Una carovana pasquale per «vivere dentro»

Inserito in NPG annata 1978.


(NPG 1978-03-25)


«Casa Serena» (Settimo di Pescantina - VR) è uno «spazio» di pastorale per gli adolescenti della diocesi di Verona: luogo per una concreta proposta di fede e punto di riferimento, lungo l'anno per il cammino dei gruppi. Una presentazione più ampia l'abbiamo fatta in NPG 1976/4.

UNA PASQUA PER ADOLESCENTI ALLA RICERCA DELLA PROPRIA IDENTITÀ

La Pasqua così come l'abbiamo pensata noi a Casa Serena vuol rispondere a due esigenze tra loro in continuità: far vivere le festività pasquali in un modo più impegnativo e convincente che non il solito; far vivere la Pasqua a degli adolescenti.
Il fatto che sia una Pasqua per adolescenti ci ha imposto alcune attenzioni proprio perché si tratta di cristiani alla ricerca della «roccia» su cui fondare definitivamente il loro presente ed il loro futuro. Crediamo che una Pasqua per adolescenti debba, ad esempio, essere una esperienza ricca di fascino e sostenuta da un certo spirito di avventura. Un'esperienza che, in qualche modo, si stacchi dal grigiore della vita quotidiana e non per illudere i giovani ma per aiutarli concretamente a far emergere le dimensioni portanti con cui vivere «dentro» il quotidiano.
Il rischio che l'emotività influenzi eccessivamente quei giorni è evidente. Secondo noi, a parte che una certa dose di emotività è sempre necessaria in queste occasioni, è attenuato da due fatti. Il primo è che in quei giorni, per decantare le spinte emotive, molto spazio viene dato al silenzio e al deserto e, soprattutto, al confronto sulle idee e valori. Il secondo, più decisivo, è che i giorni di Pasqua sono frutto di una lunga preparazione e danno luogo, tornati nei propri ambienti di vita, ad altri momenti non meno impegnativi e importanti di vita di gruppo.
La «Carovana pasquale» non è che una delle tappe di un cammino di tipo catecumenale che dura due/tre anni. Partendo dalla consapevolezza che nella adolescenza il giovane «sacramentalizzato» ha bisogno di rifondare la propria identità umana e cristiana, Casa Serena si pone davanti a loro come luogo di una proposta di impegno cristiano e come punto di riferimento fino alla stabilizzazione dei propri atteggiamenti e valori. Per due/tre anni un adolescente viene a Casa Serena per i grandi «appuntamenti» tra i gruppi (all'inizio dell'anno scolastico, a Natale, a Pasqua, a Pentecoste, nell'estate per i campiscuola) in cui si compie la revisione del lavoro fatto e si tracciano programmi per i mesi seguenti. Ogni gruppo, tornato a casa si impegna a tradurre i programmi nel concreto del proprio ambiente.

Il leiv-motiv della Pasqua '77: «vivere dentro»

Ogni anno il lavoro dei gruppi prevede lo svolgimento di un tema che rispecchi ad un tempo le loro esigenze di adolescenti e il cammino della chiesa. Così, per esempio, quest'anno tutti i gruppi, aiutati anche da alcuni sussidi stampati, si sono confrontati su temi assai vicini a quelli della riflessione ecclesiale su «Evangelizzazione e promozione umana».
In questo modo ogni Pasqua ha un tema unitario che la caratterizza rispetto alla Pasqua degli anni precedenti.
Nel '77 il leit-motiv è stato «vivere dentro». La Pasqua è stata vissuta come il «passaggio» dalla sponda della schiavitù alla sponda della libertà per essere in grado di vivere «dentro»: dentro se stessi in quanto persone, dentro le reali situazioni della vita, dentro la società, dentro la comunità ecclesiale di cui ci si riconosce parte a pieno titolo.

