La «rete» dell'animazione. Voci per un dizionario /Introduzione
Mario Pollo
(NPG 1988-09-26)
Gli articoli che da questo numero svilupperanno il dizionario dell'animazione sono la prosecuzione di quelli apparsi negli anni 1985 e 1986 su questa stessa rivista. Per consentire al lettore di riallacciare i fili del discorso attuale con quello sviluppato oltre due anni fa si è pensato che potesse essere di una qualche utilità realizzare un articolo-indice che colleghi in un insieme sistematico le vecchie voci del dizionario con quelle attuali, offrendo perciò al lettore il contesto necessario per interpretare in modo corretto il significato di ogni singola voce.
Le voci del dizionario coprono tre aree tematiche.
La prima area è quella dell'uomo come essere progettuale ovvero l'area delle riflessioni intorno a ciò che rende l'uomo un caso unico ed irripetibile dell'universo del vivente. A questa area appartiene, naturalmente, quella che copre i temi del farsi uomo del giovane.
La seconda area copre invece la grammatica della vita sociale e, quindi, della stesa vita individuale; è questa l'area in cui si intrecciano il linguaggio e la cultura sociale, le trame del potere e quelle della libertà.
La terza area è quella che raggruppa le riflessioni sul contributo dell'animazione all'aprirsi dell'essere umano al mistero del trascendente ovvero al senso della vita umana.
L'AREA DELL'UOMO COME ESSERE PROGETTUALE
È un dato accettato dalla moderna riflessione antropologica che ciò che rende l'uomo ciò che è, differenziandolo nettamente dagli esseri viventi, è fondamentalmente la sua natura di essere progettuale. La natura, cioè, di un essere che per poter avere un oggi deve continuamente progettare il proprio domani utilizzando il sapere accumulato nel passato. Nessun uomo può realizzarsi senza un qualche progetto. Dato che nella vita quotidiana molte persone sembrano vivere senza essere protagoniste di un progetto questa affermazione può sembrare teorica. Tuttavia non è così perché ogni persona vive secondo un progetto. Il problema semmai è quello di verificare se l'uomo è veramente libero di farsi il proprio personale progetto, oppure se altri lo fanno per lui e cercano di imporglielo in vari modi. Nella vita umana, infatti, la dimensione della progettualità non può mai essere disgiunta da quella della libertà e dell'autonomia ed è, quindi, strettamente intrecciata con quella della coscienza. Su questo tema, in generale si sofferma la voce "progetto d'uomo". Questa riflessione sarà ripresa e collegata al luogo costitutivo della progettualità: il tempo; attraverso la voce "animazione, tempo e progetto".
La progettualità dell'uomo si traduce concretamente nella sua vita per mezzo del lavoro. Il lavoro è ciò che consente all'uomo di costruire le condizioni ambientali necessarie oltre che alla sua sopravvivenza a consentire il suo farsi secondo determinati modi.
Il lavoro scandendosi nel tempo ritma il divenire dell'uomo in quell'evento dotato di senso che è la storia. Il lavoro dell'uomo inteso però non come maledizione ma come contributo, povero ed efficace allo stesso tempo, alla redenzione del mondo dalla distruttività del peccato. La storia concepita di conseguenza come procedere dell'uomo verso l'evento finale della piena realizzazione di se stesso in una terra non più maledetta ma divenuta luogo della manifestazione del Regno. In questo contesto il progetto dell'individuo supera le frontiere del soggettivo per divenire l'incontro solidale, nel segno dell'amore, con i progetti degli altri individui nel sociale. Su questo particolare aspetto della progettualità si sofferma la voce: "animazione, lavoro e storia".
