(NPG 1970-10-65)
Nella vita del ragazzo la scuola entra come uno degli elementi più incisivi della sua evoluzione.
Nel mondo pluralista in cui ci troviamo, la famiglia è insufficiente ad assolvere a tutte le necessità formative del ragazzo. La scuola, con tutte le sue implicanze, è assolutamente necessaria. È un dato di fatto, d'altra parte che il preadolescente passa gran parte del giorno in attività scolastiche. È una possibilità educativa di altissimo grado, questa, che l'educatore dovrà essere preparato ad assumere in prospettiva genuinamente formativa.
La scuola così come è oggi, per quanto incerta e discussa, costituisce sempre un'occasione utilissima per la socializzazione del ragazzo, per lo sviluppo delle sue facoltà. E l'educatore non può dimenticare che anche la risposta cosciente che il ragazzo è chiamato a dare al progetto di Dio richiede lo sviluppo delle sue doti.
II punto di partenza delle nostre considerazioni è il fatto che protagonista vero della scuola è sempre l'allievo, mai il maestro; l'allievo infatti va a scuola con il bagaglio di una determinata situazione, più o meno complessa, che influirà comunque sulla sua attività scolastica.
Molte volte la causa del rifiuto da parte del ragazzo si deve alla stessa organizzazione scolastica, al gruppo di materie che sono insegnate. Nella scuola il ragazzo ' passa molti momenti di noia. La ragione non è che i ragazzi non siano interessati a imparare: si tratta piuttosto delle attività scolastiche e del programma, che sembrano sovente estranei alle loro preoccupazioni.
La divergenza di interessi che il ragazzo incontra a scuola e fuori di essa, porta ad una conclusione evidente: tale scuola non prepara alla vita. Altre volte è solo il metodo usato che non entusiasma il ragazzo: esso lo confina ad un ruolo troppo passivo, in una età in cui l'attività è tipica, ed esige un contatto vivo con le cose, il gruppo, la natura.
Le pagine che seguono presentano diversi spunti di riflessione per quegli educatori che attraverso alla scuola aiutano il ragazzo a crescere nella totalità delle sue doti.
Ragazzo: uomo in costruzione...
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Premesse per l'educatore Motivazioni
– Le esigenze educative attuali rendono la famiglia sempre più incapace di assicurare un'educazione integrale.
– La vita scolastica dà modo di definire meglio i gusti e le inclinazioni del ragazzo ai fini di un futuro orientamento vocazionale.
Considerazioni importanti
– Nella gran maggioranza degli allievi la capacità non ha dovuta proporzione con il rendimento.
– L'insegnante per l'educazione ricevuta è portato ad assumere un atteggiamento critico su orientamenti scolastici nuovi.
Conoscenze ed atteggiamenti dell'educatore
Due nozioni della persona umana
L'uomo non è solo «animale razionale» ma «organismo intelligente che si attua in un ambiente sociale».
Due tipi di educazione
Educare non è tanto trasmettere dei dati nella memoria, ma insegnare a risolvere attivamente dei problemi vitali.
Due strutture
Nella struttura autocratica il protagonista della scuola è il professore; nella struttura democratica, protagonista de la scuola è il ragazzo.
Due metodologie
Non più predominio dei metodi logici (analisi, sintesi, induzione, deduzione): si pensa in quanto si agisce e si risolvono problemi (osservazione, ipotesi, sperimentazione, conclusioni).
Due modi di impostare il fine
Il fine dell'apprendimento non deve essere a conoscenza solo dell'educatore, ma deve essere conosciuto dall'allievo.
Due didattiche
La lezione non consiste tanto nel ripetere nozioni ma in «sedute di lavoro». Due maniere di imparare
Le conoscenze non debbono essere unicamente bagaglio della memoria, ma debbono diventare capacità di agire, possibilità di risolvere nuovi problemi.
Due tipi di aula scolastica
I gruppi che sorgono nell'area scolastica anziché ostacolati, saranno favoriti; i banchi saranno disposti in modo da favorire il lavoro di gruppo; il silenzio non sarà più essenziale.
Orientamenti metodologici
Favorire quelle attività che richiedono collaborazione.
Orientare alla fede presentando una visione evangelica della vita.
Obiettivi
Conoscere meglio gli altri.
Dare a tutti la possibilità di realizzarsi. Aprire orizzonti e prospettive sul mondo.
PREMESSE PER L'EDUCATORE
Per capire la portata di questo tema, ricordiamo alcuni punti della psicologia evolutiva di questa età.
L'inizio del ragionamento astratto, l'apparire della capacità procreatrice e la progressiva scoperta del valore dell'amicizia, offrono al ragazzo delle prospettive e delle possibilità inedite nella sua vita.
L'aspetto più interessante è la riduzione delle distanze riguardo al mondo degli adulti. È vero che gli mancano ancora parecchi anni per entrare definitivamente nel mondo professionale, però la capacità di pensare al suo futuro con maggior senso della realtà, riveste una grande importanza, tanto da definire questa età come una tappa distinta dalla precedente. In questo periodo del suo sviluppo il ragazzo incomincia a sentirsi implicato nella società e vuole partecipare ad essa, specialmente ai suoi vantaggi e al suo benessere.
I temi della libertà, del denaro, dei divertimenti e della sessualità, non solo costituiscono il leitmotiv di tutta la propaganda dei beni di consumo, ma sono anche fonti di aspirazione, problemi e conflitti per il soggetto appena giunto al livello della comprensione adulta.
Parlando di educazione, non possiamo prescindere da questa duplice panoramica: il momento evolutivo del ragazzo e la realtà sociale che lo circonda.
