Maria, modello e madre

dei giovani

Bruno Forte


In questa festa della Mater Populi Teatini, che ci vede riuniti nella Chiesa Cattedrale col presbiterio diocesano, i diaconi e la rappresentanza delle comunità religiose e parrocchiali, vorrei riflettere su Maria come modello e madre dei giovani. Mi induce a questa scelta la tematica del prossimo Sinodo dei giovani e sui giovani, in programma per l’ottobre 2018, e il cammino di preparazione ad esso, che ci vede particolarmente impegnati nel rilancio della pastorale giovanile come missione ai giovani, di cui siano protagonisti in prima linea i giovani stessi che vivono un cammino di fede. Affido alla speciale protezione della Madre di Dio questo impegno, che mi auguro possa coinvolgerci tutti.

Guardo a Maria anzitutto come alla giovane donna di Galilea, che l’Eterno ha preservato dalla colpa originale, preparandola ad essere il grembo accogliente del Verbo della vita, fatto carne per noi. Maria ci appare già nella scena dell’annunciazione come una “almah”, una giovane aperta al domani in profondo ascolto di Dio e dei Suoi disegni di amore su di lei e sulla famiglia umana. Alla luce dell’esempio di Maria, vista con gli occhi della fede, si comprende che essere giovani vuol dire anzitutto essere pronti e accoglienti nei confronti delle sorprese del Signore, disponibili ad andare dove Lui vorrà, senza opporre resistenze e ostacoli al Suo progetto sulla propria vita e sulla storia di tutti. Così è giovane la ragazza Myriam di Nazaret, libera da sé per lasciarsi condurre dallo Spirito di Dio sui sentieri della vita, docile all’opera sorprendente e misteriosa del Signore che sceglie Lei come grembo del Figlio venuto ad assumere la nostra natura umana, per renderci partecipi della natura divina. Essere liberi da sé come lo è stata Maria non è certamente facile, è anzi possibile solo con l’aiuto della Grazia e se si è compiuta l’opzione fondamentale di voler appartenere in tutto all’Eterno, da cui veniamo, in cui viviamo e siamo, perché si compia in noi la Sua volontà e prendano corpo nella nostra storia i Suoi progetti di salvezza per tutti. Maria insegna insomma ai giovani a vivere il coraggio della vera libertà, l’apertura incondizionata del proprio cuore alle sorprese dell’Altissimo, la docilità generosa e pronta ad andare dove Lui chiama e a essere quello che Lui domanda e dona.
Maria non è però solo un modello di giovane donna che vive fino in fondo l’audacia della fede: ella è anche la Madre che ha accompagnato il proprio Figlio nella Sua vicenda umana e accompagna sulle vie della vita ognuno di quanti in Lui sono divenuti figli dell’Altissimo, eletti nel Suo amore. Anzitutto, Maria sa ascoltare: non solo nell’ora dell’annunciazione, ma anche in tutto il cammino della Sua vicenda terrena ella è stata docile e pronta ad accogliere la Parola di Dio. Maria è
veramente la donna dello “shemà”, che vive profondamente la spiritualità ebraica dell’ascolto e sa porsi in umile e docile attesa davanti all’Eterno. La giovane donna di Galilea ascolta Dio e sa ascoltare gli uomini: proprio così, Maria ci chiede di coniugare il costante ascolto del Signore nella preghiera e nella meditazione della Sua parola, all’ascolto attento, discreto, vigile e fedele di coloro che l’Eterno ci affida, soprattutto se giovani. Ascoltare i giovani senza preconcetti, timori o barriere, offrendo loro riferimenti credibili, essere pronti a dialogare con loro valorizzando tutto il bene presente nel loro cuore, saper imparare dai giovani nell’atto stesso in cui si desidera comunicare loro quanto di più vero e bello abbiamo in noi: questo Maria ci insegna a fare, come Lei ha saputo viverlo col Figlio Suo e lo vive continuamente nel rapporto con ciascuno di noi, che ci affidiamo a Lei.
Maria è poi un modello del prendersi cura dei giovani, vivendo attenzione e sollecitudine nei loro confronti, in ogni situazione: lo comprendiamo dalla bellissima scena delle nozze di Cana, dove è Maria ad accorgersi del bisogno che si è venuto a creare con la mancanza del vino, ed è Lei che prende l’iniziativa verso il Figlio e verso i servi perché sia superata la difficoltà. Il Suo “Fate quello che vi dirà” è un invito che risuona per tutti i discepli di Gesù, affinché siano pronti a coniugare l’attenzione ai bisogni umani e l’affidamento fiducioso al Dio che si è fatto vicino a noi per amore nostro. Un atteggiamento, quello di Maria, che ogni educatore dovrebbe far proprio, non imponendo agli altri schemi