Una moneta speciale


Incroci vitali

Salvatore Ricci

(NPG 2014-03-2)


E fu così che quel mattino all'improvviso mi ritrovai non più come semplice ascoltatore di una pagina del Vangelo, ma pienamente partecipe di una scena tante volte proclamata.
"Alzàti gli occhi, vide i ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio. Vide anche una vedova povera, che vi gettava due monetine, e disse: In verità vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato più di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivere" (Lc 21,1-4).
Per un attimo mi sono ritrovato tra quella gente presente nel Tempio che attorniava il Maestro, pronta ad ascoltare la sua parola. Non più volti solo da immaginare, non più un semplice racconto, ma tutto stava prendendo vita e corpo davanti ai miei occhi, mi sembrava quasi di poter toccare con mano quella gente, poter sentire il profumo di incenso, poter ascoltare le solenni melodie delle preghiere elevate al Dio Altissimo.
Quel giorno, infatti, mentre celebravo l'Eucaristia, la mia attenzione veniva catturata dal suono di una moneta gettata nel cestino delle offerte. Non era la solita moneta, ma sentivo che aveva qualcosa di speciale. Era l'offerta di una donna seduta all'ultimo banco. La stessa donna che fino a qualche minuto prima era sulle scale del sagrato della Chiesa e che con umiltà e discrezione attendeva che qualcuno gettasse qualche spicciolo nella scatola di latta posta davanti ai suoi piedi. Ciò che rendeva "unica" la sua moneta era che forse era davvero l'unica moneta che possedeva.
Il freddo rumore metallico di tante monete superflue gettate nelle offerte, veniva cancellato dal dolce suono della moneta donata col cuore. Lei che ne aveva bisogno "nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivere".
La sua condizione di povertà non diventa pretesto per pretendere ricchezze, beni materiali, ma occasione per non dimenticare di cercare sempre i beni più alti, perché la vera povertà, quella che dovrebbe caratterizzare la nostra vita di fede, non è mancanza di denaro, di prestigio, di successo, ma è affidamento a Dio, alla sua Provvidenza, nell'attesa del suo Regno che è pienezza. Quella donna, priva di ogni bene e spogliata della sua dignità, si era rivestita della vera povertà perché, senza pretendere nulla, attende a mani aperte il vero unico tesoro. Pone in Dio la sua speranza, la sua totale fiducia perché consapevole che la pienezza della vita non dipende dalle cose che possediamo. "Infatti se il mio cuore brama di ottenere i beni terreni, non può essere né tranquillo né sicuro, perché o cerca di avere quello che non ha o di non perdere quello che possiede, e mentre nell'avversità spera la prosperità, nella prosperità teme l'avversità" (San Gregorio Magno).
Parlare oggi ai giovani di povertà in questi termini sembra addirittura utopico perché il mondo intorno a noi sembra dirci che sono felici solo coloro che possiedono ricchezze, che più si ha più si è apprezzati, che conta l'avere e non l'essere. Ma Gesù ponendo all'attenzione di tutti i presenti il gesto sincero della vedova povera ci indica la via e quali sono gli atteggiamenti che ci possono rendere davvero felici.
Quando, quasi capovolgendo le beatitudini, ha detto :"Guai a voi, ricchi, perché avete già la vostra consolazione" (Lc 6,24), non ha condannato i beni materiali, ma il possesso e l'uso ingiusti che portano l'uomo a vivere con l'ansia e la preoccupazione dell'accumulare, chiudendo il proprio cuore all'incontro con Dio e alla carità verso i bisognosi. L'attaccamento alle ricchezze o la preoccupazione per la penuria dei mezzi spesso diventano un ostacolo alla ricerca di Dio.
Le cure eccessive per i beni, ci impediscono di ricercare il Bene.
Il suono di due monetine gettate nel tesoro del Tempio diventano icona di una vita che si abbandona con fiducia alla Provvidenza, di un'anima che brama solo di poter incontrare Dio. E più saremo capaci di svuotaci del superfluo, più sarà grande e dolce l'eco di quel suono.
Quella donna seduta all'ultimo banco ha donato la sua unica moneta... Ma tutta la sua vita è il vero grande tesoro agli occhi di Dio.