PERCHÉ È COME LA CAROVANA

Tra le tante immagini e organizzazioni possibili delle feste di Pasqua abbiamo scelto la carovana perché permette di esprimere in modo unitario e simpatico alcune idee di fondo che devono sostenere i giorni della Pasqua: il cammino la ricerca della verità, la scelta comunitaria, l'impegno di servizio e di partecipazione, la consapevolezza che stiamo camminando verso cieli nuovi e terra nuova... Descrivendo più da vicino come abbiamo organizzato le nostre giornate si intuirà come abbiamo tentato, qualche volta senza molta efficacia, di comunicare attivamente ai giovani questi valori di fondo. Dalla sera del mercoledì al pomeriggio del sabato (la veglia pasquale ogni gruppo l'ha vissuta nella propria comunità parrocchiale) tutto è stato organizzato perché fosse una provocazione, un invito al dialogo, al confronto, alla riflessione personale e alla preghiera.
La carovana è strutturata esternamente in questo modo. Sui tre lati di un parco rettangolare vengono disposte delle tende per l'alloggio dei diversi gruppi. Su uno dei lati l'oasi, una cappella in legno per la adorazione continua. Per le assemblee, la cucina ed i gruppi di lavoro, ci si serve dei locali della casa annessa al parco (Casa Serena).
Cinque pullmans portano gli adolescenti in varie zone prestabilite e due tende (una per la documentazione dell'esperienza ed una che chiamiamo la «tenda della vita», per l'adorazione) indicano la presenza della carovana.
La carovana vuol essere un'esperienza comunitaria di amicizia, di riflessione e di preghiera proposta a tutti i gruppi adolescenti della diocesi.
È una carovana nel senso che pur avendo un campo base (presso Casa Serena) per il pernottamento e per qualche attività, tutto il gruppo dei partecipanti si è spostato in alcune parrocchie della diocesi per agganciare gli adolescenti a situazioni concrete di vita e per avere la possibilità di annunciare il messaggio pasquale a più persone.
È una «quattro giorni» di vita comunitaria in carovana.
Chi è in carovana si sente povero e provvisorio, in marcia verso un futuro migliore. Come gli Ebrei nel deserto, come i baraccati del Friuli, come i miserabili degli slums, come Cristo che piantò la sua carovana in mezzo a noi. L'esperienza del disagio e della provvisorietà è servita concretamente agli adolescenti per mettersi in situazione adatta a comprendere il messaggio della Pasqua che passa attraverso la rinuncia alle comodità, all'egoismo, alla sicurezza e attraverso la solidarietà con i fratelli, specialmente i più poveri.

Programma della carovana

Nella carovana trovano spazio:
– l'incontro con le persone (le persone in carovana e le persone delle comunità parrocchiali ospitanti la carovana);
– la preghiera personale e comunitaria;
– il lavoro di gruppo inteso come dialogo e ricerca con le famiglie delle parrocchie, assemblee di approfondimento del tema;
– celebrazioni liturgiche della settimana santa (sempre nelle comunità parrocchiali);
– cerchi di amicizia e di fraternità, momenti di silenzio.
Il dosaggio di questi vari elementi è stato studiato in modo da favorire il graduale passaggio dalla attività di ricerca alla discussione comunitaria, dalla celebrazione alla preghiera personale, dalla chiassosità degli incontri fraterni al silenzio (che spesso ha portato all'esigenza del «deserto»), dal momento di vita in carovana all'essere nomadi nelle comunità parrocchiali.

Lo stile della carovana pasquale

Intendiamo parlare della disponibilità personale. Il nostro incontro non è un tranquillo week-end di primavera. La carovana si caratterizza con un triplice segno più:
– più concentrazione: senza snob, sviolinamenti sentimentali, divagazioni folkloristico-turistico-musicali: l'uomo non è uno scherzo;
– più sensibilità di fede: un ascolto della parola di Dio che ci veda meno interessati sul cosa fare, quanto piuttosto su cosa Cristo ci chiama a essere;
– più fraternità e reciproco servizio, non rallentando i lavori per comodo, ma aiutando, incoraggiando, pazientando...

QUATTRO GESTI PER SCOPRIRE IL SEGRETO DELLA VITA

Prima dí descrivere le attività svolte ci sembra utile presentare le direzioni di fondo in cui tutto si muove in quei giorni. Si rifanno, in fondo, ai gesti fondamentali che devono caratterizzare ogni celebrazione della Pasqua: l'incontro con gli altri e il servizio, la riflessione e la meditazione, la preghiera e la celebrazione, l'annuncio e la proclamazione.

Una carovana per camminare e ricercare insieme

«Con le persone mi incontro, non mi scontro»: questa è la parola d'ordine di tutta l'esperienza pasquale.
Vogliamo essere carovana di ricercatori di vita per i fratelli. Non vogliamo dialogare con Cristo come studiosi a tavolino, o fare belle idee, troppo belle per essere vere; neanche parlarne solo tra noi come facessimo «salotto» su Cristo... Se stiamo spiando Cristo sul mistero della vita dobbiamo andare in mezzo alle persone vive, imparare a ritrovarle dentro le fessure, che talvolta sono piaghe della vita quotidiana della gente: vogliamo andare dentro la notizia. Per questo è stata scelta un'esperienza di nomadismo; una carovana fra la gente.

