Ragazzo: uomo in costruzione. Le cose


(NPG 1979-09-65)

Uno dei concetti di persona umana che ci sembra rispondere di più alla sua realtà dinamica, è quello di «essere intelligente spirituale in continua interazione col suo ambiente». Questa interazione si compenetra totalmente con la stessa struttura personale del soggetto, il quale di fronte alla realtà reagisce secondo le sue esperienze e secondo il suo modo di vedere e di sentire le cose. Di qui l'importanza di studiare tutte le «cose» che costituiscono il mondo che circonda il ragazzo di undici-dodici anni, per vedere in che maniera questa interazione possa essere educativa in massimo grado.
L'uomo è destinato, per creazione divina, a «dare nome» a tutte le cose; cioè è costituito, fin dal primo momento, «re delle cose create» (Gn 2,20; 1 Cor 3,22). L'uomo si sviluppa nell'impatto con gli stimoli del mondo che lo circonda. A parità di altre condizioni, l'individuo che è sottoposto ad una grande quantità di stimoli ha maggiore possibilità di sviluppo normale. Un individuo eccessivamente isolato corre pericolo, al contrario, di impoverirsi progressivamente a livello psicologico.
Questo è tanto più vero quanto più giovane è l'essere umano. Il contatto continuo con il mondo delle cose arricchisce notevolmente la personalità dell'individuo. Le permette infatti – grazie all'interazione di cui si è parlato – di far sì che tanto la sua visione della libertà quanto l'autocomprensione siano non solo più perfette, ma anche più libere da minacce e meccanismi di difesa. Si comprende allora quanto sia importante per il preadolescente riscoprire il mondo delle cose, per comprenderle in se stesse e in riferimento alla sua persona. Perché tanti non sanno apprezzare e godere delle bellezze della natura? perché talvolta la deturpano? Forse perché nei momenti più delicati della loro crescita nessuno li ha aiutati ad aprire gli occhi sulla realtà per comprenderne tutta l'importanza che ha per l'uomo.
Le riflessioni che seguono vorrebbero portare un contributo di sensibilizzazione e di stimolo.

 

Ragazzo: uomo in costruzione...
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Premesse per l'educatore
– Il ragazzo riceve una predisposizione a incarnarsi nei valori culturali-storici del suo tempo.
– Egli sente le cose e l'ambiente come appartenente a sé.
Questa eredità e questo senso, se non sono ben equilibrati, possono portare a complessi di inferiorità o, al contrario, di superiorità.

Conoscenze ed atteggiamenti dell'educatore
L'educatore deve conoscere e vivere la cultura e la problematica del suo tempo. Avrà perciò una sensibilità speciale per quanto riguarda:
– la natura, le risorse del paese,
– le tradizioni sociali,
– gli orientamenti della catechesi attuale.

Orientamenti metodologici
– Il ragazzo a quest'età è proiettato verso l'esterno: non si coarti, ma si favorisca questa estroversione.
– Si favorisca l'identificazione con i grandi uomini, benefattori dell'umanità: inventori, esploratori...
– Si portino i ragazzi a un contatto diretto con le cose a livello artistico, manuale, di osservazione.

Obiettivi e proposte concrete
– Si abituino i ragazzi all'osservazione.
– Si insegni loro a saper dedurre soluzioni nuove di fronte a problemi nuovi che la realtà pone.
– Sappiano confrontare le proprie idee con quelle degli altri.
– Maturino nella capacità di gestire il proprio tempo, le cose, il denaro.
– Abbiano contatto con i problemi sociali, vitali alla propria portata, senza escludere i problemi mondiali della fame, della guerra...
– Si abituino ad eseguire lavori con le «cose» a livello di gruppo.
– Sappiano scoprire nelle «cose» l'impronta di Dio.

