Segnalazione
pp. 256 - € 18,00
Il libro
Perché un libro sul nichilismo, fenomeno su cui molto è stato scritto e che per molti non è più attuale? La risposta che Mario Pollo offre è che, purtroppo, l’ospite inquietante è ancora presente nella nostra cultura sociale, anzi, lo è in piena vista, anche se spesso reso irriconoscibile da quel subdolo travestimento che lo maschera quale fattore di progresso economico e sociale e, addirittura, di evoluzione e di ampliamento dei diritti umani. Questo volume offre una sintesi illuminante e una originale, lucida e inquietante interpretazione dei temi che assediano le nostre esistenze: dalla violenza domestica al bullismo, dalla liquidità sociale alle tragedie belliche, dal rifiuto dell’accoglienza al precipizio culturale nel quale ci troviamo ad abitare. Pollo propone una pedagogia fuori dalle ideologie, ma capace di rintracciare le fondamenta che, contro il nichilismo (e l’annichilamento del nostro convivere), dobbiamo ritrovare, le sole che possono aprire alla speranza.
Il sommario
Introduzione
1. Chi è l'ospite inquietante chiamato nichilismo e che l'ha invitato?
2. Il ménage à trois
3. Un'ancella contemporanea del nichilismo: la crisi della generatività nelle società complesse
4. La "morte di Dio" e l'emigrazione dell'uomo nella realtà integrale
5. La negazione dell'anima come fondamento dell'identità personale
6. La comparsa dello spazio-velocità nel quale il tempo non scorre
7. Un'altra ancella del nichilismo: la riduzione, attraverso un uso scorretto, del mistero della vita e del mondo umano
9. Un dono recente dell'ospite inquietante: la disarticolazione simmetrica costitutiva della vita umana
10 Contro il nichilismo: animare la cultura per scoprire il senso del quotidiano
11. Evadere dalla realtà integrale per vivere nel mondo reale
Bibliografia
L'Autore
Mario Pollo, piemontese, vive a Roma dove è stato Professore di pedagogia Generale e Sociale, di Psicopedagogia della Marginalità e Devianza Minorile, di Psicologia delle Tossicodipendenze e Presidente del Corso di Laurea in Scienze e Tecniche Psicologiche dell'Università Lumsa. È stato anche docente per oltre trent'anni dell'Università Pontificia Salesiana dove ha insegnato Educazione, Animazione e Consulenza in Pastorale Giovanile, Metodologia della Ricerca ed Esperienza Religiosa Giovanile. Ha insegnato nelle Università di Torino, Siena e Roma Tre.
A cavallo degli anni Ottanta e Novanta è stato Direttore Generale della Fondazione Labos, Laboratorio per le Politiche Sociali. Ha condotto numerose ricerche sulla condizione giovanile e sulle trasformazioni della Cultura Sociale in Italia e in Europa.
Ha pubblicato una cinquantina libri monografici, centinaia di articoli e partecipato a svariati libri collettanei.
Per il suo pluridecennale lavoro in NPG, vedi:
https://www.notedipastoralegiovanile.it/npg/autori?view=article&id=4145:gli-articoli-di-mario-pollo
L'introduzione
Perché scrivere oggi un libro sul nichilismo, un fenomeno su cui molto è stato scritto e che per molti non è più attuale, superato dalle rilevanti trasformazioni socioculturali che caratterizzano il nostro presente?
La risposta è che, purtroppo, l'ospite inquietante è ancora presente nella nostra cultura sociale, in piena vista anche se spesso reso irriconoscibile dal suo travestimento in fattore di progresso economico e sociale e, addirittura, di evoluzione e di ampiamento dei diritti umani.
Infatti, la sua presenza attuale ha un volto assai differente da quella che nel secolo scorso si è manifestata in alcune forme di distruttività le cui radici affondavano nell'intriseco sviluppo della razionalità strumentale, accompagnata dall'affermarsi nella cultura sociale del valore del cambiamento fine a se stesso, del transitorio e dell'effimero, oltre che nella ricerca, come sosteneva Nietzsche, di una cultura dionisiaca che consentisse alle persone di essere nello stesso tempo "distruttivamente creative" e "creativamente distruttive".
