Un "canone" letterario
per i giovani oggi
Rubrica della NL di NPG
A cura di Luigi Preziosi
Una premessa
Che cosa chiediamo a un romanzo?
La bellezza, senza dubbio.
Una bellezza che sia “attiva”, che ci parli, ci interroghi e schiuda per noi visioni del mondo che non conosciamo o ce le mostri diverse da come le abbiamo immaginate. Un romanzo è quindi letteratura quando, una volta terminata la lettura, siamo, anche in misura infinitesimale, diversi da prima. Coincide allora con un’esperienza personale, e sostiene il nostro formarci, in tutte le età della vita, ma, evidentemente, soprattutto in quella giovanile. Così la letteratura, esperita nel romanzo, diventa anche mezzo di conoscenza. Di noi stessi e del mondo in cui viviamo, visto attraverso le lenti graduate dalle singole vicende personali di ognuno.
Che un romanzo abbia, in misura più o meno ampia, e con variabile consapevolezza dell’autore, questa capacità di proporre durevoli verità sul nostro esistere, incidendo positivamente sull’impegno di comprensione della realtà che ogni giorno ci sollecita, è, con buona approssimazione, garantito dalla sua appartenenza ad un canone, che appunto, per essere tale, si caratterizza per “i valori identitari che danno forma alla comunità e a ogni soggetto che ne fa parte. Non solo quelli estetici, ma anche quelli etici, l’ideale dover essere, e spesso, il tragitto di formazione che definisce i tratti dell'appartenenza alla comunità” (Treccani). Ed è proprio in particolare su questi ultimi aspetti che concentreremo l’attenzione, indagando su alcuni romanzi che del canone novecentesco italiano fanno parte, evidenziandone le potenzialità di suscitare intelligenza e passione per il tempo in cui viviamo.
I libri
1. Il deserto dei Tartari
Dino Buzzati
2. La luna e i falò
Cesare Pavese
3. Il giardino dei Finzi Contini
Giorgio Bassani
4. Una questione privata
Beppe Fenoglio
5. Il sentiero dei nidi di ragno
Italo Calvino
6. La cognizione del dolore
Carlo Emilio Gadda
7. ...
Il curatore
Luigi Preziosi. Collaboratore di alcuni siti letterari “storici” fin dai primi anni 2000, tra cui “Vibrisse” di Giulio Mozzi, e “Bombacarta” diretto da Antonio Spadaro, suoi interventi (recensioni e saggi) sono presenti anche su “La poesia e lo spirito”, “Diacritica”, “Altri animali”, “I libri di Mompracem”, “Bollettino ‘900” e “Bibliomanie”. Ha pubblicato inoltre studi su Umberto Saba, Carlo Michelstadter, Luigi Russo e Stefano Jacomuzzi. Autore dell’antologia di memorialisti garibaldini “Da Roma a Digione” (Nerosubianco, 2016), è attualmente uno dei curatori di “Senza rotta”, collana di narrativa italiana presso Arkadia, e redattore del quaderno elettronico di critica letteraria “Retroguardia 3.0”. E’ coautore di "Calvino, Biamonti, Magliani. Il racconto del paesaggio, lo sguardo, la luce" (ed. Exorma), uscito a luglio 2023.
Per rendere la presentazione più godibile, abbiamo chiesto a Maria Rattà, la nostra collaboratrice su Arte e Letteratura, di "illustrarli".
La "sorpresa di papa Francesco
Pubblichiamo qui la Lettera di papa Francesco sulla letteratura nella formazione (sacerdotale)