La missione della scuola non è tanto quella di insegnare delle materie astratte, quanto di aiutare a vivere in questa società concreta e di insegnare a formare abitudini e atteggiamenti che diano la capacità di dominare le situazioni e di non lasciarsi dominare da esse.
Motivazioni
La società nella quale viviamo, caratterizzata dalla tecnica, dall'organizzazione burocratica, dai beni di consumo, dai mezzi di comunicazione sociale, dagli spostamenti delle masse umane, e dal dislivello tra società del benessere e popoli sottosviluppati, esige un nuovo tipo di educazione, più dinamico e più orientato verso il futuro. I metodi e i contenuti nuovi dell'attività scolastica, d'accordo con le esigenze educative attuali, rendono la famiglia sempre più incapace di assicurare un'educazione integrale. La nostra esperienza ci assicura che sono molti i genitori che si dichiarano incapaci di aiutare i loro figli nei compiti scolastici. La scuola favorisce il desiderio di indipendenza del ragazzo, proponendogli delle attività e delle costanti occasioni di amicizia e di integrazione in gruppi, ed anche opportunità per realizzare i primi contatti amichevoli con le ragazze (o viceversa con i ragazzi).
La maturazione intellettuale, insieme con il successo o l'insuccesso in determinati campi scolastici, definisce sempre meglio i gusti e le inclinazioni del ragazzo, ai fini di un futuro orientamento vocazionale.
Questo orientamento vocazionale è tema di attualità, quando si conclude il ciclo della scuola d'obbligo, dato che il ragazzo deve prendere una decisione molto importante: optare per il lavoro o per gli studi professionali-tecnici o classici in base ai risultati della valutazione continuata.
In questo momento il ragazzo è nelle condizioni migliori per capire che lo sviluppo cosciente delle sue facoltà e lo sforzo fatto in esso, costituiscono la miglior risposta al Dio Creatore e Redentore.
Considerazioni importanti
Seguendo le norme proposte dalla pedagogia e dalla psicologia attuale, i metodi impiegati debbono continuare ad essere attivi, a prendere lo spunto dall'osservazione e dall'esperienza. L'allievo deve essere capace, in qualche misura, di fare dell'astrazione e della sintesi come risultato di una educazione intesa come processo ininterrotto. È cosa dimostrata che la capacità non ha la dovuta proporzione con il rendimento, nella gran maggioranza degli allievi. Questo squilibrio dimostra che la motivazione, la metodologia e, possibilmente, i contenuti dell'insegnamento sono ancora lontani dal raggiungere il grado di perfezione che ci si può aspettare dallo sviluppo integrale della persona umana.
L'applicazione della metodologia attiva e la pratica di una educazione personalizzata nell'ambiente scolastico non si riducono solo a tecniche e regole ben definite, ma esigono una evoluzione nelle attività più profonde dell'educatore. Questi dovrà avere, in primo luogo, un atteggiamento critico dinanzi alla propria attività scolastica, cosciente del fatto che l'educazione ricevuta non gli facilita il lavoro, ed invece gli offre piuttosto pregiudizi di fronte al nuovo orientamento scolastico. A questa età e mediante i settori e le attività scolastiche, bisogna presentare situazioni, prospettive ed esperienze che facilitano una prima definizione vocazionale dell'allievo. A riguardo di questo, la valutazione continuata insisterà preferibilmente sulla conoscenza delle attitudini, delle inclinazioni e degli interessi dei ragazzi.
CONOSCENZE E ATTEGGIAMENTI DELL'EDUCATORE
L'insegnante, per poter dare un senso profondo al suo lavoro e orientarlo verso mete essenziali e ben determinate, eviterà la dispersione diseducativa di mete che possono divenire totalizzanti (esami, competizione sportiva, gara...) quando dovrebbero esse--re solo traguardi strumentali.
L'insegnante deve conoscere in profondità gli atteggiamenti del ragazzo nei confronti della scuola e le cause che li provocano. Le costatazioni di superficie non sono mai sufficienti, o per lo meno sono rischiose.
L'insegnante deve conoscere molto realisticamente anche se stesso, e prendere coscienza del proprio ruolo, così da poter giungere a conoscere e accettare i suoi allievi per quello che sono, non secondo un ideale precostituito.
Ancora: l'insegnante deve essere cosciente soprattutto nel primo incontro con una scolaresca, dell'impatto che la sua persona avrà con quella degli allievi, e di tutte le conseguenze che ne deriveranno, soprattutto in campo emotivo.
Di qui l'urgenza di conoscenze culturali, di emotività regolata, di coerenza nelle sue azioni. È ovvio che anche la cultura deve oltrepassare ed estendersi al di là della materia che insegna. Potrà cosi distinguere l'essenziale dall'accessorio nel suo stesso insegnamento, e inserirsi in un progetto educativo interdisciplinare.
L'insegnante avrà pure coscienza di essere soltanto un collaboratore nell'educazione. Sono i genitori i responsabili diretti di questa educazione. L'insegnante perciò non deve contentarsi di fare assegnamento su di loro, ma deve coinvolgerli nel lavoro educativo. Cosi egli, per le stesse motivazioni educative, deve uscire dalla sua buona volontà individualistica, per collaborare in profondità con tutta l'équipe educativa corresponsabile dell'educazione, con i singoli organi ed istituti che gestiscono la scuola.
Due nozioni della persona umana
La persona umana, oggi, non è più definita solo con la formula «animale razionale», ma come «organismo intelligente che si attua in un ambiente sociale». La novità di questa definizione si trova nell'«ambiente sociale». Non possiamo immaginarci un organismo vivo senza un ambiente sociale. Strappato dal suo ambiente sociale, l'essere umano muore. Secondo questa definizione, l'intelligenza non è una qualità astratta, ma è situata all'interno di una circostanza, e deve svolgere una parte nelle relazioni che nascono dall'incontro tra l'organismo e l'ambiente.