Oltre che con il lavoro l'uomo controlla il proprio ambiente sociale e, quindi, il modo in cui i singoli progetti individuali convivono, per mezzo dell'azione politica e della sua fonte energetica: il potere, inteso come capacità di una o più persone di influire su una o su più persone. Questa riflessione sull'intreccio politica-potere è resa necessaria dalla consapevolezza che nessun progetto personale può realizzarsi in un ambiente ostile o che semplicemente faccia mancare gli elementi necessari al concretarsi del progetto stesso. Si può addirittura affermare che alcuni progetti d'uomo non possono neppure essere pensati se l'ambiente sociale non fornisce la cultura ed i linguaggi necessari al pensarli. Nessun individuo può pensare di farsi in modo isolato dal farsi degli altri individui. Senza partecipare alla costruzione del Noi l'individuo non può pretendere di costruire il proprio Io. La realizzazione dell'Io avviene anche attraverso la realizzazione del Noi. Naturalmente affinché questa riflessione non sia solo astrattamente metodologica la voce "animazione, potere e politica" prende in considerazione il senso del far politica oggi e che cosa è il potere nella attuale congiuntura sociale. Tuttavia sarà sempre messo al centro il tema della progettualità in quanto nello sviluppo del dizionario si segue il particolare punto di vista che il far politica è una delle condizioni per poter realizzare efficacemente il proprio progetto di sé.
Partendo da queste premesse generali intorno ai pilastri della dimensione progettuale dell'uomo le voci mettono in luce cosa significa per il giovane il farsi uomo secondo un progetto di cui egli sia il primo e principale protagonista e, quindi, non solo un passivo esecutore.
In questo quadro si colloca anche la voce "animazione e solidarietà" che cerca di evidenziare le ragioni che in generale, e in particolare nella attuale cultura sociale, motivano il movimento che spinge l'individuo a uscire dall'Io per incontrare il Noi al fine di essere realmente protagonista del proprio progetto di vita.
La solidarietà appare, infatti, come la dimensione dell'essere umano che fonda eticamente la vita sociale.
È stato oramai acquisito che l'origine dell'etica è da ricercarsi, sia etimologicamente che storicamente, nella scoperta dell'individuo della necessità della cura della casa comune al fine della realizzazione delle condizioni ottimali per la costruzione della sua vita nel mondo.
Questa considerazione si è nella riflessione contemporanea ulteriormente approfondita attraverso la riscoperta dell'altro come interrogazione radicale sul senso della propria vita e ha, di fatto, profondamente rigenerato il valore della solidarietà.
La solidarietà, oggi, può essere considerata il tema generatore di valori, e degli atteggiamenti e dei comportamenti che li traducono nella vita quotidiana, che sono alla base di quello stile di vita che va sotto il nome di "nuova cittadinanza".
Il volontariato, almeno quello più maturo, è la profezia che anticipa nell'oggi questo stile di vita solidale ed è perciò uno degli obiettivi concreti dell'animazione culturale.
A questo punto è bene ricordare, come già fatto parlando della politica e del potere che il progetto del giovane si realizza in una data società in cui il potere, e quindi i condizionamenti sulla vita delle persone, si esprime attraverso un particolare insieme di istituzioni.
A questo punto è perciò necessario che il dizionario affronti il rapporto che esiste tra l'animazione e il tessuto istituzionale che soggiace alla cultura sociale e nel quale vivono gli individui.
La voce "Istituzioni e vita umana" descrivendo la funzione delle istituzioni nella vita dell'uomo cerca di rispondere a questa esigenza.
Il discorso intorno alle istituzioni è, infine, completato dalla voce "Individuo, gruppo e istituzioni" che affronterà il percorso necessario alla maturazione nel giovane della coscienza dei legami che lo interrelano alle istituzioni. Questo percorso mette al centro il piccolo gruppo, fornisce alcuni strumenti concettuali necessari per l'analisi delle istituzioni e dei valori che le fondano e si conclude con l'analisi dei meccanismi di tasformazione sociale che determinano il cambiamento delle istituzioni.
Queste ultime voci con quella relative al potere ed alla politica costituiscono la grammatica fondamentale della partecipazione ai processi di trasformazione della vita sociale e, quindi, all'azione per la costruzione delle condizioni esterne necessarie alla realizzazione da parte dell'individuo del suo particolare progetto di vita.