PREMESSE PER L'EDUCATORE

Eredità genetico-culturale e senso del possesso nella persona umana

Esiste non solo una eredità puramente genetica ma anche un'eredità genetico-culturale, per mezzo della quale il ragazzo riceve una predisposizione ad incarnarsi nei valori culturali-storici del suo tempo e del paese in cui è nato. Lingua, usanze, tradizioni, religione, ecc., costituiscono il contenuto di questa eredità culturale.
Se l'ambiente nel quale si trova non incarna perfettamente questa cultura, il ragazzo corre il rischio di essere un disadattato. Questa eredità culturale, naturalmente, non è trasmessa solo dai genitori (benché essi siano i veicoli essenziali nella trasmissione della cultura); sono implicati anche tutti gli educatori del ragazzo. È notevolissima inoltre – e tutti gli psicologi l'ammettono – l'importanza del senso del possesso nella persona umana, specialmente nel ragazzo. Gli stessi autori considerano questo senso del possesso come una grande conquista psicologica, elemento fondamentale di sviluppo in quanto fonte di sicurezza in se stesso.
Il contatto con le «cose», l'ambiente, aiutano il ragazzo ad emanciparsi fisicamente ed emotivamente dall'ambito familiare. Di fatto però, ci imbattiamo in situazioni nelle quali questa genesi culturale e questo senso del possesso non sono stati raggiunti pienamente: ciò, molte volte, per carenze da parte degli educatori.

Per difetto:
Si può constatare che esistono persone adulte che vivono una vita psicologicamente molto povera, perché, negli anni del loro sviluppo, il contatto col mondo esterno non è stato sufficiente o, almeno non sufficientemente adatto. In questo modo appaiono:
– sentimenti di inferiorità;
– eccesso di ingenuità nell'interpretazione degli avvenimenti e degli atteggiamenti;
– complesso di superiorità di coloro che sanno tutto, si considerano capaci di interpretare o giudicare ogni specie di avvenimenti e di situazioni, fanno di tutto, senza avvertire il ridicolo, anche di fronte a persone assai competenti e specializzate in questione;
– tendenze all'isolamento, incapacità di collaborazione, di corresponsabilità e, perfino, nelle forme più avanzate, tendenze «schizoidi» verso l'autismo.
Da parte dell'educatore, il difetto fondamentale sarebbe l'eccessiva unilateralità:
– presentare un solo tipo di fatti;
– mettere il ragazzo a contatto con temi o casi ristretti a certi settori, senza sufficiente senso dell'universalità del contatto «io-mondo»;
– dare i dati in una sola direzione, quando c'è necessità di pronunciare giudizi;
– eccessivo controllo ed eccessiva vigilanza sull'attività naturale e spontanea del ragazzo.
Da parte del ragazzo:
– cercare solo la soddisfazione immediata a breve scadenza, limitando enormemente il numero degli stimoli validi;
– comodismo ed edonismo che portano il ragazzo ad evitare lo sforzo di cercare nuovi contatti che lo arricchiscono;

Per eccesso:
Da parte dell'educatore: non rispettare lo stato di maturità e pretendere dal ragazzo più di quanto può realmente dare da solo.
Da parte del ragazzo:
– tipo iperattivo, che sfarfalla su tutto, senza approfondire nulla;
– tipo irriflessivo, del quale abbiamo parlato sopra.

CONOSCENZE ED ATTEGGIAMENTI DELL'EDUCATORE

L'educatore deve conoscere e vivere la cultura e la problematica del suo tempo e del suo paese con tutte le conseguenze; conoscerà adunque:
– la natura e le risorse del paese;
– le sue caratteristiche peculiari (lingua, costumi regionali, folklore, danze, canti, storia tradizioni...);
– problemi particolari della vita in prospettiva economica, religiosa, culturale, politica...
L'educatore deve conoscere e vivere la problematica più vicina all'educando, ossia:
– lo stile di vita familiare,
– le tradizioni sociali,
– il livello socioeconomico,
– gli usi educativi del gruppo,
– il tipo di religiosità.
Inoltre l'educatore deve conoscere:
– le tecniche di scoperta della natura del paese, secondo i metodi moderni e validi, ad es., quelli dello scautismo;
– le cose tipiche del ragazzo di quest'età sotto diversi aspetti, come ad esempio: giochi, vestito e moda, sport, lavori manuali;
– le idee pratiche dello spirito di possesso a quest'età, cercando di equilibrare l'intensità di rapporto con il gruppo: gruppo, sì, massificazione, no;
– non solo le cose, la natura, l'ambiente che possono elevare il ragazzo al mondo soprannaturale, ma conoscerà anche gli orientamenti della catechesi attuale, che gli indica i mezzi per conseguire tale fine.
«... Nell'intento di rendere più agevole la utilizzazione del documento (Rinnovamento della Catechesi), desideriamo metterne in luce due caratteristiche, che riteniamo peculiari. La prima è quella di un suo chiaro inserimento nella nostra tradizione catechistica, forse ancora scarsamente conosciuta ed apprezzata nella ricchezza delle proprie esperienze, acquisizioni pastorali e indicazioni metodologiche. La seconda nota riguarda l'ansia di una generosa e saggia apertura alle mutate esigenze spirituali, culturali, sociali del nostro popolo. Il documento ha cercato di essere sempre attento ai "segni del tempo", cogliendo le più vive ed autentiche aspirazioni del momento... guardando con simpatia ai molteplici fermenti della Chiesa in Italia...» (RdC, Presentazione).

