Direttorio per la Catechesi /9
La formazione del catechista
Dimensioni, centri formativi
Cesare Bissoli
Il Direttorio verso di noi
Uno scopo preciso
“La formazione del Catechista comprende diverse dimensioni, (riassumibili) oggi anche con l’accezione del saper essere con, (che ci specifica) come dimensione del sapere (riguardo al messaggio e al destinatario nel suo contesto) e dimensione del saper fare (in quanto la catechesi è un atto comunicativo ed educativo” (DC n. 136).
Viene chiaramente detto che il catechista ha bisogno di una formazione ampia e bene articolata, con degli scopi precisi, corrispondenti alla vocazione di catechista nella cultura attuale, in vista della maturazione umana e cristiana sua e dei destinatari.
Uno sguardo globale
* Nel c. 4 sulla formazione del catechista, dopo la sezione (A) dedicata ai criteri generali, assume particolare rilevanza questa sezione (B) per i contenuti formativi che propone e che richiede. Sono indicazioni esigenti che riguardano tutti i catechisti, anche i futuri presbiteri (DC nn. 136-153) e motivano centri formativi o Istituti di catechetica (DC nn. 154-156).
* Qui si chiude la prima parte del DC che potrebbe chiamarsi ’catechetica fondamentale’ o i fondamenti, gli scopi, le linee-guida della catechesi, del catechista e della formazione richiesta.
* Nelle parti e capitoli seguenti abbiamo ulteriori, necessarie specificazioni di quanto detto fin qui.
1. Presupposti (DC nn.136-138)
* “La formazione aiuta a maturare il catechista come persone con chiara identità relazionale, come credente e come apostolo”-
* Fa da sintesi un quadrinomio abitualmente adoperato in catechetica e riassunto in questi verbi: essere (la spiritualità), sapere (la conoscenza), saper fare ( la pratica), saper essere con (la relazione comunicativa) (DC n. 136).
* Sono espresse due esigenze preliminari di formazione: uno “sviluppo equilibrato” di tutte le dimensioni formative tra loro “profondamente correlate”, evitando scelte unilaterali; una precomprensione precisa: la competenza nelle varie aree è guidata dall’“esperienza dell’amore di Dio “ che aiuta il catechista a” non scoraggiarsi”, pur con “i propri limiti” (DC nn. 137-138).
2. Essere e saper essere con; maturità umana, cristiana e coscienza missionaria (DC nn.139-142)
È l’obiettivo della formazione spirituale in relazione all’ attuale situazione. Comporta:
* “Il catechista è formato a divenire testimone della fede e custode della memoria di Dio”.
Si mira ad una crescita umana (equilibrio affettivo, senso critico, unità e libertà interiore, relazioni di arricchimento della fede); crescita cristiana (coscienza missionaria interiorizzata come servizio del Regno di Dio); l’esigenza di una formazione solida che richiede un certo accompagnamento nel tempo (DC n. 139).
* Per saper essere con sono nominate tre esigenze: imparare a vivere in relazione-con, cioè “una relazione educativa e comunicativa”; garantire i destinatari di una ”protezione assoluta da qualsiasi forma di abuso, specialmente di minori e persone vulnerabili”; svolgere un “ruolo come persona di riferimento che esercita una certa forma di autorità nel rispetto della coscienza, imparando a vivere la autorità come “servizio e nel rispetto della libertà “ (DC nn.140-142).
3. ”Sapere: formazione biblico-teologica e conoscenza dell’uomo e del contesto sociale” (DC nn, 143-147)
* “Il catechista è anche maestro che insegna la sapienza della fede” (DC n.143). Perciò conosce ed insegna:
- le grandi tappe della storia della salvezza: AT, NT, storia della Chiesa, alla luce del mistero pasquale;
- i nuclei essenziali del messaggio :Simbolo della fede, liturgia e sacramenti, la vita morale, preghiera;
- le indicazioni principali del magistero ecclesiale circa l’evangelizzazione e la catechesi;
- conoscenza dei diversi contesti delle tradizioni ecclesiali (cattolici, ortodossi, protestanti) circa la teologia ,la liturgia, i sacramenti…;
- quanto ai contesti ecumenici e di pluralismo religioso: conoscenza degli elementi essenziali della vita e della teologia delle altre Chiese, in vista di un dialogo autentico e fruttuoso (DC n. 144).
* Procedimenti didattici per l’accoglienza del messaggio. Si chiede di curare e garantire:
- il carattere sintetico e kerigmatico per una visione unitaria e organica, con appello all’esperienza;
- la qualità narrativa del racconto biblico ,in modo che coinvolga il destinatario come vicenda personale;
- stile catechistico dei contenuti teologici secondo le condizioni di vita delle persone;
- una conoscenza di tipo apologetico: armonia fede e ragione, valore dei preambula fidei (DC n.145).
* Conoscenza dell’uomo concreto nel contesto socio-culturale:
- contributo delle scienze umane: psicologia, sociologia, pedagogia, scienze della comunicazione…;
- criteri-guida: autonomia delle scienze umane; discernimento critico; prospettiva di fede nell’ambito dell’antropologia cristiana (DC nn.146-147).
4. “Saper fare: formazione pedagogica e metodologica” (DC nn. 148-150)
* Catechista educatore e comunicatore, facilitatore di un’esperienza di fede che è da Dio (DC n.148).
* Attitudini da maturare in un processo di autoeducazione:
- capacità di libertà interiore e gratuità, di dedizione e coerenza;
- competenza nella comunicazione e narrazione della fede;
- maturazione di una mentalità educativa: gestire dinamiche di gruppo e processi di apprendimento;
- gestione serena delle relazioni educative a livello affettivo ed emozionale;
- capacità di predisporre un itinerario di fede nel contesto concreto, fare pianificazione, uso di tecniche;
- mediare l’appartenenza alla comunità, con uno stile di comunione, valorizzando il gruppo (DC nn.149-150).
5. Centri per la formazione dei catechisti (DC nn. 154-56)
Se ne citano tre: formazione di base, per responsabili e animatori, centri superiori per esperti in catechetica.
Noi verso il Direttorio
* Se catechisti non si nasce , ma si diventa, resta vero che si diventa grazie ad un apprendimento adeguato sintetizzato nel saper-essere-con, nel sapere, nel saper fare (cuore, testa, mani).
* Appare superata una catechesi puramente dottrinale.
* Indubbia è la vastità delle competenze richieste incentrate sul dialogo Dio ed uomo, nella mediazione di Gesù e con una propulsione missionaria.
* Appare necessario mettere insieme le forze docenti. Cosa migliore: un centro diocesano.
Ed ecco delle domande su cui riflettere:
- se sei catechista o se conosci catechisti, come valuti la tua (o loro) formazione?
- quali contenuti formativi - detti sopra - ritieni più importanti e quelli più trascurati?
- quanto la parte teologica, antropologica, comunicativa, quale vedi più carente?
- l’animatore giovanile si ritiene adeguato alle proposte formative fatte sopra? Di quali di esse avverte maggiormente bisogno nel servizio ai giovani?
- conosci centri formativi come quelli indicati sopra? Potresti frequentarli?