Lorenzina Colosi
(NPG 1974-02-50)
Argomento di queste pagine è un progetto che abbiamo costruito e che stiamo vivendo da cinque anni, nell'esperienza continua con un gruppo di ragazze del nostro istituto magistrale e con un gruppo di giovani entrati in contatto con noi per i loro interessi di ricerca in campo scientifico. Il progetto è nato sia da una raccolta di stimoli a livello pedagogico e didattico sia dal dialogo diretto con i ragazzi e le ragazze.
IL SIGNIFICATO DELL'ESPERIENZA
«A che cosa può servire l'insegnamento delle scienze?». Questo era l'interrogativo dei nostri ragazzi, la risposta a questo interrogativo ha fatto nascere il progetto.
Se il programma, con l'infinità di nozioni che comporta, non interessa direttamente, dobbiamo trovare qualche cosa che aiuti l'uomo a crescere pur tenendo conto del programma e quindi dell'incontro con le scienze naturali.
Prima di tutto si è cercato con i ragazzi un approfondimento dei concetti di fondo, di che cosa cioè si intendesse per scienza. La scienza è una raccolta di cose da fare o è un insieme di cose motivate che noi facciamo? Siamo stati tutti d'accordo sul dire che la scienza è prima esperienza dell'uomo «sapiens» e poi esperienza dell'uomo «faber»; non è solo tecnica ma è qualcosa più della tecnica. Altro punto fermo: la scienza non è strumento per il dominio della concretezza, bensì risposta all'inappagabile sete dell'uomo. Non strumento ma servizio.
La scienza se è veramente tale dovrebbe portare ad una onestà intellettuale; si deve di fronte alla scienza essere umili. Pur nella sua sistematicità, la scienza non è la certezza ma è il relativo che costruisce lentamente il cammino della nostra esperienza verso la verità.
In questo senso abbiamo costruito un progetto che doveva avere due momenti ben identificati: il momento dell'osservazione e quello dell'esperienza. L'osservazione poteva essere sporadica, occasionale, talvolta anche sistematica.
L'esperienza era seguita, guidata, verificata continuamente. Era necessario chiederci continuamente se stessimo facendo osservazione o esperienza. Perché la scienza si costruisce dell'uno e dell'altra, ma l'osservazione è preliminare e fa informazione, l'esperienza fa formazione.
Se la scienza ci deve portare a questa umanizzazione, deve passare dal livello di informazione al livello di formazione profonda. Per cui la nostra scelta fondamentale era quella di aiutare l'uomo a costruirsi come tale e a dargli in mano la chiave per una ricerca scientifica, ossia insegnargli un cammino, di esperienza scientifica, applicabile poi a qualunque altro cammino.
Inoltre lavorando in una ricerca, noi lavoriamo sotto una ipotesi, il che comporta tanto il senso della verità, quanto l'umiltà di non scambiare la nostra ipotesi per una tesi che deve essere dimostrata a qualunque costo. È importante saper accettare che se la nostra ipotesi nella verifica non nè dimostrabile, noi accettiamo il limite della non dimostrazione, e quindi la scartiamo. D'altra parte è necessario il coraggio e il rigore di portarla avanti scientificamente anche quando non arriviamo alle conclusioni che vorremmo. Sia l'uno che l'altro sono due grossi rischi. Ma tutta la scienza è fatta di intuizione e di avventura ed è una scoperta continua che esige cimento e rischio. E di fronte al rischio questi ragazzi non pongono nessun problema.
UNA SCELTA CARATTERIZZANTE
Oltre a queste premesse, elaborate in parecchi incontri, abbiamo scelto due linee fondamentali che riteniamo essenziali e che ogni anno ci riproponiamo.
La prima: tu sei un uomo, per cui hai bisogno di crescere nella libertà. La scienza ti fa veramente libero, perché ti libera da tutte quelle schiavitù che nascono dall'ignoranza.
Seconda: siamo cristiani, dobbiamo perciò portare avanti la creazione che Dio ha cominciato ed ha affidato alle mani dell'uomo. E questo discorso oltre ad essere molto sentito dai ragazzi è una delle dimensioni fondamentali della educazione. È necessario puntualizzare che il secondo gruppo dei ragazzi non si dichiara cristiano, ma ugualmente lavoriamo insieme con lo stesso impegno fino al punto in cui noi rinnoviamo la nostra proposta cristiana e facciamo un passo in avanti verso il trascendente. Passando poi alla realizzazione pratica sono emersi diversi problemi. Primo: il tempo. Come realizzare questo piano entro un certo limite di tempo? È chiaro che nelle tre ore di scuola si riesce solo a dare una impostazione generale, che viene poi affidata nella fase di realizzazione alla responsabilità dei ragazzi.
Ma il problema più importante e difficile da risolvere è stato quello di fare una scelta del programma. Ci siamo subito accorti che il programma ministeriale non poteva essere svolto e tutti insieme abbiamo fatto delle scelte e le abbiamo portate avanti.
Prima scelta è stata quella di educare ad un metodo scientifico non tanto ad un nozionismo. Quindi pochissimi argomenti ridotti e sintetizzati, argomenti che sono un po' la chiave di tutti i discorsi dei diversi anni.
ALCUNI ESEMPI
L'articolazione si è svolta in questi termini.
♦ Nella botanica si è sviluppato il tema del rapporto pianta-uomo, la storia del contatto dell'uomo con le piante e la loro utilizzazione. Ma soprattutto l'esperienza di vita di una pianta, scelta dai ragazzi e seguita nel suo sviluppo dal seme ai frutti, con la possibilità di avere dieci/dodici piante per classe e di poter così seguire le principali famiglie delle piante. Altra osservazione molto interessante lo studio dell'ambiente, che introduce al programma di quarta magistrale. Lo studio dello stesso ambiente nelle diverse stagioni dell'anno, realizzato con tecniche diverse tra cui l'utilizzazione di riprese cinematografiche.