Due stili di educazione
Se l'uomo fosse solo intelligenza, l'educazione consisterebbe unicamente nel coltivarla, dandole delle idee. L'intelligenza sarebbe un magazzino di idee. Per questo la memoria aveva tanta importanza nell'insegnamento classico, nel quale il processo educativo seguiva questa strada: la società deve trasmettere il proprio patrimonio culturale; questo patrimonio si condensa in idee e conoscenze che, a loro volta, si depositano nei libri, dai libri passano alla testa del maestro e da questa al «deposito» di conoscenze dell'allievo.
Invece se l'uomo è un organismo intelligente in costante interazione con il suo ambiente, risulta che questo favorirà oppure ostacolerà le tendenze attive del soggetto. In questo contesto, le idee si trasformano in schemi di azione per trar profitto delle opportunità offerte dall'ambiente e per superare degli ostacoli. Superando l'ostacolo o risolvendo il problema si acquista esperienza: questa si trasforma in fonte di apprendimento. Imparare equivale a risolvere attivamente dei problemi vitali e non ad accumulare dei dati nella memoria.
Due strutture
Secondo il metodo tradizionale, per coltivare l'intelligenza bisogna insegnare (sopravvalutazione dell'insegnamento). Colui che coltiva o insegna è il professore (protagonista fondamentale dell'insegnamento). Il professore rivela o comunica la verità contenuta nei libri (importanza del testo).
L'attività scolastica poggia fondamentalmente sull'abilità del maestro.
L'allievo, da parte sua, deve stare in silenzio, attento, ben composto, ubbidire (struttura autocratica). Secondo il metodo rinnovato, bisogna offrire opportunità di esperienze affinché si effettui l'apprendimento. Ciò che conta è ciò che fa l'allievo. L'obiettivo consiste nello sviluppare delle abilità per saper imparare, ricercare, comunicarsi, esprimersi, ascoltare, saper discutere e ragionare, e sperimentare, scoprire e svilupparsi in gruppo (struttura democratica).
Due metodologie
Nella scuola del passato predominavano i metodi logici – analisi, sintesi, induzione, deduzione – che si riferiscono direttamente alla ragione, dato che l'uomo è fondamentalmente intelligenza. Nella nuova scuola si considerano anzitutto i diversi momenti del pensiero; però, così come si pensa in quanto si agisce e si risolvono problemi, si usa il metodo scientifico: osservazione, ipotesi, sperimentazione, conclusioni.
Due modi di impostare il fine
Nella mentalità precedente il fine dell'apprendimento lo conosce solo l'educatore. «Perché studio questo?», domanda l'allievo. «Lo saprai», risponde il professore. Vi è così una separazione tra il fine e i mezzi, tra la scuola e la vita. Nella mentalità attuale, l'allievo deve sapere il senso e la finalità di ciò che fa. Il fine guida i mezzi.
Due didattiche
Nella didattica tradizionale la lezione consisteva innanzitutto nel ripetère. Il criterio per stabilire il tempo di durata dell'insegnamento è quello della resistenza e della sopportazione dell'intelligenza e della memoria, della comprensione e della conservazione dei dati. Il contenuto lo costituiscono le differenti materie, ma staccate l'una dall'altra. La realtà rimane così frammentata in settori indipendenti. Per evitare la stanchezza dell'intelligenza o della memoria, si cerca di non mettere due materie «forti» una dopo l'altra; ad ogni modo, si debbono collocare nelle prime ore del mattino, quando la mente è più fresca. Nella didattica attuale, la lezione consiste in sedute di lavoro, che si sostengono secondo criteri temporali, secondo la natura delle attività e di ciò che l'esperienza raccomanda (flessibilità degli orari).
Il contenuto si presenta come possibilità di una serie ininterrotta di esperienze.
Due maniere di imparare
Secondo il modo di pensare tradizionale, la biblioteca è la depositaria di tutto il sapere. L'attività educatrice consiste nell'attingere dai libri le conoscenze e passarle alla mente dell'allievo. Per questo l'esame riveste tanta importanza: bisogna rendersi conto delle conoscenze possedute dall'allievo, benché, in pratica, ci si renda conto soprattutto della sua memoria.
Secondo il nuovo modo di pensare, si cercano procedimenti per vedere se le esperienze si sono cristallizzate in atteggiamenti, in capacità per agire, in possibilità di risolvere nuovi problemi.
Due tipi di aula scolastica
Nella prospettiva tradizionale l'allievo è considerato come un individuo e non come membro di un gruppo. L'osservazione rileva che la scuola è formata da sottogruppi: il maestro intuisce che il suo lavoro non potrà svilupparsi adeguatamente se non scioglie questi gruppi. Una buona scuola è quella nella quale vi è silenzio; solo così il professore può lavorare. Nella nuova prospettiva, è cosa normale che vi sia un po' di subbuglio, ragazzi che parlano allo stesso tempo, movimento e distribuzione irregolare dei banchi. Chi starà in silenzio normalmente sarà l'insegnante, perché coloro che in realtà lavorano sono gli allievi raggruppati.
Due risultati distinti
Nell'educazione tradizionale c'è un cambiamento quantitativo di conoscenze. Nell'educazione moderna si pretende un cambiamento qualitativo nella condotta.
