Il cuore
del buon pastore
Domenica IV di Pasqua B
papa Francesco
a cura di Gianfranco Venturi
Duncan Grant, Il Buon Pastore (part.), 1958, Cattedrale di Lincoln (Inghilterra)
Gv 10,11-18 Il buon Pastore [1]
È colui che dà la vita
La Quarta Domenica di Pasqua – questa -, detta “Domenica del Buon Pastore”, ogni anno ci invita a riscoprire, con stupore sempre nuovo, questa definizione che Gesù ha dato di sé stesso, rileggendola alla luce della sua passione, morte e risurrezione. «Il buon pastore offre la vita per le pecore» (Gv 10,11): queste parole si sono realizzate pienamente quando Cristo, obbedendo liberamente alla volontà del Padre, si è immolato sulla Croce. Allora diventa completamente chiaro che cosa significa che Egli è “il buon pastore”: dà la vita, ha offerto la sua vita in sacrificio per tutti noi: per te, per te, per te, per me, per tutti! E per questo è il buon pastore!
Cristo è il pastore vero, che realizza il modello più alto di amore per il gregge: Egli dispone liberamente della propria vita, nessuno gliela toglie (cfr v. 18), ma la dona a favore delle pecore (v. 17). In aperta opposizione ai falsi pastori, Gesù si presenta come il vero e unico pastore del popolo: il cattivo pastore pensa a sé stesso e sfrutta le pecore; il pastore buono pensa alle pecore e dona sé stesso. A differenza del mercenario, Cristo pastore è una guida premurosa che partecipa alla vita del suo gregge, non ricerca altro interesse, non ha altra ambizione che quella di guidare, nutrire e proteggere le sue pecore. E tutto questo al prezzo più alto, quello del sacrificio della propria vita.
Gesù risorto: comincia
un mondo nuovo!
Domenica IV di Pasqua B
a cura di Franco Galeone *
Il Buon Pastore, Catacombe di Priscilla, III-IV sec., Roma
Il Signore è il mio pastore!
Siamo alla domenica del Buon Pastore. Oggi, l’immagine del pastore, tanto familiare ai tempi di Gesù, non lo è più ai nostri giorni. Essa rivela tutto l’amore di Dio per l’uomo, per gli ultimi. Il cristiano deve saper discernere i pastori buoni dai mercenari, e lasciarsi guidare dal vero ed unico pastore, Gesù. Giovanni fa ricorso a tre simboli importanti: quello del pastore, quello della porta, quello delle pecore. Gesù è il buon pastore; en passant, ricordiamo che nell’originale greco abbiamo bel …kalòs pastore: nello stile orientale bellezza e bontà formano un tutt’uno. Uno dei salmi più belli così descrive il rapporto tra Dio e il fedele: Il Signore è il mio pastore, non manco di nulla (Sal 23). In seguito il titolo di pastore viene dato anche a quelli che rappresentano Dio in terra: i re, i sacerdoti, i capi. Ma qui il simbolo evoca, oltre le immagini della sicurezza, anche quelle dello sfruttamento; appare così la figura del mercenario, contro cui il profeta Ezechiele scrive una terribile requisitoria (Ez 34,1). Un’altra nota del pastore bello/buono è quella della conoscenza: Conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me. Già sappiamo che nella Bibbia il verbo conoscere implica mille sfumature, che coinvolgono sensi e ragione, sessualità e affetto, volontà e intelligenza. In una società pastorale, il rapporto tra pastore e gregge non è solo di tipo economico; si sviluppa invece un rapporto quasi personale; giornate passate insieme, in luoghi solitari, il pastore finisce per conoscere tutto di ogni pecora, e la pecora riconosce tra tante la voce del suo pastore.
