Armando Santinato
(NPG 1979-08-47)
Orientare, perché il lavoro esige sempre più persone qualificate
La gravità della situazione economica italiana con le sue ripercussioni negative sul piano dell'occupazione desta serie preoccupazioni. Secondo l'ISTAT in Italia nel 1.978 erano in cerca di occupazione 1.544.000 persone.
Se passiamo al mondo giovanile, la situazione diventa ancor più drammatica. Nel solo Piemonte, dove per altro il quadro non è così preoccupante come in altre regioni italiane, secondo l'inchiesta Federpiemonte-Doxa, ott.-nov. 1977, la popolazione piemontese tra i 15 e i 29 anni registrava su 872.000 giovani, 41.000 disoccupati in attesa di prima occupazione. La cifra riportata supera ampiamente quella dei 30.000 iscritti nelle liste speciali della legge Anselmi (legge n. 285 del 1977). Tale cifra inoltre corrisponde ad un anno di turnover (per pensionamenti, ritiri, decessi) della popolazione attiva globale (45.000 unità).
Come rimpiazzare i posti liberi lasciati dal turnover? È necessario trovare nel mondo del lavoro figure professionali qualificate. La preparazione di tali figure non è affidata al caso, ma è il risultato di una tempestiva azione di orientamento, di scelte adeguate e di una seria formazione tecnica.
Assolvono a questo compito strutture formative adeguate, quali ad esempio, i Centri di Formazione Professionale, che permettono un inserimento a breve e medio termine nel lavoro e garantiscono una massima probabilità di occupazione. In particolare l'inchiesta Doxa non registra disoccupati fra i giovani provenienti dai centri di formazione professionale per l'industria.
La conoscenza dei fabbisogni di lavoro qualificato a breve termine, l'individuazione delle figure professionali necessarie per l'espletamento dell'attività produttiva sono dunque conoscenze fondamentali per l'impostazione di piani di formazione professionale e per l'opera di orientamento dei giovani. L'educatore dovrà dunque:
– facilitare la presa di coscienza dell'individuo;
– adeguare studi e professione al quadro socioeconomico.
Solo così potrà contribuire:
– allo sviluppo integrale della personalità;
– al progresso sociale.
Obiettivi a cui tendere
Gli obiettivi del nostro concetto di orientamento risultano pertanto così sintetizzabili:
– aiutare i ragazzi perché comprendano il valore e l'importanza del lavoro;
– portarli alla conoscenza delle attività lavorative nel loro complesso e in particolare di quelle più rispondenti alle esigenze di mercato;
– indurli a riflettere sul denominatore comune di tutte le professioni;
– fornire loro una seria preparazione già impostabile a livello di scuola dell'obbligo;
– renderli disponibili ad adattarsi ad un ambiente di lavoro che richiede comunque spirito di sacrificio, pazienza nell'attesa di risultati e impegno per conseguirli.
Dopo la III Media: scuola o lavoro?
Nella nostra società nessuno dovrebbe pensare di ritenersi esonerato dal lavoro. D'altra parte la professionalità richiesta impone una formazione che in tutti i casi ha da fare i conti con la preparazione scolastica. L'unica questione è quella di tempo: occorrono tempi lunghi, se si seguono quegli studi che, per permettere l'inserimento nell'attività produttiva, richiedono il passaggio attraverso l'università; i tempi invece diventano brevi, se l'avviamento al lavoro avviene attraverso i centri di formazione professionale.
Schematicamente l'orientamento si articola così:
ORIENTARSI
– Per inserirsi nella società;
– Per inserirsi nel mondo del lavoro.
SITUAZIONE DI PARTENZA: III media.
POSSIBILITÀ: Scuola o lavoro?
Per entrare responsabilmente nella società bisogna comunque studiare.
Ai fini dell'orientamento è importante rilevare come l'artigianato, soprattutto quello artistico, offra la massima possibilità di sviluppo delle proprie capacità personali e di affermazione della personalità.
– Qualifiche carenti nell'artigianato sono: installatori e manutenzione di impianti idro-termo-sanitari ed elettrici, soprattutto per interventi d'urgenza.
– Nell'artigianato artistico in particolare: lavorazione del vetro (vetri cattedrali, vetri sfumati, decorazione bicchieri...), ferro battuto.
VERIFICARE: Requisiti, strutture formative, risorse di tempo.
SCELTA
– Per tempi brevi: CFP, IP;
– Per tempi lunghi: LICEI, UNIVERSITÀ.
In tutti i casi il traguardo comune è l'inserimento nella società e nel mondo del lavoro; perché questo avvenga è necessario prendere in esame alcune variabili:
– Requisiti personali;
– Opportunità socioeconomiche;
– Esigenze e disponibilità familiari;
– Confronto fra le risorse personali, le proprie aspirazioni e le richieste di mercato;
– Le opportunità formative presenti nel territorio.
Occhi sul mercato
Innanzitutto occorre prendere in esame la realtà dell'ambiente nei suoi vari aspetti:
– cultura
– struttura economica
– mercato del lavoro.
1. Industria e artigianato
Nonostante la situazione difficile per l'occupazione, l'industria incontra difficoltà a reperire operai specializzati.
Le qualifiche più richieste e più difficili da trovare sono quelle tradizionali come manutenzione e attrezzeria che riguardano tutti i settori industriali.
2. Agricoltura
In agricoltura sono in espansione i settori di Specializzazione colturale: ortocultura di grande consumo, frutticoltura, pioppicoltura...
Si constata una maggiore propensione verso l'indirizzo zootecnico.
3. Terziario
È questo un settore complesso, in cui nel solo Piemonte lavorano 700.000 persone.