«Il cielo in una stanza»

La musica, l'azione e l'anima

Giustina Colella

 

Un tema importante come quello dell’animazione, ossia quell’intuizione che radica il suo lavoro, la sua missione nella vita e nella forza generativa che da essa scaturisce, traccia le linee educative e metariflessive per la comprensione e l’abbraccio ancor più grande verso quelle tematiche care alla pedagogia, ma prima di tutto all’uomo: l’amore per l’altro, l’amore per la vita.

La musica, in questo scenario così complesso e intrigante, che ruolo assume? La musica è sinfonia di fondo, accompagna generosamente uno scorcio alquanto ricco ed articolato, e racconta, attraverso emozioni di note e battute, di minime, semiminime e chiavi di violino racchiuse in una stessa “stanza”, cosa è l’amore per la vita.

Certo, si tratta solo di un angolo da cui guardare, ma è pur sempre una prospettiva affascinante e toccante, capace di far riflettere e di far discutere.

Ed allora, come creare il connubio fra la nota argomentativa legata all’animazione e la musica?

Non si tratta di costruire un ponte costrittivo, quasi artificioso.

No, la musica si dipinge, in questo campo riflessivo, proprio come quel linguaggio alternativo di comunicazione ed educazione che l’animazione sceglie come strumento di incontro e come terreno di scambio.

Si affida a 4 parole chiave, PROGETTO, COSTRUZIONE, FIDUCIA, SPERANZA, parole care alla pedagogia attivista, ma altrettanto intime “all’azione dell’anima e verso l’anima” affinché, dopo averne distribuito gli attrezzi, si diffonda (l’anima) nel suo protagonismo sulla vita (cf le riflessioni e la proposta di M. Pollo).

Ed un percorso così pensato, si serve della musica per generare coscienza meditativa.

Come un “cielo in una stanza”, l’amore per la vita, senza pareti, ma con l’armonica che suona e racconta…

Racconta cosa è la vita!

 

FASE 1 - Animazione: dare anima all’azione

 

IL PROGETTO

«Quando al mattino il sole si leva dietro le montagne fa nascere nei nostri cuori un grande senso di libertà che ci accompagna per tutto il giorno. Quando fra le gole profonde delle montagne sibila il vento ci ispira un sentimento di liberazione che ci fa sognare lidi lontani. Quando l'acqua dei ruscelli scorre veloce dopo le grandi piogge ci indica il sentiero della vita e le nuvole bianche nel cielo sono le nostre speranze che si muovono verso il futuro. Quando l'uomo saprà capire tutte queste cose allora avrà raggiunto la felicità» (R. Battaglia, Cielochiaro)

 

IL CERCHIO DELLA VITA - Ivana Spagna

(Il cerchio della vita 2009)

Lyrics

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Perfetto è il cerchio della vita quando il volere tramonta nell’essere e l’approdo raggiunge l’origine”. (M. Veneziani) Quando il cerchio si fa abbraccio, ecco allora sorgere la vita. È questo il connubio creatore, la volontà e la forza dell’incontro, il cerchio e l’abbraccio, la relazione, l’io con il tu. “Poi un raggio di sole ti abbaglia i tuoi occhi si tingon di blu e ti basta così, ogni dubbio va via e i perché non esistono più”. la bellezza della vita sta nella sua circolarità, nel suo fluire dinamico ed instancabile, attento ma pur sempre generoso. La vita, come cerchio e come viaggio, in una tensione continua alla ricerca, alla scoperta di nuove terre, di conoscenze nuove, che ha in sé il desiderio verso il nuovo ma anche il rischio dell’ignoto “è una giostra che va questa vita che gira insieme a noi e non si ferma mai”. La metafora del viaggio allora ben incarna il senso della vita, nella sua irrequietezza e nei cambiamenti, nella forza degli incontri che apre alla conoscenza di se stessi. L’essenza di un amore, per la vita e per la sua stessa creazione, che ci eleva ad un bene più alto, che supera l’oltre, la certezza in un Io Creatore, un “Qualcuno che è sempre con noi, alza gli occhi e se vuoi tu vederlo potrai”. All’origine di tutto ecco allora l’amore, un amore che intravede e genera, che gioca con gli intrecci e con le ricchezze, che traccia i segni della circolarità, con le imperfezioni delle mani e le unicità dei vissuti. Educare alla vita allora è il progetto, perché la vita veicola amore solo se non si appassisce di “passioni tristi”, di felicità vincolate all’appagamento materiale. La vita traghetta sempre amore solo se traccia nuove circolarità, indossa un velo di leggerezza tipico di chi si spoglia ma non si denuda e non se ne vergogna. Fare esperienza del cerchio che ci appartiene fa fondere l’inizio con la fine, nella sua immancabile perfezione e apre a nuove assonanze, come indiscussa qualità dell’azione che si fa carico del mistero.

