Armando Matteo
(NPG 2020-07-12)
Il tema al centro di questo Dossier di NPG è quello dell’adulto. L’orizzonte specifico, a partire dal quale un tale argomento verrà trattato, sarà quello di una sempre più diffusa e consistente “crisi” che investe sia coloro che sono adulti sia il concetto stesso di “adultità”. Si tratta di una crisi dalle vaste e molto gravi conseguenze: quando, infatti, gli adulti non fanno gli adulti e quando la categoria dell’adultità non costituisce più uno dei riferimenti fondamentali dell’esistenza umana, sono proprie le nuove generazioni quelle destinate a dover pagare un prezzo molto alto.
D’altro canto, non è per nulla difficile intuire quanto sia decisivo il ruolo delle generazioni adulte per la vita buona di quelle giovani. Si pensi semplicemente alla questione educativa o ancora a quella della trasmissione della fede. Senza adulti, infatti, cioè senza il contatto con uomini e donne adulti (e ovviamente tali non solo in senso cronologico, come si avrà modo di verificare di seguito), che si offrano quale meta del cammino proprio dell’essere di ogni giovane, non vengono al mondo altri adulti (e ovviamente anche in questo caso non solo in senso cronologico). Qualcosa di simile vale anche per la questione della maturazione della fede dei bambini e dei ragazzi: la testimonianza di fede, da parte dei propri genitori, e dunque di adulti, costituisce sempre l’innesco fondamentale del passaggio da un credere da bambini ad un credere da adulti.
Né più in generale si può dimenticare quanto sia preziosa l’opera delle generazioni adulte nel promuovere il passaggio di testimone, nella regia delle sorti del mondo, a quelle più giovani e dunque l’impegno concreto delle prime per una società capace di garantire le condizioni economiche per un’adeguata formazione delle seconde, per un loro inserimento nel mondo lavorativo precoce e dignitoso e, non da ultimo, per la realizzazione dei loro progetti di coppia e di famiglia. E qui accenniamo solo velocemente a tutto il tema della responsabilità adulta per quel che riguarda l’ecologia e la manutenzione politica di una convivenza pacifica di tutti gli abitanti della terra.
Si potrebbe, infine, parlare di una certa centralità dell’adulto anche per quel che riguarda la vita buona delle comunità cristiane e dunque delle parrocchie, dei movimenti, delle associazioni e delle tante realtà religiose e monastiche che costituiscono l’universo cattolico. Ebbene, da tempo assistiamo all’accrescimento della popolazione anziana e molto anziana in tutte queste realtà, che molto difficilmente sarà in grado di trascinare, nell’ambito di coloro che le tengono in vita e ne portano avanti le attività, i rappresentanti delle nuove generazioni. Qualsiasi realtà eccessivamente disertata dagli adulti non risulterà mai particolarmente appetibile a coloro che si preparano a diventare adulti a propria volta, ovvero ai giovani.
Per questo, allora, una rivista dedicata alla pastorale giovanile non può non interessarsi di ciò che capita all’adulto. Vi è, infatti, una regola base della vita umana che queste pagine spesso lasceranno trapelare: solo quando gli adulti fanno gli adulti, i giovani possono fare i giovani.
L’attenzione diventa più acuta, nella misura in cui, come accennato, da più parti si nota una reale situazione critica a proposito degli adulti.
Si aggiunga, infine, il dato per il quale la delicatezza e l’urgenza dell’argomento erano stati già ben avvistate dall’Episcopato Italiano circa una quindicina di anni fa. Nel 2004, i presuli della Penisola pubblicarono una nota pastorale molto incisiva, dal titolo Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia. A chi scrive risuona come ancora attuale uno dei passaggi di quel testo, un passaggio in cui si propone una sorta di sintesi di quell’auspicato rinnovamento missionario delle parrocchie nel contesto attuale, annunciato nel titolo. Siamo al numero 9 della Nota che così afferma:
«La parrocchia missionaria, per non scadere in sterile retorica, deve servire la vita concreta delle persone, soprattutto la crescita dei ragazzi e dei giovani, la dignità della donna e la sua vocazione – tra realizzazione di sé nel lavoro e nella società e dono di sé nella generazione – e la difficile tenuta delle famiglie, ricordando che il mistero santo di Dio raggiunge tutte le persone in ogni risvolto della loro esistenza. A questo punto, però, non si può non rileggere con coraggio l’intera azione pastorale, perché, come tutti avvertono e sollecitano, sia più attenta e aperta alla questione dell’adulto».
Provando ad applicare una tale considerazione al campo della pastorale giovanile, si potrebbe dire che una pastorale giovanile desiderosa oggi – e come potrebbe non esserlo – di corrispondere alle indicazioni che papa Francesco ha evidenziato nell’Esortazione postsinodale Christus vivit deve essere più attenta e più aperta alla questione dell’adulto. È anche così che potrà davvero essere una pastorale giovanile sinodale, missionaria, popolare.
È in questa direzione allora che si muovono le riflessioni che verranno ora offerte a proposito della questione dell’adulto, a partire subito da una migliore decifrazione di quell’accennata crisi degli adulti e del concetto stesso dell’adultità.