Scheda pastorale "La festa dei Santi, la conformità a Cristo"

Inserito in NPG annata 1999.


A cura di Giuseppe Morante

(NPG 1999-07-53)


Se il mistero pasquale è il criterio di lettura di tutto l’anno liturgico, il tempo dedicato alle feste dei santi (con le indicazioni del santorale) va visto solo nella luce del mistero di Cristo... Si tratta pertanto di presentare i santi come i «caratteristici testimoni del Signore». Se una certa devozione li presenta come «eroi» o come «asceti», essi possono apparire lontani dalla vita evangelica. Il santo è un asceta che non rinnega il mondo, ma rinnega il «proprio io» come volontà di potenza e come pretesa di affermazione in proprio. Perciò la santità va evidenziata non come privilegio di alcuni che sono posti agli onori degli altari, ma come vera caratteristica della propria esigenza di credere nel Cristo risorto e rendergli testimonianza.

Nella riflessione catechistica

* Non basta al buon cristiano celebrare la Pasqua nel Triduo pasquale, né partecipare alla festa della celebrazione dei santi con una particolare devozione. Il cristiano celebra la pasqua nella vita, scoprendo nel quotidiano il disegno di Dio sulla propria vocazione a farsi santo.
* L’imitazione di Cristo nella carità verso il prossimo ha guidato la vita dei santi che nella loro testimonianza sono stati sostenuti dalla fede e guidati dalla speranza. «I santi» non sono prima di tutto quelli del calendario, i santi della festa..., ma i battezzati che si impegnano nella fedeltà al vangelo di Cristo. La Chiesa ne esalta le virtù per far comprendere a tutti che la chiamata alla santità non è una occasione per qualcuno, ma deve essere un impegno per tutti i credenti. In questo senso la vita di un santo si offre come esempio concreto di come il credente possa vivere la Pasqua di Gesù nelle diverse situazioni di vita.
* La storia della Chiesa presenta il santorale che offre esempi di luminosità cristiana non solo nel passato, ma anche nel presente, perché lo Spirito continuamente spinge chi è disponibile a collaborare nella testimonianza eroica dell’amore di Dio. I santi, quindi, sono i testimoni della risurrezione, e il diventare cristiani significa «diventare santi», imparando per tutta la vita. Non ci sono quindi vie privilegiate davanti a Dio, ma la via personale della «santificazione».
* La catechesi così offre varie modalità di presentazione dei santi purché si arrivi a considerare lo stimolo che li unifica nell’unica esperienza di fede e di carità, pur nella diversità applicativa.

Nella celebrazione liturgica

* La liturgia della festa applica al santo i valori fondamentali del vangelo che, per evitare il pericolo del moralismo o della falsa devozione, vanno ricordati come i veri atteggiamenti del cristiano: una serie di virtù positive che costituiscono l’atto di investitura dell’uomo nuovo non a dimensione individuale, ma a dimensione comunitaria. L’amore fraterno è il valore supremo che li unifica e li rinsalda attraverso le virtù della misericordia, dell’umiltà, della pazienza e del perdono. È quello che hanno fatto i santi...
* I santi ricordati nel calendario vengono richiamati con il proprio «nome», perché hanno realizzato un aspetto importante del messaggio evangelico evidenziato dalla liturgia (letture proclamate, e riflessioni omeletiche con le monizioni varie) che dà un significato storico alla festa... Deve essere chiaro il passaggio alla trasposizione culturale e all’attualizzazione!
* Che valore ha fare la festa del proprio santo? Che significa celebrare la festa del patrono della propria città-chiesa? Che valore hanno le feste dei santi nella Chiesa? I santi ufficialmente canonizzati non sono tutti i santi della storia. Perciò la liturgia invita a scoprire il segreto della santità, anche se chi lo scopre non farà parte del santorale ufficiale: e cioè persone che hanno vissuto con semplicità e nella quotidianità la loro fede; che hanno praticato le beatitudini evangeliche e sono di esempio e di aiuto nella vita cristiana.
* I santi «anonimi» non sono meno importanti dei santi canonizzati. Tutti i battezzati perciò hanno una comune vocazione alla santità. La proclamazione della parola metterà in evidenza soprattutto l’azione dello Spirito Santo nella vita del credente, sia in ordine alla conversione che alla santificazione, con le scelte di vita che comporterà.

Nella testimonianza del quotidiano

* Nell’esperienza della carità fraterna il credente non raggiunge mai il massimo. Una radice egoistica dice che alla fine c’è sempre un angolo riservato che si conserva solo per se stessi. I santi non si riservano nulla... Sarebbe interessante predisporre una verifica della propria vita di carità per mettere in evidenza i valori e i non-valori relativi al comandamento dell’amore, che marcano l’esperienza quotidiana del credente e del modo di comportarsi con le persone. Alla luce di questa verifica si può evidenziare che cosa significa «farsi santo»...
* Santità è sinonimo di scelta di vita cristiana nella sequela di Cristo: la misericordia come atteggiamento profondo che mette in relazione agli altri con disponibilità di servizio; l’umiltà come capacità di riconoscere che tutto è dono di Dio per gli altri; la pazienza come capacità di accettare tutte le difficoltà con la forza del coraggio e della costanza, appoggiandosi, contro ogni apparenza contraria di inutilità, al Signore che infonde speranza; il perdono come la vera capacità di amare, nonostante l’esperienza del tradimento o del rifiuto ricevuto.
* In questo senso il credente «che si fa santo» può diventare nel mondo lievito dell’umanità, trama del tessuto della storia umana. Santità come cammino sulla via che il Signore traccia ai suoi seguaci. Santità come modello di vita di referimento ai «santi anonimi» da scoprire e da imitare come valori per la propria vita personale, e quindi non da onorare pedissequamente ma da «personalizzare».
* Davanti ai nomi dei santi i cristiani devono sentire che la storia della Chiesa offre dei modelli o esempi di carità incarnata; ed è questo il messaggio che la festa di un santo deve lanciare perché la sua testimonianza sia efficace.