Conclusione
Per un individuo è più importante saper trovare una strada in una città determinata, che conoscerne a memoria tutti i nomi. Questo è ciò che si propone la nuova metodologia educativa. Certamente, per l'educatore è cosa più facile ricorrere al libro –dove c'è già tutto ciò che si deve insegnare –, che organizzare l'ambiente o l'insieme di esperienze che danno la possibilità di crescere e di acquistare nuove abilità e un miglior adattamento alla società attuale e del futuro. Come dicevamo più sopra, c'è uno squilibrio fra la capacità ed il rendimento dei nostri allievi. Con questa nuova mentalità educativa si vorrebbe ridurre questa distanza e trasformare in atto tutte le virtualità dell'educando. Dicevamo però anche che l'educatore non formato fin dalla sua prima infanzia a questa nuova mentalità deve rinnovarsi. Questo rinnovamento interessa gli strati profondi della sua personalità.
Per questo si parla di atteggiamenti e non di tecniche. La partecipazione a corsi di dinamica di gruppo e di rinnovamento pedagogico e didattico, e la riflessione personale, potranno produrre lentamente questo cambiamento interiore.
ORIENTAMENTI METODOLOGICI
È importante capire che tutta la vita della scuola, sia nelle attività scolastiche che parascolastiche, deve essere sorretta dal desiderio di comprensione e accettazione. Il ragazzo deve quindi sentirsi nella scuola come si sente a casa propria, un ragazzo di una famiglia normale.
È necessario che l'insegnante si presenti in ogni momento e in ogni azione come modello sotto l'aspetto umano, sociale e soprattutto cristiano, di modo che tutte le sue azioni ed i suoi atteggiamenti possano essere imitati dai suoi allievi. È necessario che accanto al modello-insegnante, al ragazzo siano presentati molti altri personaggi-modello che incarnino valori, secondo i gusti di quest'età. Già si è accennato al fatto che i ragazzi ragionano in maniera concreta, si occupano di quanto possono percepire coi sensi. Sul piano morale si possono perciò entusiasmare solo con ideali concreti. Essi si appassionano dei divi del cinema e dello sport, ma anche degli eroi delle missioni e dei grandi ideali umani.
L'insegnante deve preoccuparsi che i ragazzi, a livello scolastico o parascolastico, abbiano occasione di realizzare attività nelle quali debbano aiutarsi reciprocamente. Potrà servirsi a questo scopo sia di situazioni che si creano spontaneamente, nella vita di ogni giorno, a scuola o fuori scuola, sia di situazioni provocate volutamente a questo scopo. Vi sia, nell'orario scolastico, del tempo destinato alle attività libere. L'insegnante però aiuti i ragazzi a sfruttare adeguatamente il tempo libero. Ciò suppone la presenza costante e operosa dell'educatore; crediamo più necessaria la presenza e l'attività dell'educatore quando si svolgono attività libere o secondo il metodo attivo di quando si seguono i metodi tradizionali.
Il lavoro di gruppo richiede che l'insegnante conosca la struttura del gruppo e sappia sfruttare bene le doti naturali del capo.
Nel gruppo il ragazzo ha la possibilità di confrontare la propria autovalutazione con la valutazione data dall'insegnante e dagli altri compagni. Ciò serve per ridimensionare i propri punti di vista ed il proprio valore personale e aiuta il ragazzo ad acquistare un senso adeguato della realtà e a superare i resti di ingenuità e di infantilismo delle tappe precedenti.
L'orientamento di ogni scuola cristiana dovrebbe essere quello di portare alla fede. In ciò le lezioni di religione rivestono una particolare importanza. Abbisognano perciò di un metodo moderno ed efficace, che tenga conto sia del progresso nella fede sia della realizzazione della salvezza.
Prendendo lo spunto dalla testimonianza degli educatori, di personalità cristiane, e di celebrazioni dei sacramenti adatte, il ragazzo dovrebbe riscoprire Cristo. L'educatore prenderà come punto di partenza le situazioni vissute o accadute nello stesso ambiente del ragazzo, dando ad esse una risposta cristiana. Farà continuo riferimento alle esperienze di Cristo, cosi come appaiono nel vangelo, considerando le soluzioni che Egli diede in ogni caso ed in ogni situazione. L'educatore eviterà, ad ogni costo, di dare un tono di «lezione» alla catechesi. Sarà cosciente anche del pericolo di legare questa catechesi esclusivamente all'ambito scolastico. Cercherà contatti con gruppi e persone impegnate cristianamente e favorirà esperienze parallele alle attività ed al contesto scolastico. Solo la mentalità cristiana dell'educatore che ha una visione evangelica della vita può favorire la scoperta della presenza di Dio mediante l'azione stessa del ragazzo. Non si tratta di fare lezioni né di comunicare concetti, ma di interpretare e di vivere i fatti di ogni giorno con mentalità evangelica. Richiede ottimismo nell'educatore e capacità di trasmetterlo al ragazzo, soprattutto, dandogli segni di confidenza, comunicandogli la fiducia che si ha in lui, in maniera che si senta stimolato a raggiungere mete superiori.
OBIETTIVI
Conoscere meglio gli allievi
A tale scopo l'educatore si servirà di tecniche formali che dovranno essere affidate allo psicologo della scuola. Lui da parte sua si servirà di tecniche informali. Ne riportiamo alcune fra le più significative:
– L'osservazione diretta e accurata è una delle fonti più utili di informazione, per chi studia la condotta del ragazzo.
– Si tenga tuttavia presente che nessun osservatore è completamente imparziale. Le esperienze passate dell'adulto, i suoi pregiudizi e le sue necessità influenzano in qualche maniera il giudizio su ciò che egli vede in una particolare situazione.
– Un giudizio più equo lo si avrà mettendo a confronto le osservazioni fatte dai singoli insegnanti dell'équipe educativa.