 

La vita è una giostra che va, che non si ferma mai. Con quale intensità di amore di approcci alla vita e le permetti di distenderne le ali?

La vita, l’Io Creatore, l’amore della vita. In che modo spieghi a te stesso questo connubio di fattori, valori e volontà?

 

LA COSTRUZIONE

«Arrivato dove desiderava, cominciò a piantare la sua asta di ferro in terra. Faceva così un buco nel quale depositava una ghianda, dopo di che turava di nuovo il buco. Piantava querce. Gli domandai se quella terra gli apparteneva. Mi rispose di no. Sapeva di chi era?Non lo sapeva. Supponeva che fosse una terra comunale, o forse proprietà di gente che non se ne curava? Non gli interessava conoscerne i proprietari. Piantò così le cento ghiande con estrema cura. Dopo il pranzo di mezzogiorno, ricominciò a scegliere le ghiande. Misi, credo, sufficiente insistenza nelle mie domande, perché mi rispose. Da tre anni piantava alberi in quella solitudine. Ne aveva piantati centomila. Di centomila, ne erano spuntati ventimila. Di quei ventimila, contava di perderne ancora la metà, a causa dei roditori o di tutto quel che c'è di imprevedibile nei disegni della Provvidenza. Restavano diecimila querce che sarebbero cresciute in quel posto dove prima non c'era nulla» (J. Giono, L’uomo che piantava gli alberi)

 

COSTRUIRE - Nicolò Fabi

(Novo mesto 2006)

Lyrics

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“ma tra la partenza e il traguardo nel mezzo c’è tutto il resto e tutto il resto è giorno dopo giorno”

 

Esprimere la passione per la vita, la spinta vitale con cui ce ne prendiamo cura, richiede un racconto, un manoscritto fatto di metafore e punteggiature, di regole grammaticali e di corretta declinazione di verbi e tempi. La passione per la vita non è fugace attimo rubato all’imprevedibilità, alla passionalità dell’istante, è quel “tutto il resto”, lento e faticoso “costruire, giorno dopo giorno”. Accogliere l’amore per la vita nella sua progettualità richiede pazienza, richiede uno sforzo continuo verso la coraggiosa azione semantica del senso. La vita, l’amore con cui la coltiviamo, traccia il sentiero del percorso dove lo spazio della sorpresa, della curiosità, della sete di viaggiare in mondo nuovi, deve ben incontrarsi con la pazienza, l’umiltà dell’attesa, l’attitudine alla scalata, l’esercizio all’ascolto. Sono emozioni contrastanti quelle che si generano, accanto alla gioia, all’entusiasmo, c’è il timore, l’incertezza, l’ansia “penseresti all’odore di un libro nuovo a quello di vernice fresca a un regalo da scartare al giorno prima della festa al 21 marzo al primo abbraccio a una matita intera la primavera alla paura del debutto al tremore dell’esordio”.

