Tra i diritti e i doveri
non ci sia in mezzo il mare!
Chiara Giancona
Quante volte nelle discussioni diciamo la frase “questo è un mio diritto!”, ma quante altre ne conosciamo veramente il senso. I diritti nella nostra visione giovanile vengono visti come qualcosa che è già lì, che qualcun altro ha ottenuto per noi, quindi spesso vengono dati per scontato. Non ci rendiamo conto del vero valore che hanno e di come si starebbe se non ce li avessimo: dai diritti inviolabili fino ad arrivare al diritto allo studio, alla salute, all’aborto, al voto e così via. Come sarebbe la nostra vita senza? Eppure, in passato la scuola non era aperta a tutti, le donne non potevano scegliere se abortire o meno, per non parlare del diritto di voto che non era dato a tutti. I nostri avi hanno combattuto per farci avere questi diritti, per consegnarci un mondo migliore e noi lo diamo per scontato? Assolutamente no! Dobbiamo ogni giorno ricordarne il valore quando andiamo all’università, al lavoro, e rivendicarli nel giusto modo quando ce ne sarà bisogno e non rivendicarli solo quando ci fa comodo per ottenere solamente quello che ci interessa senza capirne il valore. Mentre dei doveri molte volte ce ne dimentichiamo totalmente, senza ricordarci che ad ogni diritto ne corrisponde sempre uno e non c’è un diritto senza un dovere. Iniziando dal più semplice a quello più importante: mantenere pulite le nostre città, rispettare luoghi pubblici e le regole del convivere civilmente, non guidare in stato di ebrezza o sotto effetto di sostanze stupefacenti per noi stessi e per la vita degli altri, dei coetanei, dei genitori. Al contrario invece ci sono altri giovani che tengono ai propri diritti, li rispettano, non li considerano scontati e gli danno voce, al contempo rispettano i doveri in una maniera intransigente come dei cittadini modello e gli altri dovrebbero prendere esempio. E gli adulti come ci vedono in questo ambito? Veniamo considerati come una generazione persa: non diamo valore a nulla, non abbiamo rispetto per gli altri e per noi stessi. Forse qualcuno è così, ma non lo siamo tutti! Teniamo in considerazione quanti si dedicano alla battaglia per l’ambiente meglio degli adulti, quanti intraprendono un percorso politico credendo veramente negli ideali a differenza di adulti che cambiano partiti come magliette; giovani che studiano e cercano di cambiare il mondo in maniera positiva, per risolvere i problemi lasciati dagli adulti, dalla crisi climatica alla crisi economica per esempio. Per non parlare di quante volte gli adulti si dimenticano dei giovani mettendoli in secondo piano, pensando solo ai propri bisogni e non a quelli delle generazioni future. Apprezziamo, invece, quegli adulti che contano su di noi, che ci vedono come il futuro, che cercano di farci crescere e aiutare, che capiscono realmente il nostro valore: tanti insegnanti, i nostri genitori, gli educatori. Il Presidente della Repubblica Mattarella nel discorso di fine anno ha detto: “Guardiamo al domani con gli occhi dei giovani. Raccogliamo le loro speranze. Facciamo si che il futuro delle giovani generazioni non sia soltanto quel che resta del presente ma sia il frutto di un esercizio di coscienza da parte nostra sfuggendo la pretesa di scegliere per loro, di condizionarne il percorso”.
Nota della Redazione.
Il senso di questa rubrica è dare voce ai giovani, lasciar loro raccontare le loro fatiche, le loro scoperte, i loro dubbi e le loro certezze. Anche su temi molto sensibili, come si dice, e delicati, come l’aborto citato nell’articolo. A noi, adulti, anche come rivista ecclesiale, il compito di ascoltarli, di ragionare insieme, di raccontare anche “altre” ragioni. Con lealtà.