Rappresentazioni artistiche nei secoli
«Cristo e l'adultera»
4. Il XIX secolo
Note storico-estetiche di Maria Rattà
Presentiamo ai lettori una ricca carrellata di immagini - corredate da brevi note informative - sulla vastissima produzione artistica a tema «Cristo e l'adultera». Il materiale reperito, suddiviso per grandi correnti o per secoli, dimostra quanto il soggetto sia stato - e continui a essere - uno degli argomenti maggiormente trattati da maestri noti e meno noti, e sia capace di parlare anche all'uomo di oggi della misericordia di Dio nei confronti dei peccatori. La rassegna sarà scansionata secondo il seguente ordine:
1. dal IX al XV sec.;
2. il XVI sec.;
3. dal XVII al XVIII sec.;
4. il XIX sec.;
3. XX e XXI sec.
Per facilitare la lettura, le note al testo sono state inserite alla fine di ciascun capitolo tematico.
Un’immagine di misericordia
«Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: “Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?”. Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell'interrogarlo, si alzò e disse loro: “Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei”. E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: “Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?”. Ed ella rispose: “Nessuno, Signore”. E Gesù disse: “Neanch'io ti condanno; va' e d'ora in poi non peccare più”».
(Gv 8, 1-11)
«CRISTO E L'ADULTERA» NEL XIX SECOLO
L'ACQUERELLO DI WILLIAM BLAKE
Commissionato e acquistato da Thomas Butts intorno al 1805, l’acquerello (cm 35,6x36,8) di William Blake [1] si trova, a partire dal 29 aprile 1809, presso il Museo delle Belle Arti di Boston. Gli accusatori della donna sono ritratti di spalle, mentre si allontano, e vengono differenziati solo per il colore delle vesti. Blake presenta la peccatrice coi capelli in disordine e a seno scoperto: sono i segni che rimarcano visivamente il suo essere stata colta in adulterio. Le mani sono legate dietro la schiena (dettaglio insolito nell'iconografia dell'adultera): è un particolare che aumenta il senso di impotenza della donna, indifesa, incapace di liberarsi da sola. Mentre gli accusatori vanno via, ella sembra essere in attesa di ciò che farà o dirà Gesù: l'unico che possa realmente renderla libera, riportandola alla vita vera.
IL DIPINTO DI JOHN TRUMBULL
Pittore americano e figlio del governatore del Connecticut, John Trumbull (1756 - 1843) è noto soprattutto per i suoi dipinti sulla Rivoluzione Americana, ma nella sua produzione non mancano soggetti religiosi, o tratti dai grandi classici della letteratura. Questo «Cristo e l'adultera», del 1811, colpisce per la peculiarità della posa della donna, colta in atteggiamento totalmente penitenziale: inginocchiata davanti a Cristo, mentre gli accusatori cominciano, dal fondo della scena, ad andare via.
IL DIPINTO ATTRIBUITO A LUIGI DELEIDI
Si tratta di una tempera muraria, attribuita a Luigi Deleidi - detto Il Nebbia - [2], conservato nella Diocesi di Bergamo. Dalle dimensioni di 120x145 cm, è datato tra il 1800 e il 1828.
LA TELA DI FRANCESCO HAYEZ
Cristo e l'adultera (1841)
Colpisce per la posa dell'adultera, che esprime tutta la sua tensione interiore e la sua disperazione
IL DIPINTO DI EDWARD ARMITAGE
Armitage (1817 - 1896) dipinge la tela nel 1867, offrendo una lettura particolare - e senz'altro originale, ma magari anche realistica - della psicologia della donna.
Quando l'adultera è condotta davanti a Gesù, ella non accenna ancora nessun minimo segno di pentimento. Al contrario, Ermitage presenta una donna consapevole della propria bellezza, ancora accecata dal proprio peccato, e stranamente indifferente dinanzi al futuro che l'aspetta. Sarà solo l'agire di Gesù che riuscirà a scalfire questa sorta di "presunzione" di innocenza che qui questa donna sfoggia quasi con sprezzante orgoglio.
