Artigiani di comunità

Sussidio catechistico con

introduzione del Card. Gualtiero Bassetti

Presidente della CEI

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È ancora viva l’esperienza dell’incontro con Papa Francesco lo scorso 30 gennaio, in occasione del sessantesimo anniversario dell’Ufficio Catechistico Nazionale della Conferenza Episcopale Italiana. L’accoglienza e le parole del Santo Padre rappresentano un invito a rilanciare con freschezza ed entusiasmo l’annuncio del Vangelo e la catechesi in Italia. Ne abbiamo ricavato tre parole chiave, come nuclei intorno ai quali ripensare una proposta ecclesiale che sappia prendersi cura della persona: kerygma, comunità e futuro.
In questo senso, molto è stato fatto; ma molto può ancora essere fatto. Anche all’interno della Chiesa la pandemia da Covid-19, ancora presente a livello mondiale, ha messo in questione le certezze e le conquiste che sembravano consolidate una volta per tutte. Siamo in presenza di fratture sociali, economiche, antropologiche, educative e pastorali. È diffuso un senso di smarrimento e di incertezza nei singoli, nelle famiglie e nelle comunità. Abbiamo sperimentato la fragilità e la precarietà della vita. In particolare, questo tempo ci chiede di fare i conti con il senso di solitudine e con la fatica di tornare a sperare.
Tuttavia, nella crisi di pratiche e modelli consolidati sono emerse anche tante testimonianze eroiche di catechiste e catechisti, di religiose e religiosi, di parroci, di volontari e di comunità che hanno risposto con coraggio e creatività alle sfide della storia.
Ora però è tempo di non procedere più da soli. Servono coralità, fraternità, decisioni condivise perché la proposta di annuncio e di catechesi non resti schiava di un modello sbiadito, abitudinario e opaco. Non si tratta solo di definire nuovi strumenti di cui pur avvertiamo l’urgenza e il bisogno. Piuttosto, sarà necessario ritornare a ciò che è essenziale: lasciarsi incontrare dal Dio della vita, che non smette di cercare la sua creatura amata.
Occorrerà affinare uno sguardo evangelico per cogliere quei segni di rinascita che spuntano come germogli piccoli e inattesi. Si potrà dare vita a nuove pratiche ecclesiali virtuose: una maggiore cura per le azioni liturgiche; la riscoperta del ritmo salvifico dell’anno liturgico; la valorizzazione della Parola di Dio letta, meditata e pregata; la catechesi non più ingabbiata nei tempi e nei metodi della scuola; i gesti gratuiti e solidali della carità; la cura per le persone nei passaggi di vita; i linguaggi adatti al nuovo mondo digitale. Accanto a questi segni di rinascita già visibili ne emergeranno altri nei prossimi anni. Certamente sta affiorando il desiderio di una testimonianza credibile del Vangelo nell’annuncio, attraverso la fraternità e nel rapporto con il mondo.
Quale può essere il modo per avviare oggi tutto questo? Ancora le parole di Papa Francesco ci hanno indicato la via: «La Chiesa italiana deve tornare al Convegno di Firenze, e deve incominciare un processo di Sinodo nazionale, comunità per comunità, diocesi per diocesi: anche questo processo sarà una catechesi. Nel Convegno di Firenze c’è proprio l’intuizione della strada da fare in questo Sinodo. Adesso, riprenderlo: è il momento. E incominciare a camminare». Per le Chiese che sono in Italia è tempo di intraprendere insieme un processo sinodale.
Nel maggio scorso, nel contesto dell’Assemblea generale dei Vescovi italiani, è stata votata una mozione che di fatto ha avviato il cammino sinodale: ha suggellato un primo percorso compiuto e ne ha aperto un altro, che è in divenire e che nelle prossime settimane vedrà la sua definizione concreta. La mozione stessa è stata frutto di un esercizio sinodale tra i vescovi, che hanno condiviso la preoccupazione di non appesantire la vita delle comunità diocesane, ma rimarcando la necessità che tale cammino sia un aiuto per la vita delle comunità in questo nostro tempo particolare. Il desiderio è di compiere un cammino insieme per ricollocare la Chiesa nel tempo presente. Ogni singola comunità diocesana sarà quindi impegnata ad ascoltare se stessa e quanti potranno offrirle un contributo nel discernere la realtà in cui è immersa: più in profondità, si tratterà di cogliere cosa lo Spirito dice alle nostre Chiese. E, come diceva il Santo Padre, «anche questo processo sarà una catechesi».

Nota editoriale
Queste pagine vogliono essere innanzitutto il segno di una comunità che coraggiosamente e consapevolmente ha cercato di riflettere su sé stessa per condividere in maniera sentita e credibile ciò che la fa essere un “noi”: dal Santo Padre, ai Vescovi, ad alcuni esperti, ai Direttori degli Uffici Catechistici diocesani e regionali, alle équipe diocesane, a tutta la comunità appassionata dei catechisti italiani! Sono pagine che raccolgono esperienze vissute, condivise, pensate, narrate.

Un grazie di cuore dall’Équipe dell’Ufficio Catechistico Nazionale a quanti si sono lasciati e si lasceranno coinvolgere.

Qui il SUSSIDIO