Diamo il resto


Virginia Di Cicco

(NPG 2001-08-II cop)


Avviso ai naviganti. Incerti e entusiasti, pieni di paura e sicuri del successo, troppo stanchi per avere un’opinione e informatissimi sulla materia, scoraggiati e pronti a buttarsi. A tutti i naviganti, insomma, quanti più o meno spontaneamente, il 1 gennaio del 2002 lasceranno andare le vele e salperanno verso l’euro, in un viaggio che si sa senza ritorno.
Fondamentale per ogni viaggio è la massima funzionalità del bagaglio, niente cose inutili o inutilmente ingombranti; quindi, carissimi, mentre già pensate a regali di Natale di nuova tendenza, portamonete griffati e calcolatrici per fare le equivalenze tra vecchia e nuova moneta, rintracciate nel fondo dei cassetti più sperduti e dimenticati i vecchi portafogli passati di moda, nelle camerette dei vostri figli i salvadanai dimenticati in qualche angolo dall’infanzia che scappava, nel mobile del salotto le vecchie ciotole di finto argento, al solito bomboniere, dove senza accorgervene da anni depositate al ritorno dalle vacanze i fastidiosi spiccioli che vi sono rimasti nelle tasche. Sempre maldestri nel cambio, eh!
Ebbene miei naviganti, localizzati questi obiettivi, avrete trovato il vostro tesoro: una quantità di monete straniere o italiane da non credere.
Di certo una domanda si affaccerà subito alla vostra mente: ed ora cosa me ne faccio? Qualcuna certo potrà essere conservata a futura memoria, magari per i nostri nipoti per raccontare con malinconia una favola simile a quella raccontata a noi dai nostri nonni sulle lire. E il resto? Non cadete nel tranello. Non lasciatevi ingannare: non sono ancora vecchie paccottaglie senza valore. In tutto il mondo, da mesi, le associazioni di volontariato stanno organizzando la più grande donazione collettiva mai immaginata nella storia.
La Croce Rossa ha ideato lo slogan: «Diamo a loro il resto».
L’Associazione per la ricerca sul cancro, il Wwf, l’Unicef e Amnesty International sono pronte a lanciare un’iniziativa battezzata: L’ULTIMA BUONA AZIONE DELLA LIRA.
Così dal primo dicembre, in Italia, i naviganti dovranno fare attenzione ed avvistare al largo i «bidoni della beneficenza», circa trentamila, distribuiti nelle banche, negli uffici postali, nei maggiori supermercati e nei grandi magazzini, nei distributori di benzina e in molti altri punti strategici e pronti a raccogliere questi spiccioli ingombranti nelle tasche.
A questi si affiancheranno delle «bustine svuotatasche», alcune perfino recapitate a casa con le bollette delle nostre utenze, che potranno essere imbucate nei piccoli «salvadanai» seminati nelle farmacie, nelle ricevitorie del lotto e nei palazzi municipali.
Nel nostro paese le monete in circolazione equivalgono a circa settantamila miliardi: immaginate che anche solo un risultato dell’uno per cento vorrebbe dire una raccolta di settecento miliardi!
Quegli spicci hanno nelle nostre mani valore modesto, e per guadagnare quel valore ci aspettano nelle banche file interminabili. Per non dire poi delle valute straniere che potrebbero essere cambiate soltanto nei rispettivi paesi d’emissione.
L’umanità non partirà tutta per questo viaggio verso il futuro. In molti resteranno a terra mentre le nostre sagome scompariranno all’orizzonte e forse qualcuno di noi girerà il volto per non vedere. Anche così l’ingiustizia resta. Che futuro sarà mai il nostro se trascureremo anche la più piccola delle occasioni per rimediare?