Questo brano di vangelo appartiene al genere di auto-rivelazione. Quando Gesù dice di essere il buon pastore, egli presenta la sua identità, molto diversa da quella del mercenario, uno che non si compromette, uno che è e resta un estraneo. La differenza profonda tra pastore e mercenario è quel legame di vita profondo, non intellettualistico o burocratico, bene espresso dal verbo ebraico ידע conoscere. Va anche sottolineato che il punto di raccolta per le pecore non è un luogo particolare, ma l’amore di Dio rivelato dal Figlio. Gesù ha dato vita ad una chiesa intesa non in senso stretto (chiesa cattolica, ortodossa, sinagoga, moschea, fiume sacro) ma in senso lato, cioè a un raduno ecumenico universale. E la chiesa cattolica deve perciò presentarsi non come una potenza ma come una forza di attrazione, grazie all’amore per la vita e alla passione per l’uomo.
PG all'UPS
Segnalazione
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IL LIBRO
“Come sei bella!”: un’esclamazione di stupore e meraviglia che dà gioia al cuore e apre a un dialogo di confidenza e intimità.
Bella è la vita, il dono più grande che abbiamo ricevuto e che ogni giorno si rinnova; bella è la preghiera, dono universale che ci mette in relazione con Dio. La vita ci spinge e ci attira alla preghiera e questa illumina e orienta il quotidiano. Il metodo della lectio divina, semplificato e adattato alla vita di ogni giorno, è una pedagogia che insegna il ritorno al cuore, il dialogo e la familiarità con la Parola.
GLI AUTORI
Francesco Balbo di Torino e Rosanna Bertoglio di Brescia, coniugi, lavorano come educatori e formatori in un ospedale riabilitativo. Uniscono le competenze di pedagogia e spiritualità a un’autentica passione per la Parola di Dio e il cammino a piedi. Accompagnano gruppi in percorsi di discernimento nella vita quotidiana e di approfondimento della Parola di Dio. Tra le loro pubblicazioni: Due pellegrini per noi (ElleDiCi 2003),
Vette d’infinito (CEI 2005), A piedi verso Gerusalemme (EDB 2006), Nel cuore delle parole. Alla scoperta del gusto di comunicare (Paoline 2006), Nel ritmo della vita quotidiana. Un giovane prega il rosario (Paoline 2007), Pregare con i piedi. Spiritualità del cammino (Àncora 2008).
L'INDICE
Introduzione
Prima parte
I TEMPI DEL QUOTIDIANO
Il risveglio
L’abbigliamento
La casa
La strada
Lo studio
Il lavoro
Il nome
Il pasto
Lo sport
La collaborazione
La famiglia
La preghiera
L’amicizia
Gli errori
Il sonno
Seconda parte
I TEMPI DELLA VITA
La nascita
Padre e madre
I figli
Il cammino
La fatica
L’innamoramento
Le scelte
Il perdono
Il servizio
La malattia
Il dolore
La gioia
Gli animali
Le piante e i fiori
Il lutto
PER UN APPROFONDIMENTO
Segnalazione
L'immagine di copertina è di MARTA D'Avenia,
sorella dello scrittore
Edizioni La Fontana di Siloe 2018
€ 14,50 - ebook: € 9,99
Ai ragazzi di oggi Gesù non interessa!
«Ai ragazzi di oggi Gesù non interessa, si sente dire. La mia esperienza dice che non è vero. Ai ragazzi di oggi non interessa un Gesù finto, retorico, maestro di morale, fonte di buoni sentimenti, esperto magari di ecologia.
Ma i ragazzi di oggi, come quelli di ieri e quelli di domani, hanno un problema: che si muore. Che il papà o la mamma ti abbandonano. Che la ragazza che ti fa impazzire se ne va con un altro. Che si sentono fatti per cose grandi e si trovano intorno adulti cinici e disillusi che li incitano a volar basso, ad accontentarsi, a non credere ai loro sogni.
I ragazzi di oggi, come quelli di ieri e quelli di domani, hanno bisogno di qualcuno che creda in loro. Di qualcuno che dica loro che il loro desiderio è giusto, è buono, è vero.
