Manuela Robazza
(NPG 2003-02-53)
Affrontare il tema dei diritti umani con gli adolescenti a partire dalle canzoni significa già osservare un loro diritto: il diritto ad esprimersi attraverso il loro linguaggio! Le canzoni qui proposte sono passate, quasi tutte recentemente, nelle classifiche nazionali, mandate dalle radio libere fino a ritrovarsi a cantarle a memoria. Forse non si possono definire “canzoni impegnate”, ma hanno il pregio di costituire il luogo d’incontro con gli adolescenti e di offrire l’occasione per parlare dell’uomo, di alcune situazioni problematiche che vive, della sua dignità e, perché no, dei suoi diritti!
Tra le canzoni di Roberto Vecchioni “Sogna ragazzo sogna” può essere una sorta di introduzione generale al tema dei diritti. Nessun regno è più grande di questa piccola cosa che è la vita. E la vita è così forte che attraversa i muri per farsi vedere; la vita è così vera che sembra impossibile doverla lasciare; la vita è così grande che “quando sarai sul punto di morire, pianterai un ulivo, convinto ancora di vederlo fiorire”. Le ultime parole tra virgolette sono tratte dal famoso brano “Vita” di Nazim Hikmet. La canzone è stata collegata alla commemorazione di Falcone e Borsellino: due magistrati che si batterono per i diritti dell’uomo come pochi altri! Per commemorare Paolo Borsellino è stato piantato un ulivo. Quando morì lasciò sulla scrivania una lettera cui mancava solo la finale. Ecco perché l’ultima frase di questa canzone: Ti ho lasciato un foglio sulla scrivania, manca solo un verso a quella poesia, puoi finirla tu.
Sogna ragazzo sogna
E ti diranno parole
rosse come il sangue, nere come la notte; ma non è vero, ragazzo,
che la ragione sta sempre col più forte:
io conosco poeti
che spostano i fiumi con il pensiero,
e naviganti infiniti
che sanno parlare con il cielo.
Chiudi gli occhi, ragazzo,
e credi solo a quel che vedi dentro;
stringi i pugni, ragazzo,
non lasciargliela vinta neanche
un momento;
copri l’amore, ragazzo,
ma non nasconderlo
sotto il mantello:
a volte passa qualcuno,
a volte c’è qualcuno che deve vederlo.
Sogna, ragazzo, sogna
quando sale il vento nelle vie del cuore,
quando un uomo vive per le sue parole
o non vive più
sogna, ragazzo, sogna,
non lasciarlo solo contro questo mondo,
non lasciarlo andare, sogna fino in fondo,
fallo pure tu!
Sogna, ragazzo, sogna
quando cala il vento ma non è finita,
quando muore un uomo
per la stessa vita
che sognavi tu;
sogna, ragazzo, sogna,
non cambiare un verso
della tua canzone,
non lasciare un treno fermo alla stazione,
non fermarti tu!
Lasciali dire che al mondo
quelli come te perderanno sempre:
perché hai già vinto, lo giuro,
e non ti possono fare più niente;
passa ogni tanto la mano
su un viso di donna, passaci le dita:
nessun regno è più grande
di questa piccola cosa che è la vita.
E la vita è così forte
che attraversa i muri per farsi vedere;
la vita è così vera
che sembra impossibile doverla lasciare;
la vita è così grande
che “quando sarai sul punto di morire,
pianterai un ulivo,
convinto ancora di vederlo fiorire”.
Sogna, ragazzo, sogna,
quando lei si volta, quando lei non torna,
quando il solo passo che fermava il cuore
non lo senti più
sogna, ragazzo, sogna,
passeranno i giorni, passerà l’amore,
passeran le notti, finirà il dolore,
sarai sempre tu...
Sogna, ragazzo, sogna,
piccolo ragazzo
nella mia memoria,
tante volte tanti dentro
questa storia:
non vi conto più
sogna, ragazzo, sogna,
ti ho lasciato un foglio sulla scrivania,
manca solo un verso a quella poesia,
puoi finirla tu.
Articolo 1: “Tutti gli esseri umani nascono liberi in dignità e diritti…”;
Articolo 30: “Nulla nella presente Dichiarazione può essere interpretato nel senso (…) di compiere un atto mirante alla distruzione dei diritti e delle libertà in essa enunciati”.
