PREADOLESCENTI
(NPG 1980-09-72)
Il ragazzo ha bisogno di una formazione coerente e continuativa.
Riteniamo perciò utile per un educatore - che vuole determinare le linee essenziali del suo lavoro educativo, quando nelle scuole il corpo dei docenti è già determinato e si cerca di dare organicità a tutto il lavoro educativo -, avere tra mano l'esempio di un progetto educativo che serva insieme di confronto, di stimolo e sia la base su cui fondare la programmazione annuale.
Un progetto educativo, secondo i pedagogisti, deve constare di un piano generale che:
- prevede una serie di interventi educativi atti a concretizzare la visione educativa,
- segna gli obiettivi operativi adeguati ai bisogni e alle richieste di una località o zona, tenendo conto delle scienze dell'educazione e delle esigenze concrete delle persone, e distribuiti nel tempo secondo criteri di priorità e di urgenza;
- suggerisce linee pratiche e mezzi per raggiungere questi obiettivi;
- crea ruoli e funzioni per .assicurare l'efficacia delle linee e il raggiungimento degli obiettivi.
Il progetto educativo per la scuola media che presentiamo, ancora provvisorio nella sua stesura, pensato e formulato dalla comunità educativa dell'Istituto Salesiano di Treviglio (Bergamo), segue queste direttive. Crediamo opportuno non apportare alcuna variazione di rilievo, anche se determinati particolari vanno riferiti evidentemente solo a questa scuola cattolica gestita da Salesiani, ove i ragazzi (convittori, semiconvittori ed esterni) vivono in un clima di famiglia con i loro professori ed educatori. Il lettore saprà giudicare e discernere quei principi e quei suggerimenti che gli potranno servire.
Questa rivista ha pubblicato recentemente un altro progetto educativo: quello della scuola cattolica femminile «Virginia Agnelli» di Torino.
Chi desiderasse esaminarlo potrà trovarlo in Note di Pastorale Giovanile, 1-2, 1980, p. 129-134.
La finalità del Progetto non è tanto mettere in mano agli operatori un regolamento, ma aiutarli ad operare insieme coscientemente e corresponsabilmente.
Attraverso l'interscambio e la vicendevole illuminazione devono arrivare a formulazioni che costituiscano la loro «piattaforma di idee».
Queste formulazioni rappresentano il grado di coscienza che la Comunità Educativa ha raggiunto.
- Sono provvisorie e vengono aggiornate man mano che la stessa Comunità con più approfondita riflessione scopre nuovi e più ricchi aspetti della propria azione educativa, in rapporto alle esigenze giovanili ed al contesto sociale ed ecclesiale.
- Il «progetto» è dinamico, aperto cioè alle novità che si maturano insieme.
LA «CASA» DI DON BOSCO
La nostra è una Scuola libera, popolare, nata dall'iniziativa dei cattolici di Treviglio, che vollero affidarla a don Giovanni Bosco e poi a don Michele Rua, suo successore, che nel 1892 vi mandò i Salesiani.
Per questo noi preferiamo chiamarla «La casa di Don Bosco».
Essa, continuando ed ampliando l'esperienza naturale della famiglia, vuole essere una Comunità che si propone la crescita insieme di persone umanamente e cristianamente mature (= Comunità Educativa).
Don Bosco ci ha pensati così: una comunità diventa effettivamente «educativa» quando tutti si sforzano di capirsi, di accettarsi, di maturare insieme ideali ed attività arrivando a sentirsi profondamente legati «nella buona e nella cattiva sorte».
«La maturità»
Essa fa riferimento ai «valori» che sono alla base della vita, quali sono individuati dalle scienze dell'uomo, illuminate dalla fede.
- Come essere individuale, ogni ragazzo deve raggiungere:
senso di libertà responsabile che gli permetta di prendere decisioni personali e coerenti;
spirito critico e creativo che lo renda capace di giudicare ed affrontare le situazioni in cui verrà a trovarsi, anche le più inaspettate;
sensibilità ai valori umani ed ai problemi del mondo d'oggi.