IL DIPINTO DI EMILE SIGNOL
Cristo e l'adultera (1840), Louvre
L'opera è caratterizzata da uno stile neoclassico, perseguito dall'artista, pur se vissuto in epoca romantica
Questo tipo di iconografia dell'adultera verrà più volte reiterato da altri artisti
UN DIPINTO DI PITTORE ANONIMO
Il quadro riprende - con qualche variante - le pose e il taglio di quello di E. Signol. Interessante
la sostituzione della colonna con un palo di legno, sulla cui sommità campeggia la scritta "Femme adultére"
Quasi una "crocifissione" della peccatrice, additata dai suoi accusatori come rea di morte
UN DIPINTO DI AUTORE IGNOTO (AMBITO VENETO)
Dipinto (olio su tela, dimensioni cm 63.5x137) databile tra il 1875 e il 1899, conservato nella Diocesi di Padova. Colpisce particolarmente per la scelta luministica dell’artista, che inserisce Gesù in uno spazio nettamente diviso tra luce e ombra, quasi a indicare visivamente che Cristo - luce vera del mondo (cfr. Gv 1,9) - si addossa la tenebra del peccato, per rendere l’uomo capace di rinascere alla luce della grazia.
AFFRESCO DI ANTONIO GUADAGNINI
Antonio Guadagnini [3] realizza l'affresco per la chiesa di San Martino di Sovere (Bergamo), nel 1886, assieme a quello de «La Samaritana». Da notarsi l'aspetto ieratico (ma nonostante tutto accogliente) di Gesù: mentre con la mano sinistra indica la scritta a terra, con la destra pare non solo indicare l'adultera, ma quasi volerla proteggere. Lo sguardo è puntato verso l'alto, come a rimarcare che la sua autorità e il suo potere non sono umani, ma vengono dall'alto, da Dio Padre, di cui Egli è Volto e Cuore di misericordia, oltre che espressione della giustizia divina. Ma l'atteggiamento di Cristo potrebbe essere interpretato in altro modo, finalizzato a collegare idealmente ciò che nel dipinto scrive con la posizione dell'essere umano dinanzi al Dio che siede nei Cieli. Infatti, l'artista verga sul pavimento del dipinto le parole: QUI SINE PECCATO EST VESTRUM PRIMUS / IN ILLAM LAPIDEM MITTA.
IL DIPINTO DI VALENTINO PUPPIN
Olio su tela del pittore Valentino Puppin [4]. Datata tra il 1875 e il 1886, la tela ha dimensioni notevoli, misura infatti due metri per quattro. Si trova nella chiesa di San Clemente di Centrale (frazione di Zugliano, provincia di Vicenza).
L'INCISIONE DI GUSTAVE DORÉ
Gustave Doré [5] (Strasburgo,1832 - Parigi, 1883) nel 1866 realizza una Bibbia illustrata, che include anche la scena di «Cristo e l'adultera». L'opera si caratterizza per una certa teatralità (nelle pose dei personaggi e nell'uso sapiente del chiaroscuro). A quest'opera, probabilmente, si ispirerà l'artista Rodolfo Bernardelli, per la realizzazione dello stesso soggetto, stavolta non inciso o dipinto, bensì scolpito.
LA SCULTURA DI JEAN JULES CAMBOS
L'adultera di Cambos (Castres, 1828 - 1917) è una donna atterrita dalla paura, che si accovaccia a terra, tentando di ripararsi come può dalla furia assassina dei suoi esecutori. Le immagini di quest'opera sono di un'eloquenza straordinaria. L'opera in bronzo, del 1869, si trova al Museo d'Orsay. La prima versione realizzata dall'artista è in marmo.