Anche la seguente canzone di Daniele Silvestri si presta per una riflessione generale sui diritti. La distruzione dei diritti dell’uomo non avviene sempre con scene eclatanti: spesso la negazione dei diritti veste giacca e cravatta e le armi che uccidono sono anche le carte visa!
Una denuncia senza mezzi termini di tutti quelli che, magari anche stando al potere, “piglia più di ciò che dà e non sbaglierà ma se sbaglia un altro pagherà”.
Il mio nemico
Finché sei in tempo tira
e non sbagliare mira
probabilmente il bersaglio
che vedi è solo l’abbaglio di chi
da dietro spera
che tu ci provi ancora
perché poi gira e rigira gli serve
solo una scusa
la fregatura è che è sempre un altro
che paga
e c’è qualcuno che indaga per
estirpare la piaga
però chissà come mai qualsiasi
cosa accada
nel palazzo lontano nessuno fa una piega
serve una testa che cada e poi
chissenefrega
la prima testa di c. trovata per strada
serve una testa che cada e poi
chissenefrega
la prima testa di c. trovata per strada
se vuoi tirare tira
ma non sbagliare mira
probabilmente il bersaglio che vedi
è solo l’abbaglio di chi da dietro
giura che ha la coscienza pura
ma sotto quella vernice ci sono
squallide mura
la dittatura c’è ma non si sa dove sta
non si vede da qua, non si vede da qua
la dittatura c’è ma non si sa dove sta
non si vede da qua, non si vede da qua
il mio nemico non ha divisa
ama le armi ma non le usa
nella fondina tiene le carte visa
e quando uccide non chiede scusa
e se non hai morale
e se non hai passione
se nessun dubbio ti assale
perché la sola ragione che ti
interessa avere
è una ragione sociale
soprattutto se hai qualche dannata
guerra da fare
non farla nel mio nome
non farla nel mio nome
che non hai mai domandato la mia
autorizzazione
se ti difenderai non farlo nel mio nome
che non hai mai domandato la mia
opinione
finché sei in tempo tira
e non sbagliare mira
(sparagli Piero, sparagli ora)
finché sei in tempo tira
e non sbagliare mira
(sparagli Piero, sparagli ora)
il mio nemico non ha divisa
ama le armi ma non le usa
nella fondina tiene le carte visa
e quando uccide non chiede scusa
il mio nemico non ha nome
non ha nemmeno religione
e il potere non lo logora
il potere non lo logora
il mio nemico mi somiglia
è come me
lui ama la famiglia
e per questo piglia più di ciò che dà
e non sbaglierà
ma se sbaglia un altro pagherà
e il potere non lo logora
il potere non lo logora.
Forse sembrerà un’esagerazione collegare anche questa “canzonetta” di Giorgia al tema dei Diritti umani, e in effetti lo è: una canzonetta d’amore come tante. Ma non manca uno spunto interessante: “Il problema è Che il mondo è Come lo farai Come lo farò Non è il paradiso qui…”. Eravamo angeli. Lottare per il rispetto dei diritti significa lottare perché il mondo diventi come il paradiso!
Senza ali
Sì o no?
Eravamo solo angeli
E come mai siamo qui
Senza ali donne e uomini?
Vivendo in questo mondo
prima o poi si cade giù
Fuoco e fiamme in paradiso
Io rivoglio le mie ali e le voglio adesso
Fuoco e fiamme in questo letto
Portami con te all’inferno perché siamo fatti così
Siamo qui
Prigionieri di felicità
La verità è limpida
Ma la natura humana è stupida
Vivendo in questo mondo prima o poi
si cade giù
Fuoco e fiamme in paradiso
Io rivoglio le mie ali e le voglio adesso
Fuoco e fiamme in questo letto
Portami con te all’inferno perché siamo fatti così
Il problema è
Che il mondo è
Come lo farai
Come lo farò
Non è il paradiso qui
Ma siamo fatti così.
Se Daniele Silvestri cantava “Il mio nemico”, ecco una bella canzone di Gianni Morandi che parla del “mio amico”. Si tratta di un disabile, una bella persona: “uno strano violino con le corde di seta in un mondo distratto che cinico suona, questo grande concerto che in fondo è la vita, il mio amico non parla mai di odio e sfortuna, anzi dice era peggio non essere nato, non avrei mai potuto vedere la luna e tutte le altre bellezze che Dio ha creato”. È una persona che crede nell’articolo 3 della Dichiarazione: “Ogni individuo ha diritto alla vita…”.