ORIENTAMENTI METODOLOGICI

L'educatore tenga presenti alcuni elementi dello sviluppo del ragazzo di questa età in modo che obiettivi e proposte concrete né disattendano, né tanto meno siano in contrasto con le sue ispirazioni e le esigenze del suo sviluppo. Perciò:
– Non perdere mai di vista che il ragazzo di quest'età è estroverso, proiettato verso l'esterno con tendenze all'apertura verso le cose. Perciò è da facilitare questa estroversione, anziché coartarla, convogliandola convenientemente, ma sempre in un ampio margine di apertura.
– Sembra che questa sia l'età migliore in cui il ragazzo possa accostarsi e identificarsi con quei personaggi che in qualche maniera hanno facilitato l'incontro dell'uomo con le cose: inventori, scopritori, esploratori, astronauti... Sono quindi da favorire le ricerche scientifiche, geografiche...
– Si cerchi di far scoprire i valori umani rinchiusi nelle opere dell'uomo: lavoro, industria, arte, economia, ecc. Fare in modo che il ragazzo partecipi a questo mondo di valori, con il lavoro creativo di cui si è parlato prima.
– Dopo aver esplorato quali sono le attitudini e gli interessi del ragazzo, si cercherà di offrirgli una gamma di attività adatte a queste attitudini e interessi, secondo le indicazioni offerte in «proposte concrete di lavoro».
– Si realizzeranno a livello di gruppo (meglio che indidvidualmente) diversi tipi di gare, in modo da portare i ragazzi ad un contatto più diretto con le cose: a livello artistico, manuale, a livello di osservazione, analogicamente a quanto si è detto per il corpo.
– Si cercherà di iniziare i ragazzi ad un impegno temporale, abituandoli alla responsabilità, attenzione e cura nel trattare le cose, come creature di Dio.

OBIETTIVI E PROPOSTE CONCRETE DI LAVORO PER I RAGAZZI

1. Senso abituale di osservazione della natura e delle cose che li circondano: abitudine a concentrare l'attenzione dei dettagli, degli aspetti, speciali, delle attività delle persone.

Si propone:
– Molti esercizi diversi, per entrare in contatto con le diverse cose che li circondano, a seconda dell'ambiente di vita.
– Raccolta di dettagli propri di ogni cosa, con particolare attenzione agli animali, alle piante, alle stelle, alla diversa costituzione del terreno, della roccia (colore, stratificazione, ecc.).
– Abbondante utilizzazione di libri, diapositive, documentari mediante i quali entrare più in profondità nella conoscenza delle cose, per un contatto reale più vivo e cosciente.
– Piccole e semplici riunioni e conversazioni per scoprire insieme, da se stessi, i particolari specifici delle cose. A quest'età non ci si può che ridurre a poco, ma si tratta di «un poco» che non va trascurato.

2. Apprendimento, attraverso l'attenta osservazione, a combinare situazioni ed elementi diversi, per dedurre soluzioni nuove, che emergono nelle forme di lavoro creativo

Sarà utile:
– Proporre un'analisi costruttiva della natura e della civiltà, mediante alcuni esercizi pratici, stimolandoli ad esempio con domande di questo tipo: cosa faresti se ti trovassi perso e solo in una città? in un bosco? Come useresti il telefono in determinate circostanze? Come te la caveresti in un incidente? (Fare esempi).
– Non ridurre i lavori manuali a cose che non abbiano utilità alcune, ma insegnare a costruire cose utili per la loro vita concreta. Ad esempio si potrà insegnar loro cosa fare in caso di bruciature dei fusibili della luce, oppure ad orientarsi servendosi della bussola. Sarà utile far conoscere il prezzo delle cose e fare a gruppi dei semplici preventivi familiari, a riguardo dei viveri, vestiti, oggetti di uso frequente, ecc. A questo proposito è bene che siano essi stessi a fare, in gruppo, il preventivo per escursioni, campeggi, offrendo loro, evidentemente: tutti i dati necessari.