LA SCULTURA DI RODOLFO BERNARDELLI
Bernardelli [6] realizza l'opera (a grandezza naturale: cm 202x149x116) in Italia, tra il 1881 e il 1884, e la espone l'anno successivo a Rio de Janeiro. Attraverso questa scultura (come pure per mezzo delle altre prodotte in Italia) l'artista brasiliano maniifesta «il dialogo con la scultura italiana contemporanea, e indica nuove direzioni per la scultura in Brasile. Fra il 1877 e il 1885, il giovane scultore era convittore dell'Accademia Imperiale di Belli Arti e questa opera costituiva l'ultimo dei lavori che dovevano essere inviati dall'alunno prima di ritornare in Brasile. La scelta ricaduta su Roma è espressamente manifestata in vari documenti dell'Accademia e fu motivata [...] anche dalla grande qualità della scultura italiana di quel periodo. La Congregazione dei Professori dell'Accademia approvò un modello in gesso all'inizio del 1882. Per eseguirla in Italia, Rodolfo Bernardelli ottenne una proroga del suo periodo di convitto all'estero. "Cristo e l'adultera" fu, tra gli altri importanti lavori realizzati a Roma da Bernardelli, quello con il quale ottenne maggiore notorietà in tutta la sua carriera, essendo essa ben accolta in quell'epoca dalla critica. Anche per lo scultore era l'opera più significativa, tale da poter essere presentata nell'Esposizione di Torino, come egli stesso disse al segretario dell'Accademia: "potrei presentarmi e ricevere il mio battesimo artistico in Europa". Nel 1884, presentò il "Cristo e l'adultera" all'Esposizione di Torino, e venne insignito del grado di Cavaliere della Corona italiana. Il marmo utilizzato nel gruppo scultoreo, denominato Seravezza, è di prima qualità. Nel bozzetto, l'artista non aveva progettato l'effetto realistico del manto, una delle qualità maggiormente riconosciute dell'opera. Bernardelli, in una lettera a Mafra, afferma che avrebbe dovuto fare ancora molti cambiamenti nella composizione finale, per cercare di dare verosimiglianza storica alla rappresentazione. Uno dei modelli per il gruppo "Cristo e l'adultera" può essere stata una stampa, sullo stesso soggetto, di Gustave Dorè. Per realizzare la stampa, Dorè studiò diverse collezioni di opere dell'antichità, esposte nei musei parigini e ricorse a fotografie e vedute di Gerusalemme, per dare alla scena grande realismo. Alcune somiglianze fra la stampa di Dorè e l'opera di Bernardelli: l'atteggiamento di Cristo, che protegge l'adultera con il proprio corpo, il lungo manto che cade fino ai suoi piedi, il modo in cui la donna, rannicchiata vicino a Cristo, si protegge con le braccia in avanti rispetto al corpo. Secondo la narrazione biblica, Gesù scrive con il dito per terra. L'iscrizione completa è presentata nella stampa e anche nel basamento della scultura, in ebraico. Similarmente, nel piedistallo di marmo, lavorato in forma geometrica, possiamo intravedere un richiamo alla colonna che si incontra sullo sfondo, nella stampa. È altrettanto possibile notare quanto differiscano queste due opere, in relazione all'atteggiamento delle braccio proteso di Cristo di fronte al proprio corpo, con la mano aperta: assomiglia a un gesto di predicazione, che rende la figura molto più enfatica. La posa dell'adultera, con il viso rivolto in basso e appoggiato su una delle due mani, ci trasmette un sentimento molto più espressivo e interiorizzato di quello presentato nella stampa» [7].
Bozzetto in gesso per «Cristo e l'adultera». Fonte: Sito dell'Uniiveristà di Campinas
Va anche detto che in Italia Bernardelli entra in contatto con la corrente realista, che si dedica alla scultura di genere, che ritrae scene del quotidiano, ma non si rivolge a questo tipo di scultura, bensì a quella di tipo religioso. Modelli, in questo senso, potrebbero essere stati «La vergine prudente e la vergine stolta» di Giulio Monteverde, le opere dello scultore napoletano Achille D'Orsi; probabilmente anche alcune opere di Ettore Ximenes, che proprio all'Esposizione di Torino del 1880 aveva presentato una scultura intitolata «Cristo e l'adultera», della quale sembrano non esserci tracce fotografiche [8].
GLI ACQUERELLI DI JAMES TISSOT
Nella sua «Vita di Nostro Signore Gesù Cristo» (1886 - 1894), James Tissot inserisce varie scene dedicate all'adultera. Per approfondimenti sulla figura dell'artista, si rinvia il lettore agli articoli dedicati al suo ciclo pittorico «Il Figliol prodigo nella vita moderna» (http://notedipastoralegiovanile.it/index.php?option=com_content&view=article&id=10555:misericordia-e-arte&catid=481:giubileo-della-misericordia).
L'adultera - Gesù scrive per terra
L'adultera sola con Gesù
IL DIPINTO DI VASILIJ D. POLENOV
Per i dettagli sull'opera di V. Polenov, si rimanda all'articolo di approfondimento già pubblicato sul sito (http://notedipastoralegiovanile.it/index.php?option=com_content&view=article&id=10715:cristo-e-ladultera-&catid=482:questioni-artistiche).
