Tutti i Santi

Innamorati dell'eterno

e custodi dei giorni

Ermes Ronchi

tuttisanti

Gesù, vedendo le folle, salì sulla montagna e, messosi a sedere..., li ammaestrava dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati gli afflitti, perché saranno consolati. Beati i miti, perché erediteranno la terra. Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno... Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».

I santi, gli uomini delle beatitudini, sono le guide segrete della storia. Le nove parole che aprono il discorso della montagna non sono il riflesso di precetti morali, non fanno riferimento ai comandamenti antichi o a quelli nuovi (non uccidere, non rubare, ama il prossimo tuo...). Non sono una ingiunzione o un dovere, ma sono la lieta notizia, l'annuncio gioioso che Dio regala vita a chi produce amore. Le beatitudini sono il cuore nuovo dell'uomo nuovo sognato da sempre, da tutti i profeti. E sono rivelazione: del volto di Gesù, del volto di Dio. Se Dio è anche lui povero, cioè mendicante d'amore, se Dio è mite, allora è bello essere dolci e teneri come lui. Se Dio ha un cuore grande e la sua misura è perdonare senza misura, se è operatore di pace, allora è bello inventare con lui il miracolo fragile e luminoso della pace.
Le beatitudini si riferiscono a situazioni di sofferenza, di prova. Un angelo misterioso dice a chiunque piange: Dio è con te, cammina al tuo fianco, asciuga lacrime, apre futuro. Dio è con te, sta nel riflesso più profondo delle tue lacrime per moltiplicare il coraggio. Nella tempesta è al tuo fianco, forza della tua forza. Come in quella notte di tempesta sul lago di Galilea, egli è lì, è nella forza dei rematori che non abbandonano i remi, è nelle braccia del timoniere perché sia saldo il timone, è negli occhi della vedetta che scruta e affretta l'aurora.
I santi, gli uomini delle beatitudini sono davvero gli amici del genere umano (Origene): essi tracciano le nove strade, avanzano sulle uniche strade che assicurano un futuro a questa nostra terra. Perché se c'è un'amicizia per chi è costretto alla guerra, è il costruttore di pace che la offre, gratuitamente. Se c'è amicizia possibile per i calpestati della terra, è negli affamati di giustizia che risiede. Se c'è amicizia vera perfino per il ricco, essa abita nel povero che non vuole competere, che non intende avere, che getta il cuore al di là delle cose. Se c'è un'amicizia per me, cercatore di Dio e mendicante d'amore, la posso trovare presso i puri di cuore, coloro che hanno un cuore fanciullo, che non è infido, che non si vende, pronto all'ascolto.
I santi sono gli amici di Dio. A lui attenti, a lui rivolti come il girasole è rivolto al sole, abitati da Dio. Non ci si espone giorno dopo giorno allo sguardo della divina tenerezza, senza riceverne un'insolita bellezza.
Santità è una parola che mette soggezione, che impaùra, eppure è la nostra vocazione. E oggi il vangelo declamando le beatitudini dice una cosa forte e dolce al tempo stesso: santità è uguale a felicità.
Oggi è la festa del santo incipiente, iniziale che c'è dentro ciascuno di noi. Una festa per meravigliarci: anch'io posso essere un uomo che ha le sue radici di cielo, sedotto dall'eterno e innamorato dei giorni che vivo, capace di cose divine. La parte migliore di me vuole sciogliere le vele, vuole ancorarsi al cielo, perché il mondo e la storia sono ancorati ai santi, hanno un disperato bisogno di loro. Nell'Apocalisse Dio grida al suo angelo: Non devastare la terra, né il mare, né le piante, finché ci saranno dei santi. I santi sono la salvezza della terra, la protezione contro un futuro di devastazioni, la salvaguardia dell'intero creato.
Una vita così, che cerca di incarnare questi atteggiamenti, è una vita indistruttibile, garanzia non solo di un paradiso individuale ma di una sopravvivenza del mondo. La nostra terra avrà un futuro se inizieremo a percorrere insieme queste strade, se saremo il popolo delle beatitudini.
C'è una storia apparente, fatta dai forti, dai potenti, dagli astuti, e un'altra sotterranea, dimessa, nascosta i cui protagonisti sono i poveri, i miti, gli integri, i giusti. La vera storia, quella che ha senso, durata, valore, consistenza, è quella che appartiene agli uomini delle beatitudini.
Solo loro conoscono il segreto della felicità.
Noi non saremo giudicati se avremo raggiunto l'ideale, ma se avremo camminato verso di esso, con lealtà e con tenacia, con infinite riprese, perché vivere è l'infinita pazienza di ricominciare.

LETTURE
Apocalisse 7,2-4.9-14: Vidi una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, razza, popolo e lingua.
1 Giovanni 3,1-3: Vedremo Dio così come egli è.
Matteo 5,1-12a: Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.

FONTE
L'alfabeto della vita, San Paolo 2005, pp. 142-144)