astratti e preconfezionati, ma mettendosi in ascolto dei bisogni reali dei giovani per provvedervi con fede e carità operosa, in continua unione al Signore Gesù, luce e vita per tutti e specialmente per i nostri ragazzi nel loro aprirsi alla vita. Chi si prende cura dei giovani non impone, ma propone; non costringe, ma attira; non domina, ma serve. L’attenzione si coniuga in Maria alla discrezione, alla concretezza e alla tenerezza con cui sa manifestare il Suo amore e tradurlo in gesti e parole ricchi di significato e capaci di cambiare il cuore. La giovane donna di Galilea si offre insomma come un modello educativo a cui ispirarsi con fiducia, contando sul Suo stesso aiuto per realizzare quello che Lei ha saputo vivere e vive in ogni relazione che possiamo avere con Lei.
Proprio così, Maria stimola i giovani a imitarla nel prendersi cura degli altri: nessun giovane è così povero da non avere qualcosa di vero e di bello da comunicare e donare agli altri. Con l’aiuto di Maria ogni giovane, discepolo del Signore, dovrebbe chiedersi: che cosa ho ricevuto in dono da Dio, da poter io stesso offrire in dono agli altri? Come posso fare della mia vita, frutto di gratuito amore, un vissuto di gratuità sempre nuova e di carità generosa e attiva? Come posso prendermi cura degli altri, partendo dall’ascolto dei loro bisogni, dall’attenzione ai loro cammini e dalla scelta di aiutarli e accompagnarli sulla via di Dio? Come posso superare la tentazione sempre in agguato dell’“amor curvus”, dell’amore che mi fa ripiegare su me stesso e diventa egoismo e paura degli altri, per essere invece sorgente di carità, persona viva e libera per amare, dando me stesso a Dio e agli altri, discernendo in ogni situazione la chiamata del Signore e gli aiuti che mi offre per servirLo e amarlo, servendo e amando il prossimo? Come posso fare di tutta la mia vita un continuo atto di amore, sull’esempio e con l’intercessione della giovane donna Maria, che ha saputo amare con verità e fedeltà, fino alla fine, il Signore e il prossimo?
C’è una diffcoltà, in particolare, che spesso si presenta nella vita dei giovani, ed è quella della perseveranza: il cuore dei giovani si accende facilmente agli entusiasmi. Questo è bello e può considerarsi una meravigliosa qualità di chi è giovane. Tuttavia, l’entusiasmo muore e resta inefficace se non si congiunge al coraggio della fedeltà, all’essere perseveranti nel bene anche quando si spegne lo slancio spontaneo della prima ora e l’emozione coinvolgente va scemando di fronte alla durezza dell’impegno preso. Chiediamo a Maria di ottenere ai giovani il dono della fedeltà e della perseveranza che Lei ha vissuto: sia Lei a sostenerli nell’ora della tentazione, quando il Nemico sempre in agguato vorrebbe indurli a rinunciare al bene da fare, per ripiegarsi nella comodità egoistica e nel disimpegno vuoto ed infecondo. La Vergine fedele, perseverante fino ai piedi della Croce e nell’oscurità del Sabato Santo, sia modello e aiuto a ogni giovane per portare avanti con fedeltà gli impegni presi, senza mai tirarsi indietro e confidando sempre sull’aiuto che Dio dona a quanti confidano in Lui. Come dice il profeta Isaia, “anche i giovani faticano e si stancano… ma quanti sperano nel Signore riacquistano forza, mettono ali come aquile, corrono senza affannarsi, camminano senza stancarsi” (Is 40, 30s).
Guardando a Maria, modello di fede e di amore e tenerissima madre, facciamo nostre le parole della preghiera di Papa Francesco per i giovani in vista del Sinodo dei Vescovi 2018, a loro dedicato:
“Signore Gesù, la tua Chiesa in cammino verso il Sinodo volge lo sguardo a tutti i giovani del mondo. Ti preghiamo perché con coraggio prendano in mano la loro vita, mirino alle cose più belle e più profonde e conservino sempre un cuore libero. Accompagnati da guide sagge e generose, aiutali a rispondere alla chiamata che Tu rivolgi a ciascuno di loro, per realizzare il proprio progetto di vita e raggiungere la felicità. Tieni aperto il loro cuore ai grandi sogni e rendili attenti al bene dei fratelli. Come il Discepolo amato, siano anch’essi sotto la Croce per accogliere tua Madre, ricevendola in dono da Te. Siano testimoni della tua Risurrezione e sappiano riconoscerti vivo accanto a loro annunciando con gioia che Tu sei il Signore. Amen”. Maria, Madre del nostro popolo, modello di fede e di amore per tutti, e in particolare per i giovani, prega per noi!

(Omelia nella Festa della “Mater Populi Teatini” - 11 Ottobre 2017)