IL BASSORILIEVO DI ENRICO BARBERI
Si rimanda il lettore all'articolo tematico già dedicato a quest'opera (http://notedipastoralegiovanile.it/index.php?option=com_content&view=article&id=10730:cristo-e-ladultera-4&catid=482:questioni-artistiche)
L'AFFRESCO DI GIOVANNI BATTISTA CHIOCCHETTI
Nel suo affresco a tempera, datato 1898, Giovanni Battista Chiocchetti [9] opta per la descrizione di Gesù "paterno": l'adultera è seduta sul suolo, ginocchioni, il viso nascosto da un lembo della veste (o da un fazzoletto) e le mani ancora legate. Cristo la rassicura: con una mano sta per accarezzarla, mentre il gesto dell'altra sembra quasi volerle fare coraggio, perché ormai tutti i suoi accusatori stanno andando via. La posa di Gesù sembra rimandare ai dipinti che lo ritraggono attorniato dai bambini: un peccatore pentito è per Dio come un bambino, che si affida alle sue cure.
UN DIPINTO DI AUTORE IGNOTO
Viene scoperto nel 1947, nel sottotetto della chiesa di Saint-Denis di Jouy-le-Comte, vicino a Parmain, città della Val-d'Oise, in Francia. In cattive condizioni, è sottoposto a restauro nel 1981.Delle dimensioni di cm. 155x130, non se ne conosce l'autore. Particolarmente espressiva la peccatrice, che nell'iconografia rimanda alla figura della Maddalena dai lunghi capelli. Intenso il gesto della sua mano, che con forza sottolinea il pianto liberatorio e la presa di coscienza del proprio peccato.
LE TELE DI VIRGINIO MONTI
"Figlio d'arte" (il padre è anche lui pittore, oltreché decoratore), Virginio Monti [10] traspone più volte sulla tela l'episodio della donna adultera.L'artista vive a cavallo tra il XIX e il XX secolo. Proprio sul finire dell'800 realizza un dipinto per il soffitto della Basilica del Sacro Cuore a Castro Pretorio di Roma.
La tela destinata alla basilica romana fa parte di un "ciclo" di dipinti, che narrano quattro episodi biblici. Così, accanto all'adultera, campeggiano «Il Figliuol Prodigo», «Gesù e la samaritana», «Gesù tra i fanciulli».
Altra opera di Monti, sempre sullo stesso tema
NOTE
[1] «Poeta, incisore, pittore (Londra 1757 - ivi 1827). Si dedicò giovanissimo all'arte e alla letteratura, studiò incisione e frequentò per breve tempo la Royal Academy (1779). Spirito ribelle e visionario, considerò il mezzo verbale e quello visivo espressione unica del suo genio profetico. Istanze neoclassiche e fermenti preromantici pervadono la sua arte, carica di complessi simbolismi, cui contribuirono certamente la poetica del sublime, la mistica di Swedenborg e, nell'ambito più propriamente visivo, l'arte gotica inglese (tra i suoi primi disegni sono quelli delle tombe di Westminster per la Society of antiquaries), Michelangelo, Dürer e, tra i suoi contemporanei, Fuseli e Flaxman. L'esigenza di una unità espressiva lo portò anche a sperimentare un sistema di stampa a colori, incidendo testo e illustrazioni che poi colorava a mano (illuminated printing). Tra le sue opere: Poetical sketches (1783), Songs of innocence (1783), The marriage of Heaven and Hell (1790-93), Songs of experience (1794), i libri profetici Vision of the daughters of Albion (1793), America (1793), Europe: a prophecy (1794), The book of Urizen (1794), The song of Los (1795), The book of Ahania (1795), i poemi mistici Milton (1804-08) e Jerusalem (1804-20). Fece anche illustrazioni per Night Thoughts di E. Young (1796-97), per la Divina Commedia (1825), per il Libro di Giobbe (1821-26). Non compreso dai contemporanei, che vedevano in lui solo una vena di follia, B. fu particolarmente apprezzato nell'ambito della corrente preraffaellita e considerato, in seguito, tra i precursori del simbolismo» (Voce Blake, William, Sito Internet dell'Enciclopedia Treccani, https://www.treccani.it/enciclopedia/william-blake/).
Per maggiori informazioni sulla vita e le opere di Blake è possibile consultare la pagina dedicata su Artsy (https://www.artsy.net/artist/william-blake).