In altre parole, la ricerca di una cultura che, da un lato, consentisse di formare il mondo temporale dell'individualizzazione e del divenire attraverso un processo distruttivo dell'unità e, dall'altro lato, di divorare l'universo illusorio dell'individualizzazione per mezzo di un processo che comprenda la reazione dell'unità (M. Bradbury e J. McFarlane, Modernism, 1890-1930, Harmondsworth, New York 1976, p. 446).
Il percorso che conduce la manifestazione del nichilismo dalle radici situate nel secolo scorso a quella contemporanea è scandito nei primi nove capitoli. Il primo è dedicato alla definizione e alla descrizione dell'esordio del nichilismo nella nostra cultura sociale, con una particolare attenzione all'analisi di Nietzsche, mentre il secondo capitolo si sofferma sullo strano ménage à trois nato dall'incontro del nichilismo con l'Illuminismo e con la razionalità strumentale dell'economia. Come si vedrà, questo ménage ha generato la più terribile delle forme di distruttività che hanno caratterizzato il secolo breve.
Nel terzo capitolo vi è la descrizione della nascita e dello sviluppo delle forme del nichilismo contemporaneo e della sua più importante ancella: la crisi della generatività. Crisi che ha contribuito a produrre alcune radicali mutazioni della cultura sociale rendendole funzionali alla nuova vita dell'ospite inquietante.
Queste mutazioni sono descritte e analizzate nei capitoli che vanno dal quarto al settimo. In particolare, nel quarto capitolo è affrontato il rapporto tra la "morte di Dio" e la fioritura di quella che Baudrillard ha definito la "Realtà Integrale", le cui radici devono essere ricercate in quella che viene solitamente definita "realtà virtuale".
Nel quinto capitolo è, invece, descritta la relazione esistente tra la negazione dell'anima come fonte dell'identità personale e la svalorizzazione della coscienza e del libero arbitrio, senza dimenticare il relativismo morale.
Nel sesto capitolo, partendo dal concetto di spazio-velocità elaborato da Paul Virilio, è analizzata la trasformazione del vissuto umano del tempo, la connessa scomparsa delle età, dalle cui macerie è emersa un'età adulta caratterizzata dalla presenza dell'ethos infantilistico e dalla crisi della genitorialità.
Infine, nel settimo capitolo, ci si sofferma sulla disarticolazione delle simmetrie polari (gli opposti eraclitei) e, quindi, sulla correlata crisi delle differenze costitutive dell'ordine culturale e della loro funzione neghentropica necessaria all'evoluzione umana.
L'ottavo capitolo è dedicato alla descrizione di un'ancella del nichilismo molto particolare: la deriva materialistica presente in alcune discipline scientifiche. Deriva che è contrastata da una parte non marginale di scienziati e di filosofi, tra i quali ad esempio Eccles, Popper e Searle.
Nel nono capitolo, a conclusione della parte del libro dedicata all'analisi ed esposizione della presenza del nichilismo nella nostra cultura sociale, vi è la descrizione di un fenomeno socioculturale che in questi ultimi anni ha assunto una rilevanza straordinaria e divisiva nel dibattito politico e sociale: la disarticolazione della polarità simmetrica costituita dal maschile e dal femminile.
Gli ultimi due capitoli, il decimo e l'undicesimo, sono stati dedicati alla presentazione di una proposta di intervento sulla cultura sociale contemporanea funzionale a favorire il congedo dell'ospite inquietante. Proposta fondata sul modello dell'animazione (dare anima e vita) culturale. In particolare, nel decimo capitolo è stata sviluppata una proposta atta a far riscoprire alle persone il quotidiano come luogo generatore del senso, della creatività spirituale e della costruzione di legami interumani segnati dalla complementarità sociale necessaria a ogni autentica forma di solidarietà. Nell'undicesimo capitolo, infine, sono stati suggeriti alcuni interventi indispensabili a sostenere il tentativo delle persone (e della nostra cultura sociale) di evadere dalla prigione della "Realtà Integrale" e di trovare asilo nel Reale che non ha bisogno di aggettivi.
Il cuore di questi interventi è costituito dal sostengo del percorso che consente alle persone di riappropriarsi del potere della lingua di nominare le "cose" e dell'immaginazione simbolica, ovvero dell'unica forma di immaginazione che non apre le porte di accesso al fantasmatico immaginario nutrito dai media bensì al Mondo Immaginale.