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Caro Amico, gentile Amica,
una Newsletter speciale per un numero speciale di NPG.
La specialità del numero di NPG sta nella pubblicazione – a tempo di record – degli ATTI del Convegno Nazionale di PG, il XVII della ormai trentennale storia del SNPG.
La specialità della NL sta nella riproposizione degli Atti dei convegni scorsi, dall'inizio della direzione di d. Michele Falabretti.
Per mettere in risalto queste peculiarità, abbiamo rimodulato la struttura della Newsletter, per leggere il tutto in continuità anche editoriale e grafica.
Abbiamo anche il piacere di dare spazio privilegiato a un novello santo salesiano, Artemide Zatti, "coadiutore": una figura di "emigrante", di "servo degli ultimi" nella cura infermieristica, capace di dono totale di sé. E poi lo STUDIO di Currò e le altre RUBRICHE del numero cartaceo (vedi sommario).
Per il resto, buona ripresa dei lavori dopo una speriamo bella, salutifera e serena vacanza.
Giancarlo De Nicolò
redazione di NPG
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In primo piano
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S. Artemide Zatti, salesiano laico
Una lietissima sorpresa, che ci "costringe" a cambiare il testimone all'ultimo minuto, è la canonizzazione di un salesiano, di cui anche papa Francesco era devoto: una figura davvero significativa, per il suo essere "emigrante" (dall'Italia all'Argentina, al tempo delle grandi emigrazioni di fine sec. XIX, inizio XX), per una vocazione non tanto usuale, che lo pone nella prospettiva del servizio pieno alla gente e ai più poveri e bisognosi (come Salesiano), con una spiritualità del quotidiano e del servizio e della gioia (come Salesiano laico). Una "novità dirompente" e attrattiva, così viene definita dal compianto Rettor Maggiore dei Salesiani don Juan A. Vecchi, suo nipote.
Offriamo due livelli di lettura: uno "popolare", una storia quasi avventurosa; e l'altro più "carismatico", ad opera del "postulatore" della causa. Ne emerge una figura sorridente e affascinante: la santità è roba seria, ma roba gioiosa.
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Scaffaleria essenziale per la PG
La pastorale giovanile è sguardo attento alla realtà che viviamo: il mondo, i giovani... i tempi con i loro segni e che è necessario cogliere e saper discernere e interpretare, anche per la serietà dell'annuncio.
Occorrono in effetti sguardi molteplici che attingano a diverse scienze descrittive e interpretative, come filosofia, sociologia, antropologia, informatica, scienza, teologia, riflessione sapienziale... per cogliere aspetti di una contemporaneità che a volte ci sfugge.
In questa parte della NL presentiamo tre rubriche presenti nel sito (di cui una anche in NPG cartaceo). Ad esse rimandiamo per un ampio orizzonte di analisi, di comprensione, di ispirazione all'azione (pastorale):
– Passeggiate nel mondo contemporaneo
– Recensioni e segnalazioni "notevoli"
– Società, giovani e ragazzi.
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Il numero NPG di settembre-ottobre
– DOSSIER (vedi sotto)
– STUDIO: Il discernimento comunitario
– RUBRICHE: Giovani e Vescovi: Intercultura | Una fidanzata tra i Santi | Potere
(Da qui il "racconto" di d. Falabretti sul cammino PG dell'ultimo decennio, che continuerà in tutte le rubriche che seguono).
«Mi interessa spendere un po’ di tempo a ripercorrere il cammino di questi anni. Non per un senso autocelebrativo, ma per mostrare che i passi fatti, soprattutto attraverso la riflessione dei convegni nazionali, avevano un filo logico che non è stato pensato a monte, ma si è svelato poco alla volta attraverso l’ascolto della storia e soprattutto il dialogo e il confronto di verifica che sono nati dopo ogni passo.
Cosa si vede e cosa ci aspetta?».
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Firenze & Sinodo dei giovani
«Il percorso degli ultimi dieci anni è stato segnato da alcune pietre miliari: gli → Orientamenti sull’educazione (2010), il Convegno di Firenze (2015) (→ DOSSIER NPG 392) e il Sinodo dei giovani (2018) (→ NPG DOSSIER 412). Essi hanno offerto istanze che chiedevano di fare i conti con il cambiamento d’epoca e trovare nuove alleanze da stringere, nuove parole e gesti di comunione tra le generazioni. Per chi si occupa di pastorale giovanile, un’esigenza di profondo rinnovamento era avvertita da tempo, ma è stata la pandemia a precipitarci in una presa d’atto quasi improvvisa. C’è bisogno di non lasciarsi spaventare: non si tratta né di fare un salto, né di interrompere la tradizione pastorale; ma che sia necessario il coraggio di migliorare il passo e soprattutto la consapevolezza del nostro andare mi pare ormai un’evidenza».
