Luca Peyron
(NPG 2017-06-45)
Questo dossier – speriamo ricco e opportuno per i lettori di NPG e incoraggiante per chi voglia provare a mettersi maggiormente in gioco rispetto alla pastorale universitaria e alla pastorale con gli universitari – non chiude il percorso, ma intende rilanciarlo.
Se nel dossier si è cercato di porre alcune basi teologiche, pastorali e di visione di insieme, è necessario che vi sia anche la condivisione di riflessioni ed esperienze ulteriori che entrino maggiormente nel dettaglio. Per questa ragione lungo tutto l’anno ci si incontrerà sulle pagine della rivista con un focus specifico che toccherà alcuni punti nodali della pastorale universitaria mettendo in evidenza soprattutto le voci sul campo. Nello spazio cartaceo della rivista ascolteremo le riflessioni di chi agisce giorno per giorno nelle nostre università e sul territorio, mentre nello spazio digitale sul sito di NPG verrà data voce alle persone, alle esperienze, all’impatto che la pastorale universitaria ha nella vita concreta dei soggetti. L’effetto sperato è quello di un vicendevole rimando tra rivista e sito web che crei una sorta di interesse circolare che metta in gioco con gli strumenti analogici il mondo digitale e con quelli digitali il mondo analogico ossia i soggetti che abitano con preferenza l’uno e l’altro, i millenials e gli educatori.
In maniera indicativa articoleremo il nostro discorso innanzitutto attraversando l’Italia che, come sappiamo bene, è lunga e larga (oltreché bella!). Le esperienze di cappellania universitaria sono molto diverse se mettiamo a paragone Milano e Reggio Calabria, le isole piuttosto che diocesi con numeri di studenti più contenuti. Affronteremo poi il tema delle residenze universitarie e più in generale della condizione degli studenti fuori sede, vero patrimonio di giovani in continuo movimento e gli strumenti di welfare universitario. Sarà nostra cura poi addentrarci in alcuni nodi centrali e strutturali della pastorale universitaria come il rapporto con la cultura, la spiritualità dello studio, i rapporti con le facoltà teologiche e le università cattoliche. Per concludere con il necessario rapporto con il territorio sia dal punto di vista ecclesiale – parrocchia, associazioni, movimenti, congregazioni - che civile e dunque i legami con le istituzioni locali a quelle universitarie.
Con quanti hanno pensato e stanno lavorando a questi percorsi, condividiamo il desiderio di una narrazione che possa essere effettivamente coinvolgente e sappia così rendere conto di una dimensione pastorale certamente specifica, ma molto meno di quanto si pensi. La pastorale universitaria infatti, giova qui ricordarlo guardando al futuro, è in qualche modo custode di alcune modalità di stare con i giovani e di lavorare per i giovani che può essere patrimonio condiviso. Spesso il nostro progettare e agire pastorale è caratterizzato da alcune precomprensioni e da un lavoro che non di rado è a compartimenti stagni: le finestre che tenteremo di aprire con la Rubrica dedicata alla pastorale universitaria, possono invitare qualunque operatore ad affacciarsi in modo nuovo sulla realtà chiedendo non tanto che si imitino effettive azioni o strumenti, quanto piuttosto che vi sia quella contaminazione di idee e di direzioni di pensiero capaci di rispondere nel locale ai bisogni effettivi delle persone concrete che noi tutti, nei tanti ruoli che ci vengono affidati dalla Provvidenza, ci troviamo ad avere.