Il mio amico
Il mio amico cammina
che sembra un pendolo
attraversa la strada
e tutti lo guardano
in questo mondo veloce si muove a fatica
ma tu guarda che razza di scherzi
ti fa la vita
il mio amico è sempre stato così
fino da piccolo
con la faccia bambina ed impaurita
che sembra un cucciolo
quando parla il mio amico
farfuglia piano
e le parole nell’aria si sciolgono
come venissero da lontano
ma il mio amico è il mio amico
e solo io so com’è
lui ha un cuore pulito che un altro
non c’è il mio amico quando è solo
ascolta canzoni
e ad ogni nota riaffiorano in lui
vecchie e nuove passioni
quando tu sei arreso e non sai cosa fare lui ti dice addormentati e prova a sognare
vorrei essere anch’io così ingenuo e felice
invece corro e da sempre
non trovo mai pace
il mio amico almeno è una bella persona
uno strano violino con le corde di seta
in un mondo distratto che cinico suona
questo grande concerto che in fondo
è la vita
il mio amico non parla mai di odio
e sfortuna
anzi dice era peggio
non essere nato
non avrei mai potuto vedere la luna
e tutte le altre bellezze che Dio ha creato
Il mio amico a volte scompare e non lo vedo più
anche lui soffre mesi d’amore
e non li manda giù
gli succede di solito con una sconosciuta
e ogni volta ancor prima che inizi
è una storia finita
ma il mio amico è il mio amico
e solo io so dov’è
se vuol farsi trovare, se ha bisogno di me
o se invece vuol stare per giorni a parlare
sulla spiaggia da solo con le onde del mare
il mio amico che gioca con gli occhi
a pallone
ci incoraggia e soffre
anche in allenamento
lui da bordo del campo comanda l’azione
ondeggiando leggero come grano
nel vento
dal mio amico ho imparato
un milione di cose
per esempio ad amare senza
essere riamato
a guardare la luna e i giardini di rose
e tutte le altre bellezze che Dio ha creato
Il mio amico è il mio amico
e non lo cambierei
i ricordi più belli ce li ho insieme a lui
in questo mondo veloce
il mio amico si muove a fatica
proprio lui che mi aiuta a capire
e ad amare la vita.
Articolo 6: “Ogni individuo ha diritto, in ogni luogo, al riconoscimento della sua personalità giuridica…”;
Articolo 13: “Ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni stato…”;
Articolo 15: “Ogni individuo ha diritto ad una cittadinanza…”.
Questa bella canzone di Ivano Fossati è dedicata a tutti i fratelli del mondo che sono destinati ad essere eterni stranieri. Nella speranza che “se non c’è strada dentro il cuore degli altri prima o poi si traccerà”.
Mio fratello
Mio fratello che guardi il mondo e il mondo non somiglia a te
Mio fratello che guardi il cielo
e il cielo non ti guarda
Se c’è una strada sotto il mare
prima o poi ci troverà
Se non c’è strada
dentro il cuore degli altri prima o poi si traccerà
Sono nato e ho lavorato in ogni paese
e ho difeso con fatica la mia dignità
Sono nato e sono morto
in ogni paese
e ho camminato in ogni strada del mondo che vedi
Mio fratello che guardi il mondo
e il mondo
non somiglia a te
Mio fratello che guardi
il cielo
e il cielo
non ti guarda
Se c’è una strada sotto il mare
prima o poi ci troverà
Se non c’è strada dentro il cuore
degli altri prima o poi si traccerà.
Articolo 29: “(…) Nell’esercizio dei suoi diritti e delle sue libertà ognuno deve essere sottoposto soltanto alle limitazioni che sono stabilite dalla legge...”;
Articolo 25: “Ogni individuo ha diritto a un tenore di vita sufficiente a garantire la salute...”.
Un’altra canzone di Daniele Silvestri può farci riflettere sulle condizioni di vita di molti carcerati e sul perché quelli che rimangono in carcere sono quelli che non hanno i soldi per pagare.
Aria
Alle otto e un quarto di un mercoledì
d’agosto
sto finalmente abbandonando questo posto
dopo trent’anni carcerato all’Asinara
che vuoi che siano poche ore in una bara.
Ché in una bara in fondo non si sta
poi male
basta conoscersi e sapersi accontentare
e in questo io, modestamente,
sono sempre stato un grande
perché per vivere a me non serve niente, solo...
Aria... soltanto... aria.