Meditare e riflettere per fare proprio il segreto pasquale

La meditazione è ciò che aiuta a penetrare il segreto pasquale; è il gesto decisivo dove la luce di Dio e la riflessione dell'uomo si incontrano per rivelare il senso della Pasqua.
Nel '77 nella meditazione si sono approfonditi quelli che abbiamo definito i «pilastri» della vita, per essere in grado di «vivere dentro».
Al giovedì ci si è confrontati sulla ricerca di «una ragione per vivere». Nell'eucaristia celebrata alla sera Cristo, nel lavare i piedi agli amici e nel farsi loro cibo, ci ha dato la sua risposta alla ricerca.
Al venerdì la riflessione è ruotata attorno al tema «il coraggio di pagare di persona», necessario per essere uomini e cristiani. Nella Passione di Cristo celebrata al pomeriggio abbiamo ritrovato la logica nuova in cui ha senso vivere quella della croce, e la sorgente della nostra coerenza, la morte di Cristo.
Il sabato ha trovato la sua unità nel tema «la speranza di non inseguire delle illusioni». Nella celebrazione della risurrezione abbiamo ritrovato, come dono la certezza che la sconfitta è stata vinta e la morte divorata dalla vita.

Celebrare per lasciarsi «pasqualizzare»

Tutte le celebrazioni liturgiche sono state proposte come gesti in cui assimilar< e venire assimilati al segreto della Pasqua di Cristo.
Meta culminante dell'esperienza quotidiana le grandi e sconvolgenti esperienze liturgiche in cui Cristo dona se stesso come Pane della verità per la vita de mondo (giovedì santo). Cristo innocente sceglie la morte per generare nel mondo colpevole la nuova vita (venerdì santo).
Cristo risorge dalla morte per annunciare al mondo la vittoria definitiva della nuova vita (liturgia pasquale).
Nella tenda della vita, nell'oasi o altrove, celebrazione individuale del sacramento della riconciliazione che riconcilia con la vita.

Proclamare per espandere nel mondo il segreto pasquale

In questi giorni la risurrezione è stata annunciata con stile giovanile; flash di vita, con la via Crucis, con il dono per il fratello, preparando il credo per la veglia pasquale in parrocchia.
Un gesto concreto di annuncio: aiutiamo molte ragazze portatrici di un'altra vita con l'operazione LINEA-VITA (iniziativa diocesana a favore delle vite nuove in situazioni difficili).

LE TAPPE DELLA CAROVANA PASQUALE '77

Presentiamo ora i momenti più caratteristici della carovana del 1977, seguendo il suo cammino giorno dopo giorno, fino al sabato.

Flash di vita: la quaresima nella testimonianza dei protagonisti (mercoledì sera)

La carovana si è formata al pomeriggio del mercoledì. Saluti e abbracci, sistemazione logistica. Con la chitarra ed il sacco a pelo ognuno porta con sé il «dono per il fratello» da lui preparato e confezionato.
Il primo appuntamento è attorno al fuoco, la sera, per i «flash di vita». Un momento importante per legare insieme il lavoro della quaresima con i giorni di Pasqua. Perché la Pasqua non si presenti come un'oasi o un intervallo. Tutti i gruppi durante la Quaresima si sono impegnati a ricercare insieme sulle diverse «maturazioni» richieste per essere «attenti all'uomo». Guidati dalla lettura continua del vangelo di Luca ci si è sforzati di delineare un progetto d'uomo che trascenda quelli costruiti soltanto dall'uomo e si radichi nell'esperienza dell'uomo Gesù.
Attraverso rapidi flash, mimi, canti, fotografie e cartelloni ogni gruppo rende conto della sua quaresima: ciò che meglio è riuscito, gli ostacoli, i punti fermi della ricerca, i problemi ancora aperti. In un clima di accettazione e fiducia reciproca, per testimoniare agli altri la propria fede e per riconoscere i propri limiti.

Nell'uomo Gesù una ragione per vivere (giovedì santo)

La giornata è vissuta all'insegna della ricerca sulla «verità» della vita. Perché vivere? Per quale ragione?
La carovana si mette presto in cammino per raggiungere un paese vicino, Nogara, in cui celebrare il giorno del servizio e della eucaristia, incontrando la gente del paese, mettendosi al loro servizio, condividendo con loro la voglia di vivere, la fede in Cristo, le ansietà e le sofferenze della vita.
Il viaggio di trasferimento è un momento di coscientizzazione: dove trovare una risposta al significato della vita? Quali le risposte oggi sul mercato e chi le vende? Come si inserisce la risposta di Cristo?
A Nogara, appena giunti, piantiamo la tenda della vita e la tenda della documentazione, come punto di incontro con la gente, soprattutto i giovani.
La mattinata è densa di impegni. A gruppetti si sceglie che cosa fare. Alcuni «incontrano» la gente: gli anziani, gli ammalati, i ragazzi della Comunione di maturità, i carabinieri... Tutti vengono coinvolti nella ricerca di una «ragione di vita».
Altri trascorrono la mattinata nella Tenda della vita. Si legge il testo delle beatitudini. Lunghi tempi di preghiera e meditazione personale.
Altri ancora stanno a disposizione della gente nella tenda della documentazione. Ogni tanto viene qualcuno. Si parla, si spiega, si approfondiscono certi spunti offerti dal materiale di documentazione.
Pranzo al campo sportivo.
Al pomeriggio assemblea generale: ci si comunica le risposte che, ognuno dal suo punto di vista, sono state raccolte alla domanda sul senso della vita. La verità si fa così, insieme, ascoltando e condividendo la risposta degli altri. Nella celebrazione eucaristica, nella chiesa parrocchiale, accettiamo da Cristo una risposta al senso della vita che autentica la nostra ricerca e, allo stesso tempo la supera, facendosi lui stesso una ragione di vita per tutti gli uomini.

