(NPG 1982-01-3)
Nel parlare di giovani e morale la prima domanda che si pone è: dove sta il problema? Se c'è un problema morale dei giovani, in che consiste?
Alcuni fatti si impongono. I giovani sottolineano con insistenza il rifiuto di una morale di norme oggettive e di cercare una moralità più autentica e personale. Ma dove sta il confine tra ricerca di autenticità e qualunquismo morale?
Molti giovani sembrano storcere il giudizio sul bene e sul male. Quel che una volta era bene, oggi non lo sembra più, e viceversa. Ma davvero i giovani hanno smarrito il senso di colpa e di peccato?
Possiamo riconoscere che c'è una certa deriva morale. Ma, ci sembra, molto lenta. La deriva sembra più sensibile nel riferimento alla fede. Nelle loro decisioni morali la fede sembra non avere spazio e voce. Ma anche qui non si deve esagerare. I giovani partecipano della secolarizzazione della morale in atto nella società italiana, evidenziano la difficoltà di concretizzare l'appello morale evangelico, denunciano la scarsità di modelli ecclesiali credibili, soffrono la crisi più generale della relazione educativa. Le responsabilità inoltre non vanno scaricate solo nella direzione del mondo giovanile.
Ci sono una serie di ragioni strutturali con le quali fare i conti. Viviamo un momento di intenso trapasso culturale, che va dalla crisi delle ideologie e dei sistemi di interpretazione globale della realtà, alla ricerca di un nuovo modello e stile di vita. L'incertezza morale e il pluralismo dei modelli etici trovano qui una loro ragione profonda. Non è possibile allora parlare di giovani e morale senza contemporaneamente allargare il discorso alla crisi culturale.
Da tempo, come redazione NPG, stiamo riflettendo insieme su queste tematiche. Abbiamo avuto diverse incontri redazionali a Roma e a Torino. Con questo dossier presentiamo la prima parte della nostra riflessione con l'analisi della situazione. Seguirà entro pochi mesi un secondo dossier dedicato al progetto educativo.
I due dossier si collocano come sviluppo di quelli relativi a «giovani e valori» ( NPG 5 e 7, 1980). Mentre però quelli studiavano prevalentemente il dover essere, facendo attenzione ai contenuti per una riformulazione dello stile di vita, questi analizzano come nel progetto viene concretamente vissuto il rapporto «doveroso» tra coscienza/ responsabilità personale e progetto normativo di valori.
FATTI
Per una introduzione al problema morale nei giovani abbiamo pensato a tre introduzioni.
La prima è evidentemente una analisi di come i giovani vivono e riflettono sulla dimensione morale della loro vita. La recente ricerca diretta da Giancarlo Milanesi ( A a.Vv. , Oggi credono così, L DC 1981, 2 volumi) ci offre una documentazione recente e scientifica. Carlo Penati, che ha preso parte alla ricerca, ce ne offre una presentazione.
Un secondo fatto su cui vogliamo attirare l'attenzione, anche perché di solito non se ne parla, è l'atteggiamento degli adulti e degli educatori verso il modo di vivere dei giovani. C'è il sospetto che, almeno certe volte, siano le attese degli adulti ad essere eccessive, perché non considerano che il giovane è in fase di maturazione e per di più in una società complessa e senza grossi punti di riferimento, o addirittura scorrette perché legate a modelli etici superati.
Su questa problematica non è facile avere una riflessione esaustiva. Ci siamo perciò limitati a chiedere una testimonianza a Norberto Galli, che lavora a stretto contatto con educatori e insegnanti. Il rapporto tra giovani ed educatori è segnato dal riferimento a diversi modelli etici, cioè a diversi procedimenti per stabilire ciò che è bene e male e a diversi atteggiamenti e comportamenti morali. Per questo ci è parso utile chiedere a Tullo Goffi di descrivere alcuni di questi modelli presenti nella storia della morale, ponendo di volta in volta in luce il progetto d'uomo sottostante, e di indicare alcune prospettive culturali odierne da cui partire per una rinnovata riflessione etica.