Francesca Mareggiato *
(NPG 2021-08-36)
Nel 2021 abbiamo avuto conferma che gli enti di Terzo Settore (ETS) sono necessari per lo sviluppo ed il sostegno ad un’economia moderna di un paese. Bisogna uscire dall’ottica che tali enti siano ‘fratelli minori’ delle aziende, e pertanto è importante iniziare a trattare gli ETS come tali.
Diventa, quindi, necessario avere una struttura manageriale capace di uno sguardo sia su una struttura amministrativa solida che sul futuro, imparando a programmare e gestire.
Gli ETS, ma più nello specifico chi ci lavora e li compone, sono chiamati a fare un salto di qualità in cui è richiesto di unire il carisma proprio del non profit con quello tipico del profit. Ad oggi è sempre più evidente quanto questa contaminazione sia necessaria. Contaminazione da far partire dalla base delle organizzazioni degli ETS, andando sempre di più ad uniformare la gestione amministrativa dei due mondi.
Cosa significa?
Significa che la gestione dovrà essere manageriale, e che le due condizioni necessarie e sufficienti sono la professionalità e l’organizzazione. Svolgere un’attività professionalmente significa renderla costante e sistematica. Deve essere organizzata secondo una struttura e degli iter che permettono la gestione secondo il criterio del ‘buon padre di famiglia’.
Parallelamente, è altrettanto importante e di supporto avere una contabilità strutturata. Le scritture contabili sono tutti i documenti che contengono la rappresentazione monetaria dell’ETS in riferimento a singoli atti (movimenti contabili) in determinati periodi (esercizi contabili). Avere una buona contabilità equivale a dire che si ha una struttura organizzata e gestita in modo efficace ed efficiente, che sappia camminare insieme all’ente nel quotidiano e che sia in grado di supportare le decisioni future relative alla vita dell’ente. Ultimo tassello, per una buona gestione, sono i controlli periodici sull’andamento economico finanziario dell’ente, in modo da avere sempre la percezione della reale situazione e della solidità dell’ente.
Fotografia della buona gestione e della tenuta delle scritture contabili è il bilancio d’esercizio (Decreto ministeriale del 5 marzo 2020 “Adozione della modulistica di bilancio degli enti del Terzo settore”). Con la riforma, gli ETS sono soggetti ad obblighi in merito alla redazione del bilancio. Questo, a primo impatto, può essere interpretato come una restrizione, ma in realtà si tratta di una grande opportunità. Opportunità perché il bilancio d'esercizio offre agli stakeholders la possibilità di leggere la vita passata e presente dell’ente, ed allo stesso tempo trasmette - a chi lo legge - la solidità, l’efficienza e la crescita dell’ente, donando così un’immagine di affidabilità. Altro strumento a sostegno degli ETS è il bilancio sociale (Decreto del Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali del 4 luglio 2019 “Adozione delle Linee guida per la redazione del bilancio sociale degli enti del Terzo settore”): si tratta di un documento che racconta le attività dell’ente, tutte le attività; da quelle quantificabili con i numeri del bilancio d’esercizio a quelle che sono di difficile quantificazione economica, ma che comunque creano valore nella società dove l’ente va ad operare.
Con il bilancio sociale l’ente racconta quanto valore ha contribuito a generare.
Questo non significa che i due bilanci, quello d’esercizio e quello sociale, viaggino separatamene. Al contrario, sono uno ad integrazione dell’altro. Si può concludere affermando che gli ETS sono chiamati per continuare a “creare valore” in modo più strutturato e ‘professionale’, utilizzando tutta l’esperienza del profit per quanto riguarda la managerialità delle scelte e la gestione della propria struttura, e continuando sempre ad avere lo sguardo attento e lungimirante tipico di chi lavora in questo settore. Questo attraverso degli strumenti di legge che danno a tutti la possibilità di conoscere e capire l’importanza dell’impatto dell’operato degli ETS.
* Responsabile area amministrazione, finanza, controllo
Salesiani per il Sociale aps