(NPG 2009-01-15)
Sì, parliamo di «vocazione». Si afferma spesso che la PG non sa prospettare uno sbocco in termini di cristiani adulti, cioè un modo di realizzare concretamente quell'itinerario di fede che si manifesta nelle scelte di vita che siano in qualche modo «definitive» o che esprimano il senso di una risposta ad una chiamata, comunque avvertita.
Non è solo il problema dello «sbocco» di un cammino di formazione degli animatore o dei giovani più attenti a una dimensione di servizio (educativo di animazione, volontariato, servizio civile, impegno politico...), ma più propriamente dell'indirizzo della propria vita nel suo insieme, nelle decisioni che definiscono il progetto personale che duri nel tempo.
In una parola, la propria «vocazione» senza il termine di un tempo (come nelle esperienze appena descritte), senza dunque che diventi solo un'esperienza limitata di senso, che dura lo spazio dell'esperienza stessa o di una stagione.
In effetti vocazione è un termine ambiguo, perché si dice anche di quelle scelte che esprimono un servizio continuativo «socialmente utile» (come tante volte si dice: la vocazione del medico, dell'insegnante...) ma che sono fondamentalmente «professione». Su queste ovviamente non possiamo elaborare dossier, come se fossimo un servizio di orientamento professionale. Al massimo offrire proposte per un cammino di maturazione umana e cristiana (come di fatto è NPG) perché ciascun giovane maturi le sue scelte con consapevolezza e competenza, e sappia coniugare senza traumi le sue decisioni di fede con le scelte quotidiane.
Ma prendiamo invece in considerazione tre grandi ambiti, quelli più comunemente conosciuti tradizionalmente come «vocazioni», e che esprimono concretamente la modalità di vita a cui i giovani si sentono chiamati come espressione del loro sentire profondo e come «risposta» a una chiamata radicale, cioè del come vivere la vita, non del come "sbarcare il lunario" e utilizzare le proprie doti per la sopravvivenza e il benessere della società: la vita familiare (vita di coppia e di famiglia), la vocazione sacerdotale, la vocazione alla vita consacrata.
Abbiamo già a lungo sviluppato la prima modalità di vocazione, la vita matrimoniale-familiare, con un dossier di riflessioni, esperienze, proposte (che è apparso in NPG 9/2006: Giovani e progetto famiglia).
Ad esso fa seguito quanto presentato in questo e in un prossimo numero (Prete, perché no?).
E seguirà uno più specifico sulla vita consacrata.
Con questo non stiamo «snaturando» la filosofia della rivista. Essere rivolta agli educatori dei giovani «comuni», anche forse dei più poveri, non significa non tenere in conto anche questa possibilità, quella di aprire orizzonti di una possibile vita «speciale», perlomeno non usuale o per tutti. Ma don Bosco non diceva che un giovane su due ha almeno una volta nella vita sentito la chiamata a rispondere alla vocazione «a farsi prete»?
Perché dunque non tenere conto nella PG anche di questa possibilità da presentare ai giovani e verso cui prepararli? D'altra parte riflettere sulla vocazione alla vita sacerdotale (che di certo non è per tutti), richiama alla PG la sua dimensione squisitamente vocazionale (in senso lato), senza la quale essa sarebbe monca.
Ecco dunque il senso di questo dossier: richiamare l'orizzonte vocazionale di tutta la PG, e abilitare a comprendere la possibilità di speciali vocazioni nella Chiesa che rispondono al ministero del sacerdozio.
Ovviamente ci sarà tutto un cammino di conoscenza del giovane e delle sue aspirazioni, di annuncio, proposta, accompagnamento; ma anche di comprensione della figura e del ruolo del prete oggi in un tempo di cambiamento anche all'interno della chiesa. Per la ricchezza e complessità del tema, non possiamo ridurci a un solo dossier, ma nemmeno dedicare ad esso un numero intero della rivista. Lo spezziamo in due, e contiamo di pubblicare il secondo dossier in tempi relativamente vicini. Per permettere di cogliere l'unità e l'articolazione, offriamo qui di seguito il progetto.
PRETE, PERCHÉ NO?
La vocazione sacerdotale come proposta di realizzazione di sé e del Regno
1. I numeri dei preti. Consistenza numerica e ragioni di un calo (Franco Garelli)
2. Testimonianze di giovani in seminario e di giovani che ne sono usciti
Domande di riferimento per il racconto:
* Quando è sorta in te la vocazione sacerdotale? Attraverso cosa si è esplicitata la chiamata?
* Come ne hai parlato ai tuoi e che reazioni hanno avuto?
* Che figura di prete hai in mente e vuoi diventare?
* Quali difficoltà hai trovato e pensi incontrerai?
* Quali le guide o i punti di riferimento che hai nel tuo cammino?
* Come parleresti ai giovani, ai tuoi amici, di questa vocazione?
3. Prete, un "modello" per i giovani oggi? Il "fascino" vocazionale del prete per il giovane oggi (Amedeo Cencini)
4. Quale chiesa per quale prete, e quale prete per quale chiesa (Luca Bressan)
5. Prete perché, prete come: una proposta (Intervista-tavola rotonda a vescovi diocesani e superiori religiosi mondiali)
Domande:
* Tutti parlano oggi di crisi vocazionale e in specie di quella sacerdotale. A parte i tempi difficili, dove crede risieda la ragione più veritiera oggi?
* Quali i segni invece di fiducia e di speranza?
* Su cosa punterebbe per un rilancio della proposta vocazionale al sacerdozio?
* Ci sono vari modi di essere prete e di proporre tale vocazione ai giovani. Quale "offerta" e quale identikit di prete propone la spiritualità diocesana o quella della congregazione religiosa cui Lei appartiene?
6. Chiamata di Dio, risposta dell'uomo (Giuseppe De Virgilio)
7. Una bella notizia per i giovani: la proposta alla vocazione sacerdotale (Mario Llanos)
8. Una PG attenta ai segni della chiamata e capace di accompagnarla
(Riccardo Tonelli)