- Come essere sociale, deve:
aprirsi agli altri e partecipare alla vita della comunità;
sentire la propria preparazione umana, intellettuale e tecnica, come acquisizione di capacità di servizio e di collaborazione nella costruzione della sòcietà; rendersi atto ad assumere nella società le proprie responsabilità sociali e politiche; Lavorare per la giustizia e la pace, anche a rischio del proprio benessere; impegnarsi per la «civiltà dell'amore».
- Come essere religioso, deve:
rendersi conto della dimensione religiosa della propria vita, che nel cristianesimo diventa senso gioioso della paternità di Dio e quindi della fraternità umana; esprimersi nella preghiera wersonale e comunitaria;
far esperienza viva di Chiesa, accogliendo la testimonianza degli adulti e degli educatori;
alimentare la propria fede alle sorgenti della Parola di Dio e dei Sacramenti; mettersi a servizio degli altri per un cammino insieme di fede e di carità.
Questi tre aspetti o dimensioni della maturità umana-cristiana non vanno considerati separatamente, ma, appartenenedo essi profondamente alla persona, crescono insieme, seppur gradualmente.
Qualificano la Comunità Educativa.
«Il sistema educativo»
È una preziosissima «memoria» dell'esperienza educativa di Don Bosco che si potrebbe così sintetizzare:
a) Educare con la ragione
- Coraggio di affrontare i problemi senza paure.
- Continuo rapporto interpersonale che si sostanzia di «dialogo» per approfondire, chiarire, ricercare motivazioni e soluzioni, cogliere e portare a livello di coscienza valori ed orientamenti.
- Superamento dell'agire istintivo ed emotivo per raggiungere un modo di vivere fondato su convinzioni e su valori apprezzati, voluti e difesi con coscienza e responsabilità.
b) Educare con ed alla religione
- Il ragazzo non riesce a conoscersi e ad orientarsi da solo, impara a farlo in profondità solo interiorizzando e confrontandosi con la Parola di Dio.
- Il ragazzo ha bisogno di segni che lo aiutino ad esprimere e realizzare nella propria vita i desideri e le aspirazioni profonde del suo essere: il segno della comunione con Dio e con i fratelli, il segno del perdono e della continua conversione, il segno della solidarietà con chi soffre ed è emarginato.
c) Educare nell'amorevolezza
Il ragazzo, per maturare, ha bisogno di «calore umano», fatto
- di gioia e di sereno ottimismo;
- di confidenza fiduciosa e schietta;
- di affetto donato e ricevuto;
- di accettazione vicendevole che nasce dalla stima reciproca.
Quando poi sperimenta l'insuccesso, la delusione e l'abbattimento, ha bisogno di comprensione, di sostegno e di correzione, di continua pazienza, senza cedimenti e sdolcinature.
d) Educare con e al lavoro
- È nel lavoro serio ed impegnato che il ragazzo cresce, matura le sue capacità e si prepara alle responsabilità del domani.
- Il lavoro comporta fatica, sacrificio e sofferenza e così tempra la volontà del ragazzo.
- La prima forma di collaborazione sociale è il lavoro, assunto responsabilmente.
e) Educare alla temperanza
- Ricercare l'equilibrio all'interno di noi stessi per essere sereni e forti nella vita e per stabilire rapporti corretti con gli altri.
- Impegnarsi nell'autocontrollo per agire responsabilmente in ogni circostanza.
- Scoprire, attraverso la riflessione sui comportamenti, ogni forma di disordine, di egoismo, di orgoglio.
Una serra? Un privilegio?
La Casa di Don Bosco non vuole essere una «serra» che seleziona e preserva, né un privilegio per pochi. Essa accoglie qualsiasi ragazzo disponibile alla proposta educativa cristiana, «al punto in cui si trova la sua libertà e la sua fede». Nell'accettazione dà la precedenza a chi si trova in situazione di particolare bisogno e a chi desidera impegnarsi al servizio degli altri.
Con alcune prospettive:
a) La prospettiva dell'r immediato» e dell'«interno».
Aiutare il ragazzo ad una accettazione onesta e serena dell'ambiente educativo per viverci «dentro», in spirito di collaborazione.
b) La prospettiva del «futuro» e dell'«esterno».
