Il credo dell’educatore alla fede


Gruppo catechisti – Piano Mommio (LU)

(NPG 1999-07-48)


1. La storia del popolo di Dio è storia dell’amore divino (Rdc 1). È una storia universale e ci comunica un messaggio di salvezza (cf RdC 4): «Dio ha così amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, affinché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna» (Gv 3, 16). Gesù Cristo rivela anche pienamente l’uomo all’uomo (cf Rdc 60), che in lui può sentirsi solidale con tutta la storia, con tutti gli uomini, con tutto il mondo (RdC 68).
La coscienza di appartenere a Cristo nella Chiesa porta all’apertura agli altri e al dialogo leale con tutte le persone (cf Rdc 38). La testimonianza della vita è essenziale nel momento in cui si vuole proclamare e diffondere la fede (Rdc 186). I successori degli apostoli alimentano e garantiscono il senso della fede del singolo e della comunità per una conoscenza sempre più profonda e personale della sua fede (cf RdC 13).

2. È una storia presente che realizza una promessa antica, e anticipa e prepara, in segni variamente efficaci, una pienezza futura e definitiva (RdC 78). Il cristiano è per sua natura un catechista (Rdc 183). Il catechista si rivolge all’uomo non solo come individuo, ma abbraccia anche tutti i suoi rapporti con la società (cf RdC 140).
Cerca l’uomo concreto che non vive solo in famiglia e in parrocchia (RdC 141). Segue con impegno e attenzione lo sviluppo dei fenomeni della realtà moderna partecipando alle ansie, alle attese, alle gioie di tutta l’umanità e vivendo gli stessi problemi dei fratelli. Cammina con loro lungo la strada che conduce a Cristo (cf RdC 77).

3. Il cristiano può illuminare con la fede tutta la sua cultura e la sua vita, senza smarrirsi nelle molteplicità delle situazioni. Giunto a maturità egli saprà trovare nelle sua fede una risposta coerente e tempestiva ai molteplici interrogativi che gli si propongono (Rdc 80). La catechesi si rivolge a chi è già sul cammino della fede perché maturi in lui la sapienza di Cristo. Educare al pensiero di Cristo, a vedere la storia come Lui, a giudicare la vita come Lui, a scegliere ed amare come Lui, a sperare come insegna Lui. In una parola, nutrire e guidare la mentalità di fede (RdC 38).

4. Noi abbiamo scelto di educare alla fede da persone che hanno scoperto di appartenere a Cristo (cf RdC 38) e riconoscono l’azione di Dio nel loro operato (cf RdC 163). Sappiamo quanto sia importante conoscere e amare l’uomo per conoscere e amare Dio (cf RdC 122-160). Il Dio della Rivelazione è «il Dio con noi» che entra nella storia di ogni uomo per rivelare ad ognuno la sua vocazione (RdC 77).
La Chiesa non proclama un’astratta ideologia, ma la Parola che si è fatta carne in Cristo, Figlio di Dio, Maestro e Redentore di tutti gli uomini (RdC 16). Nell’esercizio della sua missione la Chiesa si lascia guidare dalla pedagogia di Dio (RdC 15). Consapevoli di questo noi educhiamo alla fede e viviamo ogni giorno nello stile dell’animazione (cf RdC 130).

5. Ricevendo dal Padre lo Spirito di Cristo, l’uomo è trasformato ed entra in un nuovo rapporto di vita assolutamente gratuito con Dio (cf RdC 91). Questa elevazione soprannaturale cratterizza l’antropologia cristiana (RdC 11). L’uomo di oggi attento ai valori umani trova risposta nel messaggio cristiano, che è messaggio di suprema libertà.
Con una catechesi addetta capisce che il supremo esercizio di questa libertà sta nella fondamentale scelta con la quale egli si apre al dono soprannaturale di Dio (RdC 92).
Gli adulti sono in senso più pieno i destinatari del messaggio cristiano perché possano conoscere meglio la ricchezza della fede rimasta implicita o non approfondita nell’insegnamento anteriore. Essi poi sono gli educatori e i catechisti delle nuove generazioni (cf RdC, Lettera di presentazione dei Vescovi, 12).

6. La vocazione profetica richiede ai catechisti una solida spiritualità ecclesiale, una seria preparazione e una profonda carità verso Dio e verso il prossimo (RdC 189). Grande vantaggio i catechisti possono trarre dalla riflessione più seria delle scienze antropologiche moderne, sempre tutto confrontando con la Divina Rivelazione poiché è una verità unica il Dio che crea e salva (RdC 129).
L’educazione catechistica si svolge in contesti nei quali il catechista è l’ultimo responsabile della parola di Dio secondo la sua vocazione e la sua situazione di vita (cf Rdc 12; 183).

7. La catechesi è diretta a formare nel cristiano una matura mentalità di fede (cf RdC 30-31), introduce i credenti nella pienezza dell’umanità di Cristo, per farli entrare nella pienezza della sua divinità (cf RdC 43). Il centro vivo della fede è Gesù Cristo, inizio, centro e fine della storia della salvezza (Rdc 57-81).
Nel mistero di Cristo trova vera luce il mistero dell’uomo (cf RdC 57): i catechisti sono testimoni e partecipi di un mistero che essi stessi vivono e che comunicano agli altri con amore (RdC 185).

8. Fedeltà alla parola di Dio e fedeltà alle esigenze concrete degli uomini come unico atteggiamento spirituale che conduce la Chiesa a scegliere le vie più adatte per esercitare la sua mediazione fra Dio e gli uomini (cf RdC 160). Nel disegno di Dio tutto può essere ordinato alla salvezza degli uomini e allo sviluppo della loro personalità, anche le cose terrene e le umane istituzioni (cf RdC 143).
Non basta comunque trovare le vie che rendono accessibile una semplice scienza della religione, né d’altro lato è sufficiente scoprire le tecniche che sviluppano le attitudini spirituali e religiose dell’uomo, senza aprirlo decisamente alla luce superiore della fede (RdC 162). La qualifica di segno della volontà di Dio appare soprattutto quando l’insegnamento catechistico diviene educazione (RdC 188).

9. Il cristiano è per sua natura un catechista (RdC 183). Chiunque voglia fare all’uomo di oggi un discorso efficace su Dio, deve muovere dai problemi umani e tenerli sempre presenti nell’esporre il messaggio (RdC 77). Il catechista deve essere conoscitore della persona umana (RdC 168), testimone di un mistero che vive e comunica (RdC 185), è consacrato e inviato da Cristo (RdC 185).
La vita del catechista è manifestazione delle invisibili realtà (RdC 186). Non è pensabile una buona catechesi senza la partecipazione dell’intera comunità (RdC 200).