Che è possibile vivere all’altezza del propri o desiderio, provare a costruire un mondo un po’ più giusto e un po’ più buono. Di qualcuno che ripeta loro la speranza inaudita: che la morte non è l’ultima parola. Che la delusione, il cinismo, la rassegnazione non sono l’ultima parola sulla vita. Che c’è qualcuno che ti vuol bene così come sei, che è disposto a giocarsi la vita per te e con te, perché il desiderio con cui sei stato messo al mondo possa essere realizzato.
E chi è questo, se non Gesù?»
(Franco Nembrini)
Ai ragazzi interessa un Gesù che parli a loro, che parli di loro!
Ogni passo di questo libro è come un fiammifero che vuole aiutare gli adolescenti ad accendere il fuoco dell’amicizia personale con Dio.
Attraverso le pagine del Vangelo, che permettono di ascoltare le parole di Gesù, ci si scopre protagonisti della sua vita e dei suoi insegnamenti.
«Sedersi», «gridare», «chiamare», «fare», «vedere», «salvare»... «amare» questo è il vocabolario di Dio e del nostro quotidiano.
Le settimane
della Visitazione
Campi estivi per i "bambini del cratere"
Organizzati dal
LABORATORIO DELLA SPERANZA
Le ragioni
Dal 24 agosto 2016, data che ha cambiato il volto dell’Appennino e il destino di tante famiglie del centro Italia, il Laboratorio della Speranza non ha mai smesso di sostenere, attraverso diverse modalità, le popolazioni colpite dal sisma.
Animatori volontari richiesti
Giovani e adolescenti dai 14 anni in su.
Nello scorso anno più di 900 volontari provenienti dagli oratori e dalle parrocchie di tutta Italia hanno raggiunto il centro Italia per animare le giornate di oltre 500 bimbi nei campi base e sulla costa.
I campi
Si svolgeranno nel corso di 4 settimane: dal 16 al 21 luglio, dal 23 al 28 luglio, dal 20 al 25 agosto e dal 27 agosto al primo settembre,
Attività
Escursioni, sport, animazione, gioco libero, ballo, laboratori, teatro e disegno nel programma per i bambini ospiti. Servizio, formazione e vita comunitaria per i volontari che vorranno donare una parte del proprio tempo e delle proprie conoscenze animando le settimane di Grest nelle comunità ancora disseminate tra costa e montagne.
Note organizzative
Per le iscrizioni come volontari, aperte il 10 marzo scorso, è possibile inviare la proposta di partecipazione attraverso la pagina dedicata, nel sito dell’associazione (www.laboratoriodellasperanza.it/iscrizioniestate2018).
Le proposte verranno confermate o meno in base al numero di adesioni della settimana: sarà consentito un numero massimo di 80 partecipanti.
Per tutte le altre informazioni, comprese le quote di partecipazione, che includono vitto e alloggio, si può scrivere a
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oppure telefonare al numero 3348009354.
Accompagnatori spirituali
Essi guideranno la riflessione e la preghiera e saranno disponibile per l’ascolto e l’accompagnamento anche personale dei giovani presenti.
La prima settimana sarà affidata alla Pastorale Giovanile di Ascoli Piceno, la seconda a don Tony Drazza, assistente nazionale Azione Cattolica Giovani, la terza a don Michele Birardi, Servizio di Pastorale Giovanile della Diocesi di Bari, e la quarta alla fraternità del Sermig di Torino, grande sostenitore, fin dai primi momenti, dei progetti promossi dall’associazione.
La testimonianza
“Il nostro non è un intervento di pochi giorni ma pensato per accompagnare nel tempo il percorso di rinascita di queste comunità e che prevede, per il periodo estivo, campus diffusi su tutto il territorio del cratere. Lo scorso anno abbiamo coinvolto i bambini e i ragazzi delle comunità di Arquata del Tronto, Amatrice, Accumoli, Acquasanta Terme, Roccafluvione, Ripaberarda, Venarotta, Maltignano, Cermignano e Folignano. E anche quest’anno saranno coperte le stesse località”. (Anita Gasparrini, socia fondatrice)