Introduzione a: Feed-back sulla fede /2

Inserito in NPG annata 1974.


FEED-BACK SULLA FEDE /2

Con questa monografia intendiamo studiare una proposta di «scuola della fede» per i tanti giovani che vivono ai margini dell'istituzione ecclesiale, senza rompere i ponti con essa e senza il coraggio di pronunciare un'opzione positiva che comprometta la vita.

fatti come problema
FEDE E RELIGIONE NELLA SENSIBILITÀ GIOVANILE

L'obiettivo è molto preciso: l'educazione alla fede dei giovani d'oggi. Per la concretezza del discorso dobbiamo però rispondere ad alcuni interrogativi previ, sul rapporto tra fede e religione, per fondarne la continuità senza affermarne l'identità e sugli atteggiamenti dei giovani d'oggi nei confronti del sacro, per costruire una tipologia della religiosità giovanile.

progetti
DALLE CREDENZE ALLA FEDE: UN ITINERARIO DI CRESCITA

Raccogliendo molte riflessioni che hanno già percorso le pagine della rivista, tentiamo di costruire un itinerario di crescita nella fede che, muovendo dalla concretezza della situazione giovanile, metta i giovani in fase di ascolto, di condivisione, in desiderio di approfondimento, fino alla decisione di una «scuola di fede».

punti-fermi
EDUCARE ALLA FEDE NELLA FEDELTÀ A DIO E AL GIOVANE

La crescita della fede è «nella chiesa», in una comunità che educa e testimonia per la Parola che annuncia e per la prassi pastorale con cui si fa strada nella storia. All'interno di questa prospettiva trova spazio la creatività. Che è adattamento al tempo, reinterpretazione sul ritmo del farsi quotidiano, storicità nel qui-ora di ogni persona. Per creare un saggio rapporto tra creatività e tradizione, elenchiamo una serie di «punti fermi», con cui confrontarsi nella elaborazione di una «scuola di fede».

(Le scelte, il tono e l'impianto della monografia sono stati lungamente maturati nel gruppo redazionale)
La prima parte della monografia è contenuta nel numero 7/8, 1974.

Educare alla fede nella fedeltà a dio e al giovane. Punti fermi

Nell'itinerario dell'educazione alla fede non è possibile viaggiare a braccia, affidando alla fantasia e all'entusiasmo il ruolo di individuare le piste migliori. La crescita della fede è «nella chiesa», in una comunità che educa e testimonia per la Parola che annuncia e per la prassi pastorale con cui si fa strada nella storia. All'interno di questa prospettiva trova spazio la creatività. Che è adattamento al tempo, reinterpretazione sul ritmo del farsi quotidiano, storicità nel qui-ora di ogni persona.
La pastorale giovanile soffre, oggi, le tensioni che affiorano quando il rapporto tra fedeltà e creatività è faticoso, per l'accelerazione improvvisa della storia. C'è chi si arrocca in posizioni intransigenti, ripetitive e burocratiche, nel nome della continuità dell'esperienza ecclesiale. Ed elabora una educazione alla
fede che è trasmissione passiva di contenuti e metodi, pregevoli un tempo quanto stonati oggi. Altri, invece, batte la strada della sola creatività. E sull'onda di uno storicismo pazzo, rompe i ponti con il passato. Fa la «sua» pastorale, fascinosa per gli affamati dell'ultima novità.
Una pastorale giovanile «fedele a Dio e fedele all'uomo» contempera, in un'unica radicale fedeltà, creatività e tradizione. Elabora ogni coraggioso rinnovamento educativo all'interno di alcuni punti di confronto.
Quali?
Il discorso si fa difficile, proprio perché concreto e discriminante.
Abbiamo riflettuto a lungo. Per individuare i temi particolarmente caldi su cui spendere una parola di chiarificazione e le esigenze da salvare a tutti i costi. Gli studi che seguono sono la nostra risposta.
Nel progetto redazionale hanno una doppia funzione:
– costruire, da un lato, la tavola di «confronto teologico», per verificare il taglio giusto dell'educazione alla fede;
– indicare, dall'altro, gli sbocchi maturi verso cui incanalare quella parziale e precaria sensibilità religiosa che molti giovani si trascinano. Una proposta, insomma, per evangelizzare la spontanea religiosità giovanile, in vista della fede.