Simone Bosetti [1]
(NPG 2020-03-36)
Un punto importante della Christus vivit è la revisione della pastorale giovanile in chiave vocazionale. Nell’esortazione apostolica di Papa Francesco leggiamo infatti: “Siamo chiamati dal Signore a partecipare alla sua opera creatrice, offrendo il nostro contributo al bene comune sulla base delle capacità che abbiamo ricevuto. […] Di conseguenza, dobbiamo pensare che ogni pastorale è vocazionale, ogni formazione è vocazionale e ogni spiritualità è vocazionale”[2].
Per un giovane, specialmente nel momento delle grandi domande, ogni proposta concorre a costruire le scelte fondamentali della vita: un incontro di catechesi sulla politica, sull’accoglienza, sulle relazioni, un’esperienza estiva, una vita comune!
Sappiamo bene che nel momento in cui siamo in ricerca, non è necessario che, per renderla tale, l’etichetta “percorso di discernimento” sia visibile su ogni proposta a cui aderiamo.
È necessario allora che durante la costruzione di ogni proposta, secondo i più svariati argomenti, possa esserci un’attenzione particolare ai risvolti vocazionali e in generale alle domande vitali che essa può suscitare.
In quest’ottica prende forma "La Rosa dei 20". Nata su un rilancio dell’Arcivescovo di Milano, Mons. Mario Delpini, tale iniziativa propone ai giovani un’esperienza di vita comune di nove mesi nei territori della nostra diocesi (nel mese di ottobre 2019 è partita la prima concreta esperienza, alla quale stanno partecipando 5 giovani, in un appartamento messo a disposizione da una parrocchia di Milano).
Questo tempo è scandito da uno stile di vita comunitario e da un ritmo quotidiano di preghiera e settimanale di lectio, nel rispetto dei tempi della vita di ognuno dei partecipanti[3]. Nella quotidianità, infatti, prendiamo le scelte per la nostra vita!
Proprio secondo la rilettura data prima, questi mesi di vita comune si propongono come un periodo in cui il discernimento personale attorno alle scelte di vita è favorito e aiutato sia dalla dimensione di vita comunitaria, sia dall’aiuto delle guide che accompagnano i giovani (una coppia e un consacrato/a).
Il ruolo di coloro che accompagnano questa esperienza è anch’esso pensato rispetto alle indicazioni della Christus vivit, che continuamente ci propone un approccio intergenerazionale: «L’esistenza delle relazioni intergenerazionali implica che nelle comunità si possieda una memoria collettiva, poiché ogni generazione riprende gli insegnamenti dei predecessori, lasciando così un’eredità ai successori. Questo costituisce dei quadri di riferimento per cementare saldamente una società nuova. Come dice l’adagio: “Se il giovane sapesse e il vecchio potesse, non vi sarebbe cosa che non si farebbe”»[4].
Questo a dimostrare che l’attuazione della Christus vivit ci riguarda e ci rende protagonisti, qualunque età abbiamo e qualsiasi contesto viviamo.
NOTE
[1] Vicepresidente giovani dell’Azione Cattolica Ambrosiana.
[2] Francesco, Christus vivit, nn. 253-254.
[3] Per la testimonianza di una giovane partecipante a “La Rosa dei 20”: https://youtu.be/Nq86YYLFcXk
[4] Francesco, op. cit., n. 191.