Beati


Frei Betto

(NPG 1998-07-96)


Ben presto da ogni parte affluiscono in paese persone che desiderano conoscere Gesù. Pietro suggerisce di radunare tutta quella gente su una collina poco distante. Si dirigono quindi verso una modesta altura che sorge in riva al lago, fra Cafarnao e Genesaret. Dall’alto della collina, Gesù scorge i sontuosi edifici di Tiberiade che, da ragazzo, ha aiutato a costruire. Guardando appena un poco più a destra vede, sul passo del monte Arbel, la gola attraversata dalla strada che conduce a Nazareth.
Un mendicante gli domanda: Chi troverà la felicità nel Regno dei Cieli?
E Gesù riponde:
Beati i poveri, condannati a essere privi anche del necessario per vivere, e quelli che hanno lo spirito del povero, che non sono attaccati a nulla e sono pieni di spieranza.
Beati i semplici, cui non stanno a cuore né ricchezze né ambizioni, che sono aperti alla solidarietà e alla condivisione, perché di essi è il Regno dei Cieli.
Beati quelli che non odiano nessuno, non insultano né alzano la mano contro il nemico, hanno pietà di chi soffre e conservano la dolcezza dei bambini, perché erediteranno la Terra.
Beati quelli che si affliggono per l’indigenza altrui e per la malvagità di coloro che fanno del potere una forma di oppressione, perché saranno consolati.
Beati quelli che sono affamati di libertà e sentono la gola ardere per la sete di giustizia, perché saranno saziati.
Beati quelli che dimenticano le offese, che non condannano il prossimo, né serbano rancore, perché saranno benvoluti.
Beati i puri di cuore, sereni di mente e allegri di spirito, perché conosceranno l’amore.
Beati quelli che faranno della lancia una zappa; della spada un rastrello; e del braccio un abbraccio, perché saranno riconosciuti come figli della pace.
Beati quelli che verranno perseguitati ingiustamente e dovranno fuggire, perché Dio darà loro il suo regno.
Beati quando vi insulteranno e vi calunnieranno per causa mia. Siate lieti e gioite, perché Dio risiederà in voi. Non temete. Allo stesso modo hanno perseguitato i profeti e i giusti che vi hanno preceduto su questa strada.
Poi volge lo sguardo verso destra, in direzione di Tiberiade, distesa alle falde del Monte Berenice:
Ma guai a voi, ricchi, perché avete già la vostra consolazione nei ventri gonfi, nel grasso che mettete in mostra, nella pelle liscia e nei vostri granai ricolmi!
Guai a voi che ora siete sazi, perché tenderete la mano e nessuno vi aiuterà!
Guai a voi che ignorate la sofferenza altrui; conoscerete il lutto e le lacrime, fra l’indifferenza di coloro che adesso vi lusingano!
Guai a voi, quando tutti vi faranno lodi e complimenti, coprendovi di sorrisi e di favori; proverete l’amarezza e la solitudine al momento di raccogliere l’amicizia che non avete seminato.

(Fonte: Uomo fra gli uomini, Sterling & Kupfer, 1998)