I bronzi della misericordia
Le porte del
Duomo di Orvieto
e il Monumento
a Giovanni XIII
di Emilio Greco
Maria Rattà
«Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna» (1 Cor 13,1), scrive san Paolo nella sua Prima Lettera ai Corinzi, rammentando così che «la fede senza le opere è morta», come anche san Giacomo asserisce in una delle sue epistole (Gc 2, 26). D'altronde, l'insegnamento di Gesù agli uomini è esattamente questo: essere misericordiosi come il Padre (Lc 6,36), perché il Giudizio Finale verterà sulla misericordia operata verso gli altri, in cui ciascuno è chiamato a riconoscere l'immagine di Cristo stesso (cfr. Mt 25, 31-46). Ma vi sono bronzi capaci di risuonare di misericordia, e non a vuoto: sono le opere di Emilio Greco, scultore catanese autore delle nuove porte del Duomo di Orvieto e del Monumento a Giovanni XXIII in Vaticano. Le sue opere bronzee sono una vera e propria catechesi sulla misericordia, una misericordia che si fa concreta, calata in contesti reali, e sperimentabile in personaggi "storici", ma anche nei tanti anonimi che - in ogni tempo - sanno essere riflesso tangibile dell'unico e vero Volto della Misericordia.