E se ci insegnassero

la politica?

Stela Mile

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Qualche settimana fece molto scalpore la notizia che Enrico Letta aveva riproposto l’idea di anticipare l’età di diritto al voto a 16 anni. Molti sono sia i pro che i contro. Certo, tantissimi ragazzi già dal terzo o quarto anno della secondaria di secondo grado hanno una maturità sia etica che intellettuale superiore a molti adulti, ma non tutti; ed è anche vero che l’informazione concreta che abbiamo è poca. Di politica ce ne parlano poco. Spesso, anche in famiglia le informazioni girano male o “quello lì non va bene perché lo dice mio papà”, e a scuola è quasi un tabù perché molti prof. hanno paura di fare propaganda. Ed in effetti non è proprio quello vorremmo intendere con “insegnarci la politica”. Diciamo sempre che il primo compito della scuola è prepararci alla vita e alla fine non pretendiamo che ci spieghino quale sia il partito migliore da votare, basta solo avvertirci su cos’è che ci aspetta appena faremo 18 anni.

È come se si pretendesse che facessimo le equazioni di secondo grado senza saper fare addizioni e sottrazioni. Io, ad esempio, non sono né la prima né l’ultima ragazza che fino a qualche mese fa non sapeva distinguere la destra e la sinistra politica, ed in effetti con le “direzioni” faccio ancora fatica (sì, avrò qualche difficoltà a prendere la patente!).
Abbiamo tanta paura di crescere anche per questo, non sappiamo cosa ci aspetta. C’è un fosso buio che dobbiamo scavalcare e abbiamo paura di precipitarvi, anche se magari siamo solo a qualche centimetro di altezza.