Jessica Genesio
(NPG 1999-04-64)
La sveglia interruppe il sonno profondo di Eleonora.
Come ogni mattina, con gesti meccanici si alzò dal letto, si preparò un caffè e poi in bagno a lavarsi. Ma quel giorno non fu tutto meccanico. Asciugandosi il viso, i suoi occhi si incontrarono nello specchio. Occhi neri, grandi si soffermarono a scrutare i gemelli riflessi per poi passare a un’analisi accurata di tutto il volto.
Qualcosa però era diverso dal solito: non i riccioli che ricadevano scompigliati sulla fronte, neanche il volto ancora intorpidito o gli occhi assonnati. Ciò che le sembrò diverso dal solito era proprio il suo sguardo. Come appaiono gli occhi allo specchio! Vedeva il suo sguardo triste, privo di energia, pieno di paura e non più la gaiezza di sempre. Ma ora cos’era successo? Da quanto aveva perso se stessa?
Continuava a pensare mentre raggiungeva l’ufficio con un senso d’angoscia perché non sapeva perché.
Era da pochi minuti alla sua scrivania quando squillò il telefono. Sapeva già chi avrebbe risposto dall’altra parte. «Ciao Giorgio» salutò ancor prima di sentire la sua voce. L’angoscia aumentò. Poche frasi vuote per poi abbassare il ricevitore e focalizzare il problema: Giorgio, la persona di cui era innamorata e che, a suo dire, ricambiava il suo amore.
Da mesi si frequentavano, ma Giorgio aveva un’altra ragazza che intendeva lasciare «perché era tutto finito», diceva... Ma le promesse restavano promesse e i giorni passavano senza decisioni concrete.
Eleonora non avrebbe mai voluto trovarsi a vivere una situazione così ambigua, poco chiara, indefinita, ma il cuore aveva preso il sopravvento trascinandola in un tunnel senza uscita, fatto di menzogne e ipocrisia. Giorgio, con poche effusioni e tenerezze, riusciva a dominarla del tutto e quando lei gli chiedeva delle certezze sul loro futuro insieme, lui cambiava discorso; non era mai il momento giusto per lui per chiarire malintesi, per terminare quel gioco di ambiguità e ipocrisia. Scuse, solo e sempre scuse!
Alle amiche che cercavano di dissuaderla dal continuare tale relazione, Eleonora non prestava mai ascolto e talvolta bisbigliava: «Non mi sta prendendo in giro, mi ama davvero. Se solo lo conosceste bene...».
Oggi, però, tutto aveva un altro colore! Aveva visto nei suoi occhi spenti l’illusione e con questa illusione pensò ora a Giorgio. Avevano un’idea dell’amore del tutto differente. Lei l’aveva forse un po’ romantica ma assoluta. Voleva amare una sola persona e a lui dare tutta se stessa, in cambio di solo amore. Ma per Giorgio le cose non erano così se accettava di giostrare le sue giornate tra due «amori».
Non fu tanto quest’ultima constatazione quella che inquietò Eleonora, quanto l’aver capito come si potesse cambiare comportamenti e principi. Aveva impiegato 23 anni per diventare una persona sincera, pulita, decisa, e ora si sentiva incerta su cos’era giusto. Era il momento di tornare a essere se stessa: se la fidanzata di Giorgio avesse saputo ne avrebbe certo sofferto. A questo Eleonora non aveva minimamente pensato; non aveva mai fatto del male gratuito a nessuno e non era il caso di farlo adesso.
Si alzò dalla scrivania, andò in bagno. Si lavò le mani, come per pulirsi da mesi di inganni e bugie e lentamente alzò gli occhi allo specchio. Si fissò: riscoprì l’antica luce, la vecchia voglia di vivere, la spontaneità. Adesso sapeva cosa fare e ne era più che certa: un taglio netto e così sia. Stava cominciando a ritrovarsi.