Il giovane come progetto aperto
La conquista della capacità di costruire, di vivere coerentemente il proprio personale progetto di sé nel giovane coincide con la conquista della coscienza e, quindi, passa attraverso la costruzione della sua identità personale. Nessuna progettualità infatti è possibile, come si è visto, laddove non c'è l'autonomia e la libertà dell'autocoscienza. Il discorso dell'identità nasce si dalla separazione dell'Io dal Noi, ma anche dalla capacità di riconoscimento del legame di solidarietà, presente e passato, che interrela l'Io al Noi. L'identità personale intesa non come egoismo ma come differenza che genera solidarietà. Perché questo possa avvenire è però necessario offrire al giovane la possibilità di costruirsi realmente una coscienza in grado di essere il suo centro esistenziale; di essere, cioè il centro che integra, unitariamente, i frammenti in cui è sparsa la sua esistenza personale e sociale. In questa costruzione della coscienza come centro esistenziale gioca un ruolo particolarissimo il linguaggio, come si vedrà anche parlando dell'area della partecipazione alla vita sociale, specialmente il lignaggio capace di possedere la realtà unitamente a quello capace di trascenderla. Questa riflessione è stata sviluppata nella voce "Identità personale".
Nella conquista dell'identità è fondamentale che il giovane abbia un corretto rapporto con la figura del padre. La figura del padre intesa in senso ampio e, quindi, non solo riferita a quella del padre biologico. Il padre è chiunque nella società abbia il potere di intervenire nel farsi uomo del giovane, proponendogli, imponendogli o negandogli un particolare progetto d'uomo. Qualsiasi educatore, non importa se maschio o femmina, svolge un ruolo paterno. Anche qui l'educatore va inteso in senso ampio. È educatore, ad esempio, l'operaio che insegna un mestiere, anche semplice, al giovane che gli sta accanto. Anche l'animatore svolge perciò un ruolo paterno. Su come l'animatore debba interpretare il suo essere padre si sofferma la voce "Il ruolo del padre".
Un'ultima voce che il dizionario prenderà in considerazione per definire un altro momento importante della costruzione dell'identità del giovane è costituito dalla condizione giovanile, intesa come l'insieme delle condizioni strutturali e culturali che disegnano il modo di farsi uomo del giovane in un certo luogo ed in un dato tempo. Questa voce che compare sotto il titolo "animazione e giovani" mette in luce quei condizionamenti sociali, positivi e negativi, che più direttamente influiscono sul farsi uomo del giovane ed evidenzierà come quegli stessi condizionamenti interagiscono con il progetto dell'animazione culturale. In questa voce sono ricapitolati tutti gli elementi che si sono già considerati come significativi rispetto al farsi uomo e al progettarsi del giovane. Il discorso sulla condizione giovanile pone questi elementi nel rapporto dinamico tipico di una certa epoca storica di una società e della sua cultura e, tenta quindi di descrivere come essi sono visti e vissuti dal giovane.
L'AREA DELLA GRAMMATICA DELLA VITA SOCIALE
Ogni progetto d'uomo, al di là della sua particolarità che lo rende diverso e originale rispetto ad ogni altro progetto d'uomo, è costruito con la stessa grammatica degli altri progetti da cui è diverso ma che, tuttavia, sono stati realizzati all'interno della stessa società. Come ogni discorso linguistico che avviene in una data società, al di là della sua maggiore o minore originalità, presuppone l'esistenza di una grammatica, così il fare il progetto d'uomo presuppone un insieme di regole logiche necessarie per assemblare in un insieme dotato di senso i vari elementi che intervengono nel progetto stesso. Questo insieme di regole logiche è dato dalla cultura sociale; ma essendo la cultura sociale, al pari della lingua, una realtà che esiste solo allo stato potenziale le regole sono espresse da ciò che rende attuale la cultura sociale, ovvero dai processi di comunicazione e, quindi, dall'attività linguistica. Il tema del rapporto tra cultura e comunicazione viene esaminato nella voce "cultura e comunicazione".
Lingua, cultura, comunicazione
Proprio per la consapevolezza del fatto che gli atti comunicativi e, quindi, che gli atti linguistici sono la grammatica che fonda la progettualità umana con la voce "il recupero della parola" si esamina lo stato della lingua nella attuale società e si individuano le strategie necessarie per recuperare la parola umana alla sua funzione di dominio e controllo della realtà; funzione che per molti versi l'attuale cultura sociale sembra negare, negando perciò, di fatto, alla radice la stessa progettualità umana.