L’avevo detto: “prima o poi
vi frego tutti!”
quelli ridevano, pensavano scherzassi
”da qui non esce mai nessuno
in verticale”
come se questo mi potesse scoraggiare
e poi col tempo mi hanno visto
consumarmi poco a poco
ho perso i chili, ho perso i denti, somiglio a un topo
ho rosicchiato tutti gli attimi di vita
regalati
e ho coltivato i miei dolcissimi progetti campati...
In aria... nell’aria.
E gli altri sempre a
protestare,
a vendicare qualche torto
a me dicevano, schifati,
“tu sei virtualmente morto!
a te la bocca serve
solamente
a farti respirare”
io pensavo: “e non è questo il trucco?
inspirare, espirare”,
inspirare, espirare: questo
posso fare
e quando sono fortunato sento l’umido del mare
io la morte la conosco, e se non mi
ha battuto ancora
è perché io, da una vita, vivo solo
per un’ora...
D’aria... un’ora d’aria.
Respiro lento,
aspetto il vento
il mio momento arriverà...
aria aria aria...
Articolo 7: “Tutti sono uguali davanti alla legge e hanno diritto, senza alcuna discriminazione, ad una uguale tutela da parte della legge”.
Una canzone piena di ironia, questa ancora di Roberto Vecchioni. Ironia amara verso tutti quei giudici che calpestano il diritto di ogni uomo ad essere tutelato dalla legge.
Signor giudice noi siamo quel che siamo, ma l’ala di un gabbiano può far volar lontano.
Signor Giudice
Signor giudice
Le stelle sono chiare
Per chi le può vedere
Magari stando al mare
Signor giudice
Chissà chissà che sole
Si copra per favore
Che le può fare male
Immaginiamo che avrà
Cose più grandi di noi
Forse una moglie
Troppo giovane
E ci scusiamo con lei
D’importunarla così
Ma ci capisca
In fondo siamo uomini così così
Abbiamo donne abbiamo amici così così
Leggiamo poco leggiamo libri così così
E nelle foto veniamo sempre così così
Signor giudice
Lei venga quando vuole
Più ci farà aspettare
Più sarà bello uscire
Signor giudice
Si compri il costumino
si mangi l’arancino
col suo pomodorino
Noi siamo tanfi siam qua,
già la chiamiamo papà
Di quei papà
Che non si conoscono
Quel giorno quando verrà giudichi
senza pietà
Ci vergogniamo tanto d’essere uomini
Così così
Sogniamo poco sogniamo sogni così così
Abbiamo nonne abbiamo mamme così così
E quasi sempre sposiamo mogli così così
Se ci riusciamo facciamo figli così così
Abbiamo tutti le stesse facce così così
Viaggiamo poco, vediamo posti così così
Ed ogni sera ci ritroviamo così così
Signor giudice noi siamo quel che siamo
Ma l’ala di un gabbiano
può far volar lontano
Signor giudice qui il tempo
scorre piano
Ma noi che l’adoriamo col tempo
ci giochiamo
L’ombra sul muro non è una rogala
Però ci fai l’amore per abitudine
Lei certamente farà quello che è giusto
Per noi che ci fidiamo e continuiamo
A vivere così così così
Sappiamo poco sappiamo cose così così
Ci accontentiamo perchè noi siamo
così così
A casa nostra ci sono quadri così così
E se c’è sole è sempre sole così così
Sogniamo poco sogniamo sogni così così
E nelle foto veniamo sempre così così
Ed ogni sera ci ritroviamo così così.
Articolo 4: “Nessun individuo potrà essere tenuto in stato di schiavitù o di servitù”;
Articolo 5: “Nessun individuo potrà essere sottoposto a tortura o a trattamento o a punizioni crudeli”.
Alex Baroni, morto recentemente in seguito ad un incidente, aveva scritto questa bella canzone pensando a tutti i bambini costretti a fare il soldato. La canzone immagina le parole di uno di questi baby soldato andato in paradiso.
E il cielo mi prese con sé
Se vai nel mondo
Ferma il mio pianto
... digli la verità
Niente medaglie
Ne ali su me
Laggiù si muore
... senza un perché
Non vidi più il sole
Fra l’odio e il rancore
La vita si arrese
E il cielo mi
prese con se
Madre mi manchi
Fratelli anche voi
In questa notte
... che non passa mai
Credevo era un gioco
Eterno sorriso
Mi sono smarrito
Perché mi hanno ucciso!
Soldato bambino
Racconta tu
Tutta la verità
Soldato bambino
Giustizia ti chiedo
E se tu ritorni
Riprendi i miei giorni
Rinasci per me... per me...
per me.