3. Iniziazione al confronto delle proprie idee con quelle degli altri e con la realtà oggettiva delle cose

Si consiglia di:
– Utilizzare il dialogo educativo sulle cose in maniera tale che il ragazzo si senta costantemente sicuro di sé senza il pericolo di essere messo in ridicolo, di fare brutta figura quando espone un parere, stabilisce un contatto.
– Esercitarli a dare un parere su situazioni concrete, analizzate individualmente, o in gruppo.

4. Sviluppo della curiosità propria di quest'età attraverso abbondanti occasioni di osservazione

Approfittare delle escursioni, passeggiate, gite, viaggi, per stimolare l'attenzione e la curiosità verso osservazioni di ogni tipo, fin nei dettagli, e dare frequenti occasioni di esprimerle nei diari, manifesti, cartine geografiche, foto, raccolte di cartoline, visite ai monumenti, ai luoghi tipici, con la conoscenza della storia del posto, del monumento, ecc. Si eviti di condizionare con eccessivi interventi l'ansia di curiosità creativa del ragazzo.

5. Iniziazione all'uso della libertà e capacità di opzione, nell'impiego del tempo libero e del denaro, delle «sue» piccole cose

È necessario:
– Dargli occasione di poter acquistare, con il suo lavoro personale, cose scelte liberamente, e aiutarlo ad orientarsi in questa libera compera.
– Rispettare e far rispettare la «proprietà privata» del ragazzo (libri, oggetti scolastici o da gioco, indumenti, altri oggetti personali, ecc.).
– Insistere in teoria e in pratica, con stimoli adatti (revisione delle sue cose, frequenti inviti individuali, analisi di possibili mancanze) affinché il ragazzo impari a conservare, usare, apprezzare nel giusto valore le cose personali.
– La libertà del ragazzo va anche rispettata concretamente nella sua corrispondenza e nell'uso del telefono.

6. Contatto con problemi sociali, vitali alla sua portata immediata, senza escludere i problemi mondiali della fame, della guerra

Si tratta di:
– Trovare forme, anche assai svariate, di sensibilizzazione verso i mezzi sociali di informazione, specialmente i più accessibili. A tale scopo si possono commentare insieme notizie della televisione, della radio, della stampa; si può organizzare una discussione su certe proiezioni cinematografiche; si possono ricercare occasioni pratiche e concrete per constatare nel proprio ambiente certi problemi sociali (mancanza di scuole, ospedali, asili, ricoveri per vecchi; visite a ospedali...). Sarà anche utile portarli a qualche sacrificio personale, come contributo alla soluzione di questi problemi.
– Analizzare, nel corso di determinate ore di scuola fatti attuali e vicini che permettono agganci storici, ambientali, col passato e con i vari paesi. Ciò allarga gli orizzonti del ragazzo e dà un senso a lezioni diversamente aride e disincarnate.

7. Esecuzione di lavori con le cose a livello di gruppo

Proporre con abilità, immaginazione e forti motivazioni, una serie di attività a livello scolastico, educativo, sociale, ecc., dando libertà di lavorare in gruppo. A tale scopo serviranno alcuni compiti quali:
– la disposizione interna dell'aula per la lezione o per delle riunioni;
– l'arredamento della propria tenda o del proprio angolo in campeggio;
– l'organizzazione di serate;
– la realizzazione di mostre, banchi di beneficenza, lotterie, ecc.

8. Scoperta dell'impronta di Dio nelle cose

L'educatore porrà attenzione a:
– dare un contenuto catechetico a tutto ciò che è anteriore alla vita attuale del ragazzo, come segno dell'intervento creativo di Dio, che crea per amore dell'uomo. Questa sintesi darà unità a tutto il contenuto educativo esposto negli schemi precedenti;
– non lasciarsi sfuggire alcuna esperienza speciale (escursione, alba o tramonto, deturpazione ecologiche) per fare catechesi occasionale traendo profitto dal contenuto di questi fatti: Dio ha fatto cose buone: l'uomo può migliorarle o peggiorarle.