Ma ciò che conta è quello che vive “tra la partenza e il traguardo”: è proprio questo lo spazio educativo in cui si gioca la partita della vita, nella lenta costruzione della strada, senza lasciarsi inebriare dagli eccessi degli attimi. È nel lento fluire che si costruisce, con la saggezza di sapersi accogliere e di amare l’altro nella forza dell’incontro! Non si tratta di creare lo straordinario, ma di “silenziosamente costruire, e costruire è sapere e potere rinunciare alla perfezione”, accogliere la straordinarietà nell’ordinario, perché ciò che conta non è fare grandi cose, ma piccole e fatte con lo stesso amore con cui progettiamo ed amiamo la vita. Ecco allora come l’azione prende anima, si tinge del passo costruttivo e generativo dell’agire dinamico, che non ha paura di toccare la limitatezza, l’imperfezione, anzi, se ne prende carico e la ama ancor di più per migliorarla. L’esperienza ci mette a dura prova, perché ci chiede di fare i conti con i limiti di cui spesso ci vergogniamo, verso i quali proviamo risentimento. L’esperienza è lo specchio con cui vediamo i difetti e la malattia della perfezione. Ma dall’esperienza possiamo imparare ad amare la vita proprio perché imprecisa, perché sono quelle imperfezioni che danno anima alla vita, ai moti del cuore. E questo è lo spazio fra “ l’inchino e poi il sipario tra l’attesa e il suo compimento tra il primo tema e il testamento”, è lo spazio della costruzione, del progetto, della vita.

 

La vita si costruisce nello spazio fra l’attesa ed il compimento. Tu con quale spirito affronti il luogo del progetto?

L’impegno e la responsabilità verso il progetto si consolida anche nell’accoglienza dell’imperfezione. Che rapporto hai con le tue imprecisioni?

Ama il tuo progetto di vita e dà anima al tuo agire. Una metafora per raccontare il tuo progetto & il tuo animo!

 

FASE 2 - Animazione: agire sull’anima 

 

LA FIDUCIA

«Quando la vita ti da mille motivi per cadere, tu rialzati
quando i giorni sembrano bui e senza via d’uscita, tu spera,
quando le delusioni urlano più forte dei sogni, tu costruisci
quando le rughe solcano il tuo viso, tu sorridi,
quando ti senti solo, vieni a cercarmi,
ti parlerò di come fare a rialzarti, ma tu fa lo stesso con me.
Ne ho bisogno… Miglioriamo insieme»!
(Stephen Littleword, Nulla è per caso)

 

LA VITA È UN DONO - Renato Zero

(Il dono 2005)

Lyrics

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Il dono, la vita è dono: ecco il senso più alto della gratuità e della volontà, della forza e delle radici, del mistero e della conoscenza. “Nessuno viene al mondo per sua scelta, non per meriti si nasce e non per colpa”, è proprio questa la dimensione entro cui coltivare la passione per la vita: siamo stati regalati a noi stessi, in un movimento del dare che racchiude un passaggio spirituale profondo. Dovremmo allora cambiare il senso delle cose, delle parole, rimodulare la giusta dimensione della vita, portare a compimento un’inversione di tendenza. Nulla è a caso, nulla è dovuto, ancor di più, nulla è scontato. Siamo nella dimensione dello stupore verso la gratuità, dove “ogni emozione che ancora ci sorprende” si muove verso il dono incondizionato. Non è vero, anche se la società afferma il contrario e ci dis-educa a questo, che tutto ha un prezzo, che il dare contempla necessariamente il ricevere. Cosa può allora un’azione che agisce sull’anima? Può rompere gli schemi con il calcolo, con il mercato, con il profitto, per dare libertà alla vita affinché possa esprimersi nella sua pienezza. È il posto, questo dove “la vita è un dono che si deve accettare, condividere poi restituire” perché “tutto ciò che vale veramente toglie il sonno e dà felicità”. La vita allora è davvero l’arte dell’amare, e si compie nella relazione e nella trama con cui disegniamo gli incontri. Questo significa dare senso a ciò che si è, avendo coscienza dei propri limiti e proprio per questo farne tesoro a tal punto da renderlo “starter” nella costruzione del proprio saper essere. E l’azione diventa condivisione, con-dividere, con gli altri, proprio secondo la logica liberamente amorevole del dono “che si deve accettare, condividere poi restituire”.