Richiamare continuamente al ragazzo che la sua maturazione «dentro» la Casa di Don Bosco acquista senso solo se vista in rapporto all'inserimento vivo in famiglia, in parrocchia, in gruppi di impegno e di amicizia, nella società.
I due aspetti devono necessariamente integrarsi. Così sarà costante preoccupazione prevedere il «futuro» con le sue domande e problematiche. Si costruisce il domani, lavorando seriamente oggi e nelle piccole scelte di ogni momento.
c) L'impegno deciso per l'orientamento
Esso non va visto solo in funzione della scelta del tipo di scuola media superiore da frequentare dopo la scuola media dell'obbligo, quanto di maturazione delle scelte vitali.
I MEMBRI DELLA CASA DI DON BOSCO
La Casa di Don Bosco ha bisogno di tutti i suoi membri: Giovani, Genitori, Salesiani e Collaboratori Laici. Essa si costruisce giorno per giorno con il lavoro e l'aiuto di tutti.
Dobbiamo prenderne coscienza.
Da questa coscienza nascono l'ammirazione per l'originalità e per la ricchezza dei doni di ogni componente della Comunità Educativa e la meraviglia per il comporsi insieme di queste diversità nell'azione educativa.
Da questa coscienza nasce l'impegno di incontrarci frequentemente
- per conoscerci meglio;
- per discutere obiettivi concreti del lavoro educativo;
- per verificare, modificare, correggere la rotta del cammino intrapreso. Ogni componente della Comunità Educativa ha un suo specifico compito nella costruzione e nella realizzazione del Progetto Educativo.
Allievi
La Casa di Don Bosco privilegia l'Allievo e lo aiuta a crescere.
L'Allievo
- è il protagonista di un'avventura personale, cioè della vita che è al suo inizio;
- è un ragazzo da amare e a cui far scoprire che lo si ama;
- è un ragazzo da orientare alla scoperta del proprio avvenire;
- è un ragazzo che per crescere ha bisogno di nutrirsi, di giocare, di confrontarsi, di provare...
Primi responsabili dell'educazione dei figli, i Genitori devono essere, di diritto e di fatto, i primi ed indispensabili collaboratori
- nel saper «leggere» e capire le aspirazioni e le problematiche dei giovani di oggi, al di là delle mode e delle lenti deformanti della società;
- nello studiare e condividere il Progetto Educativo da attuare insieme sia in famiglia che in scuola;
- nel partecipare, di persona e attraverso gli Organi collegiali previsti, ai momenti di programmazione e di revisione educativa e didattica;
- nello sforzo costante di «formazione permanente».
I Genitori non si improvvisano, ma si preparano seriamente ai compiti educativi (= Scuola dei Genitori).
I Salesiani
Dediti completamente, per vocazione e per missione, all'educazione dei giovani essi portano nell'interno della Comunità Educativa il patrimonio del pensiero e dello stile di Don Bosco conquistato con un lungo tirocinio ed arricchito della propria esperienza e creatività.
- Mettono a completa disposizione dei giovani la loro competenza professionale, le loro forze, il loro tempo, senza badare a sacrifici;
- fraternamente presenti in mezzo ai giovani, li aiutano con il dialogo educativo a maturare le loro scelte anche immediate;
- si preoccupano di assicurare loro un ambiente sereno moralmente e fisicamente; offrono edifici, cortili ed attrezzature consone alle finalità educative;
- con il loro lavoro e con il sacrificio, sostenuti da amici e benefattori, cercano di contenere all'indispensabile i contributi che le famiglie devono purtroppo versare per il sostentamento della scuola;
- svolgono un'azione animatrice rispetto alla Comunità educativa, riservandosi i ruoli direttivi ed organizzativi;
- con la loro dedizione rendono testimonianza dell'amore di preferenza che Gesù ha avuto per i giovani.
I collaboratori laici
Accanto ai Salesiani, il cui lavoro e numero non sono proporzionati alle esigenze educative e didattiche di una scuola numerosa come la nostra, acquistano un ruolo sempre maggiore i collaboratori laici.