CONCLUSIONE

Qualche volta, nel passato, è esistito l'equivoco del disprezzo per le cose terrene, messe a confronto con le realtà spirituali. Oggi il malinteso è largamente superato. Ma si tratta ugualmente di non permettere il sorgere di altri e nuovi malintesi, educativamente assai negativi. Anche questa è opera preminentemente dell'educatore, che deve saper valorizzare e testimoniare, presso i suoi ragazzi, la bontà intima della creazione. Solo il male, il peccato, la cattiveria dell'uomo possono inquinarla. Così ci sembra che questo paragrafo riassuma tutto il senso delle pagine precedenti: «Cristo, nel servirsi della natura per parlare del Padre provvidente e donatore, insegna che tutte le cose sono rispondenti al disegno di Dio: sono vere e belle, sono opere riuscite. Egli invita ad ammirare la verità nelle creature e la loro bellezza. In questa prospettiva ogni arte ha una sua finalità educativa anche nei riguardi della fede... La fede diviene così più consapevole e gioiosa per il dono di Dio, in un ampio respiro che dall'immensità del nostro mondo apre l'uomo sul mondo infinito di Dio» (RdC 119).

SPUNTI DI RIFLESSIONE

Sono grandi e meravigliose le opere di Dio

Quanto sono grandi, Signore, le tue opere!
Tutto hai fatto con saggezza,
la terra è piena delle tue creature. Ecco il mare spazioso e vasto: li guizzano senza numero animali piccoli e grandi.
Lo solcano le navi...
Emergono i monti, scendono le valli al luogo che hai loro assegnato. ...Fai scaturire le sorgenti nelle valli e scorrono tra i monti;
ne bevono tutte le bestie selvatiche...
Al di sopra dimorano gli uccelli del cielo, cantano tra le fronde...
La gloria del Signore sia per sempre.
Voglio cantare al Signore finché ho vita...
La mia gioia è nel Signore! (Dal Salmo 104).
La creazione conduce a Dio
«Chi si sforza con umiltà e perseveranza di scandagliare i segreti della realtà, anche senza avvertirlo viene come condotto dalla mano di Dio, il quale, mantenendo in esistenza tutte le cose, fa che siano quello che sono...» (GS 36).

Compito del cristiano: redimere il mondo dall'egoismo

«Dio ha creato il mondo per tutti, perché tutti gli uomini ne usufruiscano e non siano soltanto poche persone a beneficiarne e a sentirsi sicure...
Nutriamo speranza che il fatto della distribuzione giusta delle terre sia compreso specialmente dai cristiani... Quando abbiamo difeso il valore della proprietà abbiamo pensato specialmente alla possibilità e al diritto che tutti hanno di parteciparvi, non alla difesa della proprietà di poche persone soltanto...
Se oggi molte famiglie devono accettare l'esproprio delle loro terre... devono ricordare che su quelle terre hanno lavorato generazioni di contadini nel dolore e nello sforzo di anni, senza avere la possibilità di stabilirvisi come padroni, senza poter attendere un futuro tranquillo perché non erano terre loro...» (R. Silva Henriquez, Lotta di classe o solidarietà cristiana?, collana «Maestri della fede», 60, LDC, Leumann, p. 40-41).

Il cantico di Frate Sole

Scritto da San Francesco d'Assisi (1182-1226). Dal codice 338 della Biblioteca Comunale di Assisi.

Altissimu, onnipotente, bon Signore,
tue so le laude, la gloria e l'onore et onne benedictione.
Ad Te solo Altissimo, se konfano
et nullu omu ene dignu Te mentovare.
Laudato sie, mi Signore, cum tucte le tue creature, spetialmente messer lo frate sole,
lo quale jorna, et allumini per lui;
et ellu è bellu e radiante cum grande splendore;
da Te, Altissimo, porta significatione.

Laudato si', mi Signore, per sora luna e le stelle;
in celo l'ài formate clarite et pretiose et belle.

Laudato si', mi Signore, per sor'acqua,
la quale è molto utile, et humele, et pretiosa et casta.
Laudato si', mi Signore, per frate focu,
per lo quale enallumini la nocte,
et ellu è bellu, et jucundo, et robustoso et forte.
Laudato si', mi Signore, per sora nostra matre terra, la quale ne sustenta e governa,
e produce diversi fructi, con coloriti fiori et herba.
Laudato si', mi Signore, per quilli che perdonano per lo tuo amore
e sostengo infirmitate et tribulatione.
Beati quilli che sosterranno in pace,
Ka de Te, Altissimo, sirano incoronati.
Laudato si', mi Signore, per sora nostra morte corporale,
da la quale nullu homo vivente po skappare.

Guai a quilli ke morrano ne le peccata mortali.
Beati quilli che se trovarà ne le tue sanctissime voluntati
Ka la morte secunda no farrà male.

Laudate et benedicete mi Signore, e rengratiate,
e serviteli cum grande humilitate.