– È importante condurre le proprie osservazioni in ambienti diversi con situazioni diverse, mentre il ragazzo partecipa ad attività diverse. Ci pare esatta la precisazione che Robert Luis Stevenson fa in uno dei suoi saggi: «In ambienti e situazioni diverse la gente non solo sembra, ma è differente». L'allievo timido e silenzioso a scuola può essere un leader accettato e carico di risorse sul campo da gioco. L'allievo intelligente può essere un escluso tra i suoi compagni.
– Un modo di comportamento che si ripete frequentemente per un certo tempo presenta il «quadro» del comportamento tipico. Ma vi è anche un tipo di condotta che è insolita e imprevedibile, e che è assai significativa. È importante pure conoscere la condotta che riflette mancanza di disposizione e incapacità di affrontare la realtà.
– L'osservatore deve cercare di conoscere se stesso, comprendere le proprie necessità personali e le influenze paralizzatrici, tenendone conto come condotta significativa. Riuscirà a capire meglio gli altri.
– Dovrà inoltre descrivere la prospettiva nella quale osserva il ragazzo.
– Perché le osservazioni siano utili e vere l'educatore dovrà essere alquanto preciso nei particolari, nella situazione in cui avviene il fatto osservato. Dovrà badare alla problematica che il ragazzo sta vivendo, all'influenza di terzi nel suo comportamento, nei momenti diversi, di esuberanza, di stanchezza, di crisi. Dovrà distinguere quella che è solo-condotta imprevedibile da quella tipica. Così è necessario che conosca il suo comportamento all'interno della famiglia.
– E, infine, il giudizio in senso educativo, deve provenire da un insieme di elementi osservati per un certo tempo nel confronto fra tutti i membri dell'équipe educativa che vive con i ragazzi. Un giudizio, comunque, che non dovrà mai essere «definitivo».
Sarà utile conoscere il ragazzo anche mediante le sue «produzioni» (lavori scritti di tipo autobiografico, lavori artistici) specialmente su tema libero, che possono esprimere stati d'animo, frustrazioni, ideali, ecc.
Anche gli obbies e gli interessi personali devono essere noti: ma per questo è necessaria una grande libertà di iniziativa. Così si dica per le letture preferite.
Dare a tutti la possibilità di realizzarsi
Anzitutto è da tenere bene presente che il lavoro scolastico non può essere lasciato all'improvvisazione. A distinti livelli – di comunità educativa e di singoli insegnanti
– la programmazione deve essere efficiente e particolare, affinché in ogni momento tutti abbiano abbondante possibilità di attività.
La rosa di attività deve essere vastissima nell'ambito scolastico, affinché tutti, più capaci e meno capaci, trovino la possibilità di realizzare e realizzarsi pienamente. Se una parzialità è ammessa (e doverosa) nella scuola è l'attenzione particolare e paziente per quelli che, per un verso o l'altro, trovano qualche difficoltà. Essi vanno stimolati e incoraggiati affinché si evidenzi quello di cui sono capaci. Ciò richiede una seria e costante attenzione.
Aprire orizzonti e prospettive sul mondo
L'insegnante deve conoscere a fondo la comunità umana nella quale la scuola è situata, per potervi inserire gli allievi, e ciò sotto ogni aspetto.
La scuola non deve isolarsi. Deve cercare la collaborazione con altre istituzioni e centri culturali della zona in cui si trova.
Le tensioni, i problemi locali e di quartiere, devono entrare nella scuola che, assieme ad altre istituzioni, è chiamata a collaborare per la loro soluzione.
Il programma stesso della scuola deve tenere conto di temi riferentisi alle risorse, necessità e problemi locali. Il personale docente partecipa alle attività locali e regionali più significative. Le visite a tutto ciò che è patrimonio locale devono essere assai accurate: musei, mostre, monumenti, natura, industrie, chiese, istituzioni, ecc. Anche le autorità locali vengano tenute in contatto «educativo» con la scuola: siano invitate a parteciparvi con conversazioni, conferenze tipiche, ecc. La scuola deve essere luogo di incontro sociale delle varie componenti il tessuto umano locale: genitori, giovani, gruppi di impegno, ecc., entrino in contatto con gli allievi.
PROPOSTE CONCRETE DI LAVORO PER I RAGAZZI
1. Sviluppo delle capacità di immaginazione, di osservazione, di riflessione, di analisi, di sintesi
Settore del linguaggio
Dotare l'allievo di mezzi espressivi adeguati alla sua esperienza personale mediante:
– organizzazione di dialoghi e di dibattiti;
– far concludere una narrazione, una storia interrotta;
– esercizi di vocabolario;
– far riassumere una spiegazione presentandone lo schema;
– esercizi orali e scritti di difesa della propria opinione;
– studio delle opinioni formulate da altre persone, specialmente mediante i mezzi di diffusione (lettura commentata del giornale, analisi di notizie, ecc.).
Per quanto si riferisce alle lingue moderne:
– avviare degli scambi epistolari con ragazzi di ugual livello culturale di altri paesi;
– favorire scambio di riviste e di stampa con ragazzi del paese la cui lingua si sta studiando;
– progettare, per il tempo delle vacanze, scambi di permanenza in famiglie di ragazzi stranieri.
Settore della matematica
È un fatto che la matematica continua a suscitare in molti ragazzi una vera fobia. Costatiamo che, in questo settore, vi sono degli insuccessi più per un blocco emotivo che per mancanza di capacità. Si trasformerà in educatore quel professore di matematica che riuscirà a infrangere questi blocchi e a far gustare la materia:
– Non darà delle soluzioni fatte, ma aiuterà il ragazzo a trovarle da se stesso.