♦ Quanto invece alla zoologia, lo studio è stato accentrato sull'animale e l'uomo: l'uomo come vertice della scala animale e sintesi della filogenesi, per cui tutti gli animali sono stati trattati gradualmente in rapporto allo sviluppo dell'uomo. Non sono state fatte esperienze dirette con animali per il rischio di scarsa scientificità dovuta ad un possibile rapporto affettivo con gli animali.
♦ L'argomento portato avanti con maggiore interesse è stato quello chimico. Normalmente le ragazze dicevano che la chimica non le interessava, non capendoci niente. Si è cercato allora, partendo dalla chimica atomica di spiegare i processi chimici attraverso esemplificazioni e paralleli con la loro esperienza quotidiana. Ad esempio, tutta la parte riguardante la valenza si è studiata con esemplificazioni di dinamica di gruppo. Paralleli di questo genere ci sono pure serviti nello spiegare le leggi di mineralogia.
Altro aspetto che si è sottolineato molto è stato quello della chimica come potenza economica. Argomento che per l'attualità del tema del petrolio ha interessato moltissimo i ragazzi. C'è stato veramente un grosso discorso se la chimica come potenza economica sia strumento di promozione o se non sia strumentalizzazione alla distruzione dell'uomo.
♦ Per la parte della biologia si è studiato il corpo umano con molta precisione e approfondimento, essendovi alla base la precisa scelta di conoscere a fondo le leggi della vita umana in tutti i suoi momenti, dalla genetica alla vita, alla gerontologia.
Così si sono portati avanti dei lavori di ricerca; ogni gruppo ha avuto un medico che ha affiancato il lavoro scolastico ed ogni gruppo ha scelto un argomento particolare da approfondire lungo tutto l'anno mediante una scaletta bibliografica discussa con l'insegnante. Ogni mese un controllo in classe, in cui i gruppi davano conto del lavoro svolto, discutendo con la classe di qualche aspetto importante riscontrato.
Da Pasqua fino alla fine dell'anno ogni gruppo ha presentato la propria relazione alle compagne lasciando una mezz'ora per il dibattito. Questo lavoro ha favorito l'incontro con le famiglie, le quali vedendo le ricerche delle figlie, soprattutto nei casi in cui si affrontavano problemi sessuali, preoccupate... sono venute a chiedere spiegazioni..E stato allora organizzato un incontro famiglie-alunne, e le stesse figlie hanno presentato gli argomenti che venivano approfondendo, dimostrando maturità nel sapere affrontare i problemi con correttezza scientifica. E di un fatto molto grosso ci si è accorti: alcuni adulti, genitori ed educatori, non erano maturi come i ragazzi, talvolta reagendo con atteggiamenti opposti. Nella nostra scuola si corre il grosso pericolo di non dare le dimensioni complete della vita umana, riempiendo semplicemente la testa di cose inutili.
♦ Quanto poi all'ultimo anno, il programma di geografia generale ci ha dato la possibilità di avere una visione piuttosto ampia sull'ecologia: si conosce la terra amandola, e la si conserva con tutti i nostri studi ed attenzioni. Da qui è nato: l'uomo e fenomeni naturali, l'uomo e la promozione della natura, l'uomo e la violenza alla natura. Ultimo aspetto trattato: il contatto più intelligente con la natura aiuta l'uomo tecnico a ritrovare la propria dimensione di equilibrio nell'universo.
UN METODO DI LAVORO
In quanto ai metodi possiamo dire di averli usati quasi tutti a seconda dell'argomento affrontato. Qualche volta l'osservazione, talvolta l'esperimento, tal'altra le ricerche guidate in loco o in laboratorio, altre volte ancora il lavoro di gruppo sia tra insegnanti che tra allieve, come tra insegnanti ed allieve insieme, dando moltissimo tempo alla discussione e all'impostazione dei lavori.
È chiaro che camminare insieme significa lasciarsi interrogare e contestare continuamente. Il discorso di cattedra e di voti non è stato quasi mai fatto durante l'anno, perché il problema non è quello di misurare quanto sanno le alunne, ma di vedere quanto crescono come persone. Per principio non rimando nessuno. Cerco però di mettere le allieve in condizione di lavorare, vedendo se realmente ognuna personalmente si impegna, stimolandole nell'impegno e verificando quelle che si attardano, che si appoggiano sulla compagna, che si tirano indietro e lasciano al gruppo quello che devono fare; ruotando i compiti se qualcuna tende a scaricarli. E poi soprattutto nella verifica che si fa meta per meta nella classe sono loro stesse che vengono stimolate a giudicarsi e a recuperare prima della fine dell'anno. Quanto poi ai sussidi e alle attrezzature, abbiamo a disposizione enciclopedie e riviste, per il resto si tratta di un minimo indispensabile. Il principio fondamentale è questo: devi trovare l'attrezzatura da quello che hai e trovi intorno a te. Ognuna è allora rispettata anche in quell'aspetto di creatività di chi deve cercarsi anche l'attrezzatura. Non tutto è andato sempre bene, ma è chiaro che in classi piuttosto numerose vi sono i pro e i contro.
Se l'educatore è veramente uno chiamato a vivere la propria liturgia pasquale, durante l'anno la stiamo vivendo tutti, in quelle sconfitte che sono un po' la morte per la risurrezione nostra e dei nostri alunni.