è dunque l'unione con Dio con tutto noi stessi: da qui si sprigiona l'energia della carità pastorale, che è «come l'anima di tutto l'apostolato» (AA 3). La preghiera del «da mihi animas» non si caratterizza allora per le speciali espressioni, per le sue forme esterne, per le riflessioni intellettuali, per sue singolari manifestazioni. Al contrario, essa è caratterizzata da semplicità e quotidianità, ma la rende tipica la sua adesione alla volontà salvatrice di Dio tradotta in azione apostolica.
    Chi prega, cerca di leggere gli eventi con gli occhi della fede, penetra negli animi con lo sguardo di Dio, avvicina i giovani con il cuore pieno di carità, opera tra loro per portare Dio, ne rivela l'azione d'amore, condivide il dono della vita teologale, promuove la vita di amicizia con il Signore...
    Anche in questo don Bosco ci è di esempio. E anche se viene più spesso presentato come modello d'azione, egli è pure modello di preghiera. «Si può dire che pregava sempre: io lo vidi centinaia di volte montando e scendendo le scale in preghiera. Anche per via pregava. Nei viaggi, quando non correggeva bozze, lo vedevo sempre in preghiera!» (A. Barberis).
    La preghiera era per lui «l'opera delle opere», congiungendo spontaneamente l'orazione con la vita. In lui contemplazione e azione trovano la loro sintesi vitale: è la carità del «da mihi animas».

    3. Il Magnificat di Maria, l'inno della spiritualità

    La spiritualità ispirata a don Bosco è fortemente mariana, come del resto ogni spiritualità.
    Il Papa l'ha invocata come Stella della nuova evangelizzazione e modello di ogni santità. In questo si può davvero guardare a Lei come a «Maestra e Guida».
    Ella è il capolavoro dello Spirito, l'espressione più eccellente di quanto lo Spirito opera in una Creatura. Quanto più si guarda a Lei, e tanto più si coglie la presenza vivificatrice dello Spirito Ella è il «Sacrario» dello Spirito (LG 53), è l'Icona del Mistero, è la «Stella» dell'evangelizzazione (EN 56). Per questo troviamo in Lei il modello di ogni santità.
    La sua peculiare spiritualità la riscontriamo nel canto del Magnificat.
    Il sì totale all'annuncio dell'angelo di essere la Madre di Dio, la porta a un cammino ricco di Grazia. Ella si proclama infatti piena di gioia, al di là della sua pochezza e confidando più nell'amore misericordioso di Dio. Riconosce con gratitudine che Dio ha compiuto in Lei le sue meraviglie, perché ama la persona umile e sincera, per cui supera ogni difficoltà e risponde alle sfide con sapienza. Dio rimane sempre fedele nella predilezione verso i suoi, il suo popolo, e lo conduce alla gioia definitiva secondo la promessa compiuta.
    Il Magnificat può essere considerato in verità l'inno della spiritualità cristiana per ogni nuova evangelizzazione: esso è espressione di un profondo ed entusiasta sguardo di fede, proclamazione di una sicura speranza e cantico imperituro dell'amore salvifico di Dio, che opera tutto in tutti.


    BIBLIOGRAFIA PROPOSTA

    DOCUMENTI
    Documenti del Concilio Ecumenico Vaticano II
    Evangelii nuntiandi di Paolo VI

    Redemptor hominis di Giovanni Paolo II
    Christifideles laici di Giovanni Paolo II
    Ad iuvenes... iuventuti dicato di Giovanni Paolo II
    Juvenum patris di Giovanni Paolo II

    Vocazioni nella Chiesa italiana della CEI
    Evangelizzazione e testimonianza della carità della CEI
    Memorie Biografiche di san Giovanni Bosco

    Memorie dell'Oratorio di don Giovanni Bosco
    Giovane provveduto, scritto da don Giovanni Bosco

    VOLUMI E ARTICOLI
    AA.Vv., Il progetto di vita dei SDB: commento, SDB, Roma 1986
    AA.Vv., Per educare i giovani alla fede, Elle Di Ci (TO) 1991
    AA.Vv., Quaderni di spiritualità salesiana, n. 6, UPS, Roma 1991
    AA.Vv., Spiritualità dell'azione, LAS, Roma 1977

    AA.Vv., La teologia spirituale, AVE, Roma 1991
    AA.Vv., Frontiere della nuova evangelizzazione, Elle Di Ci (TO) 1991
    AA.Vv., Il sistema preventivo come cammino di santità, Elle Di Ci (TO) 1979
    E. VIGANÒ, Atti del CG nn. 325, 331, 334, 337, 338, 343, SDB, Roma 89-92
    A. CAVIGLIA, Don Bosco: opere e scritti Vol. IV, V, VI, SEI (TO) 1964
    P. BRAIDO, Breve storia del Sistema preventivo, LAS, Roma 1993

    G. IL GALLO, Vivere il quotidiano, Elle Di Ci (TO) 1988
    ABELN/KNER, Impulse zum Alltag, STEYLER, Nettetal 1991
    T. GOFFI, La spiritualità contemporanea, EDB, Bologna 1987
    C.A. BERNARD, Teologia spirituale, EP, Roma 1983

    J. VECCHI, Pastorale giovanile: una sfida, Elle Di Ci (TO) 1991
    A. RIZZI, Dio in cerca dell'uomo, EP, Milano 1987
    E. CERIA, Don Bosco con Dio, SDB, Roma 1988
    P. BROCCARDO, Don Bosco: profondamente uomo e santo, LAS, Roma 1985
    F. FERLAY, Compendio della vita spirituale, EP, Milano 1990
    R. TONELLI, Una spiritualità per la vita quotidiana, Elle Di Ci (TO) 1987
    J. AUBRY, Lo spirito salesiano, Elle Di Ci (TO) 1977

    GB. BOSCO, Il sistema preventivo di don Bosco, Elle Di Ci (TO) 1984
    GB. BOSCO, Promemoria di una esperienza, Elle Di Ci (TO) 1988
    GB. BOSCO, Fascino di una proposta, Elle Di Ci (TO) 1987


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