 

La vita è un dono, è l’arte dell’amore. In che misura l’amore e il dono vivono in te?

Ed in che modo permetti che il senso del dono agisca sulla tua anima, tanto da generare un’azione amorevole?

“Nessuno viene al mondo per sua scelta”. Da chi ti senti scelto, a chi senti di dover dire grazie per il dono ricevuto?

 

 

 

 

FASE 3 - Animazione: far agire l’anima

 

LA SPERANZA

«Ciò che è fuori è anche dentro; e ciò che non è dentro non è da nessuna parte.
Per questo viaggiare non serve. Se uno non ha niente dentro, non troverà mai niente fuori. È inutile andare a cercare nel mondo quel che non si riesce a trovare dentro di sè.
Mi sentii colpito. Aveva ragione».
(Tiziano Terzani, Un altro giro di giostra)

 

DIECI RAGIONI PER VIVERE - Michele Zarrillo

(L’elefante e la farfalla 1996)

Lyrics

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Basterebbero dieci ragioni per vivere se non fosse l’anima a prendere in mano l’azione?

Basterebbero “dieci vie qui nel mio cuore dieci volontà dieci me che vanno in cerca di te dieci verità” se non lasciamo che sia l’amore per la vita a creare , a costruire, a progettare, ad aver fiducia, a generare speranza?

Dieci le ragioni per vivere, “primo l’amore che non può lasciarci mai”, questa la consapevolezza dell’essenzialità dell’amore, l’amore per la vita, per l’altro, per noi stessi. L’amore come radice di ogni azione, come motore di ogni responsabilità e di ogni consapevolezza perché solo un’azione ani-amata è composita, esistenziale, significativa (cit. M. Pollo), promuove la libertà dell’azione consapevole, progetta una strada e costruisce una realtà diversamente significativa, svincolata dal riduzionismo dell’attuale, dalle logiche del mercato perché sceglie di aprirsi all’alterità.

Secondo gli occhi della gente dentro ai miei. Terzo il dovere verso chi non ce la fa dopo di noi” ecco come l’anima agisce e lo fa schierandosi con la complessità della vita, nella sua ricchezza multicromatica, plurisfaccettata, nella sua accezione sensibile ed attenta al senso, al valore del senso di cui si fa rivelatrice.

L’anima è azione se crea quello spazio accogliente per la vita, se promuove il tempo dell’incontro, se scende in profondità e chiama per nome l’amore.

Sono questi i “dieci volte mai per dire ancora”, dove le radici si intrecciano, dove le strade si incrociano, dove le esperienze si rincorrono, le sensibilità dialogano.

Quei mai che diventano ancora vanno alla ricerca delle fragilità, e le proiettano nell’entusiasmo della speranza di saper amare.

La vita, l’amore per la vita, si prende cura delle fragilità, non le soffoca, ma le accoglie perché non vive con quelle barriere protettive intimorite dall’imperfezione.

L’azione amorevole mette in gioco l’anima, in un movimento dall’interno verso l’esterno, attraversa le fatiche dell’essere e le abita, impara a vedere, a vedersi, e, nonostante tutto, non ha paura di continuare a coltivare la speranza!

 

Quali sono le tue dieci ragioni per vivere? Come direzionano le tue scelte, il tuo essere, il tuo saper incontrare l’altro?

L’amore per la vita ama innanzitutto le nostre fragilità, le abita e le riveste di speranza. Che rapporto hai con le tue fragilità ed in che modo le vivi nella società?

Non dire mai. Impara a dire ancora. È un lavoro impegnativo, faticoso ma altamente significativo. Cosa significa per te lasciare spazio agli “ancora”?