Se la cultura sociale espressa negli atti comunicativi può essere considerata la grammatica del progetto d'uomo i valori posseduti dalla stessa cultura possono essere considerati i vocaboli del progetto. Infatti come un discorso linguistico non è costruibile partendo solo dalla grammatica ma occorre partire anche dal vocabolario, così un progetto d'uomo non è costruibile solo partendo dagli atti comunicativi ma è necessario possedere anche una sorta di vocabolario costituito dall'insieme degli oggetti materiali e spirituali selezionati dai valori. I valori nella vita umana hanno la funzione di individuare ciò che è positivamente considerato in una certa società ed in una certa cultura, ai fini della realizzazione di una vita umana dotata di senso e di pienezza. È per questo motivo che i valori possono essere considerati i vocaboli del progetto. Essi pur non intervenendo direttamente nel progetto selezionano gli oggetti e gli strumenti che intervengono nel progetto umano. I valori sono ciò che rendono la cultura non solo una sorta di grammatica della vita umana ma ne fanno la lingua che la rende possibile e che la esprime. Questo particolare funzione dei valori nella cultura umana è affrontato dalla voce "Animazione e valori".
Tuttavia la cultura umana non è la totalità delle possibilità del progetto d'uomo. Infatti la cultura è solo una di quell'insieme di possibilità in cui è inscritta la vita umana individuale e collettiva e che è detto mondo. Il mondo non può essere identificato con una cultura essendo ciò che rende possibile tutte le culture. Per questo motivo è necessario allargare il discorso della grammatica del progetto d'uomo al livello "meta", cioè al livello logico superiore a quello della cultura sociale. È dal livello del mondo che si può parlare criticamente di ogni singola cultura umana e delle concrete possibilità, positive e negative, che essa offre al farsi uomo del giovane e, quindi, al suo progetto. Il discorso sul mondo riguarda perciò la grammatica, ponendosi come logica della grammatica, o se si preferisce come grammatica della grammatica del progetto d'uomo. La voce "Animazione e mondo" tenta perciò di descrivere il rapporto mondo-cultura-lingua-progetto d'uomo.
Tra gli atti comunicativi attraverso cui si esprime la cultura umana vi è un insieme del tutto particolare che è costituito da quegli atti comunicativi che avvengono per mezzo degli strumenti della tecnica, e che quindi si collocano nel dominio della tecnologia.
Gli strumenti tecnici rappresentano un modo particolare di articolazione della comunicazione dell'individuo umano con se stesso, con gli altri e con la realtà materiale e culturale. Ogni strumento fissa un particolare modo di vivere la comunicazione e manifesta una particolare concezione della cultura sociale e dei valori umani. Lo strumento tecnico seleziona dalle infinite possibilità offerte dal mondo un insieme particolare di possibilità. Questo significa che gli strumenti tecnici che l'uomo ha a disposizione condizionano il suo progetto personale offrendogli alcune direzioni invece di altre. Da questo punto di vista la tecnologia è una parte assai significativa della grammatica del progetto d'uomo e, tra l'altro è anche quella più attuale e moderna. La tecnologia è il capitolo più ampio della grammatica del linguaggio inteso come dominio della realtà. Dominio senza il quale ogni discorso progettuale rischia l'illusorietà. Per questo motivo la voce "animazione e tecnologia" articolerà ulteriormente l'area della grammatica del progetto d'uomo, ponendo quest'ultima in rapporto con gli strumenti tecnici che ne caratterizzano la presenza nell'oggi della storia.
L'AREA DEL MISTERO DEL TRASCENDENTE
Il progetto d'uomo per cui lavora l'animazione culturale si fonda su una scommessa, la cui speranza di vittoria è frutto della Fede piuttosto che del calcolo della ragione e del semplice buon senso. La scommessa che fonda il progetto d'uomo dell'animazione culturale è quella dell'amore alla vita inteso nella sua accezione più radicale; nell'accezione, cioè, che sfida il paradosso del dolore, dello scacco e del fallimento nella vita umana. Un amore alla vita che rifiuta sia la tentazione di proporre una redenzione della condizione umana giocata tutta nella fuga dal mondo, all'interno di una spiritualità che nega qualsiasi senso allo scorrere del tempo nello spazio del mondo, sia la disperazione di un'immersione senza condizioni nel tempo del mondo. Una spiritualità quella dell'amore alla vita che cerca il proprio volto nella lotta alla sofferenza, nella ricerca del senso di ciò che è debole e precario e nella radicale accettazione della finitudine come luogo al cui interno si narra la salvezza della storia umana. L'amore alla vita come fede che la storia dell'uomo è stata resa disponibile alla salvezza dall'incarnazione, dal sacrificio e dalla resurrezione del Signore della vita Gesù. Questa lettura dell'amore alla vita, nello stile più autentico dell'animazione, è proposto nella voce "amore alla vita".
