(NPG 1978-04-17)
Educare i preadolescenti ad una concezione esatta della sessualità diventa una cosa importante nel nuovo contesto socio-culturale, che si pone ai ragazzi come scuola esperienziale.
È fuor di dubbio che i ragazzi e le ragazze manifestano molta precocità nella percezione degli aspetti affettivi e sessuali, anche se non sarebbe semplice dare delle valutazioni sui livelli di maturità legati a tali aperture. L'atteggiamento pastorale ed educativo corrente sembra sintetizzabile più nell'accettazione incondizionata o nel rifiuto di questa realtà, che nella analisi serena della nuova situazione e nella ricerca di strategie che permettano di rispondere alle nuove esigenze.
Il nostro DOSSIER si pone anzitutto in una linea di sensibilizzazione educativa generale, ma anche in una volontà di approfondimento del momento evolutivo e dei valori della sessualità e dell'amore, perché l'intervento educativo si inserisca nel momento di crescita dei ragazzi e delle ragazze in modo positivo ed ottimistico.
Non possiamo dimenticare che in Italia, nonostante gli esperimenti fatti e le molte cose scritte, siamo ancora per così dire alle premesse nel dibattito sull'argomento: chi deve educare, quando, come. Ciò non ci pare tuttavia un fatto limitante, ma una possibilità in più di libertà e di approfondimento. Noi vogliamo collocarci – e lo esprimiamo chiaramente anche con il titolo dato al dossier – in una linea personalista-cristiana, che concepisce la sessualità nel quadro della maturità globale della persona umana.
Il presente DOSSIER, che affronta il tema dell'educazione sessuale dei ragazzi, sostituisce – com'è naturale – l'ultima parte della rivista, normalmente destinata alla pastorale dei preadolescenti.
FATTI
«Una madre porta al centro di consultazione la figlia, una ragazza carina, un po' debole, dicendo che è «corrotta». La donna è abbastanza agitata.
La figlia si era lasciata sedurre già per la seconda volta. Che si poteva fare? Come era possibile troncare subito questa situazione intollerabile? La ragazza non ha che 11 anni. Non ci si è mai accorti che compisse atti del genere. Per il resto la madre non aveva motivo di lamentarsi. La figlia faceva il suo lavoro con profitto e responsabilità».
«Riccardo 10 anni divenne improvvisamente loquace: " Mia madre è una donna molto cara. Ma con lei è impossibile trattare di argomenti di carattere sessuale. Non vuole saperne e basta ". Mi raccontò delle sue strette amicizie. Avevano fondato un club sportivo ed erano, a dire il vero, dei ragazzi straordinari, ma qualche volta si masturbavano tutti insieme».
Ambedue le citazioni sono tratte da «Ragazzo: sesso, educazione», di K. Seelmann (ed. Paoline).
Il comportamento sessuale dei ragazzi è legato al loro ambiente di vita.
I ragazzi d'oggi si sviluppano in un ambiente sociale profondamente mutato, che, se ha eliminato falsi tabù, ha anche imposto un costume che condiziona fortemente la mentalità e le scelte dei più giovani. È così che ci troviamo di fronte a ragazzi precocemente evoluti e spregiudicati. Essi vivono in un contesto che presenta oltre al resto un'immagine della sessualità parziale e distorta.
Se è vero che la componente sessuale non è un fatto secondario per la maturazione dell'uomo, che significato verrà ad assumere per questi ragazzi una presentazione della vita sessuale intesa come gioco libero e incosciente, vissuta a livello istintivo, senza senso di responsabilità?
Il compito di educare alla sessualità quindi, proprio per le mutate condizioni socio-culturali, deve farsi più determinato ed urgente, e partire da una preparazione più approfondita.
