Mohamed non è più solo


Gioia Quattrini

(NPG 1998-05-02)


Ho deciso di non attendere oltre. Ho deciso di adottare un uomo.
Non so ancora nulla di lui. Il suo nome. La sua storia. Il paese dove è nato. Dove è detenuto. So che c’è. Esiste, in qualche parte del mondo, nel buio muto di un carcere. So che piange, torturato.
Mi preoccuperò di lui. Scriverò alla sua famiglia. Gli farò sapere che qualcuno combatte per scardinare le porte della sua prigionia.
Raccoglierò firme e invierò petizioni a rappresentanti di Governo e ai direttori del carcere. Non mi fermerò un secondo e non sarò sola. Saremo un gruppo.
Amnesty International mi aiuterà.
Il fiume scorre. Non è solo.
Porta con sé orribili fardelli: corpi senza testa, senza più mani, castrati, con l’addome aperto. Il paesaggio appare tranquillo.
Una figura si affanna dalla riva per recuperare quei resti.
Il fiume che scorre è il fiume Cauca, in Colombia.
La figura che si affanna sulla riva è Padre Diego Villegas.
I resti sono quelli del suo amico e compagno di resistenza: don Tiberio.
Entrambi avevano una colpa, la stessa colpa, quella di difendere i propri parrocchiani, gente misera e affamata, dagli squadroni della morte che con il pretesto della lotta al narcotraffico si dilettano ad andare a caccia di uomini.
Per don Tiberio nessuno è riuscito a far nulla.
Padre Diego è salvo grazie ad Amnesty International.
Un uomo ostinato è al buio. Da cinque anni. Ha una copia del Corano, una buca per i suoi bisogni, un pertugio dal quale a volte fa capolino un uccello. Da cinque anni.
L’uomo ostinato parla con l’uccello e lo chiama con il nome del proprio figlio. L’uomo ostinato, dalla mente ostinata e dal cuore fermo. In gola, la paura.
L’uomo è Mohamed Aden Sheick, un membro dell’opposizione in Parlamento.
In uno stato di diritto essere parlamentare è un onore. In Somalia, per il regime di Siad Barre, essere all’opposizione è un reato: si viene prelevati nel cuore della notte dalla propria stanza d’albergo e rinchiusi in una cella di tre metri per quattro, al buio.
Mohamed Aden Sheick è salvo grazie ad Amnesty International.
Da cinque mesi Pinochet ha preso il potere in Cile.
Uno studente di medicina cammina per i viali dell’Università.
Occhi e capelli neri. Sorriso innocente. È un membro della Resistenza ma non si direbbe. Eppure qualcuno lo sa e lo riferisce.
Un ufficiale dell’esercito interrompe la passeggiata dello studente e lo arresta.
Per interrogarlo lo lascerà calare a testa in giù in un bidone pieno di escrementi e liquame. Forse per qualche istante si riesce pure a stare in apnea. Ma poi, in quel liquame, bisogna respirare.
Ricardo Concha Valleyos è salvo grazie ad Amnesty International.
È molto probabile che in qualche parte del mondo un uomo al buio, con una buca per i bisogni e una copia del Corano, parli con un uccello sognando di noi.
Per adottarlo e dargli una speranza basta chiamare Amnesty International.
Amnesty International è un movimento internazionale che lotta per difendere la libertà di opinione e contro la pena di morte e la tortura.
Quando gli uomini sognano gli uomini, chi alzerà la voce per rifiutare?

Per chiamare: Amnesty International, viale Mazzini 146, 00195 Roma
Tel. 06/37514860; oppure su Internet
https://www.topnet.it/seblie/am.html
Vi comunicheranno la sede più vicina della vostra città