150° Anniversario
    Missioni Salesiane
    Logo Missioni

    Campagna
    abbonamenti
    QuartinoNPG2025


    Attesi dal suo amore
    Proposta pastorale 2024-25 

    Materiali di approfondimento


    Il numero di NPG
    gennaio-febbraio 2025


    Il numero di NPG
    novembre-dicembre 2024


    Newsletter
    gennaio-febbraio 2025


    Newsletter
    novembre-dicembre 2024


    P. Pino Puglisi
    e NPG
    PPP e NPG


    Pensieri, parole
    ed emozioni


    Post it


    Le ANNATE di NPG 
    1967-2025 


    I DOSSIER di NPG 
    (dall'ultimo ai primi) 


    Le RUBRICHE NPG 
    (in ordine alfabetico
    e cronologico)
     


    Gli AUTORI di NPG
    ieri e oggi


    Gli EDITORIALI NPG 
    1967-2025 


    VOCI TEMATICHE 
    di NPG
    (in ordine alfabetico) 


    I LIBRI di NPG 
    Giovani e ragazzi,
    educazione, pastorale

     


    Etty Hillesum
    Una spiritualità per i giovani Etty


    Semi e cammini 
    di spiritualità
    Il senso nei frammenti


    I SEMPREVERDI
    I migliori DOSSIER NPG
    fino al 2000 


    Animazione,
    animatori, sussidi


    Recensioni  
    e SEGNALAZIONI


    Un giorno di maggio 
    La canzone del sito
    Margherita Pirri 


    WEB TV




    Charles de Foucauld Chicco di grano nel deserto


    Charles de Foucauld

    Chicco di grano nel deserto

    Anna Pozzi


     