PROSPETTIVE
«Tutta la condizione umana è un dare ed un ricevere. Servire ed essere servito, amare ed essere amato. Dove non è così, c'è morte. Dove così è, nascono nuova vita, nuovi pensieri, nuove forme». L'affermazione è del Catechismo Olandese. «Il sesso è un incidente, afferma Cesare Pavese nel suo "Diario", ciò che riceviamo è momentaneo e casuale; noi miriamo a qualcosa di più riposto e misterioso di cui il sesso è solo un segno, un simbolo».
Apriamo con queste espressioni che provengono da mondi diversi, ma rivelanti una uguale apertura verso una visione non limitata della sessualità, la sezione «prospettive» di questo dossier, che si propone di approfondire in modo interdisciplinare il tema dell'educazione all'amore dei preadolescenti. Il tema del dossier ci pare di grande attualità. Oggi l'uomo ha preso maggiormente coscienza della propria sessualità. La scoperta del sesso è un poco la scoperta dell'uomo stesso, della sua socialità, del proprio mistero profondo. Il diffondersi dell'interesse sessuale ha prodotto in generale nell'uomo d'oggi maggior sicurezza; ma gli sprovveduti, ed i giovani in particolare, sono diventati facilmente vittime di un gioco commerciale senza scrupoli. La società ha superato la misura ed è stato facile profeta chi ha potuto affermare: «La generazione che per prima non crederà più nella dottrina tradizionale dovrà per forza indulgere alla libertà sessuale in modo esagerato» (B. Russel). Ne è nata confusione e disorientamento: «Quando l'attrazione sessuale viene astratta dal complesso dei valori umani e in modo particolare quando il suo lato più fisico (la sessualità genitale) viene astratto dal complesso della sessualità umana, possono allora manifestarsi insospettati abissi di male, proprio là dove tutto sembrava delicato e gentile» (Cat. Olandese). È abbastanza normale in questo contesto sociale che i ragazzi, e non di rado gli educatori stessi, abbiano una visione della sessualità limitata, che non abbiano colto a sufficienza i significati profondi della realtà sessuale.
Le pagine di questo dossier, soprattutto queste di studio, vogliono stimolare la riflessione e il bisogno di approfondimento, in modo che gli interventi educativi divengano un'occasione per indicare efficacemente ai ragazzi la via dell'amore, che «è una avventurosa conquista che si sviluppa come lo stesso universo: ossia attraverso una perpetua e costante scoperta» (T. de Chardin).
PER L'AZIONE
I quattro studi che abbiamo presentato non rappresentano soltanto una analisi di argomenti e di fatti, ma contengono chiaramente anche una proposta educativa. Non intendiamo quindi riprendere motivazioni e suggerimenti già emersi in ciascuno degli interventi.
Ci preme però sottolineare alcuni aspetti importanti in ordine all'azione concreta ed offrire all'operatore pastorale alcuni suggerimenti che divengano utili strumenti di azione.
La volontà di educare all'amore i preadolescenti presuppone in concreto un quadro di riferimento piuttosto chiaro sui principali aspetti legati a questo tema.
1. Una visione globale dei problemi
In modo particolare quelli legati all'evoluzione biologica e generale dei preadolescenti e sugli interventi pedagogici riflessi o spontanei della famiglia e della scuola.
2. La modalità dell'intervento educativo e morale
Tra non direttività e direttività assoluta, è auspicabile la scelta del sostegno educativo, che, pur nell'attenzione a non bloccare una personalità in formazione, riesce a porre accanto ai preadolescenti che crescono e si autocostruiscono il contributo della propria esperienza e testimonianza.
3. Educare all'amicizia
L'educazione all'amore trova il suo terreno normale nella situazione di coeducazione. Insieme ragazzi e ragazze imparano a conoscersi e ad accettarsi nelle proprie diversità e ruoli. La coeducazione è però una scelta che si fonda su una responsabilità educativa assunta con maggior determinazione dagli educatori, che tende a favorire una vita di relazione che diventa concretamente «scuola» di vera amicizia.
4. Una chiara informazione sessuale
L'educazione all'amore presuppone anche un'informazione sessuale trasmessa senza falsi pudori e con scientificità; ma anche nel modo e dalle persone più adatte.