Itinerario due: verso l'educazione all'appartenenza ecclesiale

Inserito in NPG annata 1989.

 

Introduzione al dossier

(NPG 1988-05-3)

Presentiamo il secondo itinerario: verso l'educazione al senso di appartenenza ecclesiale.
La proposta è pensata con una forte attenzione di contesto: in questo nostro tempo e alle prese con i problemi e le prospettive che lo attraversano.
È facile infatti rendersi conto che l'educazione al senso di Chiesa fa i conti con la crisi più generale dell'appartenenza (dovuta al pluralismo e alla complessità sociale). Nella proposta viene cercata un'alternativa, praticabile e corretta, ai due modelli diffusi: quello dell'appartenenza debole e selettiva e quello dell'appartenenza dura e settaria. Il centro dell'itinerario sta nella ricerca di una comunità «capace di accoglienza incondizionata, per crescere in essa, nella festa e nel servizio alla vita». Viene immaginata come «grembo materno» certamente non per diminuire la responsabilità e l'autonomia del credente, ma per assicurare uno spazio di produzione solidale della vita.
Il presente itinerario avrebbe dovuto precedere quello sulla vocazione. Il cristiano si impegna perché ha scoperto la Chiesa e nella chiesa assume una piena e ampia condivisione della causa del Regno di Dio.
L'abbiamo presentato come secondo per una ragione contingente ma importante.
Verso metà gennaio, come è ormai tradizione consolidata, attorno alla rivista e al Centro salesiano pastorale giovanile si incontra un gruppo qualificato di responsabili diocesani di strutture di pastorale giovanile.
Di solito viene studiato assieme un tema, valutato importante nel panorama della Chiesa itlaliana.
Quest'anno abbiamo analizzato proprio l'itinerario di educazione al senso di appartenenza ecclesiale.
Il materiale presentato nel dossier riporta, in qualche modo, l'esito più maturo dell'incontro: le ipotesi da cui è partito, integrata dai molti e preziosi stimoli emersi durante il confronto.
Lo presentiamo a tutti i lettori, come contributo di alcuni fratelli impegnati in frontiera.
Nell'incontro sono emerse anche alcune prospettive preziose, di cui la rivista vuole dare informazione ai suoi lettori.
- Abbiamo deciso di procedere ad una recensione dell'esistente in ambito di pastorale giovanile: i centri diocesani, il tipo di insegnamento di pastorale giovanile sviluppato nei seminari, nelle scuole di teologia e negli istituti di scienze religiose.
- Ci siamo impegnati a sollecitare collaborazione e convergenza nelle diverse diocesi (e tra diocesi vicine) attorno ai problemi della pastorale giovanile, soprattutto con lo sguardo rivolto al servizio che le comunità ecclesiali offrono ai giovani non aggregati in movimenti e associazioni (i gruppi «poveri» e gli «isolati»). Per questo proporremo alcune esperienze in atto, molto stimolanti.
- Stiamo pensando ad una rubrica in NPG di «cronache pastorali» per allargare a tutti i lettori la conoscenza di iniziative in atto nella Chiesa italiana, relative alla pastorale giovanile.
Ci interessa molto il parere dei lettori su queste proposte e la loro collaborazione per la realizzazione.