– Eviterà ad ogni costo il memorizzare con fine a se stesso.
Settore delle scienze naturali
L'insegnamento dovrà essere fondato sulla sperimentazione, in modo che il ragazzo impari in maniera sistematica a osservare, a progettare e a realizzare esperimenti e ad interpretarne i risultati. Sarà utile:
– organizzare passeggiate istruttive, nelle quali l'osservazione della natura abbia una parte eminente;
– raccogliere, come in un piccolo museo, insetti, piante, minerali, con le opportune indicazioni e caratteristiche (nomi, utilità, luogo di vita...);
– orientare la naturale inclinazione alle collezioni (cartoline, francobolli, ecc.) verso una precisa e intelligente organizzazione del materiale;
– proiettare diapositive, documentari e film che aiutino a osservare la natura;
– praticare esercizi di laboratorio, adatti all'età e realizzati dagli stessi ragazzi.
Settore dell'educazione ed espressione artistica
Se in qualche settore si esige un clima di spontaneità e di libertà, è proprio quello dell'espressione artistica; l'improvvisazione, la creatività e la sensibilizzazione artistica, esigono uno stato di serenità e di libertà interiore:
a) Musica e drammatizzazione
Si favorisca l'attività psicodinamica in gruppo mediante:
– espressione di sentimenti, stati d'animo, ecc., con un gesto corporale globale;
– interpretazione, con uno strumento, di sentimenti, sensazioni;
– drammatizzazione improvvisata, includendovi la voce come elemento sonoro: verbalizzazione, grida, rumori, onomatopee, ecc.
Si avvii il ragazzo all'interpretazione individuale e in gruppo mediante:
– canto all'unisono e a due voci;
– cori parlati;
– partecipazione a piccoli gruppi strumentali;
– insegnare a caratterizzare mediante il gesto animali, piante, persone;
– rappresentare mediante il mimo situazioni particolari della loro vita;
– allestire insieme un piccolo lavoro teatrale.
Si stimoli il ragazzo alla creazione individuale e in gruppo mediante:
– drammatizzazione libera di situazioni immaginarie;
– drammatizzazione libera di situazioni quotidiane;
– invenzione di tracce e di testi teatrali.
In tutte queste attività non si deve ricercare la perfetta imitazione del modello proposto né l'opera rifinita e completa, ma basta offrire una possibilità di espressione e creazione personale.
b) Espressione plastica
In questo settore e in questa tappa, la cosa fondamentale non sono le conoscenze artistiche, ma la comprensione e l'espressione estetica. Essa va favorita mediante:
– esercizi di percezione e rappresentazione dell'elemento visivo: osservazione e rappresentazione del movimento nella figura umana ed in quella animale;
– analisi delle strutture esterne (volume, forma, colore, conformazione);
– esercizi di espressione libera con iniziazione alla rappresentazione immaginativa su testi, temi, ritmi, opere d'arte;
– visite a musei, esposizioni e luoghi di interesse artistico;
– identificazione di alcune opere importanti dell'arte universale;
– uso di tecniche bidimensionali: stampe, collage, mosaici; e tridimensionali: modellare, costruire scenografie, maschere, burattini, ecc.
c) Educazione tecnica
Per avviare il ragazzo all'educazione tecnica sarà importante:
– esaminare oggetti, pezzi o apparecchi e studiarne le possibili funzioni...;
– scegliere, tra diversi materiali (legno, cartone, sughero, materie plastiche, lamine metalliche), i più adeguati per costruire un pezzo o un oggetto determinato;
– progettare la costruzione di un utensile per un preciso lavoro;
– interpretare disegni, piante, piani e «modelli»;
– visitare fabbriche, laboratori, mercati, centri di artigianato, scuole di formazione professionale, e riassumere, per iscritto e graficamente, ciò che si è osservato.
2. Acquisizione di conoscenze fondamentali, che familiarizzino l'allievo con la realtà e con il mondo naturale e sociale che lo circonda
I contenuti di ognuno di questi settori si propongono, per l'appunto, questa acquisizione di conoscenze di base, cercando sempre una miglior comprensione ed un contatto più reale con l'ambiente naturale e sociale.
Settore del linguaggio
a) Espressione orale
Anche il proprio esprimersi può essere perfezionato. Perciò sarà utile:
– registrare la propria voce e analizzare le sue qualità foniche: articolazione, intonazione;
– esprimere il pensiero ad alta voce;
– distinguere tra i modi di espressione propri della lingua parlata e alcune formule tipiche della lingua scritta;
– impegnarsi costantemente nella correzione delle forme dialettali;
– far corrispondere l'intonazione a ciò che si vuole esprimere;
– abituarsi alla tecnica del dibattito e del dialogo.
b) Letture
Per introdurre alla conoscenza della letteratura e allo scopo di familiarizzarsi con temi di attualità e di interesse generale, sarà bene che il ragazzo e l'insegnante leggano e commentino testi letterari e non letterari.
c) Espressione scritta
Sono varie le iniziative che si possono proporre e attuare:
– redazione di lettere;
– composizione su temi diversi;
– redazioni di rapporti, di memorie;
– composizioni in stile diverso (giornalistico, poetico, descrittivo).
d) Lessico e semantica
Sarà utile qualche esercizio che faccia notare:
– il valore della parola isolata e nel suo contesto;
– i cambi di significato delle parole;
– la formazione delle parole.
e) Lingua moderna
– Evitare un insegnamento con obiettivi parziali, come: imparare una lingua per leggerla o per scriverla. Si cercherà fondamentalmente di creare una conoscenza che porti ad ascoltare, parlare, leggere e scrivere ad un tempo.
