Chiesa e giovani
Carlo Molari
(NPG 1983-06-34)
Un nuovo centro a Roma per permettere ai visitatori e ai giovani romani un contatto con esperienze di diverse tradizioni.
Domenica 13 marzo è stato inaugurato a Roma il Centro internazionale giovanile S. Lorenzo. Il nome viene da una piccola chiesa del sec. XII, rifatta poco più di un secolo fa, S. Lorenzo in piscibus, il cuore del nuovo centro giovanile.
La chiesa, detta anche S. Lorenzino, è ora incastonata all'interno dei nuovi palazzi dei propilei, costruiti nel 1950, dove Via della Conciliazione si apre nell'ampia piazza Pio XII antistante i due bracci del colonnato del Bernini, che delimita Piazza S. Pietro. All'esterno è ora possibile intravedere solo il piccolo campanile romanico e l'abside che dà su Borgo S. Spirito. L'interno, diviso in tre navate da antiche colonne di granito, ha il fascino degli ambiente raccolti e silenziosi, la suggestione del clima familiare. È come un salotto per discorsi conviviali, per incontri di amicizia, per soste di contemplazione.
È infatti un centro per giovani pellegrini: dove possano ritrovarsi insieme a pregare, a discutere, a scambiarsi esperienze di fede. Il Crocifisso di S. Damiano che campeggia nell'apside costituisce il punto di riferimento, la ragione della convergenza. Qui non ci sono antichità da visitare, cimeli da fotografare. Qui i pellegrini vengono per incontrarsi fra di loro.
Guidati dalla fede sono approdati a Roma da diversi paesi, ma rischiano di imbattersi in ruderi o in cimeli di religiosità antica. Rischiano di partire da Roma senza aver confrontata la propria fede, senza aver incontrato credenti.
Ci sono infatti modi diversi di fare turismo e anche di compiere pellegrinaggi. Uno è quello di trasportare il proprio mondo con sé. Andare altrove con le proprie abitudini, le proprie convinzioni, i propri punti di vista. Non ci si confronta, non si incontrano persone, ma solo monumenti ed opere d'arte.
Un altro modo di fare turismo è proprio di coloro che partono realmente dalla propria terra e compiono un vero pellegrinaggio.
Partono cioè per tornare diversi, dopo aver comunicato con persone, ed essersi confrontati con altre culture. La vita della chiesa non può fare a meno di questi meccanismi di comunione se vuole caratterizzarsi come cattolica. Il «pellegrinaggio» ecclesiale non ha come meta esclusiva i monumenti antichi della fede ma soprattutto i segni attuali della fecondità evangelica. Non si parte per visitare rovine, ma per incontrare viventi.
I giovani sono più capaci degli adulti di vivere questo tipo di pellegrinaggio spirituale. Non hanno abitualmente schemi consolidati di tradizioni religiose, non hanno preconcetti radicati o esclusivismi culturali molto accentuati. Per questo hanno più facilità ad incontrarsi con persone di altra cultura e tradizione, a dialogare oltre le barriere linguistiche. E in questo modo possono anche diventare per le loro comunità stimoli di apertura universale, risonanza di altre esperienze religiose e veicoli di nuove forme di comunione ecclesiale. Spesso per questi incontri i giovani debbono scegliere le piazze o i porticati, le stazioni o gli stadi. Non sempre trovano accoglienza o almeno comprensione. Non sempre è reso loro possibile il confronto con gruppi di giovani credenti.
A Roma poi succede spesso che i pellegrini hanno maggiore facilità di incontrarsi con altri pellegrini, di diversa provenienza o anche con propri connazionali, più che con credenti della chiesa romana. Questo è un limite notevole ma è soprattutto motivo di impoverimento spirituale per la stessa comunità di Roma. Per questo l'iniziativa del pontificio Consiglio per i laici in collaborazione con il Vicariato di Roma ed i movimenti ecclesiali giovanili della diocesi, non è solamente un aiuto ai giovani che giungono pellegrini a Roma, ma anche un beneficio per i giovani romani. Essi infatti nell'incontro con i loro coetanei delle diverse parti del mondo hanno la possibilità di saggiare la propria fedeltà evangelica, di testimoniare la lunga tradizione di cui sono portatori, e di accogliere gli stimoli di rinnovamento che molte comunità giovanili, soprattutto del terzo mondo, possono comunicare.
L'inaugurazione del Centro è avvenuto con una Messa concelebrata dal Papa Giovanni Paolo II con alcuni rappresentanti degli organismi interessati e la partecipazione di qualche centinaia di giovani delle comunità coinvolte nella gestione del centro.
Il Papa ha ripetuto le parole pronunciate all'inizio del suo pontificato: «Voi siete l'avvenire del mondo, la speranza della Chiesa; voi siete la mia speranza» (22 ottobre 1978), ed ha suggerito ai giovani presenti le modalità più adatte per fare del Centro un luogo di testimonianza evangelica: «La vostra attenzione e il vostro servizio disinteressato ai giovani provenienti da varie parti del mondo, vi porterà inevitabilmente a parlare delle motivazioni della vostra disponibilità, a svelare ai vostri interlocutori il vostro mondo interiore. Parlerete di ciò che vi muove, vi entusiasma, di ciò che orienta la vostra vita. E quindi anche del fatto che siete stati toccati da Cristo; che lo avete scoperto come fratello e amico; che avete sperimentato la gioia della sua vicinanza e della Parola che egli riserva ai suoi testimoni; che il Signore vi ha mostrato, seppur velatamente, il volto del Padre che ama».
Ci saranno anche iniziative culturali, mostre, conferenze, ma soprattutto incontri fra persone, scambi di esperienze, testimonianze di amicizia. Un luogo di accoglienza ecclesiale, quindi, e non un centro culturale; un crocevia di strade numerose dove scambiarsi impressioni sul percorso con occasionali compagni di cammino. Il Papa ha voluto anche esplicitamente additare questa iniziativa ai Vescovi di tutto il mondo, perché la facciano conoscere adeguatamente «ai giovani delle loro diocesi e vi pongano essi stessi un'attenzione speciale in occasione delle loro visite nella Città eterna».
Credo che saranno gli stessi giovani i protagonisti entusiasti di queste iniziative, perché più ampia sarà la partecipazione più ricca risulterà la reciproca donazione.
Indirizzo: Centro Giovanile S. Lorenzo -Via Pfeiffer 24 - 00193 Roma - Tel. (06) 698.53.32.