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    Maria, prega per noi

    Walter Kasper

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    Dopo aver parlato brevemente dei dogmi mariani, dobbiamo affrontare un'ultima questione. Maria non è soltanto un personaggio storico, anche se è una persona importante nella storia della salvezza. Maria assunta nella gloria celeste non se n'è andata, ma è presente. Come madre di Gesù Cristo, il capo della Chiesa, è anche la madre della Chiesa, il corpo di Cristo, la madre deí fratelli e delle sorelle di Gesù, la madre di tutti i cristiani e di tutti gli uomini. Questa maternità di Maria fu creduta già nei primi secoli. La preghiera più antica che conosciamo è la famosa: Sotto la tua protezione.
    Già i primi cristiani erano convinti che nella gloria celeste Maria si occupa dei suoi figli in modo veramente materno. Per questo noi possiamo invocarla in tutte le situazioni di bisogno, di difficoltà e particolarmente quando la Chiesa è in pericolo. In Germania abbiamo molte immagini della Madonna che protegge i cristiani sotto il suo manto.
    Maria ha – come abbiamo visto – una vicinanza particolare a Cristo e alla sua opera salvifica durante tutta la sua vita, fino alla morte in croce. In un certo senso possiamo dire che ella partecipa anche al suo ruolo di mediatore della grazia. Ma dobbiamo essere prudenti: Maria non è mediatrice nello stesso senso di Cristo, che è l'unico mediatore tra Dio e gli uomini (cf. iTm 2,5ss). Maria è mediatrice solo in forza e in partecipazione alla mediazione di Cristo. Il concilio Vaticano II dice: «Ora la funzione materna di Maria verso gli uomini in nessun modo oscura o diminuisce quest'unica mediazione di Cristo, ma ne mostra l'efficacia. Poiché ogni salutare influsso della Beata Vergine verso gli uomini non nasce da vera necessità, ma dal beneplacito di Dio, e sorge
    dalla sovrabbondanza dei meriti di Cristo, si fonda sulla mediazione di lui, da essa assolutamente dipende e attinge tutta la sua efficacia; non impedisce minimamente l'unione immediata dei credenti con Cristo, anzi la facilita» (Lumen gentium, n. 6o).
    I riformatori del XVI secolo hanno rifiutato la preghiera a Maria e ai santi. Hanno accettato il fatto che Maria è un esempio di fede e di vita cristiana, ma non un'interceditrice. Secondo loro non bisogna – come dicono –giungere a Cristo e al Padre con una deviazione, tramite Maria.
    La concezione cattolica è centrata sulla comunione dei santi. «Santi», nel senso del Nuovo Testamento, non sono solo i santi canonizzati e che si trovano nel calendario liturgico. «Santi» sono tutti i battezzati, tutti coloro che sono santificati e partecipano insieme alla stessa fede, alla stessa vita e alla grazia di Cristo, allo stesso Spirito Santo, e che costituiscono dunque una comunione. Questa comunione trascende la vita naturale e terrestre, non finisce con la morte, ma – poiché è partecipazione alla vita eterna –dura anche nella gloria celeste. Così noi che viviamo sulla terra restiamo legati ai defunti e particolarmente ai santi, che sono presso Dio.
    Con la fede nella comunione dei santi quest'affermazione acquista un ulteriore significato. Anche noi siamo già iscritti nel mondo nuovo che verrà. La Lettera agli Ebrei esprime questo pensiero in modo molto bello: «Voi invece vi siete accostati al monte Sion, alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e a migliaia di angeli, all'adunanza festosa e all'assemblea dei primogeniti i cui nomi sono scritti nei cieli, al Dio giudice di tutti e agli spiriti dei giusti resi perfetti, a Gesù, mediatore dell'alleanza nuova» (Eb 12,22-24). Essere con Maria significa appartenere al mondo futuro ed essere iscritti già da adesso nella liturgia eterna davanti al trono di Dio.
    È molto significativo che l'appendice al testo biblico dell'Ave Maria ribadisca tale dimensione escatologica: «Santa Maria, madre di Dio, prega per noi peccatori adesso e nell'ora della nostra morte». Quest'appendice è un riassunto di tutta la preghiera a Maria: preghiamo Maria affinché ci aiuti a entrare nella gloria escatologica cui lei già partecipa. Maria dunque non è solo segno, ma anche strumento della speranza. Maria ci dice: questa non è una speranza e un'attesa vuota e vana, non è un'illusione, una pura proiezione dei nostri desideri, ma nella fede è una realtà, perché Dio è fedele al suo popolo, a ogni essere umano e a tutte le sue creature.
    Sono convinto che proprio oggi, in un tempo che ha perduto la speranza e si accontenta delle piccole cose e gioie di ogni giorno, abbiamo bisogno di una speranza che faccia coraggio, che dia pazienza e magnanimità, per le cose grandi e per i desideri più profondi della nostra anima. Senza speranza nessuno può vivere, nessun individuo, nessun popolo, neanche la Chiesa e nessuna comunità religiosa. Abbiamo bisogno di Maria come segno e strumento di questa speranza. «Santa Maria, prega per noi, adesso e nell'ora della nostra morte».

    (da: Meditazione su Maria, EDB 2018, pp. 45-49)


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