– Il vocabolario la sintassi e la pronuncia devono acquistarsi allo stesso tempo all'interno di situazioni attive: con mezzi audiovisivi, con una costante pratica di ripetizione, associando il suono, la visualizzazione e i simboli scritti.
– Evitare la presentazione astratta di regole grammaticali.
– Il vocabolario si presenterà strutturato in frasi semplici che facciano allusione alla vita reale.
Settore sociale
Perché l'allievo si familiarizzi con il mondo sociale in cui vive l'insegnante dovrà:
– prendere come punto di partenza fatti reali e recenti, oppure riportare a situazioni attuali i fatti o le situazioni passate che si studiano.
– Nei giudizi espressi dai ragazzi, l'insegnante deve afferrare i pregiudizi e i modi di mettere a fuoco gli avvenimenti, sia della famiglia che dell'ambiente socio-culturale nei quali si svolgono. Dovrà essere prudente per non problematizzare né far sorgere inutilmente situazioni di conflitto; eviterà però di assumere un atteggiamento neutro e passivo dinanzi alla deformazione di dati e di avvenimenti.
– Non coarterà il pensiero dei suoi allievi, accettando la possibilità di una disparità di pareri, senza lasciarsi condizionare da stati emotivi.
Settore della matematica
La matematica non è, come spesso ritengono molti allievi, un qualcosa di astruso e di arido. Colui che insegna deve fare in modo che non sia così.
– L'insegnante darà delle applicazioni pratiche, utilizzerà dei dati accessibili all'esperienza e alla vita. Darà a conoscere gli obiettivi generali e concreti della materia che si studia.
– Il ragazzo di questa età si domanda spesso: «A che cosa serve tutto questo?». Non trovare una risposta può portarlo ad atteggiamenti di passività e di rifiuto.
Settore delle scienze della natura
Si deve mirare a orientare e sviluppare negli allievi un atteggiamento di curiosità di fronte al mondo che li circonda: il mondo vegetale, il mondo animale, l'energia, le sue forme ed i suoi cambiamenti.
– Il ragazzo dovrà comprendere le implicazioni sociali di questo settore, tali come l'alimentazione, la salute pubblica, la tecnica, le vie di comunicazione, ecc.
– Il ragazzo deve saper identificare e maneggiare il materiale elementare di laboratorio e prendersi cura della sua pulizia e conservazione.
– Compilerà un quaderno di dati di laboratorio e apprenderà a esprimere i risultati scientificamente, con schemi, grafici e diagrammi.
3. Sviluppo di atteggiamenti, abitudini e valori religiosi e morali
Sono diversi gli obiettivi a cui deve tendere l'educatore: ne parleremo più diffusamente parlando di «Dio». Per ora basti un accenno schematico.
– Insegnare ai ragazzi a scoprire, alla luce del Vangelo, la realtà che si trovano nel mondo, però in maniera più disincarnata che nelle tappe anteriori, così come il ragazzo comincia a sentire le cose.
– Aiutarli a trovare in se stessi gli elementi positivi e negativi che sono nello sviluppo della loro personalità e dar loro un'interpretazione di essi alla luce del Vangelo.
– Far scoprire nei tre campi (scoperta dell'io, scoperta degli altri, scoperta del mondo) delle vie che lo avvicinano a Dio.
– Mediante le forme di amicizia e di incontro personale con gli altri, giungere all'incontro con Gesù Cristo come persona.
– Portare all'accettazione e interiorizzazione della propria realtà cristiana, con i suoi impegni e le sue esigenze.
– Formare i ragazzi al giusto uso della libertà, all'accettazione del piano di Dio sopra di essi e sopra il cosmo, prendendo coscienza della necessità di accettare la volontà di Dio nelle sue diverse manifestazioni come «segno» dell'accettazione dell'«alleanza».
– Rispettando l'indipendenza della realtà temporale, aiutare il ragazzo a scoprire l'arricchimento che deve trovare nell'altro, e il significato delle altre vocazioni che suppongono la rinuncia alla vita matrimoniale per ideali superiori di servizio a Dio e al prossimo.
– Aiutare il ragazzo a scoprire le diverse funzioni che può fin d'ora svolgere come membro della comunità cristiana.
– Creare nei ragazzi la coscienza di essere membri della Chiesa come popolo di Dio che continua, qui in terra, la missione di Cristo glorioso, e che realizza il suo pellegrinare verso il Padre con Cristo, mosso dallo Spirito.
4. Sviluppo della capacità di valutazione e di espressione estetica e della capacità di gustare le creazioni artistiche
L'espressione corporale, la danza, la drammatizzazione, la mimica, la musica, il ritmo, le arti plastiche, le arti manuali ed applicate, costituiscono il contenuto di quest'area.
– Saranno piste di costante iniziativa e attività nella vita scolastica quotidiana, sotto il punto di vista del settore musicale e della drammatizzazione: l'agilità e flessibilità corporea, l'equilibrio e il senso dell'orientamento, lo sviluppo della sensibilità uditiva, lo sviluppo della voce, lo sviluppo del senso del ritmo, la capacità di concentrazione e interiorizzazione, la comprensione cinematografica, il maneggio di strumenti musicali elementari, ecc.
– Nell'espressione plastica, vi sono anche molteplici possibilità: libera espressione di linee, di macchie e forme, cartelloni murali, espressione del ritmo mediante la forma ed il colore, esercizio di illustrazione su narrazioni astratte con libertà di tecnica, illustrazioni di testi letterari...
