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    NPG 2015: Il rinnovamento continua… Vi presentiamo il perché


    Editoriale

    Alberto Martelli

    (NPG 2015-01-02)


    Care lettrici e cari lettori,
    come avete visto, da più di un anno la rivista NPG si presenta in continuo rinnovamento. Abbiamo iniziato ripensando la grafica, rendendola più giovanile, più accattivante, in modo da invogliare il gusto della lettura e dello studio ed essere in linea, anche visivamente, con quell’aggettivo “giovanile” che da sempre ci caratterizza.
    Insieme a questo abbiamo fin da subito messo in atto un processo di ripensamento che potesse riguardare anche i contenuti. Di fronte ad un mondo che cambia, ad una pastorale che dimostra sempre di più che il “si è sempre fatto così” è un assioma fallimentare, e al cambiamento che sta attraversando la stessa Chiesa cattolica (cambiamento di cui papa Francesco ne è apice e ispiratore), non potevamo restare a guardare.
    Ci sono voluti alcuni mesi di lavoro dietro le quinte, ma la programmazione di questo nuovo anno finalmente inizia a rispecchiare gli obiettivi che come redazione ci eravamo prefissatii un anno fa e che vogliamo ora condividere con voi, per metterci alla prova e chiedere la vostra collaborazione.
    In questi editoriali proveremo a descrivere alcuni di questi criteri dichiarandone le intenzioni e offrendoli anche alla vostra riflessione e al vostro commento.

    Alle spalle, un lavoro di équipe e di confronto

    Non è possibile pensare da soli, occorre trovare dei modi di condividere ciò che si pensa perché possa portare frutto.
    Questa è una delle convinzioni che stanno alla base del rinnovo della rivista.
    Per questo motivo abbiamo organizzato due gruppi di riferimento che matureranno d’ora in poi la piena responsabilità di ciò che verrà pubblicato e del dialogo con i lettori.
    In primo luogo un gruppo direttivo: ristretto, competente, che cerca di trovarsi in modo regolare e frequente e che ha la responsabilità di ciò che viene pubblicato, pensa la programmazione, decide gli articoli e la forma del prodotto.
    Questo direttivo è stato costruito dando voce alle varie istituzioni che la rivista in qualche modo rappresenta e di cui vive. In primo luogo il SNPG perché NPG persegue la responsabilità di un servizio ecclesiale a largo raggio. L’entrata di don Falabretti e dei suoi collaboratori come membri effettivi del direttivo della rivista, oltre che la corposa attenzione attribuita nel 2014 al convegno CEI di PG di Genova, sono i primi due sintomi di una alleanza che è sempre esistita ma che aveva bisogno di essere rinnovata.
    In secondo luogo il CSPG, ossia il Centro Salesiano di Pastorale Giovanile, perché l’ispirazione carismatica di don Bosco è il punto ecclesiale preciso di partenza dei nostri discorsi e della nostra visione. Il bicentenario della nascita di don Bosco ha spronato anche NPG a rendersi conto che il carisma salesiano, ambito da cui nasce la rivista, non è un possesso di pochi, ma un dono per tutti che chiede di essere maturato e messo al confronto con tutti. La PG ha sempre più bisogno di tutti gli apporti possibili, ma allo stesso tempo di non restare una pastorale di pochi o per pochi, deve essere una pastorale della Chiesa e per la costruzione della Chiesa del futuro.
    La editrice Elledici e il Centro di Evangelizzazione e Catechesi ad essa collegato e la Università Pontificia Salesiana, per avere la possibilità di costruire una rete di competenze in tema di pastorale giovanile ad alto livello.
    Accanto e insieme a questo gruppo direttivo, ne abbiamo creato un secondo, il gruppo editoriale. Si tratta di una équipe più allargata sia nel numero dei partecipanti che nel numero delle competenze. Vuole essere un vero e proprio pensatoio dei temi più caldi e più importanti che la Rivista si prenderà la responsabilità di affrontare. Rappresentano varie competenze teologiche, pedagogiche e di scienze umane, oltre rappresentanti di varie istituzione ecclesiali che hanno in vario a modo a che fare con i giovani. Si trova alcune volte all’anno e cerca di sviscerare i temi più complessi affinché ciò che viene pubblicato non sia soltanto intuizione del singolo, ma un vero cammino comune di approfondimento e di sperimentazione.

    Alcuni criteri che ci guideranno in questi anni

    La scomparsa di don Tonelli ha certo lasciato un vuoto in NPG e non solo, ma d’altro lato ci ha spronati a trovare e condividere i criteri che vogliamo seguire per continuare la strada da lui aperta con competenza e in modo attento alla situazione ecclesiale e giovanile contemporanea.
    Li accenniamo qui, sicuri che avremo la possibilità di riprenderli, in modo particolare nella nuova rubrica che sarà inaugurata quest’anno, dedicata al ripensamento e al confronto sul vocabolario della pastorale giovanile.