[2] Luigi Deleidi (Bergamo, 1784 - 1853). «Sebbene si tratti d'uno dei più interessanti paesisti bergamaschi, la letteratura ottocentesca ce ne riferisce poche notizie, in gran parte vaghe, non arricchite di puntualizzazioni cronologiche. Un altro problema, da tenere in considerazione per non incappare in attribuzioni erronee, è costituito dal fatto che il fratello primogenito, Marco, era anch'egli pittore, benché oggi non se ne conosca opera alcuna.
Nulla si sa circa l'età giovanile del D.; riteniamo che abbia iniziato a dipingere piuttosto tardi perché i primi documenti sull'alunnato del pittore sono datati rispettivamente 8 e 15 febbr. 1815 (Bergamo, Arch. d. Acc. Carrara): certificato di buona condotta fornito dal vicario della cattedrale, nella cui parrocchia a quel tempo risiedeva il pittore, e ordine al "prof. Diotti" di accogliere tra i suoi discepoli il D. (ma di un discepolato presso G. Diotti le fonti ottocentesche tacciono).L'alunnato presso A. Sanquirico, scenografo unico della Scala dal 1817 al 1831, non sembra incidere profondamente sulle opere del D., che restarono estranee alla visione possente e monumentale, originata dallo studio delle civiltà del passato, del maestro. In quel periodo fu probabilmente eseguito dal pittore un disegno dell'Albo Locatelli (Bergamo, coll. priv.) con Certosa di Garegnano.
L'Albo Locatelli contiene circa ottanta disegni fatti dal vero dal D., ritagliati e incollati, purtroppo non datati, ma tutti recanti il nome della località ripresa, talvolta scritta dalla mano del pittore stesso. Assieme alle riproduzioni fotografiche dei novantotto disegni del D. rubati alla Biblioteca civica di Bergamo, questo Albo è prezioso per conoscere gli spostamenti dell'artista, sebbene non si possano stabilire cronologicamente.
Ancora il Locatelli informa che il D. dipinse a Roma in un palazzo Torlonia non meglio identificato; i rapporti con i Torlonia potrebbero peraltro trovare conferma in due disegni dell'Albo citato: Strada Torlonia e Villa Torlonia a Castelgoffredo.
Il soggiorno a Roma non fu tanto breve. Ancora nell'Albo Locatelli troviamo testimonianza di un periodo trascorso a Venezia, probabilmente successivo a quello romano.
Nell'Albo Locatelli si trova un disegno di contenuto veristico, Castello Vertova a Costa di Mezzate, forse fatto dall'artista prima di questo impegnativo lavoro. Il contesto, che dalle pareti prosegue ininterrottamente sul soffitto, è una fantasiosa rielaborazione del castello stesso e delle colline circostanti, in cui il pittore introduce anche archi e torre neogotici. Il D., mentre indugia in brani virtuosistici (fiori di senape), simili a quelli osservati nell'olio Donizetti con gli amici, dimostra piena padronanza nel disporre i piani nello spazio. In questi affreschi compare su un cippo stradale la firma "L. D. D. Nebbia", da cui deduciamo che nel 1833 il pittore aveva già prodotto i paesaggi invernali nebbiosi che gli procurarono questo soprannome (Fornoni). Mentre in molti di questi dipinti le figure hanno semplice funzione riempitiva, in alcuni, come quelli che rappresentano truppe napoleoniche in lotta col gelo, la presenza umana è fondamentale, centro dell'attenzione dell'osservatore, il che ci consente di inserire questa produzione del D. nel movimento romantico.
Probabilmente l'artista eseguì molti quadri di questo genere fino alla morte.
Rientrato nella città natale, secondo noi poco dopo il 1825, il D. iniziò una feconda attività tanto nell'affresco quanto nell'olio» (Voce Deleidi, Luigi, detto Il Nebbia, Sito Internet dell'Enciclopedia Treccani, https://www.treccani.it/enciclopedia/deleidi-luigi-detto-il-nebbia_(Dizionario-Biografico)/).
[3] Antonio Guadagnini (Esine, 1817 -1900), nativo della Valcamonica, studia all'Accademia Carrara di Bergamo. Esponente del neoclassicismo, la sua produzione verte in modo particolare sulla ritrattistica e sulla tematica religiosa.
[4] Valentino Puppin (Schio di Vicenza, 1830 - 1886), pittore e affreschista attivo, oltre che nella città di nascita, anche a Vicenza e a Torino.