Essi si dedicano soprattutto all'insegnamento, cercando non solo di essere professionalmente preparati ma impegnandosi per un continuo aggiornamento.
È sempre più sentita l'esigenza di un loro pieno inserimento nella programmazione e nel lavoro educativo ai vari livelli. Per questo l'invito ad essere nostri collaboratori viene rivolto a persone che condividono l'ispirazione della Scuola.
Alcuni giovani, poi, collaborano specialmente per l'assistenza e per le attività complementari ed integrative.
Gli Exallievi
Continuano a far parte della Casa di Don Bosco gli Exallievi a titolo della educazione ricevuta ed in proporzione dell'impegno con cui cercano di improntare ad essa la loro vita.
Fanno parte di una associazione che presta particolare cura ai Giovani Exallievi (GEX).
IL CAMMINO DI CRESCITA INSIEME NELLA «CASA» DI DON BOSCO
Per raggiungere il fine di formare delle persone mature umanamente e cristianamente è necessario tracciare un cammino verificabile di crescita del singolo e della comunità.
È questa giornaliera opera educativa, studiata e programmata insieme, che realizza ciò che Don Bosco pensava essenziale all'educazione: il prevenire, per preparare il ragazzo a scelte coraggiose e coerenti, per renderlo capace di affrontare le difficoltà della vita, anche le più gravi.
Presentiamo alcuni elementi concreti che dovranno entrare nelle programmazioni dei tre anni della Scuola Media.
Obiettivi educativi
a) Per maturare persone capaci di equilibrio affettivo, di autonomia responsabile e di senso critico:
- Favorire una graduale maturazione alla libertà, all'assunzione delle proprie responsabilità personali e sociali e alla retta percezione dei valori.
- Stimolare, in ogni occasione, un dialogo aperta tra i genitori e figli, tra alliebi ed educatori, secondo lo stile salesiano d'amicizia.
- Offrire una sapiente educazione sessuale ed affettiva che aiuti a comprendere la dinamica di crescita, di donazione e di incontro all'interno di un progetto di vita.
- Aiutare a leggere criticamente la realtà e gli avvenimenti.
- Educare a non essere passivi di fronte ai problemi personali di crescita e di rapporto con la società e insegnare a rifuggire da ogni forma di «dipendenza acritica» (dipendenza dalle mode, dai mass-media, dalle droghe, dai gruppi di pressione...).
b) Per maturare persone con cuore e spirito aperti al mondo e agli appelli degli altri:
- Educare alla disponibilità, alla solidarietà, all'amicizia leale e sincera, al dialogo ed allo scambio di riflessioni ed esperienze, alla volontà di continua verifica insieme delle esperienze vissute.
- Stimolare a diventare protagonisti responsabili del lavoro educativo e didattico in stile di collaborazione.
- Favorire il lavoro di gruppo come metodo di ricerca e di studio accanto al lavoro individuale.
- Spingere a prendere coscienza dei problemi del mondo e del paese o quartiere in cui si vive per cercare un inserimento attivo e responsabile (comunità civile, parrocchiale...).
- Offrire al più presto occasioni di vita associata, con preferenza per i gruppi formativi (gruppi parrocchiali, Scout...).
c) Per faturare persone aperte ad una fede consapevole ed operante, al risveglio della speranza e dell'ottimismo cristiano e alla vita di grazia:
- Curare l'approfondimento costante della fede in modo tale che questa diventi consapevole ed operante, abbia rilevanza nella vita e si esprima anche come Speranza (allegria, ottimismo, iniziativa) e come Carità (servizio al prossimo, bontà di cuore...).
- Favorire l'esperienza liturgico-sacramentale (Penitenza, Eucaristia, senso della festa e dei misteri cristiani...).
- Stimolare l'impegno nel quotidiano (la vita come «missione» e come «responsabilità», il lavoro come concreto senso del dovere, la propria preparazione professionale
- Sviluppare il senso della Chiesa, Mistero e Comunità visibile.
