Come leggere il Vangelo
Rinaldo Fabris
Davanti a un racconto e a una raccolta di sentenze del Vangelo si possono porre quattro interrogativi:
- come sono andate veramente le cose raccontate?
- che cosa ha realmente detto o intendeva dire Gesù?
- che cosa intende dire l'autore del Vangelo (Marco, Matteo e Luca) con questa composizione?
- che cosa dice a noi oggi il testo?
Sono domande legittime e importanti. Si tratta di stabilire un ordine e una successione in modo da non far dire a ciò che è un'interpretazione di Marco o di Matteo, o un nostro desiderio di attualizzazione.
Il punto di partenza è il testo attuale del Vangelo. Quello che Gesù ha detto e fatto, l'avvenimento per mezzo del quale Dio si rivela Signore della storia, vicino e impegnato con la vicenda umana, si presenta come libro scritto nella seconda metà del I secolo d.C., in un determinato ambiente culturale. Il primo livello di lettura è quello che vale per il libro: capire ciò che intende dire l'autore, con il suo linguaggio e la sua concezione del mondo. Tutto questo deve essere inserito nel suo preciso universo culturale e linguistico. In breve, si deve prima di tutto comprendere
che intende dire Marco, Matteo e Luca, che rispondono agli interrogativi dei cristiani del loro tempo e della loro comunità.
Q questo punto ci si può chiedere: Che cosa ha detto o intendeva dire Gesù? Che cosa ha fatto o che cosa intendeva fare? Nella misura in cui è possibile ricostruire una realtà del passato trasmessa nell'arco di una generazione – circa 40 anni – anche questa domanda deve rispettare i criteri di lettura e di interpretazione storica. Questo significa ricostruire, in base ai documenti a disposizione, l'ambiente culturale e sociale della Palestina della prima metà del I secolo d.C., con i suoi interessi, i problemi socio-religiosi, i modelli linguistici. In questa ricostruzione una pista autorevole e privilegiata per arrivare non solo alla realtà storica di Gesù, ma alla interpretazione della sua persona e del suo messaggio, resta sempre il testo del Vangelo.
Infine si deve tener conto della domanda che sta all'origine del Vangelo: Che cosa dice a noi oggi questa parola o fatto riportato nel Vangelo? Questa non è soltanto una domanda legittima, ma indispensabile per leggere e capire. Una lettura che non interpreti il testo in relazione alla realtà attuale e vissuta è sterile e inutile. A questo punto si esige un lavoro attento e calibrato per far coincidere l'orizzonte di Marco e di Gesù con l'orizzonte attuale, senza riduzioni e sbavature. Non è solo un problema di traduzione del testo in termini comprensibili, ma di un confronto di esperienze, di valori vissuti e di prospettiva. Al limite si potrebbe dire che soltanto chi vive in perfetta sintonia con la linea di azione e la prospettiva di Gesù Cristo è in grado di fare un'autentica interpretazione attuale.
In base a quale criterio si può verificare una sintonia vivente con Gesù Cristo Signore? Non credo che esista un criterio esterno, come un modello culturale o una visione filosofica del mondo e dell'uomo, anche se è legittimo e necessario ricorrere agli strumenti culturali che servono a comunicare tra gli uomini. Il criterio ermeneutico intrinseco al messaggio evangelico stesso è quello ricordato dall'autore del Quarto Vangelo, il più "spirituale" dei Vangeli, ma nello stesso tempo il più preciso nel riferire alcuni particolari della vicenda di Gesù: «Ho ancora molte cose da dirvi, ma ora non potete capirle. Quando poi verrà lui, lo Spirito di verità, vi guiderà in tutta la verità» (Gv 16, 12a; cf. 14,26). All'interno della comunità delle persone che sono state coinvolte con il destino di Gesù, le sue parole e i suoi gesti sono già stati interpretati e hanno alimentato un'esperienza di fede e di impegno. Gesù, il Signore risorto, continua a essere presente nella comunità cristiana per mezzo del suo Spirito che non solo introduce i credenti nella pienezza della verità, ma fa penetrare la verità all'interno delle coscienze.
Nella continuità storica dei cristiani di oggi con la prima comunità raccolta attorno a Gesù e ai testimoni della sua risurrezione, lo Spirito di Gesù fa interpretare in maniera autentica la sua parola, che oggi risuona di nuovo nella comunità. In breve il criterio di verifica nell'interpretazione del Vangelo è la vita di una comunità cristiana concreta, in un costante confronto e dialogo vitale con la comunità universale dei cristiani, la chiesa, la quale per mezzo della tradizione vivente si aggancia alla prima chiesa degli apostoli.
(Dall'Introduzione a I Vangeli, traduzione e commento a cura di Giuseppe Barbaglio, Rinaldo Fabris, Bruno Maggioni - Cittadella 2011)