    1. Un rinnovato senso ecclesiale
    Per molti anni ci siamo concentrati sul tema dei giovani in profondo legame a quello del gruppo. Ci sembra oggi che l’orizzonte vada ampliato: occorre inserire nel nostro modo di pensare anche il tema del confronto intergenerazionale e della comunità ecclesiale in quanto tale.
    La verità da sempre affermata, ma forse non del tutto presa sul serio, che i genitori sono i primi educatori dei giovani e che la prima evangelizzazione si compie in famiglia, ci chiede di incamminarci seriamente nel pensare una pastorale giovanile sempre più a stretto legame con la pastorale familiare e a inquadrare il mondo dei giovani senza tenere fuori i legami da essi instaurati con altre generazioni più giovani o più anziane di loro.
    Questo pone al centro non tanto il gruppo dei pari, quanto la comunità ecclesiale, tema teologico pastorale a nostro parere quanto mai bisognoso di approfondimento e spesso misconosciuto in ambito di pastorale giovanile.

    2. Una visione delle età della vita e della condizione giovanile sempre più a partire dallo sguardo della rivelazione
    Abbiamo imparato in questi anni il valore di pensare la nostra pastorale in termini evolutivi, anche grazie agli approfondimenti delle scienze umane che ci hanno guidato nel nostro agire per il bene dei giovani. Ora crediamo sia venuto il momento di ripensare tali tematiche dal punto di vista delle rivelazione. Per questo occorre uno sguardo teologico che sappia rivalutare il valore della storia, approfondire il tema della formazione della coscienza e dell’uso della libertà, e inoltre una riflessione che permetta di integrare anche nella pastorale giovanile la riflessione ecclesiale sull’iniziazione come modello fondamentale della crescita della persona. Vorremmo così giungere non alla descrizione della situazione giovanile nelle varie età, come spesso viene fatto e come oggi siamo ormai bravi a fare, ma alla definizione del significato teologico di quella età e quindi alla formulazione di una spiritualità effettivamente giovanile, per cercare di identificare cosa significa essere adulti nella fede pur essendo giovani.

    3. Un approfondimento del criterio dell’incarnazione sia dal punto di vista teologico che dal punto di vista dell’intreccio tra evangelizzazione ed educazione
    Il criterio dell’incarnazione è stato ed è ancora il punto di partenza del pensare la pastorale attuale. L’obiettivo non è il suo abbandono, ma il suo approfondimento all’interno del più complesso evento cristologico pasquale, per completare il quadro teologico di riferimento e approfondire anche i contenuti della rivelazione in relazione alla concreta vita dei giovani. Questo dovrebbe permettere anche di approfondire e migliorare sia in pratica che in teoria il rapporto tra evangelizzazione ed educazione avendo come riferimento il concreto vivente di Cristo a tutto tondo.

    4. Una pastorale giovanile eucaristica
    L’esperienza di don Bosco e dei santi educatori consegna alla pastorale giovanile il compito di rendere evidente il tema dei sacramenti e in modo particolare dell’eucaristia e della confessione nel lavoro pastorale e nella crescita umana e cristiana dei giovani. Siamo alla ricerca di una pastorale giovanile eucaristica, all’insegna del dono e del dono di Cristo in modo particolare, consapevoli che il tema dei sacramenti abbia ancora bisogno di molti approfondimenti, ma appare come orizzonte promettente sia dal punto di vista esplicitamente cristiano, sia dal punto di vista dell’educazione.

    Ognuno di questi spunti di riflessione potrebbe aprire molte finestre e anche molti dubbi e problemi. Si tratta di continuare un percorso iniziato molti anni fa, ma che chiede di esser continuato sia perché i giovani sono sempre in cambiamento, sia perché il vangelo ci insegna come la verità non è mai semplicemente a portata di mano: va perseguita, va ricercata con umiltà e accolta con gratitudine perché ci sproni a cercare ancora.
    NPG si candida ad essere luogo e strumento di questa riflessione e di questa ricerca, mettendo insieme le forze di tutti e allargando sempre più il gruppo di coloro che per il bene dei giovani hanno voglia di pensare, progettare, credere e sperare come Chiesa e come specialisti di un compito mai finito: far diventare i nostri giovani, tutti, buoni cristiani e onesti cittadini.
    A tutti voi che condividete questo nostro compito e questa nostra sfida col sorriso e con impegno: buon anno e buona lettura.


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