Assetati d'eterno
La nostalgia di Dio nelle espressioni artistiche
moderne e contemporanee
a cura di Maria Rattà
Caspar D. Friedrich, Il tramonto, 1830-35
San Pietroburgo, State Hermitage Museum
«L’autentica bellezza schiude il cuore umano alla nostalgia, al desiderio profondo di conoscere, di amare, di andare verso l’Altro, verso l’Oltre da sé. Se accettiamo che la bellezza ci tocchi intimamente, ci ferisca, ci apra gli occhi, allora riscopriamo la gioia della visione, della capacità di cogliere il senso profondo del nostro esistere, il Mistero di cui siamo parte e da cui possiamo attingere la pienezza, la felicità, la passione dell’impegno quotidiano» (Benedetto XVI, Discorso, 21 novembre 2009).
Se la nostalgia, Dio e la bellezza sono così intimamente legati allora l'arte non può che esserne una manifestazione privilegiata. «La nostalgia» – scriveva Marcello Veneziani sulle pagine de Il Giornale – «è il sentimento originario che ha mosso l'arte, il pensiero e la grande letteratura di ogni tempo. Da Omero a Kavafis, da Saffo a Pasolini, la nostalgia è l'anima della poesia. L'uomo è un animale nostalgico, non sa vivere solo del presente. Vive tra l'attesa ponderata del futuro e la nostalgia delle origini».
In questa nuova rubrica cercheremo di scandagliare la nostalgia nelle sue molte sfaccettature, nella sua capacità di essere risorsa per l'uomo proteso verso il futuro o paralisi per quello che rimane solo ancorato al passato. E lo faremo attraverso le diverse espressioni artistiche che hanno saputo "eternizzare" questo stato d'animo attraverso colori, ombre, luci e parole, lasciandoci una pista interessante di riflessione sui mille volti della nostalgia.
1. Introduzione generale
Nostalgia, viaggio dal passato al futuro
I singoli file pdf appariranno sul sito in questa rubrica e saranno anticipati dalle Newsletter di NPG.
Sulla rivista comparirà una breve presentazione che accompagna-illustra il pdf.