Articolo 29: “Ogni individuo ha dei doveri verso la comunità, nella quale soltanto è possibile il libero e pieno sviluppo della sua personalità”.
Piero Pelù, Ligabue e Jovanotti cantarono in questo modo la convinzione che ognuno ha il preciso dovere di fare di tutto perché si possa dire “mai più” alla guerra, all’odio, all’ingiustizia, all’indifferenza, a tutto ciò che calpesta la dignità umana. Ogni individuo ha il dovere di dire “Il mio nome è MAI PIÙ!”.
Il mio nome è mai più
Io non lo so chi c’ha ragione e chi no
se è una questione di etnie, di economia,
oppure solo follia: difficile saperlo.
Quello che so è che non è fantasia,
e che nessuno c’ha ragione e così sia
A pochi mesi da un giro di boa per voi così moderno.
C’era una volta la mia vita
c’era una volta la mia casa
C’era una volta e voglio che sia ancora
E voglio il nome di chi si impegna a fare i conti con la propria vergogna
dormite pure voi che avete ancora sogni, sogni, sogni…
Il mio nome è mai più mai più mai più
Eccomi qua seguivo gli ordini
che ricevevo
c’è stato un tempo in cui io credevo
che arruolandomi in aviazione
io avrei girato il mondo e fatto bene alla mia gente
fatto qualcosa di importante.
In fondo a me piace volare…
C’era una volta un aeroplano, un militare americano
c’era una volta il gioco di un bambino.
E voglio i nomi di chi ha mentito
di chi ha parlato di una guerra giusta
Io non le lancio più le vostre
sante bombe…
Il mio nome è mai più mai più mai più
Io dico sì dico si può, saper convivere è dura già, lo so
Ma per questo il compromesso è la strada del mio crescere.
E dico sì al dialogo
Perché la pace è l’unica vittoria, l’unico gesto in ogni senso
che dà un peso al nostro vivere, vivere….
Io dico sì, dico si può cercare pace
è l’unica vittoria
l’unico gesto in ogni senso che darà forza al nostro vivere…
Articolo 28: “Ogni individuo ha diritto ad un ordine sociale e internazionale nel quale i diritti e le libertà enunciati in questa dichiarazione possano essere pienamente realizzati”.
Il grande Bruce Springsteen scrisse questa bella canzone in memoria del tragico 11 settembre 2001 e la dedicò ai vigili del fuoco che davvero morirono nel tentativo di recuperare qualche vita straziata da chi distrusse in un attimo l’“ordine sociale”.
The Rising
Can’t see nothin’ in front of me
Can’t see nothin’ coming up behind
I make my way through this darkness
I can’t feel nothing but this chain that binds me
Lost track of how far I’ve gone
How far I’ve gone, how high I’ve climbed
On my back’s a sixty pound stone
On my shoulder a half mile of line
Come on up for the rising
Come on up, lay your hands in mine
Come on up for the rising
Come on up for the rising tonight
Left the house this morning
Bells ringing filled the air
Wearin’ the cross of my calling
On wheels of fire I come rollin’ down here
Come on up...
Li,li, li,li,li,li, li,li,li
There’s spirits above and behind me
Faces gone black, eyes burnin’ bright
May their precious blood bind me
Lord, as I stand before your fiery light
Li,li, li,li,li,li, li,li,li
I see you Mary in the garden
In the garden of a thousand sighs
There’s holy pictures of our children
Dancin’ in a sky filled with light
May I feel your arms around me
May I feel your blood mix with mine
A dream of life comes to me
Like a catfish dancin’ on the end
of my line
Sky of blackness and sorrow
(a dream of life)
Sky of love, sky of tears (a dream of life)
Sky of glory and sadness (a dream of life)
Sky of mercy, sky of fear (a dream of life)
Sky of memory and shadow
(a dream of life)
Your burnin’ wind fills my arms tonight
Sky of longing and emptiness
(a dream of life)
Sky of fullness, sky of blessed life
Come on up...
Li,li, li,li,li,li, li,li,li
Risurrezione
Non posso vedere nulla in fronte a me
Non posso vedere nulla venirmi alle spalle
Faccio la mia strada in questa oscurità
Non sento nient’altro che questa
catena che mi lega
Ho smarrito il sentiero per quanto
sono andato lontano
Quanto lontano sono andato,
quanto in alto ho scalato?