[5] Gustave Doré pubblica la sua prima opera a quindici anni d'età, in seguito lavora a Parigi realizzando caricature litografiche per il «Journal pour rire», e contemporaneamente realizza varie raccolte litografiche. Ingaggiato per cinque anni dall'editore Grant &Co., vive tre mesi all'anno a Londra nello spazio di un quinquennio, realizzando 180 illustrazioni per il libro «London: a A Pilgrimage» (Londra: un pellegrinaggio). Sebbene accusato dalla critica di aver dato spazio all'invenzione, piuttosto che riprodurre il reale (questo perché le immagini di Doré non mancano di presentare la vera Londra, fatta anche di povertà e disagi), il libro è un successo commerciale, che frutta 10.000 sterline all'anno e procura nuove commissioni da editori inglesi. Rifiutato dalla critica, ma oggi considerato come il più celebre degli illustratori, Doré è conosciuto soprattutto per le sue illustrazioni della Bibbia (a partire dalla cui realizzazione egli sarà definito come "pittore predicatore") e dei grandi classici (Dante, Rabelais, Cervantes, Coleridge, Milton) in realtà Doré è anche scultore e pittore.
[6] Rodolfo Bernardelli (Guadalajara,1852 - Rio de Janeiro, 1931), artista messicano naturalizzato brasiliano, studia (negli anni '70 dell'800) presso l'Accademia Imperiale di Belle Arti di Rio de Janeiro e trascorre a Roma qualche anno. Nella capitale italiana realizza alcune delle sue opere più famose. Rientrato a Rio de Janeiro nel 1885, ivi espone la sua produzione artistica creata all'estero, ottenendo grande successo di pubblico e di critica. Tra le opere esposte figura anche «Cristo e l'adultera».
[7] Maria do Carmo Couto da Silva, O Cristo e a Mulher adúltera, de Rodolfo Bernardelli e a escultura italiana do século XIX, II Encontro de História da Arte - IFCH / UNICAMP, 2006 pp. 159-163, Sito Internet dell'Università Statale di Campinas, https://www.unicamp.br/chaa/eha/atas/2006/DA%20SILVA,%20Maria%20do%20Carmo%20Couto%20-%20IIEHA.pdf
[8] Cfr. Ibidem.
[9] G. B. Chiocchetti (Moena, 1843 - Trento, 1917), dopo un breve periodo di formazione rudimentale a Predazzo, frequenta l'Accademia di Belle Arti di Vicenza a partire dal 1862. In seguito si perfezionerà presso l'Accademia di Monaco di Baviera e quella di Roma. Nel 1872 è a Trento, e qui diventa particolarmente richiesto per la pittura a soggetto religioso: affreschi, pale d'altare, Via Crucis. Riuscirà inoltre anche come copista e ritrattista. Otterrà vari riconoscimenti in diverse esposizioni (come in quella Vaticana del 1888, con il «Sacro Cuore di Gesù», e quella di Senigallia nel 1984 per il suo «Cristo nel Sepolcro»). Diventerà membro dell'Accademia di Scienze, Letteratura, Arti e Industrie di Firenze.
[10] Virginio Monti (Genzano, 1852 - Roma, 1952) «si formò inizialmente presso la bottega del padre. Affidato poi alle cure del pittore Vincenzo Pasqualoni, verso i vent’anni entrò nell’orbita del più noto Alessandro Mantovani che lo coinvolse attivamente nei restauri del primo piano delle logge raffaellesche in Vaticano (1867-1870) e nell’esecuzione dei nuovi affreschi nelle logge di Ponente (1870-1878). Nel 1875 eseguì alcune decorazioni all’interno della chiesa romana di S. Maria dell’Orto. La definitiva affermazione professionale avvenne tra il 1876 e il 1879, quando vinse i concorsi per la decorazione di alcune sale in edifici pubblici della capitale, tra i quali il palazzo del ministero delle Finanze in via XX Settembre e quello delle Poste in piazza S. Silvestro. Sotto il pontificato di Leone XIII, eletto papa nel 1878, Monti assunse un ruolo egemone nel campo della pittura religiosa di ambiente romano e non solo. A Carpineto Romano, paese natale del pontefice, fu dapprima incaricato della decorazione dell’abside della nuova chiesa di S. Leone Magno (1881), quindi decorò cupola, pennacchi e navate della chiesa del Sacro Cuore (1884) e il catino absidale di quella di S. Giovanni (1889), mentre nella natia Genzano dipinse le lunette della cappella del Ss. Salvatore nel duomo di S. Maria della Cima (1885, assieme a Cisterna). Fu il preludio al prestigioso incarico di sovrintendere, quasi per intero, alla decorazione del tempio internazionale dedicato al Sacro Cuore (1887), una delle più importanti chiese della Roma post-unitaria edificata in via Marsala su disegno di Francesco Vespignani e consacrata nel 1887. Nella chiesa romana dedicata al Sacro Cuore l’opera di Monti si estende dalle superfici del soffitto della navata principale (con le raffigurazioni della Samaritana al pozzo, di Gesù tra i fanciulli, di Cristo e l’adultera, del Figliol prodigo) e del transetto (con l’Annunciazione e la Natività) ai cupolini delle navate laterali, e relativi pennacchi, con scene tratte dalla Passione; nella cupola la raffigurazione della Glorificazione del Sacro Cuore allude all’opera di Giovanni Lanfranco nella cupola della chiesa romanadi S. Andrea della Valle» (Voce Monti, Virginio, Sito Internet dell'Enciclopedia Treccani, https://www.treccani.it/enciclopedia/virginio-monti_(Dizionario-Biografico)/). Lavorò anche a Milano, Londra, Malta.