La nuova logica della croce (venerdì santo)

Presentiamo la giornata come «il giorno in cui il sacrificio totale di una persona genera la vita per tutti». Una giornata per appropriarsi della logica della croce come logica della propria esistenza. Superando paure e ritrosie: Cristo propose il coraggio, i cristiani inventarono la fifa.
La giornata si suddivide in tre parti, ognuna con una sua precisa funzione: una mattinata di riflessione e preghiera, un pomeriggio di «silenzio vivo», la «veglia del chicco di grano».
Qualche parola su quest'ultima esperienza.
La veglia, una delle esperienze più stimolanti di Casa Serena, si propone di aiutare gli adolescenti a fare propria la verità profonda della passione e morte di Cristo: dal seme piantato, che muore, sorge la vita.
Per raggiungere questo obiettivo la veglia è stata organizzata attorno a tre momenti: una marcia dalla periferia fino al cuore della città, in concreto, alla stazione ferroviaria, crocevia di tutte le esperienze dell'uomo; la veglia sul piazzale della stazione in mezzo alla gente; la Via Crucis nella chiesa del Tempio votivo. La marcia ha per noi un duplice significato: andare incontro, con Cristo, alle sofferenze dell'uomo; testimoniare all'uomo che soffre e che lotta la solidarietà di Cristo e dei cristiani. Si cammina in silenzio, a gruppi, illuminati dal chiarore delle fiaccole.
La veglia del chicco di grano ha luogo sul piazzale: cantiamo, ascoltiamo, preghiamo, seduti in cerchio. Tre le piste di riflessione: uno sguardo sul «crocifisso» (per apprendere da lui la capacità di essere solidali e di lottare per gli altri), uno sguardo sui «crocifissi» (per lasciarci educare dai loro SOS, quelli urlati dai poveri, dai malati, dai drogati, dai giovani in crisi...), uno sguardo su noi stessi (per misurare le nostre paure e tradimenti e convertirci, per essere capaci di lottare per gli altri).
Il vescovo prende parte alla veglia portandoci il suo messaggio di speranza Poi si riprende il cammino, fino alla chiesa del Tempio votivo per celebrare nella Via Crucis, la passione e morte di Cristo e dell'uomo.

In Cristo padroni della vita (sabato mattina)

La giornata del sabato la abbiamo vissuta come giornata della «speranza», lasciandoci provocare dalla celebre frase del filosofo Nietzsche: «per farmi credere nel loro Dio, bisogna che mi cantino dei canti migliori, bisogna che i discepoli di Cristo abbiano un'aria più da salvati».
La mattinata, in assemblea generale, riflettiamo sulle «certezze esistenziali» che nascono dal fatto che Cristo è risorto. Ne abbiamo trovate quattro che sono state l'annuncio prepasquale fra tutti noi:
– In Cristo risorto Dio dice sì alla vita, alla gioia di vivere dentro, per ogni uomo.
– Nulla nella vita dell'uomo vi è di irreparabile, perché l'amore di Dio è irrevocabile.
– La vita ha futuro e futuro migliore di oggi.
– Il mestiere di uomo è il mestiere di cristiano: una Pasqua sempre in azione. Nella stessa mattinata i singoli gruppi lavorano per preparare il «credo per la veglia pasquale» e il «messaggio pasquale alla comunità». Il costruire un proprio credo è importante per gli adolescenti, al termine soprattutto di esperienze intense come quelle a Casa Serena. Permette loro di sintetizzare le scoperte e certezze della propria fede e di proclamarle, davanti a tutta la comunità cristiana, nella veglia pasquale.
Al messaggio pasquale attribuiamo importanza per un altro motivo. È riconoscere, in un gesto concreto, il carisma pasquale dei giovani dentro le nostre comunità ecclesiali ed è, allo stesso tempo, chiedere ai giovani di farsi costruttori della Pasqua nella comunità e nella società.
La mattinata si conclude con i saluti e gli abbracci. Prima di separarci c'è il rito dello scambio dei doni (quelli che ognuno aveva portato su al mercoledì) come segno dello scambio del dono della Vita.
La carovana riparte. Si trapianta nella vita.