Partendo da questo fondamento, che tra l'altro consente l'incontro del cristiano con tutti gli uomini di buona volontà che operano per ridurre la presenza del dolore nel mondo, il dizionario dell'animazione affronta il senso ultimo di ogni progetto d'uomo. Esso affronta, cioè, il senso che è oltre l'immediato, che è oltre l'utilità o l'inutilità, la felicità o l'infelicità che ogni azione produce nell'economia esistenziale di ogni persona. Questo senso è quello che appare quando cessano di avere senso tutte le parole umane, quando si avverte che il presente e l'immediato sono avvolti da un mistero di cui si percepisce la presenza ma che non si riesce a comprendere ed a descrivere. Per il cristiano questo senso è quello che si rivela quando egli sa vivere intensamente l'esperienza di amore e di donazione per gli altri come manifestazione vera, in quanto illuminata dallo Spirito, del suo amore per Dio attraverso la Fede in Gesù. Con molto timore e con molta umiltà è trattato dalla voce "Animazione e Fede" il tema della Fede come giudizio radicale della coerenza e del senso di ogni progetto umano con cui l'animazione si trova a fare i conti.
L'amore alla vita e la sua sorgente: la Fede, non si dicono però in un mondo astratto ed in una cultura sociale disincarnata dallo spazio e dal tempo. La Fede e l'amore alla vita abitano, almeno nella realtà Italiana, un mondo che ha prodotto nella sua storia la cultura della moderno e addirittura del post-moderno. Come ed in che modo è possibile dire la propria Fede e vivere l'amore alla vita all'interno della modernità sfuggendo sia alla fuga verso il passato, la cui idealizzazione nega la sua verità storica, sia alla omologazione senza condizioni al mito della modernità? Questo interrogativo è la pietra d'inciampo di molte scelte progettuali, di molti modi di pensare il senso della propria vita e non può, quindi, essere ignorato da una riflessione sull'animazione. La modernità è conciliabile, magari dopo profonde trasformazioni, con un progetto d'uomo radicalmente cristiano? Oppure essa è solo il luogo in cui l'anticristo tesse le sue trame? Cosa dire alla sete di futuro del giovane? Rivolgere ai giovani, come molti pretenderebbero, solo un invito a volgersi ad un passato, mai esistito per come viene idealizzato? Oppure chiedere ai giovani di lavorare duramente per salvare il pezzo di storia e di cultura nella quale, volenti o nolenti, disegnano il progetto della loro vita? Su questi interrogativi non facili, che hanno però una risposta perché sono stati formulati, si concluderà il dizionario dell'animazione con la voce "Animazione e modernità". Una conclusione, questa, che invita i giovani a dire la loro Fede nell'orizzonte, a volte buio e disperato ma sempre aperto alla speranza, della storia umana contando, come invita a fare il salmista, i giorni della loro vita per raggiungere la sapienza del cuore. Infatti la riflessione sulla modernità è anche una riflessione sul come vivere autenticamente la propria fede all'interno del relativo, del debole e del frammentario, che per alcuni versi sembra segnare l'esperienza della modernità, senza per questo rinunciare al senso ed alla sicurezza che la Fede dona alla vita umana.
Conclusione
Queste brevi note non sono altro che un indice ragionato del dizionario dell'animazione che qui viene presentato. Alcune connessioni che sembrano oscure o forzate dopo la lettura delle voci appariranno più chiare. Dovrebbe essere comunque chiaro che ogni voce è solo un frammento di un discorso più ampio che è costituito dal mistero del farsi uomo da parte dei giovani esseri umani attraverso quel percorso misterioso che la scienza indaga come educazione e di cui l'animazione non è che una via particolare.