BIBLIOGRAFIA DEGLI ALTRI SITI E TESTI CONSULTATI
Scheda Artwork,The Woman taken in Adultery, Sito Internet del Museo delle Belle Arti di Boston, https://www.mfa.org/collections/object/the-woman-taken-in-adultery-john-viii-8%E2%80%939-5040
Scheda The Woman taken in Adultery, Sito Internet The William Blake Archive, https://www.blakearchive.org/exist/blake/archive/copyinfo.xq?copyid=but486.1
Christopher Heppner, The Woman taken in Adultery: An Essay on Blake's "Style of Designing", in Blake. An illustrated quarterly 66, Volume 17, number 2, fall 1983, p. 45, Sito Internet della rivista Blake. An illustrated quarterly, https://bq.blakearchive.org/pdfs/17.2
Puppin Valentino, Sito Internet Abacus Arte, https://www.abacus-arte.com/database/artista/68202-PUPPIN-Valentino
L'arte di Antonio Guadagnini, Sito Internet dell'Istituto Comprensivo di Sovere, https://www.icsovere.it/file%20di%20home%20page/Gli%20interni%20P.Silvestri.pdf
L'arte, nella scheda San Clemente - Zugliano. Centrale, in Atlante delle parrocchie, Sito Internet del Settimanale diocesano di Padova La Difesa del popolo, https://www.parrocchiemap.it/parrocchiemap/other/atlante.jsp?icsc=7610462
Scheda Chiocchetti Giovanni Battista, nella Banca Dati dell'Istituto Matteucci, https://www.istitutomatteucci.it/dizionario-degli-artisti/chiocchetti-giovanni-battista
Scheda Gustave Doré (1832 - 1833). La fantasia al potere, Sito Internet del Museo d'Orsay, https://www.musee-orsay.fr/it/eventi/mostre/al-museo-dorsay/mostre-al-museo-dorsay-maggiori-informazioni/article/gustave-dore-37172.html?S=&tx_ttnews%5BbackPid%5D=254&cHash=2e07b9d5d9&print=1&no_cache=1&
Gustave Doré. Biografia e foto delle opere, Sito Internet Sette Muse, https://www.settemuse.it/pittori_scultori_europei/gustave_dore.htm
Antonio Sperduti, Monumento di Don Bosco alla Cattedra di Pietro, B.N. Marconi, Genova, 2012, p. 36.
Jésus et la femme adultère Parmain. Sito Internet Topic Topos, https://fr.topic-topos.com/jesus-et-la-femme-adultere-parmain
Son Patrimonie, Sito Internet del Comune di Parmain, https://www.ville-parmain.fr/article/son-patrimoine
Voce John Trumbull, Sito Internet dell'Enciclopaedya Britannica, https://www.britannica.com/biography/John-Trumbull-American-painter
Scheda The Woman Accused of Having Been Taken in Adultery, (painting), Sito Internet Collection Search Center, https://collections.si.edu/search/results.htm?q=record_ID:siris_aeci_18355
Scheda Jean Cambos - La femme adultère, Sito del Museo d'Orsay, https://www.musee-orsay.fr/fr/collections/catalogue-des-oeuvres/notice.html?nnumid=15044