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Il DOSSIER
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LA FEDE NELL'IMPREVEDIBILE
XVII Convegno Nazionale di Pastorale Giovanile - CEI
30 maggio - 2 giugno 2022 @ Lignano Sabbiadoro
Dove eravamo rimasti? Presentazione del Convegno
(D. Michele Falabretti))
Nascere dall’alto. Meditazione su Gv 3, 1-9
(Mons. Maurizio Gervasoni)
Cosa significa aver fede nell’imprevedibile?
(Violette Khoury e Luigina Mortari, con Eva Crosetta)
L’età in cui tutto e niente è prevedibile: l'adolescenza
(Intervista a Matteo Lancini)
Per una capacità di accompagnamento
(Franco Nembrini)
Quando la comunione apre all’imprevedibile: la sfida educativa
(P. Giacomo Costa)
Meditazioni sul confine
(Mons. Giulietti – Mons. Moraglia – Mons. Redaelli)
La fede nell’imprevedibile
(D. Michele Falabretti)
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Tessere di storia PG
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Genova 2014
«I convegni di Genova e di Brindisi erano stati pensati a partire dagli orientamenti pastorali sul decennio che però mostravano un’incongruenza. Nati dalla famosa espressione di Benedetto XVI che parlò di “emergenza educativa”, risentivano molto dell’illusione diffusa che all’annuncio del vangelo mancava una spinta talvolta immaginata come un restyling cosmetico: si è seriamente pensato che fosse sufficiente una declinazione più ammiccante della dottrina o della devozione per diffondere efficacemente l’annuncio. L’esito è ancora presente:
una miscellanea di vuoti simulacri trash negano ogni bellezza e poesia all’esperienza della fede. I social in questo si mostrano come uno strumento tra i più ambigui e lontani da un cammino comunitario autentico».
→ DOSSIER NPG 378 – 379
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Brindisi 2015
«Sul piano educativo questa illusione ha viaggiato fino ad oggi come un fiume carsico attraverso una semplificazione della pastorale che non accetta la fatica di pensare e progettare azioni ed esperienze e preferisce affidarsi a qualche pratica di pietà, bollando tutto il resto come destinato ai “capaci” o agli “addetti ai lavori”. Evidentemente questo è un freno molto forte rispetto al proposito di sostenere una comunità educante…
Per questo sembrò importante ripartire dalla cura educativa come passione da ricuperare e da coltivare, come desiderio che mette in gioco una disponibilità personale al servizio e alla capacità di costruire insieme, imparando il metodo della progettazione pastorale non tanto come tecnica, ma come stile di essere Chiesa e di agire comunitariamente».
→ DOSSIER NPG 396
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Bologna 2017
«La scelta di Bologna accese i fari sulla comunità e sugli educatori come soggetti decisivi di pastorale giovanile.
Le due grandi esperienze dell’anno precedente (il Giubileo dei ragazzi e la GMG di Cracovia), misero in evidenza l’importanza di costruire percorsi di accompagnamento. Nella misura in cui i percorsi furono preparati e sostenuti, il lavoro successivo mostrò una qualità diversa.
Talvolta l’ingaggio dei nostri educatori è debole: presi alla sprovvista, offrono la loro disponibilità. Non importa questa debolezza, purché venga sostenuta da uno spazio di lavoro affinché gli educatori crescano in consapevolezza e svolgano il loro compito in modo più competente. Facendo maturare il proprio modo di essere e di stare coi ragazzi.
C’è bisogno di fare alleanza, di fare squadra: fra educatori, famiglie e il resto della comunità».
→ DOSSIER NPG 402
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Terrasini 2019
«Qui vivemmo la straordinaria esperienza di poter raccogliere i frutti del cammino sinodale consegnando le "Linee progettuali". Era forte infatti la percezione che il Sinodo avesse toccato alcuni punti nevralgici, avesse persino offerto alcune parole coraggiose. Attraverso un lavoro ancora corale, si è fatto il tentativo di riconoscere queste parole, come snodo critico e opportunità di una rinnovata incarnazione del Vangelo in questa nostra storia.
Due le convinzioni di fondo: non era opportuno pubblicare un "direttorio", perché le esperienze in Italia sono poliedriche e trovano la loro ragione nella storia diversa delle nostre chiese; e l'urgenza di mettere la progettazione pastorale (saper fare, non solo fare!) a fondamento di tutta la riflessione, dove la progettazione trova il suo fuoco nella capacità di pensare insieme».
→ DOSSIER NPG 420
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