Sulla mia schiena un masso di
sessanta libbre
Sulle mie spalle mezzo miglio di corda
Forza alzatevi per la resurrezione
Forza alzatevi, mettete le vostre mani
nelle mie
Forza alzatevi per la resurrezione
Forza alzatevi per la resurrezione questa notte
Ho lasciato la casa questa mattina
Il suono delle campane riempiva l’aria
Con addosso la croce della mia vocazione
Sto arrivando qua giù su ruote di fuoco
Forza alzatevi...
Ci sono spiriti sopra e dietro di me
Le facce si fanno scure,
e gli occhi infuocati
Possa il loro prezioso sangue avvolgermi
Signore, mentre sto di fronte
alla tua fiera luce
Ti vedo, Mary, nel giardino
Nel giardino di un centinaio di lamenti
Ci sono fotografie benedette
del nostro bambino
Che balla nel cielo illuminato
Posso sentire le tue braccia intorno a me
Posso sentire il tuo sangue misto al mio
Un sogno di vita si impossessa di me
Come un pescegatto che ondeggia
alla fine della mia lenza
Cielo di cattiveria e dolore
(un sogno di vita)
Cielo d’amore, cielo di lacrime
(un sogno di vita)
Cielo di gloria e tristezza
(un sogno di vita)
Cielo di pietà, cielo di paura
(un sogno di vita)
Cielo di memoria e ombra
(un sogno di vita)
Il tuo vento infuocato
riempie le mie braccia questa notte
Cielo di desiderio e di vuoto
(un sogno di vita)
Cielo di abbondanza, cielo di vita benedetta
Forza alzatevi...
Articolo 22: “Ogni individuo ha diritto alla sicurezza sociale, nonché alla realizzazione dei diritti economici, sociale e culturali indispensabili alla sua dignità e al libero sviluppo della sua personalità”.
Però non c’è pietà, non c’è compassione,(…) una sola potenza, un solo mercato un solo giornale, una sola radio e mille scheletri dentro l’armadio. Cantava così Jovanotti l’anno scorso. La storia ci insegna che non c’è fine all’orrore. La vita ci insegna che vale solo l’amore!
Salvami
I bianchi, i neri, la religione
il pessimismo della ragione
la foto di gruppo, il primo giorno
di scuola
libertà di movimento,
libertà di parola
le otto principesse
e i settecento nani
le armi, gli scudi, i diritti umani
i corvi che gracchiano “rivoluzione”!
però non c’è pietà non c’è compassione
il sangue si coagula
sul pavimento
si inceppa l’articolazione del movimento
la voce che balbetta, la speranza
che inciampa
la capra che crepa la capra che canta
la giornalista scrittrice che ama la guerra
perché le ricorda quand’era giovane e bella
amici e nemici, che comodità
villaggi di fango contro grandi città
Salvami salvati salvaci salviamoci
Salvali salvati salvami salviamoli
Le reti i cancelli le zone rosse
migliaia di croci milioni di fosse
la nato la fao le nazioni unite
seimiliarditrecentomilioni di vite
dignità dignità, una vita normale
l’indifferenza è il più grande
peccato mortale
il mercato mondiale, il mercato rionale
la croce del sud e la stella polare
il nasdaq che crolla, il petrolio che sale
la borsa che scende, la borsa che sale
la storia ci insegna che non c’è fine
all’orrore
la vita ci insegna che vale solo l’amore
Salvami salvati salvaci salviamoci
Salvali salvati salvami salviamoli
Il Pil la ricchezza misurata in consumo
la rete globale i segnali di fumo
la riconversione dell’energia
il colpo di coda dell’economia
il microcomputer le trasformazioni
e noi sopra un ferro che ancora i pistoni
le facce impaurite, la vita che vola
lo stomaco, il fegato, il petto, la gola
peshawar, new york, sierra leone
la polizza vita dell’assicurazione
l’innocenza perduta, le ragioni di stato
una sola potenza, un solo mercato
un solo giornale, una sola radio
e mille scheletri dentro l’armadio
Salvami salvati salvaci salviamoci
Salvali salvati salvami salviamoli
Articolo 2: “Ad ogni uomo spettano tutti i diritti e le libertà enunciate in questa Dichiarazione, senza distinzione alcuna per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di nascita o di altra condizione”.
Gianluca Grignani ha espresso quest’idea di uguaglianza nella canzone Uguali e diversi. Il video che la illustrava rappresentava una serie di persone diverse che alla fine componevano come in un puzzle il viso stesso di Grignani.