- Vivere la devozione alla Madonna, modello di fede e Ausiliatrice del popolo cristiano.
d) Per maturare persone capaci di ricerca e di progettazione del proprio futuro:
- Educare alla valutazione delle persone non per quello che hanno o fanno ma per quello che sono, come ricchezza di valori e di disponibilità agli altri.
- Favorire la conoscenza sincera delle proprie attitudini e capacità.
- Offrire occasioni di contatto con persone che vivono le diverse professioni perché ne presentino le possibilità di realizzazione, le difficoltà e gli impegni, gli eventuali aspetti negativi da superare.
- Presentarede diverse «vocazioni» entro cui le persone si realizzano nell'attuazione del Progetto di Dio: la vocazione laicale, religiosa e sacerdotale.
La disciplina
Come in ogni comunità ben regolata, anche nella Casa di Don Bosco ha una notevole importanza la disciplina, anche se pervasa del clima gioioso di famiglia.
Se vuol contribuire alla crescita insieme, è necessario che:
- sia presentata sempre e sorretta da motivazioni serie e proporzionate; 'p- - sia vista come contributo personale alla vita d'insieme;
- aiuti a far corrispondere alla disciplina esteriore atteggiamenti interiori di auto..). controllo;
- si traduca in norme semplici e di facile esecuzione, in ordine ai diversi ambienti e situazioni;
- sia sostenuta con decisione e con continuità da parte di tutti gli educatori;
- sia periodicamente verificata, con conseguenti interventi a livello personale e comunitario.
Iniziative caratteristiche
Nel corso dell'anno scolastico trovano la loro collocazione alcune iniziative che servono a caratterizzare la vita della Casa di Don Bosco.
a) I Ritiri e gli Esercizi Spirituali sono preferenziati come tempi di raccoglimento, di preghiera e di riflessione personale e comunitaria sui temi fondamentali della maturazione umana e cristiana.
b) La vita della Scuola in continuità con l'azione pastorale della Chiesa locale, si scandisce sul ritmo dell'anno liturgico, sottolineandone particolarmente i tempi forti. Inoltre si celebrano con solennità:
- la festa dell'Immacolata che ricorda l'inizio dell'Opera Salesiana;
- la festa di San Giovanni Bosco, nostro Padre e Maestro, e del suo allievo S. Domenico Savio;
- la festa di Maria SS. Ausiliatrice, la «Maestra» data dal Signore a Don Bosco.
c) Si programmano incontri con i Genitori:
- informativi, per aggiornare i Genitori sulla situazione educativa, disciplinare e scolastica dei figli;
- formativi, quasi una vera Scuola dei Genitori, per approfondire insieme i diversi problemi e aspetti del Progetto educativo. Ad esempio:
Corsi di educazione sessuale (la media);
Corsi di prevenzioni alle tossicodipendenze (2a media);
Corsi sull'orientamento (3a media).
d) Accanto alle attività tradizionali (tornei sportivi, gite, raccolte di fondi...) il Consiglio di Istituto ogni anno programma altre attività che favoriscano il raggiungimento delle mete educative prescelte.
LE STRUTTURE NELLA «CASA» DI DON BOSCO: LA SCUOLA
Ogni organismo ha bisogno di strutture per vivere ed esprimersi. Così la Casa di Don Bosco per un efficace servizio educativo.
Le strutture devono però continuamente adeguarsi alla realtà dei cambi, alle richieste sociali ed alle esigenze emergenti del mondo giovanile.
Riteniamo la Scuola una struttura «privilegiata» per la crescita insieme nella nostra comunità.
Le attività didattiche
La nostra Scuola Media vede nelle nuove disposizioni legislative una buona corrispondenza alle proprie finalità istitutive.
Difatti esse:
- mettono al primo posto l'impegno educativo-formativo e si propongono il fine dell'orientamento;
- favoriscono nell'allievo lo sviluppo delle capacità logiche, scientifiche, artistiche, operative e delle corrispondenti attività;
- esigono nuovi criteri di valutazione, che, tenendo presenti le situazioni di partenza, i ritmi tipici dello sviluppo del preadolescente, le sue esperienze ed aspirazioni, diventino stimolo al dialogo educativo;
- impongono una programmazione curriculare, che faccia una accurata analisi della situazione della classe e dell'allievo, individui obiettivi educativi e didattici, scelga i metodi opportuni, faccia periodicamente la verifica e mantenga i collegamenti tra i diversi docenti e le rispettive materie.