    «La figura di Charles de Foucauld è estremamente complessa. Non può essere troppo semplificata perché si rischia di banalizzarla. Ma è vero che la fraternità è centrale nella sua vita e nella sua spiritualità, questo suo desiderio di andare verso l’altro, di farsi l’altro; è una volontà folle, la sua, di divenire fratello. Fratello di tutti». Sintetizza così l’arcivescovo di Algeri, Jean-Paul Vesco, la personalità straordinaria – proprio perché fuori dall’ordinario – di frère Charles, il santo della fraternità, che oggi viene canonizzato a Roma insieme ad altri nove nuovi santi.
    «Voleva essere il fratello universale – scrive papa Francesco nella Fratelli tutti – ma solo identificandosi con gli ultimi arrivò ad essere fratello di tutti». Lo sanno bene in Algeria, dove visse nel deserto del Grande Sud, a Beni Abbès, Tamanrasett e all’Assekrem: qui, ancora oggi, resistono alcuni Piccoli Fratelli, uno dei tanti rami della famiglia foucauldiana che sono nati ispirandosi alla sua spiritualità.
    «Un uomo assetato di fraternità – lo definisce monsignor Vesco, che è arrivato ieri a Roma con un gruppo di una trentina di persone in rappresentanza della minuscola Chiesa d’Algeria –. Un uomo che bruciava di passione e che ha portato su di sé il Vangelo, continuando a ispirare tanti cristiani non solo là dove ha vissuto, ma in tutto il mondo. E oggi diventa a tutti gli effetti un’icona dalla Chiesa universale».
    I tuareg del Sahara, con cui ha vissuto l’ultima parte della sua vita, lo avevano ribattezzato il «marabutto cristiano», riconoscendo in quell’uomo così diverso da loro, di un altro mondo e un’altra fede, un’intensa esperienza di Dio.
    Ma chi era Charles de Foucauld? E che cosa continua a dire oggi la sua spiritualità e radicalità? Certamente era un uomo complesso e fuori dal comune, un esploratore del deserto e dell’anima. Che ha vissuto molte vite. Nato a Strasburgo il 15 settembre 1858, in una famiglia nobiliare, intraprende l’accademia militare, tra molti eccessi e poca disciplina. Nel 1880, parte per la prima volta per l’Algeria dove viene congedato. Viaggia quindi in Marocco, camuffato da ebreo, insieme a un rabbino: qui compie una serie di rilevazioni geografiche che gli valgono la medaglia d’oro dalla Société de Géographie di Parigi. È solo tornando in Francia nel 1886 che ritrova la fede, grazie all’abbé Henri Huvelin. E la sua vita ne è stravolta. Per sempre. «Appena ho creduto che Dio c’era – scrive – ho capito che non potevo fare altro che vivere per Lui».
    Non è un uomo dalle mezze misure, Charles de Foucauld. Durante un pellegrinaggio in Terra Santa, decide che deve spogliarsi di tutto per vivere alla maniera di Gesù. Vuole farsi monaco trappista ed entra nell’abbazia di Notre Dame des Neiges nell’Ardèche e da lì viene mandato in una nuova fondazione ad Akbès, in Siria. Ma anche la vita rigorosa della trappa non gli basta. Torna a Nazareth nel 1897, per riprendere il cammino sulle orme di Gesù. E solo nel 1901 viene ordinato prete a Viviers, in Francia. Nel frattempo, è il richiamo del deserto che infiamma nuovamente la sua anima. Sente con forza che «bisogna passare per il deserto per ricevere la grazia di Dio».
    «Nel Sahara, frère Charles si è davvero spogliato di tutto – riflette Vesco – e questa sua spogliazione lo ha messo a nudo di fronte all’altro, nella povertà più totale, nella preghiera e nella contemplazione, nel lavoro indefesso e nella testimonianza di una solidarietà fraterna con tutti». Si insedia a Beni Abbès, dove costruisce una fraternità e scrive la regola dei Piccoli Fratelli del Sacro Cuore di Gesù e successivamente quella delle Piccole Sorelle. Sono i primi semi di qualcosa che darà frutto solo dopo la sua morte. Si trasferisce quindi a Tamanrasset, ancora più a Sud. È il 1905 e qui comincia una vita nuova, ancora più radicale, in questo «luogo abbandonato e di abbandono».
    Solo, si dedica alla realizzazione di un poderoso dizionario di francese-tuareg e alla trascrizione di poesie e proverbi di quel popolo. La preghiera riempie il resto delle sue giornate. Per alcuni mesi si trasferisce in un eremo all’Assekrem, sul massiccio dell’Hoggar, dove ponendosi «nella solitudine di fronte alle cose eterne – scrive – ci si sente invasi dalla verità».
    «Morire a se stessi per far sì che la propria vita diventi feconda», ricorda oggi frère Ventura, uno dei due Piccoli Fratelli che continuano a vivere all’Assekrem: «La parabola del chicco di grano caduto in terra accompagna frère Charles per tutta la vita». È quanto scriveva anche all’abbé Huvelin: «Devo convertirmi, devo morire, come il chicco di grano che, se non muore, resta solo». È una specie di profezia. Charles de Foucauld viene ucciso il primo dicembre 1916 durante un assalto di predoni. Ora riposa a El Goléa, dove questa mattina, in concomitanza con la canonizzazione romana, si tiene una cerimonia presieduta dal vescovo di Costantine, Nicolas Lhernould.
    «Qualunque sia il mio avvenire – scriveva frère Charles –, lungo o di un giorno solamente, sereno o doloroso, la tua Volontà è che esso sia santo». Un santo fuori da tutti gli schemi.


    Letti 
    & apprezzati


    T e r z a
    p a g i n A


    NOVITÀ 2025


    Incontrare Gesù
    nel Vangelo di Giovanni


    I sensi come
    vie di senso nella vita


    Noi crediamo
    Ereditare oggi la novità cristiana


    Playlist generazioneZ
    I ragazzi e la loro musica


    Pellegrini con arte
    Giubileo, arte, letteratura


    Ragazzi e adulti
    pellegrini sulla terra


    PROSEGUE DAL 2024


    Saper essere
    Competenze trasversali


    L'umano
    nella letteratura


    I sogni dei giovani x
    una Chiesa sinodale


    Strumenti e metodi
    per formare ancora


    Per una
    "buona" politica


    Sport e
    vita cristiana


     PG: apprendistato
    alla vita cristiana


    Passeggiate nel
    mondo contemporaneo
     


    NOVITÀ ON LINE


    Il viandante
    di Samaria
    Appunti sulla fraternità


    L'umanità sovversiva
    di Gesù
    Dialogo tra un parroco e un monaco


    Scandalo della povertà
    Voci giovani in "Testimonianze"


    Lupi e agnelli
    Storie educative


    Voci dalle periferie
    Per una PG segnata dagli ultimi

    Vent'anni di vantaggio
    Universitari in ricerca


    Storie di volontari
    A cura del SxS


    Voci dal
    mondo interiore
    A cura dei giovani MGS


    Un "canone" letterario
    per i giovani oggi


    Sguardi in sala
    Tra cinema e teatro

    A cura del CGS


    Main Menu