Uguali e diversi
Né più bianco né più nero
della guerra sono stanco
ho fatto un sogno più sincero
ho fatto un sogno che ti canto
mi svegliavo stamattina
faccia e corpo colorati
e i giornali e la televisione
non sembravan spaventati
Non credo a un mondo che rotola indietro
non credo che per vivere serva un segreto
non credo alle favole
ma ho immaginazione
e credo che
siam tutti uguali e diversi da me
Ero in guerra ed ero a casa
ero a terra ed ero in volo
ero e non so più chi sono
ma di certo sono un uomo
che si svegliava stamattina
faccia e corpo colorati
e i giornali e la televisione
non sembravan spaventati
Non credo a un mondo che rotola indietro
non credo che per vivere
serva un segreto non credo alle favole
ma ho immaginazione
e credo che siam tutti uguali e diversi da me
Sì, ho detto proprio così: tutti uguali
e diversi da me.
Articolo 19: “Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione…”.
Qualche anno fa Francesco Guccini scrisse questa canzone per Silvia Baraldini che da anni si trovava in carcere in America (attualmente si trova in Italia) ora vi chiedo di lasciarla ritornare, perché non è possibile rinchiudere le idee in una galera. Ma quanti uomini e donne sono attualmente perseguitati, o in carcere, per le loro idee?
Canzone per Silvia
Il cielo dell’America son mille cieli sopra a un continente;
il cielo della Florida è uno straccio che è bagnato di celeste,
ma il cielo là in prigione non è cielo,
è un qualche cosa che riveste
il giorno e il giorno dopo e un altro ancora sempre dello stesso niente.
E fuori c’è una strada all’infinito,
lunga come la speranza,
e attorno c’è un villaggio sfilacciato,
motel, chiese, case, aiuole,
paludi dove un tempo ormai lontano
dominava il Seminole,
ma attorno alla prigione c’è un deserto dove spesso il vento danza.
Son tanti gli anni fatti, e tanti in più che son ancora da passare,
in giorni e giorni e giorni che fan mesi che fan anni ed anni amari;
a Silvia là in prigione cosa resta?
Non le resta che guardare
l’America negli occhi, sorridendo coi suoi limpidi occhi chiari.
Già, l’America è grandiosa ed è potente, tutto e niente, il bene e il male,
città coi grattacieli e con gli slum e nostalgia di un grande ieri,
tecnologia avanzata e all’orizzonte l’orizzonte dei pionieri,
ma a volte l’orizzonte ha solamente una prigione federale.
L’America è una statua che ti accoglie e simboleggia, bianca e pura,
la libertà, e dall’alto, fiera, abbraccia tutta quanta la nazione,
per Silvia questa statua simboleggia
solamente la prigione
perché di questa piccola italiana ora l’America ha paura.
Paura del diverso e del contrario,
di chi lotta per cambiare,
paura delle idee di gente libera che soffre, sbaglia, spera;
nazione di bigotti ora vi chiedo di lasciarla ritornare,
perché non è possibile rinchiudere le idee in una galera.
ll cielo dell’America son mille cieli sopra a un continente
ma il cielo là rinchiusi non esiste, è solo un dubbio, o un’intuizione;
mi chiedo se ci sono idee
per cui valga restare là in prigione,
e Silvia non ha ucciso mai nessuno e non ha mai rubato niente.
Mi chiedo cosa pensi alla mattina
nel trovarsi il sole accanto,
o come fa a scacciare fra quei muri la sua grande nostalgia,
o quando un acquazzone all’improvviso spezza la monotonia,
mi chiedo cosa faccia adesso Silvia mentre io qui piano la canto.
Mi chiedo ma non riesco a immaginarlo; penso a questa donna forte
che ancora lotta e spera perché sa che adesso non sarà più sola.
la vedo con la sua maglietta addosso, con su scritte le parole
che sempre l’ignoranza fa paura,
ed il silenzio è uguale a morte.
Ma chi si occupa di adolescenti non potrà evitare di scontrarsi con l’attuale dominatore delle classifiche mondiali: lo scioccante Eminem. Un esempio molto chiaro di cosa significhi la mancanza di rispetto in assoluto, mancanza di rispetto degli altri, di se stesso, dei diritti umani! Perché l’articolo 12 dice che “Nessun individuo potrà essere sottoposto a interferenze arbitrarie nella sua vita privata, nella sua famiglia, nella sua casa, nella sua corrispondenza né a lesioni del suo onore e della sua reputazione…”.