Allo sforzo di rinnovamento didattico dei docenti deve corrispondere la serietà dell'impegno da parte dell'allievo:
- con un'attenzione viva durante le lezioni;
- con l'interesse e con la partecipazione;
- con un metodo appropriato di studio;
- con la verifica attraverso i compiti da eseguire.
Le attività complementari, integrative e di sostegno
La nostra casa dà ampio spazio alle libere attività, alcune legate al nostro stare insieme, altre in collegamento ed integrazione delle discipline curriculari, proprie della Scuola.
Le prime, in generale, favoriscono il libero sviluppo delle doti dell'allievo e la socializzazione con il gioco, con lo sport, con la musica, con la recitazione... Le altre, più legate al mondo della scuola,
- aprono l'allievo alla varietà e molteplicità dei problemi e delle proposte che gli provengono dalla società;
- lo abilitano a libere scelte;
- lo abituano al lavoro di gruppo con i compagni della stessa classe o di classi diverse;
- lo aiutano alla sintesi interdisciplinare sotto la guida di diversi docenti. Si promuovono pure attività di sostegno per rendere effettivo «il diritto allo studio» anche per chi è portatore di qualche difficoltà.
Uno spazio adeguato hanno i cosiddetti «gruppi formativi» che, gestiti responsabilmente dagli allievi ed opportunamente seguiti dall'educatore, introducono all'azione apostolica in mezzo ai propri compagni e nella società.
Servizi comunitari
Per andare incontro alle esigenze degli allievi e delle famiglie, la nostra Casa mette a disposizione diversi servizi:
- Il servizio di mensa.
- Il servizio di convitto per la permanenza anche notturna nella nostra Casa da lunedì mattino al sabato mezzogiorno.
- Il soggiorno a Pré S. Didier (Aosta), specie durante le vacanze estive.
- Il servizio medico-sanitario scolastico.
- Il servizio psico-pedapogico in collaborazione con il Centro Psico-pedagogico Salesiano di Milano - via Copernico 9.
- Il laboratorio dei Mezzi di Comunicazione sociale che nel corso dei tre anni della Scuola Media abilita l'allievo all'uso appropriato di essi.
Le strutture di partecipazione
Esse sono:
a) L'Assemblea di classe e di interclasse costituita dalla riunione di tutti i Genitori e del Direttore-Preside o da un suo Delegato.
b) Il consiglio di Classe costituito dai docenti e collaboratori della classe e da quattro rappresentanti eletti dai Genitori degli allievi della stessa classe. È presieduto dal Direttore-Preside o da un docente membro del Consiglio suo Delegato.
c) Il collegio dei docenti costituito dal personale docente e dai collaboratori in servizio ed è presieduto dal Direttore-Preside.
d) Il consiglio di Istituto costituito da membri di diritto:
- Direttore-Preside;
- Amministratore;
- I quattro coordinatori di settore;
da membri eletti:
- Quattro docenti (di cui almeno un laico);
- Otto genitori.
Pur non essendo prevista la partecipazione degli allievi agli organi collegiali, in ogni classe, specie nella terza media, si adotteranno quelle iniziative che servonò a corresponsabilizzare gli allievi in ordine alla vita di classe e di scuola.
Fra queste si valorizzeranno le assemblee di classe.
CONCLUSIONE
La stesura di questo Progetto Educativo ha visto una viva e costante partecipazione da parte delle componenti della Comunità educativa.
L'augurio che tale partecipazione continui:
- in una riformulazione sempre attenta alla realtà giovanile ed al lavoro educativo da farsi insieme;
- in un confronto e verifica quotidiana e periodica, senza arresti di fronte alle difficoltà e senza infmgimenti;
- e soprattutto nell'impegno preso insieme da Allievi, Genitori, Educatori, Salesiani e Laici per una fedele concretizzazione operativa.
Ci sostenga l'entusiasmo che nasce dalla convinzione di fare un'opera di amore.