– In quanto all'educazione tecnica sarà opportuno favorire diverse attività: montare e smontare giocattoli, apparecchi meccanici ed elettrici, costruire semplici apparecchi di cui servirsi nello studio delle scienze, rilegare libri, costruire figure con del fil di ferro, costruire mosaici con piccole pietre, preparare colle, pitture e vernici, eseguire lavori con placche metalliche, scrivere a macchina, ecc.
5. Acquisizione di abitudini e tecniche strumentali di apprendimento, studio e lavoro personale
Abbiamo parlato della sproporzione che sussiste tra le capacità di un ragazzo e il suo rendimento effettivo. Tra le cause dello scarso rendimento di molti studenti, bisogna segnalare quella della mancanza di metodo.
Il ragazzo deve lentamente abituarsi ad organizzare la propria vita. È un suggerimento che l'educatore deve dare ai suoi allievi. Insisterà su aspetti elementari:
– Ora di alzarsi.
– Puntualità a scuola.
– Tempo giornaliero fisso dello studio.
– Isolamento, per concentrarsi meglio.
– Condizioni adeguate del luogo destinato allo studio (luce, spazio, tavolo...).
– Usare adeguatamente il materiale di consultazione.
– Far ricorso all'insegnante nei dubbi e nelle difficoltà.
– Tenere in ordine libri, quaderni, materiale di uso personale.
– Distribuire opportunamente il tempo di svago e di riposo, ecc.
Vi sono altri aspetti che non sono tanto elementari e che richiedono un'applicazione speciale:
– Fare riassunti e schemi.
– Prendere appunti di ciò che si ascolta o si legge.
– Quando studiare da solo o in gruppo.
– Metodi di lettura rapida, ecc.
Non è necessario dedicare tempo speciale per insegnare a studiare e a lavorare. Ogni professore, nel tempo dedicato alla sua materia, può suggerire individualmente e collettivamente delle tecniche e dei modi di studiare. C'è di più. In determinate materie, la didattica esige, implicitamente, una vera metodologia di studio. Così, per esempio, il professore del settore delle lingue insisterà continuamente sulla lettura meccanica e comprensiva, sull'acquisizione di vocabolario, sulla buona espressione orale, sulla scrittura, sui commenti ed analisi del testo. Ogni allievo che domina queste tecniche è in condizione di effettuare un buon apprendimento.
Una novità editoriale le «schede» di «ragazzo: uomo in costruzione»
È stato editato dalla LDC un valido sussidio per educatori, insegnanti che prestano la loro opera tra i preadolescenti.
Comprende 30 schede di grande formato (cm 20x26) variamente colorate e illustrate, da consegnare ad ogni ragazzo per orientarlo a capire e vivere bene la propria vita.
Partono dall'esperienza del ragazzo, lo interessano stuzzicando la sua curiosità e creatività e lo aiutano a «ragionare sulla vita» e ad «agire da vera persona umana». Ogni scheda comprende 4 oppure 8 pagine in cui le varie illustrazioni sono accompagnate da quiz, piste di ricerca e di discussione, proposte di attività. Le schede sono divise in due blocchi. Le prime 15, per ragazzi-ragazze dai 10 ai 12 anni sono un sussidio che segue le linee programmatiche di Ragazzo: uomo in costruzione 1, LDC. Le seconde 15 per ragazzi-ragazze di 13-14 anni, seguono le linee programmatiche di Ragazzo: uomo in costruzione 2, LDC.
ARGOMENTI DELLE SCHEDE
I° blocco di schede: Ragazzo: uomo in costruzione 1
1. Un rapimento volontario (la tua età scolastica)
2. La lotta di ogni giorno (la scuola)
3. Vale più delle cose la gente (le persone che vivono intorno a noi)
4. La cosa più bella del mondo (l'amicizia)
5. La tua casa non sono i muri (la famiglia)
6. Cartellino o.k. (il nostro corpo)
7. Cortesia, una virtù scomoda (buona educazione)
8. Le cose sono importanti (le cose)
9. Scoprire la città, costruire il quartiere (la partecipazione)
10. Il volto dell'invisibile (la vita «dentro di noi»)
11. La tua vita cristiana (la fede)
12. Anche giocando si costruisce (sport)
13. Ciack! Si gira (cine Tv)
14. Uomo senza opinione (letture-informazioni)
15. Vacanze (tempo libero)
II° blocco di schede: Ragazzo: uomo in costruzione 2
1. Conto alla rovescia (perché vado a scuola?)
2. Un amico non è uno qualunque (crescere nell'amicizia)
3. I magnifici... (vita di gruppo)
4. La gioia di crescere (le novità che sbocciano in te)
5. Ragnatela (i sentimenti, l'emotività)
6. Candidato alla vita (che cosa fare nella vita)
7. Via Verdi 26, terzo piano (partecipazione alla vita di famiglia)
8. L'unione fa la forza (comunità educativa)
9. Cercatori di Dio (il problema di Dio)
10. A te la parola (che vuol dire «essere cristiano»)
11. Raggio di sole (la nostra coscienza)
12. Un podio per l'uomo (problemi sociali)
13. Oggi è festa (la domenica)
14. Scegli il tuo canale (critici davanti ai mass-media)
15. Vacanze (il tempo libero).
Queste schede sono state elaborate secondo un progetto psico-pedagogico scientifico, che si basa sulla teoria della personalità di Rogers. Sono state realizzate in Spagna e rielaborate in Italia da T. Bosco e B. Ferrero.
Il «progetto globale» per una pastorale dei preadolescenti è esposto in due volumi che contengono la parte psicopedagogica, presentano le mete e gli obiettivi, offrono soluzioni metodologiche.
Le «schede di lavoro» sono accompagnate da due «fascicoli guida» che preparano l'educatore agli incontri in cui il ragazzo lavorerà con le schede.