Invece Eminem nel suo video della canzone White America rivolge all’America bianca di George W. Bush una serie di critiche sfacciate e pesanti. L’educazione ai diritti si può realizzare anche “per contrasto”!
Per il testo, cerca in Internet con il motore Google: “Eminem - White America” lyrics.
La musica e gli adolescenti
Se il cellulare ha quasi sostituito il walkman nell’assorbire l’attenzione degli adolescenti, la musica non ha perso il suo ruolo importante e, ora attraverso il cellulare, gli adolescenti passano il 90% del loro tempo in compagnia con i loro pezzi preferiti o con le radio che li mandano. Per questo utilizzare canzoni e musica negli incontri di gruppo con preadolescenti e adolescenti è ancora la scelta vincente, anche se richiede agli educatori un po’ di lavoro in più per la preparazione.
Una delle esperienze più belle del mio lavoro con gli adolescenti è stata la presentazione di sé che ognuno doveva fare attraverso quella che considerava la canzone della propria vita. Molti ragazzi del gruppo riuscirono a raccontarsi, attraverso le “cassettine” portate da casa, in maniera molto più eloquente che se avessero dovuto usare solamente le parole. La musica è il linguaggio per loro più facile, familiare, quotidiano e con esso gli adolescenti non hanno quella famosa “difficoltà di espressione” che hanno con il linguaggio verbale. Capita la stessa cosa anche per la comprensione e l’apprendimento. Le canzoni qui proposte possono essere utilizzate in modi vari. Alcuni suggerimenti:
• Pensa una canzone
Un punto di partenza interessante potrebbe essere quello di chiedere agli adolescenti se conoscono canzoni che affrontano il tema dei diritti umani: avremo un’idea di quale conoscenza essi hanno dei diritti umani e anche della loro valutazione del mondo musicale. Probabilmente “Il mio nome è mai più” a qualcuno viene in mente. Quindi potremo chiedere quale dei cantautori o cantanti che esse preferiscono potrebbero affrontare il tema nelle loro canzoni. Riflettere sul fatto che cantare canzoni di denuncia e di difesa dei diritti umani non fa vendere molto e sul motivo di questa realtà, può essere un obiettivo significativo.
• Ascolta e rispondi
Far ascoltare la canzone senza premesse invitando ad un ascolto attento sia della musica, sia del testo. Quindi chiedere le reazioni a caldo: come valutate questa canzone? La conoscevate? Di che cosa parla? Qual è il passaggio che vi piace di più? Che ne dite della musica? Infine si invita a riascoltare offrendo una chiave di lettura: l’articolo della dichiarazione cui si riferisce esplicitamente dice questo (…) che cosa aggiunge la canzone? L’introduzione della dichiarazione e l’articolo 1 ricorda che tutti gli uomini sono uguali e tutti hanno uguale dignità, in che modo la canzone esprime la stessa idea?
• Diritti & canzoni
Si può anche partire proprio dalla dichiarazione dei diritti dell’uomo e offrire al gruppo il testo di alcuni articoli e il testo di una o due canzoni che si ritengono adeguate. Dopo aver individuato il messaggio chiave della canzone la si ascolta e si dialoga: rispetto a questo articolo la canzone sviluppa un aspetto, ma l’articolo dice di più: che cosa?
• Dedicata
Dopo aver riflettuto sulla dichiarazione o su alcuni articoli di essa si può immaginare con i ragazzi di dedicare questa o quella canzone ai responsabili del rispetto dei diritti: a chi dedicheremmo questa canzone? Senza dimenticare che quei responsabili non sono solo gli uomini dell’ONU o i capi delle Nazioni: ci sono anche i responsabili delle istituzioni, i presidi, i sindaci, fino ad arrivare alla gente del proprio quartiere, della propria famiglia, a se stessi!
• Smontiamo la canzone
Stimolare la fantasia dei ragazzi perché, a partire da una canzone che loro amano molto ma non ha un messaggio chissà quanto impegnato, ne possa nascere una con la stessa musica ma con le parole inventate da loro.
• Musical sui Diritti
L’obiettivo più ambizioso è quello di riuscire a produrre con gli adolescenti un lavoro sui diritti con la musica come protagonista. Ad esempio un musical che contiene queste e/o altre canzoni che gli adolescenti suonano e cantano pensando insieme il filo conduttore che può collegarle!