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    «Quello in cui tutti crediamo

    è l'amore»

    Classe III B del Liceo Scientifico «Leonardo Da Vinci» di Firenze

    IIIB testimonianze

     


    Gli studenti della classe III B del Liceo Scientifico «Leonardo da Vinci» di Firenze, coordinati dal prof. Stefano Zani, riflettendo sul tema della spiritualità, hanno voluto ribadire (contrariamente a ciò che pensano spesso gli adulti i quali, senza giustificato fondamento, giudicano in blocco i giovani come apatici e superficiali) che molti sono gli ideali in cui essi si riconoscono e che li aiutano ad affrontare la quotidianità con uno sguardo produttivamente e positivamente rivolto al futuro.


    Nota metodologica del professore
    Dall’io al noi
    Per redigere il testo dell’articolo “Quello in cui tutti crediamo è l’amore” abbiamo seguito una procedura che si rifà al metodo milaniano della scrittura collettiva, nel quale si passa dall’enucleazione di ciò in cui ciascuno crede in base alle proprie gerarchie personali, secondo la massima agostiniana dell’ordine dell’amore (“ordo amoris”) alla formazione di una coscienza comune di ciò che condividiamo con gli altri. Più concretamente, per passare dall’io al noi, abbiamo proceduto anzitutto a enumerare individualmente la propria gerarchia delle cose in cui crediamo. Poi siamo passati a un confronto con le gerarchie degli altri e alla graduatoria degli indici di gradimento di ciascuna voce in base alle preferenze espresse. Si è proceduto poi alla divisione in gruppi per la discussione di ciò che era condiviso. Infine si è passati a formare un gruppo di sintesi che ha tirato le fila del lavoro di tutti. Dopodiché si è redatto e discusso il testo finale.


    Giovani senza ideali?

    Quando sentiamo parlare di noi ragazzi, veniamo spesso descritti come senza ideali, svogliati, ma siamo sicuri che sia così? Ci siamo messi a confrontare i nostri ideali, le nostre credenze, e dopo lunghe riflessioni siamo giunti ad una serie di considerazioni.
    Crediamo fermamente nell'importanza della presa di posizione, e che sia un principio di base nella vita di tutti quanti, la reputiamo fondamentale per uno sviluppo e una crescita interiore, poiché ogni volta che ci guardiamo indietro e volgiamo lo sguardo alla storia passata, notiamo che molti errori sono stati commessi a causa dell'ignoranza e dell'indifferenza, che hanno portato solo alla distruzione. D'altronde le decisioni importanti andrebbero portate avanti insieme, poiché in gruppo la nostra voce è più forte, proprio per questo crediamo nella necessità di coltivare relazioni che non siano improntate esclusivamente a soddisfare il piacere temporaneo, ma che siano piuttosto fondate sulla curiosità e l'apertura verso gli altri; poiché queste portano all'arricchimento di noi stessi tramite esperienze formative, spesso mosse da passioni.
    Ma il primo passo per stare bene con gli altri è stare bene con se stessi, dunque crediamo nell'amor proprio. Purtroppo, oggi, con l'avvento dei social media, l'apparenza è diventata sempre più importante, e spesso fondiamo i nostri canoni su standard irreali, facendo fatica ad accettare le nostre caratteristiche che talvolta ci rendono unici. Come dire che spesso si adottano stereotipi coi quali si fa violenza a se stessi. Dovremmo dunque amarci per quello che siamo, accettare la nostra unicità, perché è proprio questa che ci distingue; il nostro corpo ogni giorno lavora incessantemente per tenerci attivi e in vita, non dovremmo mai screditarlo.
    Un altro paletto importante sono i sogni e le passioni in cui crediamo fermamente e che ci spingono ogni giorno ad alzarci dal letto, e sono proprio questi che ci fanno uscire dalla nostra comfort zone, e ci portano ad esplorare, a metterci in gioco. E in un mondo così confuso abbiamo bisogno di certezze; proprio per questo crediamo nella scienza, perché la razionalità e la logica propria delle discipline scientifiche devono essere dei pilastri per la società e aiutarci ad orientare i nostri comportamenti.
    C'è poi un concetto in cui noi tutti crediamo ma che interpretiamo differentemente: l'amore. È infatti questa la forza che muove il mondo intero, ma tutto quello di cui abbiamo parlato non sarebbe possibile senza il valore in cui crediamo maggiormente: la libertà. «Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza».
    Questo recita il primo articolo della Dichiarazione universale dei diritti umani, un documento sui diritti individuali e collettivi approvato dall'ONU nel 1948.
    Noi abbiamo avuto la fortuna di nascere in un contesto e in un periodo storico nel quale la libertà ci è garantita dalla legge; l'esercizio della libertà si ferma solo davanti alla possibilità di esercitare la libertà da parte dell'altro; ma non c'è bisogno di sfogliare un libro di storia per sapere cosa si prova a non averla.


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    p a g i n A


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